La basilica di Santa Maria delle Carceri festeggia il ricordo dell’apparizione miracolosa

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La miracolosa animazione dell’immagine della Madonna a Jacopino Belcari, che giocava vicino al vecchio e abbandonato carcere delle Stinche: è questa l’origine della chiesa delle Carceri. Era martedì 6 luglio 1484, la Madonna pianse e, per tre volte, fece cenno di fare pulizia. Si ottenne presto l’autorizzazione pontificia per la costruzione della chiesa. Crebbe una immediata e forte devozione popolare verso l’immagine della Madonna con Bambino che si trovava all’esterno del carcere. Nel 1495 terminarono i lavori all’interno della chiesa, mentre il rivestimento esterno fu interrotto intorno al 1506 e solo il braccio occidentale dell’edificio venne completato, ma nel 1885. La dedicazione della Basilica risale invece al 9 maggio 1705. Una curiosità: dal 1512 al 1522, fu prete in Santa Maria delle Carceri proprio quello Jacopino Belcari che diede l’avvio a tutta la vicenda.

Anche quest’anno, dunque, si festeggia l’anniversario del miracolo: questa sera, venerdì 3 luglio, alle 21,15 è in programma la processione mariana da piazza San Rocco a Santa Maria delle Carceri. Domenica 5 luglio, alle 19, il clou della festa con la messa solenne presieduta dal vescovo Franco Agostinelli; partecipano l’Amministrazione comunale ed il Capitolo della cattedrale; alle 20,30, cena fraterna nell’Oratorio di Sant’Anna. Lunedì 6 luglio, messe alle 7, 8, 9, 10, 11 e 19; alle 8,30 lodi; alle 9,30, 10,30 e 18 rosario; alle 12 atto di affidamento a Maria e Angelus; alle 18,30 vespri secondi.
Durante la festa saranno esposte le nappe che hanno asciugato le lacrime di Maria e sarà possibile visitare le antiche carceri, luogo del miracolo.

«È un momento di legame fra la città e la dimensione mariana che culmina poi con l’8 settembre – spiega monsignor Carlo Stancari, parroco di Santa Maria delle Carceri – la dimensione orante e pensosa, in tanti secoli, non è mai venuta meno».
Devozione dalla quale, non va dimenticato, nasce anche l’impegno concreto della carità. Da almeno 5 o 6 anni, con un inizio in sordina, ma sempre in crescendo, nei locali della parrocchia, si distribuiscono alimenti a chi ne ha bisogno. Il servizio, basato sulle donazioni, è attivo ogni giorno, tutto l’anno, dalle 16 alle 19,30, affiancando quello della mensa La Pira. Un piatto di pasta, una scatoletta di tonno, o un pezzo di formaggio, dell’affettato, un po’ di pane, una brioches o un pezzo dolce: questi i cibi che vengono offerti a coloro che si presentano in parrocchia.
«È un servizio svolto secondo la Provvidenza di nostro Signore!» dice Carlo Faggi, uno dei responsabili. Almeno un centinaio di volontari collaborano all’attività, c’è chi cucina, chi passa dai fornai, chi dai bar, chi prepara i panini o cuoce le brioches. «Il nostro è un servizio ai singoli, perché le famiglie hanno bisogno di altro e le dirottiamo alla Caritas; da noi vengono giovani, adulti ed anziani, molti uomini ed alcune donne; tanti stranieri, ma anche italiani (un terzo del totale). Per quanto è possibile – prosegue Faggi – entriamo in relazione con loro, cerchiamo di conoscerli: è stancante, ma bello. La carità è legata alla fede ed all’essere umano, che ha bisogno di donarsi per sentirsi pienamente realizzato».

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