Aurelio Rossano

Aurelio Rossano ha comprato un drone e ha dato vita alla Mediaflap.it grazie al Fondo Santo Stefano

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È l’unico in Toscana ad avere un drone 4hse della Italdron di Ravenna, un apparecchio di ultima generazione in fatto di velivoli comandati a distanza. Grazie alla sua attrezzatura Aurelio Rossano ha dato vita alla Mediaflap.it, un’azienda specializzata in riprese foto e video realizzate con un drone. Se la sua attività è riuscita a prendere il volo è grazie al Fondo Santo Stefano, il progetto nato nel 2011 su ispirazione della Diocesi, dell’Ucid e Fondazione Cassa di Risparmio proprio per dare gambe alle idee di chi vuole creare nuove imprese.

Rossano ha 47 anni, una famiglia con moglie e tre figli piccoli, vive a Prato ed è stato imprenditore nel settore tessile e della maglieria. Complice la crisi, ha dovuto ritrovare un lavoro e per farlo ha trovato due aiuti: la sua passione per il modellismo aereo e il Fondo Santo Stefano. Con un contributo di 25mila euro è riuscito ad acquistare il sofisticato drone che adesso impiegherà nel campo della sicurezza, dell’agricoltura, del turismo e della comunicazione. «Se sono riuscito a creare tutto questo, lo devo al Fondo – ammette Aurelio – il normale accesso al credito non è facile, ora sono partito e con il tempo restituirò il prestito».

L’impresa di Aurelio Rossano è una delle 75 nate grazie al finanziamento e al supporto del Fondo Santo Stefano, che solo nel 2015 ha sostenuto l’avviamento di 13 aziende. «Le nostre motivazioni sono pari a quelle del microcredito di tipo sociale – afferma Maurizio Nardi, presidente del Fondo Santo Stefano – il nostro progetto non è altro che uno strumento nato per dare una mano a una città che stava facendo i conti con la crisi». Prato è una città che ha ancora una forte vocazione imprenditoriale, «le idee non mancano – aggiunge Nardi – ma c’è un gran bisogno di accompagnare chi decide di assumersi il rischio d’impresa». La maggior parte delle imprese finanziate sono start-up e l’età dei soggetti proponenti si pone essenzialmente sue due fasce: giovanissimi e over 50. «I primi non hanno mai avuto esperienze lavorative, sono alle prime armi e hanno bisogno di qualcuno che creda nei loro progetti – spiega Maurizio Catalano, coordinatore del Fondo –, i secondi sono coloro che hanno perso il lavoro e hanno bisogno di qualcuno che li aiuti a ricollocarsi dando fiducia alla loro creatività».

Nel maggio 2015 il Fondo accede alla possibilità di usufruire del «prestito della speranza», promossa dalla Cei e finanziato dal Gruppo Banca Intesa. Grazie all’erogazione di 278.500 euro negli ultimi sei mesi sono nati bar e ristoranti, un’edicola e un’agenzia di comunicazione. Inoltre questi contributi sono stati utilizzati da imprenditori per acquistare materiali necessari a far partire la propria attività, come furgoni, macchine fotografiche e appunto, il drone di Aurelio.

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