È disponibile il sussidio che l’Ufficio catechistico ha predisposto per accompagnare il cammino nel periodo della Quaresima. Si tratta, infatti, di materiale dedicato appositamente ai catechisti ed alle catechiste per illustrare a bambini e ragazzi il tempo che precede la Pasqua.
Il fine è quello di indicare alcune linee guida per costruire un cammino verso la Pasqua di Risurrezione.
Il cammino sarà scandito dal Vangelo di Matteo e da quello di Giovanni che in questo ciclo liturgico A hanno una forte connotazione battesimale. Come ben sappiamo nella veglia della notte santa, per antica tradizione che risale ai primi secoli della Chiesa, viene conferito il battesimo ai neofiti.
In questo senso i vangeli quaresimali vogliono introdurre i neofiti nel senso profondo del rinnovamento della loro vita che avverrà nella liturgia della Veglia di Pasqua. Vogliamo, pertanto, diventare tutti neofiti, e presi per mano dalla Chiesa, lasciamoci condurre alla riscoperta del nostro battesimo e allo stesso tempo ad una più profonda conoscenza della liturgia della Veglia pasquale.
È uscito il terzo volume del CAAtechismo, il sussidio scritto con il linguaggio dei simboli per aiutare i bambini e i ragazzi con difficoltà cognitive a prepararsi a ricevere i sacramenti. Si tratta di una novità attesa perché il progetto ideato dall’Ufficio catechistico diocesano ha riscosso numerosi apprezzamenti e i primi due testi della serie sono stati scaricati dal sito web della diocesi di Prato da moltissimi catechisti di tutta Italia.
L’impegno per creare un catechismo sempre più inclusivo e a misura di tutti i bambini e i ragazzi, è un impegno che la Chiesa pratese sta portando avanti dal 2018 attraverso l’utilizzo della Caa, la comunicazione aumentativa alternativa, per inserire nel cammino verso i sacramenti anche per i bambini senza linguaggio o con capacità verbali fortemente compromesse.
Ma come funziona la Caa? «Attraverso delle immagini simboliche possiamo “parlare” anche con chi non può comprendere un testo scritto e ha bisogno di un tipo di comunicazione diversa, che possa adattarsi a chi ha bisogni comunicativi complessi», spiega don Carlo Geraci, direttore dell’Ufficio catechistico della diocesi di Prato. E dunque c’è un simbolo che rappresenta Gesù, uno l’Eucarestia e la messa, ma sono raffigurati anche atteggiamenti come la fiducia o la bontà e sentimenti come l’amore. Non mancano ovviamente i simboli che rappresentano gli articoli, le congiunzioni e le preposizioni. «In questo modo abbiamo costruito frasi e spiegato concetti comprensibili a tutti», sottolinea don Geraci.
Inoltre, dopo ogni capitolo, ci sono dei QR Code per scaricare sul proprio smartphone il file audio con l’argomento trattato, un altro strumento utile per comunicare con i bambini in modo diverso dalla scrittura.
L’equipe diocesana che ha lavorato al progetto è composta da Elena Ciabatti, Serena Casini, Simone Motta e Sara Meoni. I testi sono impreziositi dalle illustrazioni di Laila Francioni.
In marcia per costruire insieme la pace, sapendo che: «Nessuno può salvarsi da solo». Anche quest’anno l’invito di papa Francesco, contenuto nel messaggio scritto in occasione della giornata mondiale della pace del primo gennaio, sarà al centro della riflessione delle iniziative promosse a livello cittadino. L’iniziativa si svolgerà domenica 29 gennaio e vedrà la partecipazione del vescovo Giovanni e del sindaco Matteo Biffoni. La partenza del corteo è da piazza Santa Maria delle Carceri con ritrovo alle ore 15,30. Qui ci sarà la prima delle tre testimonianze che animeranno il pomeriggio. Le tematiche scelte sono legate a tre ambiti di impegno: la lotta al Covid, il sostegno alle nuove povertà e naturalmente la contrarietà alla guerra con particolare riguardo al conflitto in Ucraina. Per ognuno di questi argomenti è prevista una testimonianza.
L’Ufficio catechistico diocesano, tra i promotori dell’iniziativa, ha preparato un sussidio in preparazione alla marcia della pace per i bambini del catechismo.
«Un modello di servizio da coltivare e imitare, personalmente e come comunità cristiana». Così il vescovo di Prato Giovanni Nerbini ricorda il papa emerito Benedetto XVI, morto questa mattina a Roma all’età di 95 anni. «È stato un uomo dotato di una grandissima umanità e stile, ha lasciato l’esempio di come si serve la Chiesa. La scelta inattesa delle sue dimissioni dimostrarono la tempra e il valore di un uomo che si è messo da parte mettendo al primo posto il bene della Chiesa. È stato un fine intellettuale e un grandissimo teologo, ha partecipato al Concilio e ci ha insegnato a metterlo in pratica, prima da vescovo, poi da cardinale prefetto per la Dottrina della fede e infine da Papa.
Mi sento anche di dire – afferma mons. Nerbini – che in questi ultimi anni qualcuno ha cercato di strumentalizzare la sua figura anteponendola a quella di papa Francesco, ma lui si è sempre sottratto con fine eleganza».
Traccia un ricordo di Benedetto XVI anche il vescovo emerito di Prato Franco Agostinelli, che ha avuto modo di incontrarlo nel corso della visita ad limina compiuta dai vescovi toscani. «Per me e per la Chiesa universale papa Benedetto era un riferimento culturale e teologico, ci sentivamo sicuri con lui, le sue parole erano sagge e indicavano la strada da percorrere. Per questo quando rassegnò le dimissioni ci fu un senso di smarrimento – ricorda mons. Agostinelli – ma poi capimmo la portata di quel gesto di grande umiltà. Ho stimato papa Benedetto per la sua semplicità, quando lo incontrai con i vescovi toscani fu molto attento alle nostre osservazioni. Lo ricordo come una persona cortese dotata di grande umanità».
Con un comunicato interno alla diocesi, il vicario generale mons. Daniele Scaccini ha inviato un messaggio ai sacerdoti chiedendo di ricordare il papa emerito nelle celebrazioni di oggi, sabato 31 dicembre. Questa mattina, appresa la notizia della morte di Benedetto XVI, molte chiese pratesi hanno suonato le campane in segno di lutto.
Una «impennata di creatività e fantasia per inventare risposte e soluzioni innovative che rappresentino una crescita per tutto il sistema. Risposte tampone sono illusorie ed in generale dannose». È il primo suggerimento che il vescovo di Prato Giovanni Nerbini dà alla città per governare le crisi, economiche e sociali, che stiamo vivendo in questo tempo difficile segnato prima dalla pandemia e adesso dalla guerra alle porte dell’Europa. Il secondo è un invito alla «partecipazione ampia» della comunità per affrontare le difficoltà a livello civile ed ecclesiale, ma soprattutto: «non si può delegare a una autorità la totale responsabilità del processo, né aspettarsi da un solo soggetto ricette risolutive».
Le riflessioni del Vescovo sono state condivise con i pratesi nel giorno del patrono Santo Stefano, nel corso dell’omelia pronunciata durante la celebrazione in cattedrale del solenne pontificale della festa. La messa è stata concelebrata da sessanta sacerdoti diocesani e animata dalla Cappella musicale della cattedrale e dalla corale San Francesco. In duomo erano presenti il sindaco Matteo Biffoni, il presidente della Provincia Simone Calamai, i rappresentanti dei Comuni del territorio pratese e le altre autorità cittadine. Presenti anche la parlamentare Erica Mazzetti e la consigliera regionale Ilaria Bugetti. Nutrita la partecipazione dei pratesi, che come da tradizione, non sono mancati alla festa del patrono della città. La celebrazione è stata trasmessa in diretta su Tv Prato.
Dopo aver introdotto la figura di Santo Stefano, «che sempre ci invita a guardare a questa nostra città adottando uno sguardo attento e premuroso», monsignor Nerbini ha invitato la comunità civile ed ecclesiale a fare «una seria riflessione per una adeguata comprensione del problema e l’adozione delle accorte e tempestive decisioni necessarie», perché a causa delle crisi «il meccanismo che conoscevamo si è inceppato». Da qui i due suggerimenti sopra riportati: «una impennata di creatività» nel cercare risposte, e una «ampia partecipazione» a questo impegno, affinché possa crescere «tutto il sistema». Monsignor Nerbini ha poi annunciato che in qualità di vescovo delegato per la pastorale sociale e del lavoro della Conferenza episcopale toscana, sta studiando insieme alla sua commissione «il problema delle oltre cinquanta aziende che in Toscana rischiano la chiusura e per le quali si stentano a trovare soluzioni soddisfacenti. Per alcune siamo fermi allo scontro e alla paralisi. Torna spontaneamente alla memoria la vicenda della Pignone a metà degli anni Cinquanta e del suo felice esito per il concorso di tanti differenti soggetti che portarono il loro contributo», ha detto il Vescovo ricordando l’impegno del sindaco santo Giorgio La Pira in quella storica vicenda.
Nell’invitare chi esercita una autorità legittima in ambiti diversi ad avere «una grande trasparenza e una grande libertà dall’uso del potere, dall’avidità e dal denaro», il Vescovo ha commentato i recenti fatti d’attualità: «Scandali come quello appena portato alla luce a livello europeo, che vedono uomini delle istituzioni intascare mazzette indeboliscono la fiducia nelle istituzioni, gettano discredito, scoraggiano l’impegno personale e tolgono forza al valore che ogni incarico pubblico ha in se stesso. Dovremmo ripetere per noi ed insegnare alle giovani generazioni – ha affermato il Presule – il valore della parola “servizio” così come lo vediamo in tanti volontari che sono impegnati nella nostra città». E a questo proposito, il Vescovo ha voluto rendere omaggio «alle migliaia di persone che quotidianamente si fanno carico dei bisogni e delle sofferenze altrui, portando il loro silenzioso contributo al corpo sociale nel suo insieme. Non c’è ambito di disabilità, bisogno ove qualcuno non si sia rimboccato le maniche per incoraggiare, sostenere, aiutare».
Monsignor Nerbini ha accennato anche al suo viaggio in Ecuador e in Salvador compiuto la scorsa estate per visitare le missioni diocesane e per sostare in preghiera sulla tomba del vescovo santo Oscar Romero e di quanti «hanno dato la vita per difendere la verità, la libertà e i diritti dei più piccoli e poveri». Il Vescovo ha affermato che «il loro esempio ci invita a non dimenticare i tanti luoghi nel mondo dove queste situazioni non sono storia ma attualità e non succeda mai che un evento sportivo rappresenti un telo che copre misfatti di alcun genere di qualsiasi regime e che ci faccia mettere tra parentesi, le grandi questioni in gioco».
Infine un invito alla preghiera, che deve essere «non una prerogativa ma un dovere», e un’ultima raccomandazione: «Per un cristiano, che pure ha i suoi orientamenti politici, non esistono nemici da criticare ed amici da difendere ma soltanto persone che hanno bisogno della sua opera spirituale. Santo Stefano sostenga tutti noi in questo nostro quotidiano impegno e Maria ci conduca in questo nostro cammino».
Al termine della solenne concelebrazione il vescovo Giovanni Nerbini ha proclamato i vincitori della tredicesima edizione del Premio Santo Stefano per la tenuta e il rilancio del lavoro a Prato. Il riconoscimento è andato a Azeta Filati, Pinori Filati e Unitech, tre aziende del comparto tessile pratese. La cerimonia di premiazione è stata annunciata per il mese di febbraio.
«Dal battesimo all’esistenza cristiana» è questo il tema della prossima settimana teologica diocesana, che si svolgerà dal 10 al 13 gennaio 2023.
Al contrario di quanto si possa immaginare, gli appuntamenti organizzati da mons. Basilio Petrà, responsabile della formazione teologica, non si rivolgono solo ai membri del presbiterio diocesano, ai diaconi, ai ministri istituiti, ai religiosi e alle religiose, ma anche a tutti coloro che fossero interessati.
Questo il programma degli incontri.
Martedì 10 gennaio, al mattino: «Per me infatti il vivere è Cristo» (Fil. 1,21). Relatore: don Gianni Gualtieri, docente di Sacra Scrittura presso la Scuola Diocesana di Teologia.
Mercoledì 11 gennaio, al mattino: «Chiunque segue Cristo, l’Uomo perfetto, si fa lui pure più uomo» (Gaudium et Spes,41). Relatore: fratel Adalberto Mainardi, monaco di Cellole (San Gimignano).
Giovedì 12 gennaio, alla sera: «Giorgio La Pira (1904-1977), un cristiano in politica». Relatore: prof. Marco Pietro Giovannoni, professore presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose della Toscana.
Venerdì 13 gennaio, alla sera: «Itala Mela (1904-1957), mistica della inabitazione trinitaria». Relatore: mons. Enrico Nuti, vicario generale della Diocesi di La Spezia.
Le lezioni del mattino saranno tenute nel Salone dell’Antico Refettorio di San Domenico, dalle ore 9,30 alle 12,30 circa.
Le relazioni della sera di giovedì 12 e venerdì 13 gennaio saranno tenute alle ore 21 nella chiesa di San Domenico
Le chiese e parrocchie di Prato sono pronte a celebrare la veglia solenne nella notte di Natale. Come lo scorso anno, le funzioni sono tornate all’orario tradizionale e anche le restrizioni sono state completamente eliminate con il ritorno della stretta di mano al momento dello scambio della pace. Ricordiamo che il giorno di Natale, a Prato, la festa è doppia con l’ostensione del Sacro Cingolo, anzi, quest’anno possiamo dire tripla perché la solennità cade di domenica. Il vescovo Giovanni celebra la prima messa del giorno di Natale per i detenuti del carcere della Dogaia, il 25 alle 8,30. Il 26 dicembre, memoria del patrono Santo Stefano, ci sarà l’annuncio delle aziende vincitrici della tredicesima edizione del Premio Santo Stefano. Segnaliamo anche il tradizionale concerto natalizio, conosciuto in città con il nome di Musicone. Ma andiamo con ordine, di seguito riportiamo il calendario delle celebrazioni in cattedrale.
Venerdì 23 dicembre. Anniversario Fiordelli
Alle 9,30 solenne concelebrazione nel giorno del diciottesimo anniversario della morte di monsignor Pietro Fiordelli, primo vescovo residenziale della diocesi di Prato.
Sabato 24 dicembre. Vigilia di Natale
Ore 18: messa della vigilia di Natale trasmessa in diretta su Tv Prato; ore 22: Ufficio delle Letture a cui seguirà la messa della Natività. Celebra il vescovo, mons. Giovanni Nerbini.
Domenica 25 dicembre. Natale e Ostensione
In cattedrale messe alle ore 9 – 10,30 – 12 – 19; ore 10,30, Solenne Pontificale celebrato dal Vescovo; ore 16, musiche d’organo, eseguite dal canonico Marco Pratesi. Alle 17 mons. Nerbini guiderà il canto dei Vespri e alle 17,30 officerà l’Ostensione del Sacro Cingolo, all’interno del duomo e dal pulpito di Donatello, per tutti i fedeli della città. A seguire l’Esposizione del «sasso» di Santo Stefano. In processione sarà portato, dalla Cappella del Sacro Cingolo all’altare maggiore, il reliquiario contenente il sasso che la tradizione vuole sia stato uno di quelli con cui fu lapidato il Santo patrono di Prato.
Il sasso di Santo Stefano
Lunedì 26 dicembre. S. Stefano, Patrono di Prato
In cattedrale le messe sono alle ore 7,30 – 10 – 18. Il 26 dicembre la città e la diocesi di Prato festeggiano il patrono Santo Stefano. Alle 10 in cattedrale si tiene il solenne pontificale presieduto dal Vescovo. Partecipano le autorità cittadine e i rappresentanti dei Comuni facenti parte del territorio diocesano e le forze dell’ordine. Presta servizio la Cappella musicale della cattedrale. La celebrazione sarà teletrasmessa in diretta da Tv Prato.
Al termine della messa monsignor Nerbini, a nome del Comitato promotore formato da Diocesi, Comune e Provincia di Prato, Comune di Montemurlo, Fondazione Cassa di Risparmio e Camera di Commercio, annuncerà i nomi delle aziende vincitrici della tredicesima edizione del premio Santo Stefano per la tenuta del lavoro a Prato. Il riconoscimento, chiamato anche «Stefanino d’oro», viene consegnato alle aziende, non solo del comparto tessile, che si sono contraddistinte per «la cultura e l’operosità, capaci di fare impresa in modo etico e rispettoso dei valori del lavoro e della concorrenza», come si legge nello statuto del premio.
Nel pomeriggio, alle 16, musiche d’organo e alle 17 recita dei Vespri Solenni e Reposizione della reliquia di Santo Stefano.
Sabato 31 dicembre. Ringraziamento di fine anno
L’ultimo giorno dell’anno è in programma la messa di ringraziamento, al termine della quale è previsto il canto del «Te Deum» e la benedizione eucaristica. La celebrazione, preceduta alle 17,30 dal canto dei vespri, è alle 18 in cattedrale ed è presieduta dal Vescovo, tiene l’omelia il canonico teologo mons. Basilio Petrà. La messa è trasmessa in diretta su Tv Prato.
Domenica 1° gennaio 2023. Maria Madre di Dio. Giornata mondiale della pace
Il primo giorno dell’anno quest’anno viene di domenica, in duomo le messe sono alle ore 9 – 10,30 – 12 – 19. Alle ore 18,30 vespri solenni e alle 19 messa presieduta da mons. Nerbini; gli auguri del Vescovo alla città e alla diocesi.
Venerdì 6 gennaio 2023. Epifania del Signore
La celebrazione delle messe segue l’orario festivo: 9 – 10,30 – 12 – 19. Alle 10,30 presiede il vescovo Giovanni.
Il 50% degli accessi ai centri d’ascolto Caritas di Prato è rappresentato da famiglie conosciute negli ultimi quattro anni, mentre le persone che si sono affacciate per la prima volta nel 2022 sono cresciute del 27,7% rispetto all’anno precedente. Attualmente, il tempo di attesa minimo per avere il rinnovo della tessera Emporio è di un mese, perché il supermercato solidale sta viaggiando da oltre un anno al massimo delle proprie capacità. È quanto emerge dal rapporto sulle povertà a Prato diffuso in occasione dell’Avvento di Fraternità, la tradizionale raccolta offerte nelle chiese della diocesi di Prato che si tiene domenica 18 dicembre. Quanto donato, grazie alla generosità dei fedeli, servirà a sostenere l’impegno dei ventiquattro centri d’ascolto presenti nelle parrocchie attraverso la Caritas, la San Vincenzo e i Gruppi di Volontariato Vincenziano.
«La comunità cristiana è invitata a vivere il tempo di Natale anche con la riscoperta della vicinanza e della fraternità», dice don Enzo Pacini, direttore della Caritas diocesana, nell’annunciare la grande raccolta in programma questa domenica. Come detto, il ricavato servirà ad aiutare i punti di prossimità rappresentati dalle parrocchie, «in particolare i centri di ascolto più piccoli – aggiunge don Enzo – che possono essere un riferimento e una presenza sul territorio in modo diffuso e capillare».
Un aiuto e una preghiera per la popolazione ucraina duramente provata dalla guerra. È questo l’invito di Natale lanciato alle ragazze e ai ragazzi di Prato dalla Pastorale giovanile diocesana. Giovedì 15 dicembre alle ore 21 in cattedrale, è in programma la tradizionale veglia d’Avvento con il vescovo Giovanni Nerbini. Quest’anno l’appuntamento sarà dedicato alla pace e alla sua costruzione. Anche attraverso un gesto concreto come quello di partecipare portando con sé dei viveri o dei generi di prima necessità da spedire in Ucraina grazie alla raccolta promossa dalla Pastorale migranti della diocesi di Prato.
«Si tratta di un gesto semplice ma estremamente importante, a noi può sembrare poco ma per chi sta affrontando l’inverno senza cibo e riscaldamento avere una coperta, calzini pesanti e del cibo in scatola significa tanto. Aiutiamo gli ucraini a vivere il Natale nel miglior modo possibile» dice don Marco Degli Angeli, direttore della Pastorale giovanile diocesana.
Ecco cosa serve: tonno e carne in scatola, cibo in scatola (fagioli, riso e altro), biscotti, latte a lunga conservazione, latte in polvere, pannolini (1-3 anni), coperte, calzini inverno donna e bambini (1-7 anni).
Il tema della serata è «Gesù, principe della pace» e vedrà la partecipazione dei ragazzi di Rondine Cittadella della Pace, giovani provenienti da varie parti del mondo che racconteranno la loro esperienza di gestione dei conflitti nel segno del dialogo e del rispetto reciproco.
È stato distribuito ai parroci e pubblicato sul nostro sito web il sussidio per l’Avvento di Fraternità. Ogni anno, nei tempi «forti» di Avvento e Quaresima, la Chiesa pratese invita le comunità parrocchiali a destinare il frutto delle raccolte delle messe festive della domenica delle Palme e di quella prima di Natale alla Caritas diocesana. Quanto ottenuto grazie alla generosità dei fedeli viene destinato a finanziare progetti solidali.
Con la raccolta d’Avvento, che quest’anno cade domenica 18 dicembre, solitamente si contribuisce a sostenere i centri d’ascolto parrocchiali per i loro interventi caritativi. Non solo un invito al dono, l’iniziativa è corredata di uno strumento di riflessione, il già citato sussidio, per compiere al meglio il cammino d’Avvento. Per ogni domenica sono messi in luce due versetti tratti dalle letture e una breve riflessione. Ci sono anche alcune domande che possono essere utilizzate per la preparazione delle celebrazioni nei vari gruppi.
«L’obiettivo – spiega il direttore della Caritas, don Enzo Pacini – è quello di indirizzare lo sguardo sulle situazioni di disagio e sofferenza nel territorio circostante, una sorta di piccola “analisi” per tentare di guardare in modo più approfondito alle difficoltà che toccano le persone».