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La Settimana Eucaristica in Sant’Agostino. Sarà presente il cardinale Bassetti

Il cardindale Gualtiero Bassetti è l’ospite della Settimana eucaristica in programma anche quest’anno nella chiesa di Sant’Agostino. L’ex presidente della Cei è stato chiamato a tenere un incontro dal titolo: «Perché oggi è importante riscoprire il Concilio?». Anche quest’anno all’interno della Settimana eucaristica è inserito l’appuntamento con la veglia diocesana per le vocazioni. Il tema è quello del 53esimo Congresso eucaristico internazionale che si svolgerà a settembre a Quito, in Ecuador: «Fraternità per sanare il mondo: voi siete tutti fratelli».

 

Il programma completo delle iniziative. Si comincia domenica 14 aprile alle ore 10 con la celebrazione eucaristica di apertura; alle 17,30 adorazione comunitaria. Martedì 16 aprile, alle 21 è il giorno della veglia per le vocazioni, curata dal Centro diocesano insieme ai padri Sacramentini.
Giovedì 18 aprile, alle 10, ritiro diocesano del clero con padre Manuel Barbiero dei Sacramentini. L’incontro inizia con la meditazione, prosegue con l’adorazione e si conclude con il pranzo.
Venerdì 19 aprile è la giornata dedicata agli operatori pastorali, alle 21 l’incontro – aperto a tutti gli interessati – con il cardinale Gualtiero Bassetti. L’iniziativa è stata organizzata come momento di preparazione al Giubileo 2025, in vista del quale papa Francesco ha chiesto di riprendere in mano le quattro costituzioni conciliari (Dei Verbum, Sacrosanctum Concilium, Lumen gentium, Gaudium et Spes) affinché le comunità ecclesiali possano progredire «nella missione di portare a tutti il gioioso annuncio del Vangelo».
La settimana si chiude domenica 21 aprile con una solenne concelebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Giovanni Nerbini, alle ore 10. Nel pomeriggio, dalle 16, adorazione eucaristica rivolta alla vita consacrata.

 

Ogni giorno: alle 7 messa, alle 7,35 lodi, alle 8,30 messa, alle 18 vespri e alle 18,30 messa. Dalle 9 alle 12 e dalle 17 alle 18 esposizione del Santissimo Sacramento e adorazione personale.

Chiude la Libreria Cattolica in piazza Duomo

Dopo l’estate, entro la fine del mese di ottobre, chiuderà la Libreria Cattolica della Diocesi di Prato. Aperta da 65 anni, esattamente dal 31 maggio 1959, negli ambienti di Palazzo vescovile, la libreria si affaccia su piazza Duomo ed è la più antica della città. Ma proprio come gli altri negozi di libri – e di articoli religiosi – anche questo esercizio commerciale negli ultimi anni ha dovuto fare i conti con le nuove esigenze del mercato, in particolare con le vendite online, che hanno fortemente ridotto le persone interessate.

«È una decisione che prendiamo a malincuore dopo aver lungamente riflettuto – afferma monsignor Daniele Scaccini, vicario generale della Diocesi di Prato – ma purtroppo siamo di fronte a un dato oggettivo: il contesto generale è cambiato e con esso le abitudini di consumo, anche nel mondo cattolico. Abbiamo provato a percorrere diverse soluzioni per garantire una prosecuzione delle attività, ma nessuna ipotesi si è rivelata sostenibile».

 

Le criticità della Libreria Cattolica di Prato vengono da lontano e hanno avuto una accelerazione durante e subito dopo la pandemia da Covid. La scelta della chiusura è stata dettata anche da due fattori non rinviabili: la ristrutturazione degli ambienti, bisognosi di urgenti lavori di restauro, e la pensione raggiunta da una dei due dipendenti a tempo pieno. Edi Giusti, da 42 anni al servizio della Libreria, il primo aprile ha lasciato il lavoro per andare in pensione e la Diocesi ha deciso di non sostituirla con una nuova assunzione. Il personale attualmente in forze, composto da un dipendente a tempo indeterminato, coadiuvato da una collaboratrice assunta dalla cooperativa Prato Cultura, garantirà l’apertura della Libreria Cattolica fino al 31 ottobre. Dopo tale data il dipendente sarà ricollocato all’interno della Diocesi.

 

«Vogliamo ringraziare i dipendenti di oggi e anche coloro che hanno portato avanti l’opera in questi 65 anni di attività – sottolinea mons. Daniele Scaccini – perché con spirito di appartenenza e con grande generosità si sono messi a servizio della nostra Chiesa pratese».

 

L’editoria religiosa e gli articoli religiosi, come rosari e santini, non spariranno dagli scaffali, ma potranno essere acquistati nel bookshop del Museo dell’Opera del Duomo (con ingresso dal campanile della cattedrale). In vista della chiusura dell’attività, nelle prossime settimane ci sarà una svendita della merce esposta e di quella in magazzino, secondo quanto previsto dalle norme di legge in materia.
Come detto, i locali saranno ristrutturati e a lavori ultimati manterranno la stessa destinazione di tipo pastorale e culturale.

 

I nuovi orari. Dal 9 aprile la Libreria Cattolica è aperta solo al mattino, da martedì a sabato, dalle 9 alle 13,30.

Inizia il Triduo pasquale. Le celebrazioni del vescovo Giovanni e alcuni riti suggestivi in Diocesi

Ci avviciniamo al Triduo pasquale, il momento culminante dell’anno liturgico, durante il quale la comunità cristiana fa memoria della passione, morte e resurrezione di Gesù. In tutte le chiese pratesi tornano i tradizionali riti. Di seguito segnaliamo gli orari delle celebrazioni in cattedrale presiedute dal vescovo Giovanni Nerbini e diamo conto di alcune iniziative particolarmente sentite e suggestive.

Quest’anno monsignor Nerbini presiede la solenne veglia pasquale nella chiesa di Gesù Divino Lavoratore e conferirà il battesimo, la comunione e la cresima a una famiglia di origine albanese che ha compiuto il cammino di preparazione ai sacramenti in quella comunità parrocchiale.

La domenica di Pasqua il Vescovo celebra la prima messa del giorno per i detenuti del carcere della Dogaia. Ricordiamo infine che il pomeriggio di Pasqua, in cattedrale si rinnova l’antico rito dell’ostensione del Sacro Cingolo di Maria, la preziosa reliquia simbolo della città di Prato.

 

 

 

 Giovedì santo, 28 marzo

 

È il giorno della messa crismale, la celebrazione nella quale vengono consacrati gli oli santi dal Vescovo. Nel duomo di Prato funzione solenne alle ore 10,30 con la partecipazione del clero diocesano. La messa è trasmessa in diretta da Tv Prato.

A sera, in tutte le chiese, con orari diversi, si tiene la messa «in coena Domini». La celebrazione con il rito della lavanda dei piedi è alle ore 17,30 ed è presieduto da monsignor Nerbini. Al termine Reposizione del Santissimo Sacramento per l’adorazione. Nell’oratorio della Misericordia di via Convenevole messa alle 18 con adorazione fino a mezzanotte. Si rinnova il tradizionale «giro delle sette chiese» in centro storico per far visita a quelli che un tempo venivano chiamati i «sepolcri».

Per accompagnare i fedeli nel «giro», il vicariato centro storico ha preparato una tessera dove sono indicate le dodici chiese presenti dentro le antiche mura cittadine. Per ogni visita viene suggerita una intenzione di preghiera ed è possibile segnare con un bollino le varie tappe del percorso compiuto.

 

 Venerdì santo, 29 marzo

 

La Chiesa fa memoria della passione e morte di Gesù Cristo. Si invita a vivere questo giorno nel silenzio, praticando astinenza e digiuno. I riti previsti dalla liturgia in tutte le chiese sono due: la celebrazione della morte del Signore, tradizionalmente nel pomeriggio, la Via Crucis in serata.

In cattedrale alle ore 9,30 il Vescovo guida l’ufficio delle letture e il canto delle lodi, mentre alle 17,30 si terrà la celebrazione della Passione. È diventata ormai una tradizione la Via Crucis intorno all’ospedale Santo Stefano, con la processione che girerà intorno al complesso. Il rito, con inizio è alle ore 16, è guidato dal Vescovo e sarà seguito in diretta da Tv Prato.

Alle 21, con ritrovo in piazza San Francesco, c’è la Via Crucis del vicariato centro storico guidata da monsignor Nerbini. La processione passerà intorno al Castello dell’Imperatore e si concluderà dentro la basilica di Santa Maria delle Carceri. Le stazioni sono curate dall’oratorio di Sant’Anna, dal gruppo scout Prato 4 e dai ragazzi del catechismo. Quest’anno il tema sarà quello delle esperienze e delle attività pastorali e di carità presenti nelle parrocchie del centro città.

A San Giusto consueta processione della reliquia della Santa Croce. Il ritrovo è alle 21 davanti alla pieve, la novità è l’allungamento del percorso, deciso per raggiungere altre strade e zone del territorio parrocchiale. La processione, partecipata dalla Compagnia del Santissimo Sacramento e della Santa Croce, si concluderà con la benedizione finale nella piazza antistante la chiesa.

A Vaiano, dopo la celebrazione della Via Crucis per le strade del paese, la parrocchia e il gruppo scout propongono «Dalle tenebre alla Luce». I fedeli interessati partono a piedi dalla Badia per arrivare all’alba a San Leonardo, toccando le chiese di Sofignano, Savignano, Fabio e Faltugnano. Ad ogni sosta viene proposto un brano del Vangelo accompagnato da una riflessione.

Il rito della Via Crucis si celebra anche nei recinti del cimitero della Misericordia in via Galcianese con inizio alle 15,30.

Via Crucis con la suggestiva processione aux flambeaux per le strade del paese di Schignano. Alle 21 partenza dalla chiesa parrocchiale di San Martino verso la Bertaccia e ritorno.

 

 Sabato santo, 30 marzo

 

In cattedrale ufficio delle letture e canto delle lodi alle ore 9,30. La solenne veglia pasquale inizia alle ore 22 e sarà presieduta dal vicario monsignor Daniele Scaccini. Il vescovo Giovanni celebra la Pasqua nella chiesa di Gesù Divino Lavoratore, dove è previsto il conferimento del battesimo, della comunione e della cresima a una famiglia di catecumeni di origine albanese.

Nella basilica di S. Maria delle Carceri si tiene, alle ore 9,30, una preghiera particolare, «l’Ora della Madre»: con l’Addolorata si medita sul mistero della Croce.

Alle 22 si tiene la veglia pasquale nella basilica di San Vincenzo Ferreri. Poi, alla mezzanotte, si scioglieranno in diocesi tutte le campane.

 

 

 

 

 Domenica di Pasqua, 31 marzo

 

Alle 8,30 il Vescovo celebra la prima messa del giorno per i detenuti del carcere della Dogaia. Alle 10,30 messa solenne in duomo con Benedizione papale. Alle 16,30 musiche d’organo eseguite dal canonico Marco Pratesi; alle 17,30 vespri solenni e ostensione del Sacro Cingolo mariano presieduta dal Vescovo.

 

La Diocesi porta la croce in carcere e in ospedale

La croce torna in ospedale per dimostrare vicinanza e preghiera ai degenti e al personale sanitario. I giovani invece saranno davanti ai cancelli del carcere della Dogaia per testimoniare speranza ai detenuti. Ci stiamo avvicinando alla Settimana Santa e come ogni anno si rinnovano gli appuntamenti con i riti tradizionali del periodo pasquale.

 

Cominciamo dalla Via Crucis dei giovani. La data è venerdì 22 marzo e il ritrovo è alle ore 21 al carcere della Dogaia a Maliseti. Sarà presente il vescovo Giovanni Nerbini e le riflessioni sono affidate a don Massimo Vacchetti. Sacerdote bolognese e direttore della pastorale dello sport della sua diocesi, don Massimo è conosciuto per il suo passato di arbitro di calcio e di ultras della curva rossoblu. Le sue catechesi, diffuse in rete con grande successo, sono molto apprezzate, in particolare dai giovani, per lo stile diretto e anche divertente. Il sacerdote torna a Prato dopo l’incontro tenuto lo scorso anno in occasione della Giornata mondiale per le vocazioni.
«Quest’anno abbiamo scelto il carcere per la nostra Via Crucis – dice il direttore di pastorale giovanile don Marco Degli Angeli –, filo conduttore di tutti i nostri incontri è quello dei volti di Cristo e in questa occasione parleremo del suo “volto di speranza”. Non entreremo all’interno della Dogaia, vivremo il nostro rito davanti ai cancelli, ma sarà certamente significativo essere di fronte a un luogo di reclusione, dove spesso chi vi entra perde speranza nel futuro. Testimonieremo che il Signore è risorto per tutti, per darci la vita. Come segno finale consegneremo a tutti i ragazzi e le ragazze un lumino, con l’invito ad essere luce nel mondo».

Il venerdì santo, il 29 aprile, alle ore 16 il vescovo Giovanni tornerà anche quest’anno in ospedale per rinnovare il rito della Via Crucis. L’iniziativa, pensata e organizzata durante la pandemia, è diventata ormai una tradizione. «Celebrare la Passione in un luogo di sofferenza, come l’ospedale, è un segno di vicinanza e rispetto, che ci sentiamo di rinnovare in occasione della Pasqua – dice Stefania Cecchi, direttore dell’ufficio diocesano di pastorale sanitaria – e inoltre le prime a volere questa iniziativa sono le varie realtà che quotidianamente prestano servizio al Santo Stefano».
Hanno confermato la loro presenza la cappellania ospedaliera, l’Unitalsi, la Misericordia, la Croce Rossa, la Pubblica Assistenza e la Croce d’Oro, i Medici cattolici, l’Acos (associazione cattolica operatori sanitari), l’associazione Figli in Cielo e i membri della Pastorale sanitaria. La croce percorrerà il perimetro dell’ospedale e sarà accompagnata insieme al Vescovo dai cappellani don Carlo Bergamaschi e padre Giacomo Mucia. Partecipano inoltre la direzione sanitaria e infermieristica del Santo Stefano, il Centro per i diritti del malato, la Fondazione Ami e la Fondazione Pitigliani.

Tv Prato trasmetterà in diretta il rito sul canale 75 (e in streaming sul proprio sito web) come ha fatto gli anni precedenti.

Il cambiamento possibile nel quotidiano, dalla Laudato si’ alla Laudate Deum

«Il cambiamento possibile nel quotidiano. Dalla Laudato si’ alla Laudate Deum». È il titolo della giornata di incontro, confronto e condivisione promossa dalla Consulta diocesana delle aggregazioni laicali della Diocesi di Prato. L’intento è quello di prendere in mano e approfondire insieme due testi fondamentali del magistero di papa Francesco, ma soprattutto di stimolare un cambiamento personale nel proprio stile di vita, che sia sostenibile, ecologico, ma anche più umano.

 

L’appuntamento è per sabato 2 marzo dalle 17 nel complesso di San Domenico. Dopo un momento di accoglienza, intervengono il vescovo Giovanni Nerbini (delegato della Cet per i problemi sociali, del lavoro, giustizia e pace) e Adriano Sella, educatore, scrittore, conferenziere, impegnato da tempo in questo tipo di iniziative e referente della rete interdiocesana dei Nuovi Stili di Vita.
Segue un «piatto caldo» condiviso, poi alle 20,30 è prevista la proiezione di «The Letter» (La Lettera), un docufilm voluto da papa Francesco sui temi della enciclica Laudato si’ e sul potere dell’umanità di fermare la crisi ecologica. I protagonisti di questo documentario sono un indigeno dell’Amazzonia, un rifugiato del Senegal, una giovane attivista indiana e due scienziati statunitensi. Voci in rappresentanza di altre voci, spesso inascoltate, sulle criticità legate ai cambiamenti climatici. Il film ripercorre inoltre gli incontri di papa Francesco con diversi leader impegnati, in prima linea, nella cura della casa comune. Al termine della proiezione spazio al dibattito tra i presenti.

 

L’iniziativa è realizzata da Fraternità ordine francescano secolare Santa Maria delle Grazie e San Domenico, Movimento dei Focolari, Commissione diocesana Nuovi Stili di Vita e Associazione Italiana Lacrosse.

 

Raccolta offerte in tutte le parrocchie per le missioni diocesane in Ecuador

La Chiesa di Prato rinnova il sostegno alle proprie missioni in Ecuador promuovendo una colletta in tutte le parrocchie della diocesi. Le offerte raccolte durante le messe celebrate sabato 24 e domenica 25 febbraio serviranno a proseguire l’impegno pastorale e caritativo dei fratelli don Luca e don Giovanni Finocchi a Quevedo, di don Bruno Strazieri a Quito e delle due comunità delle suore Domenicane di Iolo, presenti nella capitale e ad Atacames.

 

«Dagli anni ‘80 la Chiesa di Prato è impegnata a garantire una presenza missionaria in Ecuador – dice il vicario generale monsignor Daniele Scaccini –, in questa seconda domenica del tempo quaresimale siamo chiamati a ricordarci dei nostri amici, sacerdoti e suore, che assicurano una presenza costante in quella “povera” porzione di territorio dell’America Latina. Sono là a nome nostro sostenuti oltre che dalla preghiera della nostra Chiesa, anche dalla generosità materiale, che permette ai nostri missionari di portare e diffondere l’annuncio e la presenza di Gesù alle persone che popolano quel vastissimo territorio».

 

La tradizionale raccolta per le missioni, che la Diocesi di Prato promuove ogni anno, avviene in un momento molto difficile per il Paese sudamericano, attraversato da forti ondate di violenza. «Noi stiamo bene, la situazione sta migliorando, ma le tensioni ci sono e la gente ha paura», dice don Giovanni Finocchi, 65 anni, missionario e parroco di San Cristobal a Quevedo insieme al fratello don Luca, 73 anni. Stessa situazione vissuta da don Bruno, 80 anni, e dalle Domenicane di Iolo, che nonostante le difficoltà continuano a impegnarsi per gli anziani, attraverso una mensa dei poveri, dei bambini, con la gestione di una scuola, e delle giovani studentesse, ospitate in una casa di accoglienza.

 

«È bello che in qualche modo, secondo le nostre possibilità, possiamo farci prossimi ai nostri missionari, facendoci sentire partecipi di una carità che si allarga e si dilata oltre i confini dei nostri piccoli ambiti quotidiani», conclude monsignor Daniele Scaccini.

Nuovo coordinatore per l’Emporio della Solidarietà

Passaggio di consegne all’Emporio della Solidarietà di Prato. Piero Rotondo è il nuovo coordinatore del supermercato per famiglie in difficoltà di via del Seminario, al posto di Claudio Baldini, che diventa vice. A nominarlo è stata la Fondazione Solidarietà Caritas, ente gestore del progetto promosso da Diocesi, Comune, Provincia e Fondazione Cassa di Risparmio di Prato per sostenere tutti coloro che hanno bisogno di una mano per far fronte alle necessità quotidiane.

 

Piero Rotondo, 67 anni, ha iniziato a prestare servizio all’Emporio quattro anni fa come volontario, subito dopo essere andato in pensione: «È una realtà importante per moltissime persone e ho pensato di dare il mio contributo», dice il neo coordinatore. Negli anni, Rotondo si è impegnato sempre di più fino a diventare uno dei principali collaboratori, arrivando a coordinare le due raccolte annuali nei supermercati cittadini. Ora gli viene chiesto di guidare un progetto solidale che attualmente segue e aiuta 1300 nuclei familiari attraverso la distribuzione di generi alimentari, prodotti per neonati e per la casa. Nell’Emporio non si usa il denaro, per fare acquisti si spendono i punti caricati su una tessera e assegnati, dopo un momento di ascolto e verifica della situazione, da Caritas, servizi sociali del Comune, San Vincenzo de Paoli, Volontariato Vincenziano e Centro di Aiuto alla Vita, ovvero da chi sul territorio sostiene e accompagna le persone bisognose.

 

Rotondo annuncia che uno dei suoi primi impegni sarà quello di far conoscere maggiormente l’Emporio alla città, anche attraverso aperture e visite alle aziende, ma anche alle scuole – già adesso esistono progetti di accoglienza degli studenti tra i volontari – e alle associazioni del territorio. «È importante che i pratesi sappiano come funziona questo servizio – aggiunge il vice coordinatore Baldini – perché c’è un costante bisogno di approvvigionamento. Siamo in tutto e per tutto come un supermercato e per questo dobbiamo rifornire i nostri scaffali con prodotti diversi».

 

Baldini ricorda infine che la cosiddetta legge Gadda ha semplificato la cessione gratuita degli alimenti a fini di solidarietà sociale e quindi invita le aziende del settore a mettersi in contatto con l’Emporio per eventuali donazioni. «Per legge possiamo accettare e distribuire prodotti vicini alla scadenza, oppure con piccoli difetti di fabbricazione, noi siamo in grado di certificare e seguire tutto quello che viene donato fino alla consegna alle famiglie, ciò significa limitare lo spreco e allo stesso tempo aiutare chi ha bisogno», conclude Claudio Baldini.

 

Per contattare l’Emporio visitare il sito web.

Le Esequie di San Girolamo di Filippo Lippi in prestito per una mostra a Forlì

Per quattro mesi uno dei capolavori di Filippo Lippi, le Esequie di San Girolamo, sarà tra le principali opere in mostra a Forlì per l’esposizione dedicata ai Preraffaelliti. La grande opera, una pala d’altare alta 292 centimetri e larga 171, su autorizzazione del Ministero dei Beni culturali, ha lasciato il Museo dell’Opera del Duomo di Prato nei giorni scorsi e da sabato 24 febbraio, fino al 30 giugno, sarà visibile nel museo forlivese di San Domenico.

 

Realizzata intorno al 1453, l’opera fu commissionata per il Duomo di Prato dall’anziano proposto Geminiano Inghirami. Il committente, vestito con un ricco abito rosso, è raffigurato in ginocchio, ai piedi di San Girolamo. Fu proprio Inghirami, in contatto con la scena artistica fiorentina, a portare a Prato Filippo Lippi, per lavorare alla cappella maggiore del Duomo. La pala d’altare lasciò la Cattedrale quando fu realizzato il Museo dell’Opera del Duomo e ora costituisce il «pezzo forte» della bellissima sala dedicata al Rinascimento, dove si trova anche la pregiata pala della Madonna con Bambino tra i Santi Giusto e Clemente del Maestro della Natività di Castello.

 

«Siamo molto contenti di aver prestato uno dei capolavori del Lippi al museo di Forlì – dice Veronica Bartoletti, direttrice dei Musei diocesani –; siamo certi che sarà uno dei pezzi principali di questa mostra in via di apertura».

 

 

 

La mostra a Forlì. Il nuovo appuntamento nel museo civico di San Domenico della città romagnola, dove ogni anno si tengono notevoli allestimenti molto visitati, è dedicato all’affascinante movimento artistico dei Preraffaelliti, nato nell’Inghilterra vittoriana di metà Ottocento. In quell’epoca alcuni giovani artisti decisero di rinnovare la pittura inglese promuovendo un ritorno alla purezza dell’arte medievale e rifiutando le convenzioni della grande arte rinascimentale italiana, in primis Raffaello.

 

Filippo Lippi e altre opere del tre-quattrocento arrivate in prestito da musei di tutta Italia, rappresentano dunque una delle fonti di ispirazione per John Everett Millais, William Holman Hunt e Dante Gabriel Rossetti, fondatori della cosiddetta Confraternita preraffaellita.

 

L’opera del Lippi. Tornando alle Esequie di San Girolamo, ricordiamo brevemente la composizione dell’opera. «Eccezionale, nella sensibile resa delle reazioni emotive dei personaggi, con forme morbide, intessute di luce», si legge nella scheda di presentazione di questa pala realizzata da Filippo Lippi. Al centro, si trova disteso il corpo di San Girolamo, circondato da un gruppo di monaci dolenti. Questi ultimi testimoniano la conoscenza degli affreschi della cappella Bardi di Giotto, con alcuni gesti ripresi fedelmente. Come detto, in primo piano si trova il proposto Inghirami, con un fanciullo storpio accanto, che indica il santo. La parte superiore della tavola vede la rappresentazione di tre scene: Adorazione del Bambino e due momenti della vita del santo ed è occupata da schiere angeliche, probabilmente mano di Fra Diamante, collaboratore di Lippi, dove è raffigurata la Trinità: Dio Padre in alto, la colomba dello Spirito Santo e Gesù a braccia aperte. In basso si trova lo stemma della famiglia Inghirami.

Giornata mondiale del malato, le iniziative in Diocesi

La Diocesi di Prato si appresta a vivere la Giornata mondiale del malato, che si celebra ogni anno l’11 febbraio, memoria liturgica della Madonna di Lourdes.

 

Quest’anno papa Francesco, nel suo tradizionale messaggio scritto in occasione della ricorrenza, ricorda come nella malattia «la prima cura è la vicinanza». Una attenzione portata avanti con impegno e passione dall’Ufficio diocesano per la pastorale della salute, che da vent’anni forma e invia volontari laici in ospedale per fornire un servizio di assistenza spirituale ai degenti.
«Possiamo contare su ventisette persone, uomini e donne che si impegnano a garantire una presenza nei reparti dell’ospedale Santo Stefano, alla cure intermedie e anche a Villa Fiorita», dice Stefania Cecchi, direttrice dell’Ufficio diocesano di pastorale della salute di Prato.

 

Questa domenica, 11 febbraio, il vescovo Giovanni Nerbini presiede una messa alle 11,15 nella cappella dell’ospedale Santo Stefano. Concelebrano i cappellani ospedalieri don Carlo Bergamaschi e padre Giacomo Mucia. Durante la celebrazione ci sarà conferimento del mandato pastorale ai volontari che prestano servizio in ospedale. «Saranno benedette le piccole croci da appuntare al camice bianco da indossare durante le visite ai malati», dice ancora la dottoressa Cecchi, per alcuni anni direttrice delle professioni sanitarie dell’area infermieristica dell’ospedale di Prato.
L’iniziativa è portata avanti in accordo con l’Asl e la direzione ospedaliera del Santo Stefano.
La turnazione tra i volontari permette una presenza di due ore al giorno all’interno del Santo Stefano e di una volta a settimana alle cure intermedie nel vecchio ospedale, al presidio La Melagrana a Narnali e nei reparti convenzionati con l’Asl della clinica Villa Fiorita. «Questo servizio è molto apprezzato, anche dai non cattolici, una parola di conforto fa piacere a tutti», sottolinea Cecchi. Tra gli operatori di Pastorale sanitaria ci sono anche alcuni ministri straordinari che garantiscono la possibilità di accostarsi al sacramento dell’Eucarestia.

 

Inoltre, domani, sabato 10 febbraio, il vescovo Nerbini presiede una messa per gli anziani e i disabili nella chiesa della Resurrezione (via Tommaso Pini). Alle 10 è in programma la recita del rosario e a seguire la celebrazione eucaristica. L’iniziativa è promossa dall’Unitalsi, in collaborazione con le associazioni di volontariato sociale e sanitario presenti sul territorio pratese.

Feste solenni in onore di Santa Caterina de’ Ricci

Le monache domenicane del monastero di San Vincenzo Ferreri si apprestano a vivere la festa di Santa Caterina de’ Ricci. La ricorrenza è il 4 febbraio, quest’anno una domenica, con la messa presieduta dal vicario generale mons. Daniele Scaccini alle ore 17,30 (di seguito il calendario con tutte le celebrazioni).

 

La storia. Caterina de’ Ricci subito dopo la sua morte era già chiamata «la Santa di Prato», era una mistica ed è vissuta tra il 1522 e il 1590, un periodo nel quale ha legato in modo indissolubile il suo nome alla città, dove ha vissuto gran parte della vita come monaca del monastero di San Vincenzo. Dopo la sua canonizzazione, avvenuta nel 1746, il Comune di Prato decise di proclamarla compatrona della città insieme a Santo Stefano. Caterina morì il 2 febbraio 1590 e la Chiesa la ricorda il 4 febbraio per non far coincidere la festa liturgica con la «Candelora», la Presentazione al tempio di Gesù. In occasione di questa ricorrenza, nella basilica dedicata a San Vincenzo e Santa Caterina, si tengono solenni festeggiamenti.

 

Il programma delle feste solenni. Le feste annuali in onore di Santa Caterina de’ Ricci iniziano venerdì 2 febbraio alle 8 con a messa nel coro celebrata da mons. Nedo Mannucci, alle 17,30, in basilica celebra don Alberto Pintus, anima la corale La luce degli angeli di Galciana; al termine della messa tradizionale benedizione dei bambini. Sabato 3 febbraio, alle 8, messa celebrata da don Luca Rosati, alle 10,30 celebra padre Damiano Grecu e alle 17,30 presiede il vescovo Giovanni Nerbini, anima la corale Don Raffaello Giunti della parrocchia di San Pietro a Galciana. Domenica 4 febbraio, memoria liturgica della Santa di Prato, alle 8,30 messa celebrata da don Giovanni Chiti, alle 17,30 presiede il vicario generale mons. Daniele Scaccini, anima il coro parrocchiale della Sacra Famiglia.

 

Tutti i giorni alle 7,30 canto delle Lodi (la domenica alle 8) e alle 17 recita dei vespri. Alle solite condizioni è possibile ottenere l’indulgenza plenaria.