Frati ascensione

I frati francescani minori alla guida della parrocchia dell’Ascensione al Pino

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La comunità dell’Ascensione al Pino festeggia l’ingresso dei padri francescani e la nascita in parrocchia della Fraternità internazionale: oltre cinquecento persone, ieri pomeriggio, si sono ritrovate nella chiesa di via Galcianese per questo significativo «passaggio di consegne» tra don Paolo Baldanzi – che ha guidato i fedeli per oltre sedici anni – e i frati dell’Ordine francescano minore padre Roberto Bellato – nuovo parroco dell’Ascensione – padre Alessio Prosperi e padre Paolo Hou (che accompagnerà i cattolici orientali della cappellania che ha sede proprio in questa chiesa).
Alla celebrazione, oltre ai tanti fedeli, hanno partecipato numerosi frati dell’Ordine, provenienti da tutta la Toscana e non solo, il ministro provinciale dei frati minori Guido Fineschi e mons. Marco Dino Brogi, nunzio apostolico e arcivescovo titolare di Città Ducale. Per la diocesi di Prato il vicario generale mons. Nedo Mannucci, il cancelliere can. Daniele Scaccini, il vicario per i migranti mons. Santino Brunetti e diversi sacerdoti del vicariato ovest. Il vescovo Franco ha celebrato la funzione. «Come frati minori eravamo presenti a Prato nella chiesa di San Domenico – spiega all’inizio della messa d’ingresso padre Fineschi – ma abbiamo dovuto lasciare la presenza per mancanza di forze. Eppure, nell’ottica di un rinnovo, abbiamo accolto l’appello del vescovo di un servizio più pastorale, prendendo la guida di questa parrocchia. Vogliamo essere segno francescano e strumento di pace e unità all’interno non solo della parrocchia, ma anche della diocesi e della città: non a caso questa chiesa è sede della cappellania cattolica cinese e anche in questo apostolato ci impegneremo». Ai piedi dell’altare padre Roberto, che nel rito ha ricevuto dal vescovo l’acqua benedetta, l’incenso e infine la sede, da cui predicherà la parola. Don Paolo Baldanzi ha invece consegnato al suo successore le chiavi della chiesa, del tabernacolo e una stola. «Questo è un progetto – ha spiegato mons. Agostinelli durante l’omelia – che non nasce all’improvviso: oggi inizia una avventura bella e impegnativa, che affidiamo al Signore. Il tutto nell’ottica di una Chiesa che accoglie, che dialoga, che fa servizio: bisogna stare in mezzo alla gente, condividere bisogni, gioia e tristezza». E il riferimento va anche all’apostolato nei confronti dei cittadini orientali della città: una sfida per vincere la diffidenza e il pressappochismo e costruire, insieme, una strada per l’integrazione e la fraternità. il presule ha avuto parole di apprezzamento e ringraziamento anche per l’ormai ex parroco don Paolo, che i fedeli hanno omaggiato con un lungo applauso.
Dopo la messa tutti a far festa insieme nel salone del centro pastorale: italiani e orientali, vecchi e nuovi parrocchiani, famiglia francescana. «Ci sono tre cose che non vi farò mai mancare – ha detto proprio il nuovo parroco, padre Roberto Bellato, a tutta la comunità, sia in lingua italiana che cinese – ossia l’Eucarestia e il dono della Parola, il sacramento del Perdono, la preghiera quotidiana per voi. Per tutto il resto cammineremo insieme, porteremo i pesi e condivideremo le gioie, nell’ottica di una comunità bella e unità, in cui non esistono distinzioni e disuguaglianze».

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