Il vescovo Agostinelli ai sacerdoti: «La vostra non è una professione»

Facebooktwitterpinterestmail

«Desidero da ora e nei prossimi mesi incontrare personalmente ognuno di voi per condividere la Parola, il Pane, i progetti, le fatiche e le gioie». Oggi, giovedì santo, nel giorno in cui la Chiesa fa memoria del sacerdozio, il vescovo Franco Agostinelli ha annunciato che a partire dalla prima settimana dopo Pasqua si vedrà personalmente con ciascun sacerdote della diocesi di Prato. La sua volontà è di incontrarli tutti, dagli anziani, «la cui esperienza è d’esempio per tutti noi», fino ai giovani, «vorrei essere per voi compagno di viaggio, in questo periodo iniziale del vostro cammino – ha detto mons. Agostinelli – perché anche se animati dall’entusiasmo, talvolta potete essere preda dello scoraggiamento e addirittura del rimpianto».

È questo il cuore dell’omelia pronunciata dal Vescovo in cattedrale, nella solenne messa crismale nella quale i novanta sacerdoti diocesani presenti hanno rinnovato le promesse sacerdotali confermando così il loro ministero davanti a Dio.
La celebrazione è stata anche occasione per ricordare alcuni importanti anniversari di ordinazione che cadono nel 2015: il canonico Vittorio Aiazzi e don Roberto Niccoli quest’anno festeggiano 60 anni di sacerdozio, sono 40 per mons. Basilio Petrà e don Bruno Strazieri, missionario in Ecuador. Don Carlo Gestri e il canonico Luca Rosati ricordano 25 anni, mentre don Walter Asto Gomez fa 10 anni di ordinazione. «Ma vorrei ricordare anche il nostro decano, don Alfio Bonetti che sta per entrare nel suo 74esimo anno di sacerdozio, un traguardo davvero importante», ha sottolineato mons. Agostinelli. Ricordati anche due sacerdoti scomparsi negli ultimi mesi: padre Martino Crotti, parroco di Sasseta e don Antonio Pivetta, pievano di San Giusto.

Tutta l’omelia è stata dedicata alla figura del sacerdote. Il Vescovo, rivolgendosi al clero, ha osservato come l’essere prete non sia «un ufficio, una professione, né tanto meno uno statuto sociale dinanzi al quale ciascuno di noi può ritirarsi a proprio arbitrio. Il sacerdozio – ha aggiunto – ricopre e afferra tutta la nostra vita, non facciamo i preti ma siamo preti. Il dono di Dio è in noi, non a noi, ma agli altri».
Nel corso della messa, come da tradizione, mons. Agostinelli ha benedetto gli olii santi che saranno utilizzati nei sacramenti della cresima, del battesimo, dell’ordine (il crisma) e per l’unzione degli infermi, dei catecumeni.

Oggi pomeriggio e alla sera, in tutte le chiese, con orari diversi, si tiene la messa «in cena Domini», con il tradizionale gesto della «lavanda dei piedi». Al termine Reposizione del Santissimo Sacramento per l’adorazione. Inizia così quello che anche a Prato viene chiamato il «Giro delle sette chiese». Per l’occasione gli altari vengono sistemati con lumi e composizioni di fiori. Nelle parrocchie del centro storico e quelle vicine moltissime persone, a sera, si recano nelle chiese per una sosta e una preghiera. Si tratta di una tradizione che nasce dalla pratica romana della visita alle sette basiliche e che poi si è diffusa nei secoli proprio per la tradizione dei «sepolcri».

Facebooktwitterpinterestmail