«Effatà, apriti», un cammino per riscoprire la bellezza di essere battezzati

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Si chiama «Effatà, apriti» ed è il sussidio che il vescovo Giovanni ha pensato di proporre per rispondere all’esigenza di un cammino comunitario, in parrocchia o di gruppo, per riscoprire il significato e la bellezza di essere battezzati.

 

«La logica che guida questo percorso non ha a che fare esclusivamente con l’enunciazione delle formule teologiche che spiegano il Battesimo – si legge nella introduzione al sussidio –, ma tende soprattutto a mettere in rilievo la presa di coscienza personale ed esistenziale dell’essere battezzati ed essere parte del popolo di Dio. Volendo approfondire l’aspetto esistenziale del nostro essere Chiesa, il lavoro parte dalle ansie e dalle insoddisfazioni che forse tutti noi sperimentiamo. Queste ansie spesso trovano una flebile risposta con delle soluzioni e tentativi semplicemente umani, incompleti e insufficienti. Il cammino proposto – spiega la nota introduttiva – tende a mettere in rilievo la vanità di queste “cure palliative” per scoprire l’apertura alla speranza che il Vangelo ci fa intravedere. Intravista la speranza, è necessario darle un volto chiaro: questo volto è il Vangelo, la Buona notizia, la Parola di Dio».

 

Il cammino è stato predisposto da una commissione composta dai sacerdoti che si occupano di cammini formativi: don Alessandro Magherini (Centro diocesano vocazioni), don Paolo Baldanzi (responsabile Catecumeni), don Carlo Geraci (direttore ufficio catechistico), don Marco Degli Angeli (direttore pastorale giovanile).

 

Le schede proposte – in tutto sono sette – hanno un metodo di svolgimento identico. Si parte da una brevissima introduzione che presenta il tema. Dopo una preghiera iniziale, viene proposto un brano evangelico. Dalla riflessione sul brano, presentata da chi anima l’incontro (che ha anche il compito di chiarire eventuali elementi non compresi dall’ascolto della Parola), parte un tempo di silenzio e riflessione personale su quanto ascoltato e detto (si suggeriscono almeno quindici minuti). Per questo motivo è bene che tutti i partecipanti abbiano la scheda proposta. Le schede di ciascun incontro sono disponibili su sito della Diocesi.

 

«Si invita a mettere bene in rilievo che la riflessione personale è il cuore dell’incontro stesso – è scritto ancora nella introduzione -, tempo propizio per ascoltare lo Spirito di Dio che parla ai nostri cuori». Per agevolare la riflessione personale sono suggeriti degli atteggiamenti spirituali da vivere e delle semplici domande. L’incontro termina con una preghiera. Ogni gruppo può valutare la possibilità di mettere in comune le riflessioni personali.

 

 

Le schede Effatà, apriti

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