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Avvento di Fraternità: nelle chiese la raccolta per le famiglie bisognose

Sarà dedicato ai bisogni delle famiglie in difficoltà il tradizionale appuntamento dell’Avvento di Fraternità promosso dalla Caritas diocesana. Questa domenica, 17 dicembre, tutte le offerte raccolte nelle chiese e parrocchie della diocesi saranno destinate a dare sollievo a quelle situazioni di povertà esistenti sul nostro territorio. Una realtà che è stata adeguatamente fotografata nell’ultimo rapporto Caritas sulle povertà a Prato, presentato lo scorso 25 novembre al Palazzo delle Professioni.

 

A fine 2017 saranno più di 2700 le persone che si saranno rivolte per un aiuto, principalmente economico, ai venti centri di ascolto della rete diocesana (composta non solo dalla Caritas). La maggior parte degli utenti ha alle spalle una famiglia e dunque è possibile stimare in oltre quattromila il numero delle persone seguite e assistite dalla Caritas. «Anche se si tratta di una piccola istantanea – scrive la direttrice Caritas Idalia Venco in una lettera inviata a tutte le parrocchie – di una situazione che sicuramente, e purtroppo, abbraccia un bacino più ampio di persone rispetto a quelle che i nostri centri diocesani e parrocchiali hanno incontrato, il Rapporto rimane un punto di vista prezioso e privilegiato che ci stimola a proseguire nel nostro servizio di carità, un servizio che quotidianamente vivete all’interno delle vostre comunità».

 

L’invito dunque è quello di essere generosi, perché grazie a quanto donato si potrà dare speranza alle famiglie, e non solo attraverso un semplice aiuto economico, in quanto con le somme raccolte saranno attivati anche alcuni tirocini lavorativi. Un modo utile per compiere reinserimenti delle persone svantaggiate nella società.

La Caritas di Prato segue oltre quattromila indigenti. Presentato il dossier sulle povertà 2017

I poveri seguiti a Prato dalla Caritas e dalla rete dell’osservatorio della Diocesi sono oltre quattromila. Il numero emerge dal rapporto sulle povertà presentato sabato scorso al Palazzo delle Professioni. Nel 2017, da gennaio a oggi, per una richiesta di auto, si sono presentate 2700 persone. La maggior parte di queste hanno alle spalle una famiglia e, contando almeno tre componenti per nucleo, si arriva al numero di quattromila soggetti coinvolti. Il dato degli accessi, rispetto ai due anni precedenti, sale del 5,1%. Gli italiani rappresentano il 34,3% del totale e sono in calo del 7,2%, mentre aumentano del 13% gli stranieri. Nell’anno in corso, i venti centri di ascolto della rete diocesana hanno effettuato 6781 colloqui (nel 2016 sono stati 6608).

 
«Dietro questi numeri ci sono dei volti, non dimentichiamolo mai – ha osservato la direttrice della Caritas di Prato Idalia Venco –, sono persone che si presentano a noi chiedendo risorse per pagare il mutuo o una bolletta, perché non hanno una casa, ma soprattutto ci dicono che non hanno un lavoro». E proprio a quest’ultima problematica, al tema dell’occupazione a Prato, è stata dedicata la mattinata, durante la quale si è tenuta una tavola rotonda in cui sono intervenuti rappresentanti delle istituzioni e delle categorie sociali ed economiche. La prima evidenza – nata dal commento dei dati presentati dalla Caritas e dalla domanda: «Quale risposta diamo a coloro che sono fuori dal mercato del lavoro?» – è stata quella del bisogno di «formazione e informazione», come ha efficacemente sintetizzato il vescovo Franco Agostinelli a conclusione dei lavori.

 

 

Alcuni numeri del rapporto sulle povertà stilato dalla Caritas diocesana di Prato. La raccolta dei dati si basa sul lavoro svolto da venti centri d’ascolto, di cui quattordici parrocchiali, un centro del Volontariato vincenziano, uno della San Vincenzo de Paoli, la mensa dell’Associazione Giorgio La Pira, due postazioni front office della Caritas diocesana e l’ambulatorio per stranieri temporaneamente presenti istituito presso il Centro sanitario Giovannini.
Gli utenti. Le 2700 persone ascoltate nel 2017 sono in maggioranza donne, ma gli uomini aumentano, rappresentano quasi la metà degli accessi (42,5%) e registrano un +18,7% rispetto agli anni precedenti. Gli italiani sono il 34,3% del totale (erano il 38,9% nel 2015 e 2016).
Il 32,5% degli uomini sono stranieri (di questi il 9,4% sono coniugati con italiane). Le nazionalità più presenti provengono da Marocco (12%), Albania (10,4%), Nigeria (9,2%) e Romania (5,3%). Rispetto al 2015 sono cresciuti molto i marocchini (+10%), ma soprattutto i georgiani (+64%).
La metà delle persone ascoltate sono coniugate, ma aumentano gli stranieri senza legame matrimoniale (+60%), fra questi i maschi crescono del 109%. Diminuiscono i coniugati italiani 15,6%.
La prima volta e la cronicità. Nel 2017, il 26% degli ascoltati si sono rivolti allo sportello per la prima volta, con un incremento rispetto a due anni fa del 64,6%. Tra gli stranieri i nuovi arrivi sono il 91%. Gli italiani aumentano del 5,2%. Cresce anche il numero degli utenti con una frequentazione di oltre dieci anni, che ora rappresentano il 24,5% del totale. Più di 1 italiano su 3 e 1 cittadino straniero su 4 è conosciuto dalla rete Caritas da almeno cinque anni. Dunque c’è una maggiore cronicità tra gli italiani, gli stranieri invece rimangono nel giro Caritas al massimo per tre anni. «Probabilmente – osserva il redattore del dossier Massimiliano Lotti – sono disposti a cogliere le opportunità offerte e riescono ad adeguarsi a nuovi stili di vita».
Problemi e bisogni. L’80% delle persone che si sono rivolte ai centri d’ascolto dicono di essere prive di reddito. Aumenta il numero delle richieste di abitazione (+16%), in particolare tra gli stranieri (+188%). Il 65% degli utenti dice di avere problemi economici (+4%), il 13% problemi di lavoro, l’11% ha problemi di salute e il 4% ha problemi familiari. Le altre problematiche segnalate sono dovute a detenzione, disabilità, dipendenze, istruzione e mancanza di una casa.
Gli interventi effettuati. Le risposte che la rete diocesana ha potuto offrire riguardano innanzitutto il servizio di ascolto e di accompagnamento, caratteristica peculiare del metodo Caritas. «Il nostro obiettivo è quello di educare le persone alla fruizione delle risorse territoriali e degli uffici territoriali», dice Lotti. Gli interventi concreti si sono concentrati sull’offerta di beni e servizi (66,5%, in particolare attraverso la tessera dell’Emporio della Solidarietà, un pasto alla mensa, vestiario e accoglienza notturna), sussidi economici (21%) per il pagamento di affitti, rate mutuo, utenze domestiche e libri scolastici, spese sanitarie. Le altre voci riguardano consulenze lavoro, orientamento, istruzione e alloggio.

 

Rapporto sulle povertà 2017 della Caritas diocesana di Prato in formato pdf

 

 

Presentazione del dossier Caritas sulle povertà e tavola rotonda sui temi del lavoro

«Se avessi un lavoro…». È il titolo dell’ultimo rapporto Caritas sulle povertà a Prato. Il seguito dei punti di sospensione è presto detto: tutto sarebbe diverso. Oltre 70% delle persone che si sono rivolte ai Centri d’ascolto in rete – parrocchie, volontariato vincenziano, san Vincenzo de Paoli, mensa La Pira e Caritas diocesana – hanno affermato di non avere alcune occupazione e dunque sono impossibilitati a far fronte alle esigenze quotidiane della propria famiglia.

 
Alle loro richieste la rete diocesana offre innanzitutto un servizio di ascolto e di accompagnamento, oltre che, ovviamente, un aiuto concreto. E la città, come si pone di fronte a vecchi e nuovi poveri? Di questo si parlerà alla presentazione del dossier 2017 in programma domani, sabato 25 novembre, dalle 9,30 al Palazzo delle Professioni in via Pugliesi.

 
Dopo i saluti della direttrice della Caritas Idalia Venco, del vicesindaco di Prato Simone Faggi e del presidente del Palazzo delle Professioni Alessandro Pieraccini, Massimiliano Lotti illustrerà i dati e poi è prevista una tavola rotonda dove si cercherà di rispondere alla domanda di cui sopra. Si confrontano: Michele Del Campo (direttore ufficio di Pastorale sociale della diocesi di Prato), Marcello Gozzi (direttore Confindustria Toscana Nord), Maurizio Nardi (presidente Fondo Santo Stefano), Alessandro Fabbrizzi (segretario generale Camera del Lavoro), Leonardo Angeletti (direttore patronato Epasa-Itaco Cna Prato) e Daniela Toccafondi (assessore comunale alle politiche economiche e per il lavoro). Modera la giornalista del Sole 24 Ore Silvia Pieraccini. Le conclusione sono affidate al vescovo Franco Agostinelli.

Nasce «Casa Agar», l’opera della Caritas per donne senza fissa dimora

Casa Agar è pronta ad accogliere le donne bisognose di un tetto dove passare la notte. Questa mattina, venerdì 18 novembre, la nuova opera promossa dalla Caritas diocesana di Prato è stata inaugurata alla presenza del vescovo Franco Agostinelli, del sindaco Matteo Biffoni e della autorità cittadine.
La struttura si trova a Tobbiana in via di Casale, 55, e inizierà il suo servizio di accoglienza a partire dai primi di dicembre. A Prato mancava un asilo notturno per donne senza fissa dimora, mentre esiste da tempo quello per uomini, gestito dall’associazione Giorgio La Pira in via del Carmine.

 

La Casa deve il suo nome a un riferimento biblico. Agar era la schiava egizia ripudiata da Abramo ma salvata dalla bontà di Dio. «È proprio questo il nostro intento – ha spiegato monsignor Franco Agostinelli, dopo aver impartito la benedizione ai nuovi locali – salvare tutte quelle donne abbandonate e senza un posto dove andare». Questa apertura avviene al termine dell’Anno Santo della Misericordia e per la Diocesi di Prato rappresenta la degna conclusione del Giubileo, il cui spirito ovviamente continua. «Il mondo capisce se il Signore è misericordioso se esiste una Chiesa misericordiosa», ha osservato il Vescovo, che poi ha ringraziato tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione del progetto curato dalla Caritas. In primis la parrocchia di Tobbiana e la comunità tobbianese. «Questo edificio fu costruito nel 1947, grazie a otto amici appartenenti alla sezione locale della Democrazia Cristiana – ha raccontato il parroco don Alessandro Magherini – il loro intento era quello di creare un luogo di aggregazione per il paese». Settant’anni fa Crisante Bastogi, Mario Bartolozzi, Siro Cocchi, Filiberto Guarducci, Rolando Fabrizio Lenzi, Ivan Marlini, Remo e Emor Querci dettero vita a «Casa Nostra», così si chiamava la struttura, pensata come circolo ricreativo. Poi, con la fine della Dc, l’immobile fu dato in affitto a un dentista e dopo il trasferimento di quest’ultimo rimase chiuso per oltre dieci anni. Oggi è di proprietà della parrocchia di San Silvestro a Tobbiana ed è diventato Casa Agar.

 

casa agar esterno

 

Come funziona il servizio. A Casa Agar ci sono sei posti letto più uno destinato alle emergenze dell’ultimo minuto. Lo spirito è proprio questo: essere sempre pronti ad accogliere chi non sa dove andare. La struttura aprirà tutti i giorni alle 18 e rimarrà a disposizione delle utenti fino alle ore 9 del mattino seguente. L’intenzione è quella di creare un rifugio per la notte, dove le donne avranno la possibilità di mangiare, farsi una doccia, lavare i vestiti ma soprattutto trovare un posto sicuro e tranquillo. L’opera è gestita a turno da una ventina di volontari, reduci da un corso di formazione gestito dalla Caritas diocesana.

 

casa agar interno

 

A chi è rivolta Casa Agar. Purtroppo quello delle donne senza fissa dimora è un fenomeno in aumento, e non solo a Prato. La Ronda della Carità, altro servizio Caritas, attivo tutte le sere dell’anno, durante il suo giro notturno è solito trovare molte donne costrette a dormire in auto oppure in luoghi pubblici. «Sono persone rimaste senza una famiglia e un lavoro e per questo senza una casa – ha spiegato la direttrice della Caritas di Prato Idalia Venco – molte sono straniere ma ci sono anche tante italiane, vittime di povertà e separazioni». La richiesta è molta, ha rivelato Venco, e ci sono già persone in attesa di entrare nella Casa. Si potrà usufruire del servizio per un mese, poi si dovrà lasciare spazio ad altre persone. Le segnalazioni potranno essere fatte alla Caritas diocesana e alla parrocchia di Tobbiana da parte dei centri di ascolto diffusi sul territorio, dai servizi sociali del Comune e da associazioni solidali e di carità. Naturalmente saranno accolte anche madri con figli qualora se ne presentasse il bisogno.

 

Il contributo della città. La struttura di via di Casale è stata completamente ristrutturata e trasformata per il nuovo utilizzo. Il costo totale dei lavori, per la sistemazione del tetto, degli interni e l’acquisto degli arredi, si aggira intorno ai 120mila euro. Grazie alla generosità di parrocchie, privati, associazioni e gruppi sono stati raccolti 90mila euro. Anche la comunità cinese di Prato, tramite tre associazioni di imprenditori, ha dato il proprio contributo donando 6mila euro. In particolare la Caritas intende così ringraziare: associazione per gli scambi culturali Italia – Cina, Associazione Imprese Italia – Cina, Associazione culturale della comunità cinese di Fu Jian in Italia, Circolo Arci Cafaggio, Domina sas, Fondazione Cassa di Risparmio di Prato, Fondazione il Cuore si scioglie, Gruppo Amici Acchiappa un sorriso, Lions Club Prato Centro, Mcl, Pointex spa, Ristoratori Fipe Confcommercio Prato, Rut Band e tantissimi privati. Inoltre Casa Agar vede il contributo di due raccolte fatte in tutte le parrocchie pratesi e il finanziamento dei fondi dell’8 per mille della Cei.

I dati del dossier Caritas/Migrantes presentati a Prato

Si intitola la «Cultura dell’incontro» ed è la presentazione dei dati contenuti nel dossier Caritas/Migrantes, il rapporto statistico annuale sullo stato dell’immigrazione in Italia.

 

Il documento verrà discusso anche a Prato domani, sabato 15 ottobre, alle 10, presso la Biblioteca Lazzerini. Dopo i saluti iniziali del vescovo Agostinelli e del sindaco Biffoni, è previsto l’intervento di Oliviero Forti, dell’ufficio immigrazione di Caritas italiana.
A seguire Maurizio Ambrosini, dell’Università di Milano, dipartimento di Studi sociali e politici, discute de «L’immigrazione oltre Lampedusa: i profili inattesi di un fenomeno dai molti volti». Poi ci sarà spazio per le domande e le osservazioni del pubblico presente. Modera Francesco Paletti, ricercatore e curatore del capitolo Toscana del dossier.

Rut Band 2016

La Rut Band torna al Politeama con un concerto a favore di Casa Agar

L’attesa per il loro ritorno sulle scene è tanta, le prenotazioni sono già arrivate a quota seicento e si prevede il tutto esaurito. Sabato 24 settembre al teatro Politeama tornerà ad esibirsi dopo quattro anni di inattività la Rut Band, il gruppo pop-rock pratese formato da ben dodici elementi. L’iniziativa è pensata per uno scopo benefico: sostenere l’apertura di Casa Agar a Tobbiana, il progetto della Caritas diocesana pensato per dare un riparo notturno alle donne senzatetto.

 

In questi giorni la Rut Band è impegnata in una serie di prove in studio per essere in forma smagliante al grande evento. La serata del 24, con inizio alle 21, si intitola #BracciaAperte, oltre mille bandiere oltre i colori e sarà uno spettacolo aperto alle contaminazioni. Sul palco ci saranno anche il Saint Paul Gospel Choir, la cantante marocchina Nadia Khoujib e l’artista cinese Franco Lin.

 

Nata nel 1991, la band prende il nome da Rut, la spigolatrice della Bibbia, e si inserisce nella migliore tradizione della musica pop-rock di ispirazione religiosa, come quella dei Gen Rosso, il celebre gruppo dei focolarini di Loppiano, autore di numerose canzoni che animano le celebrazioni e gli incontri di ambito diocesano e parrocchiale. Fino alla fine degli anni Novanta la Rut Band è stata protagonista di moltissimi concerti, praticamente ha partecipato con successo a quasi tutti gli eventi più importanti promossi dalla diocesi, a partire dall’accoglienza del vescovo Gastone Simoni il giorno del suo arrivo a Prato.

 

Questa la line up della Rut Band: Maurizio Martini, Manrico Boretti, Alberto Toccafondi, Cristiano Cinotti, Consuelo Mancini e Errica Mascelli sono i cantanti, Tiziano Bettazzi e Roberto Belli i tastieristi, Sergio Bocchicchio e Paolo Desii alla chitarra, Massimiliano Stacchini al basso e Gianluca Paolino alla batteria.

 

Ci sono ancora posti disponibili per partecipare alla serata del 24 settembre. L’ingresso è gratuito ma è necessaria la prenotazione (questi i contatti: 380-8978513 o info@bracciaperte.org). Al termine dello spettacolo sarà possibile lasciare offerte destinate a Casa Agar.