Nona edizione – 2018/2019

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«Lavorate meno e dedicate più tempo allo spirito!». È uno dei tanti consigli che Brunello Cucinelli ha rivolto ai pratesi durante la cerimonia di consegna del Premio Santo Stefano, il riconoscimento che la città conferisce a quelle aziende capaci di avere successo nel pieno rispetto delle regole.

Sabato 2 febbraio, nell’auditorium della Camera di Commercio, il noto imprenditore umbro, teorico del capitalismo umanistico, è stato l’ospite d’onore della manifestazione e ha tenuto un appassionato intervento dove più volte ha invitato gli imprenditori a «non avere paura» e ad essere sempre «diversi, aperti e geniali».

È stato Cucinelli a consegnare gli Stefanini alle tre aziende vincitrici di questa nona edizione. Per la prima volta si tratta di tre aziende che provengono tutte dal comparto tessile: Cofil, Ritorcitura Vignolini e Valbisenzio tessitura a navetta. Dal 2011 sono state premiate 35 imprese, di queste 22 appartengono al settore che ha reso il nome di Prato conosciuto in tutto il mondo: quello del tessile-abbigliamento. Il Premio Santo Stefano nacque mentre il distretto stava facendo i conti con un forte momento di crisi economica con l’intenzione di valorizzare e porre all’attenzione della città quelle imprese che nonostante le difficoltà riescono ad eccellere senza dimenticare la dignità dei lavoratori e le regole della concorrenza.

 

 

L’intervento di Cucinelli. «Sapete come abbiamo tolto dignità al lavoro?», ha detto Cucinelli all’inizio del suo intervento: «quando a un giovane che non voleva studiare dicevamo: allora vai a lavorare! Per noi il lavoro era una punizione per chi non studia». Tra dotte citazioni di filosofi greci e santi come Benedetto e Francesco d’Assisi, l’imprenditore umbro ha ribadito l’importanza di guardare sempre al bene delle situazioni e delle persone. «Internet e i social hanno appesantito l’animo umano, siamo diventati intolleranti e rabbiosi verso gli altri. Ma occorre il rispetto di ogni uomo», ha detto Cucinelli. Poi l’invito a continuare ad investire in prodotti di qualità, «c’è chi chiede manufatti di minor livello, cerchiamo di non cedere e di essere sempre diversi, aperti e geniali». Infine il consiglio di guardare con positività al futuro: «quando produciamo pensiamo all’eternità, siamo custodi di fabbriche, case, piazze. Rispettiamole e usiamole con prudenza».

 

 

Le parole dei promotori del Premio. Fu la Diocesi di Prato a farsi promotrice di questa iniziativa, alla quale hanno aderito fin da subito e con grande convinzione Comune, Provincia, Camera di Commercio e Fondazione Cassa di Risparmio di Prato.
«Momenti come questo – ha osservato il vescovo Franco Agostinelli – ci spronano a non cedere alla paura ma a farci catturare dalla speranza che produce creatività. Questo è quello che serve oggi». Il sindaco Matteo Biffoni si è detto soddisfatto della scelta di premiare tre aziende tessili, «perché questo è il nostro dna, è quello che sappiamo fare meglio nonostante i tempi siano cambiati e queste imprese sono qui a dimostrarlo». Il presidente della Camera di Commercio Luca Giusti ha ringraziato i titolari delle aziende vincitrici perché sono, con successo, «portatori di valori». Francesco Puggelli, presidente della Provincia di Prato, ha ribadito come l’etica di impresa sia «la stella polare che può riuscire a condurci fuori da un momento storico così complesso». Mentre il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio Franco Bini ha detto con entusiasmo: «Forza Prato, su la testa!».

 

 

I vincitori. Gli Stefanini, opere uniche e originali in bronzo fuso realizzate dall’artista Gabriella Furlani, sono stati consegnati a Massimo e Federico Corrieri di Cofil, Moreno e Umiliano Vignolini di Ritorcitura Vignolini e Marco e Andrea Cini, titolari di Valbisenzio tessitura a navetta assieme al socio Andrea Bardelli. Tutti si sono detti entusiasti e commossi per questo riconoscimento, dedicato ai lavoratori delle tre aziende. «Oggi è la candelora, la festa della luce – ha detto Marco Cini – e noi ci sentiamo come delle piccole candele chiamate ad illuminare il nostro percorso per far luce anche agli altri. Questa è una responsabilità che sentiamo nostra».

 

 

La menzione ad una giovane azienda. Novità di questa nona edizione del Premio è la menzione che il comitato promotore ha voluto consegnare a una realtà emergente e giovane del distretto pratese. È stato Niccolò Cipriani, titolare del brand Rifò, ad aggiudicarsi questo speciale riconoscimento. Il suo è un progetto basato sull’economia circolare, perfettamente eco sostenibile, che utilizza lana e cashmere rigenerati, secondo la vecchia tradizione del riuso che nei tempi passati ha reso grande la città di Prato.

 

 

 

 

Prato, 2 febbraio 2019

 

LE MOTIVAZIONI

 

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