Anno pastorale 2021-2022

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«Facciamo vedere lo gratuità dello stare accanto, quando non ci potevamo incontrare, lo abbiamo fatto con il telefono, ora suoniamo i campanelli, non ci vuole nemmeno il green pass per suonare il campanello e affacciarsi a una porta». Vicinanza, prossimità e condivisione delle gioie dell’uomo e della donna di oggi: nella seconda serata del Convegno pastorale diocesano, il vescovo Giovanni indica con queste parole la strada che la Chiesa di Prato è chiamata a percorrere nell’anno pastorale 2021-2022, segnato dall’inizio del Sinodo della Chiesa universale e da quello della Chiesa italiana. «Due percorsi che insieme a quello della nostra Diocesi compongono un unico cammino», tiene a precisare monsignor Nerbini, che per rendere più evidente l’intreccio e gli obiettivi in comune tra questi impegni ha consegnato ai presenti nella chiesa di San Domenico un foglio suddiviso in tre colori: rosso per il Sinodo universale, giallo per il Sinodo della Chiesa italiana e verde per il percorso diocesano. «Il tratto in comune – sottolinea il Vescovo – nel quale siamo chiamati tutti a impegnarci, ha come obiettivo principale l’ascolto», in particolare «dello Spirito Santo, che come il vento “soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va”, rimanendo aperti alle sorprese che certamente predisporrà per noi lungo il cammino», aggiunge citando il Vangelo di Giovanni.

 

 

 

 

La prima serata del Convegno – tenutosi martedì 5 e mercoledì 6 ottobre 2021 – è stata dedicata alla verifica dell’impegno svolto dalle parrocchie nei mesi scorsi, durante il difficile periodo della emergenza sanitaria (qui a fianco ne parliamo in modo più approfondito), nella seconda il Vescovo ha indicato gli obiettivi che siamo chiamati a raggiungere come laici impegnati nelle parrocchie, nelle associazioni e nei movimenti. «In questo tempo di pandemia abbiamo trasmesso fiducia, speranza? – ha chiesto monsignor Nerbini ai sacerdoti, religiosi e laici in San Domenico – Oppure abbiamo trasmesso paura o chiusura? Abbiamo fatto capire che nella prova, che anche noi abbiamo certamente sofferto, c’è stata la speranza nella vita eterna che ci ha sostenuti?». L’invito è quello di non chiudere la chiese, le sacrestie, né fare l’esatto opposto organizzando solo feste e sagre, ma lavorare per la «prossimità», per essere vicini «all’uomo e alla donna che soffrono». Il Vescovo domanda: «Tutto questo traspare sempre nelle nostre comunità parrocchiali?».

 

 

In questo discorso si inserisce la valorizzazione e l’effettiva presenza e efficacia delle strutture (in primis i Consigli pastorali parrocchiali) così da poter «sperimentare modi partecipativi per esercitare la responsabilità dell’annuncio del Vangelo» e «l’impegno per costruire un mondo più bello e abitabile». Così facendo sarà possibile «accreditare la comunità cristiana come soggetto credibile e partner affidabile in percorsi di dialogo sociale, guarigione, riconciliazione, inclusione e partecipazione, ricostruzione della democrazia, promozione della fraternità e dell’amicizia sociale», si legge nel documento consegnato dal Vescovo ai presenti e scaricabile dal sito web della Diocesi.

 

La relazione del vescovo Giovanni al Convegno pastorale 2021

La relazione della verifica svolta nei sette vicariati della Diocesi 

Il cammino sinodale della Chiesa di Prato

Effatà – apriti, un cammino per riscoprire la bellezza di essere battezzati

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