Il vescovo Franco Agostinelli

Mons. Agostinelli scrive a Renzi e Alfano: «No alla soppressione della prefettura»

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Il Vescovo di Prato mons. Franco Agostinelli in data odierna ha inviato una lettera al Presidente del Consiglio dei Ministro Matteo Renzi e al Ministro dell’Interno Angelino Alfano per chiedere che la Prefettura di Prato non venga cancellata: «La nostra Città – scrive il presule – non solo per dimensioni è la terza dell’Italia centrale e la seconda della Toscana (altrove sarebbe bastato questo dato oggettivo a salvaguardarne l’autonomia), ma presenta per più motivi – la sua accentuata dinamicità, l’industria, la crisi economica, l’eccezionale incidenza della popolazione immigrata – problematiche davvero uniche in Italia, tali da richiedere efficaci servizi e forti presidi dello Stato sul territorio, in termini di prevenzione, inclusione sociale, repressione e amministrazione della Giustizia».
L’appello di Agostinelli giunge a seguito della notizia che la riforma della Pubblica Amministrazione a cui sta lavorando il Governo sopprimerà l’Ufficio del Governo di Prato e allargherà sul territorio provinciale pratese la competenza della Prefettura di Pistoia.

 

Di seguito il testo integrale della lettera.

 

Illustre sig. Presidente,
Egr. Sig. Ministro,

Scrivo all’indomani della notizia che un provvedimento governativo intende sopprimere la Prefettura di Prato, allargando su questo territorio la competenza dell’Ufficio del Governo di Pistoia.
Non sembri la mia un’invasione di campo. Certamente il Vescovo di una Diocesi non ha competenza in materia di istituzioni statali. Il Pastore di una Chiesa locale però ha a cuore il bene integrale del popolo che gli è affidato, quello spirituale come quello materiale. Proprio il bene comune in questa Terra di Toscana rischia di essere messo a dura prova da un provvedimento che sembra avere l’unico obiettivo di ridurre la spesa pubblica (per quanto importante esso sia), senza tener conto delle reali caratteristiche e delle effettive esigenze di una popolazione.

La nostra Città non solo per dimensioni è la terza dell’Italia centrale e la seconda della Toscana (altrove sarebbe bastato questo dato oggettivo a salvaguardarne l’autonomia), ma presenta per più motivi – la sua accentuata dinamicità, l’industria, la crisi economica, l’eccezionale incidenza della popolazione immigrata – problematiche davvero uniche in Italia, tali da richiedere efficaci servizi e forti presidi dello Stato sul territorio, in termini di prevenzione, inclusione sociale, repressione e amministrazione della Giustizia. Da tempo le Autorità locali chiedono al Ministero dell’Interno e a tutto il Governo un rafforzamento in termini qualitativi e quantitativi dei presidi dello Stato sul territorio, in particolare degli organici delle Forze dell’Ordine. Città e Provincie a noi vicine, più piccole e meno complesse, possono contare da sempre su livelli di servizi superiori, non solo in termini proporzionali alla popolazione. Tutto questo, mi consenta, è incomprensibile, forse addirittura inaccettabile, senz’altro umiliante per Prato e la sua popolazione.

Prato è il suo territorio costituiscono un «laboratorio» unico in Italia: ha anticipato l’Italia di oggi e delinea i processi sociali del futuro. Per questo io credo che ci sia bisogno di una maggior presenza dello Stato che sostenga e accompagni questo processo irreversibile ma ancorché complesso.

Aggiungo un’altra riflessione: Prato, in questi decenni, ha dato tanto all’Italia in termini di contributo al Pil e al Fisco, di affermazione del «sistema moda» italiano, di creatività, di inclusione e benessere sociale. L’Italia, nelle sue istituzioni statuali, ora non può dimenticare tutto questo.

Mi appello a Lei, signor Presidente, e al Ministro dell’Interno per un ripensamento sui provvedimenti paventati; lo chiedono la dignità di questa Città, le attese dei cittadini e le complesse, e per certi aspetti peculiari problematiche di questo territorio. Auspico al contempo, in sintonia con le Autorità civili locali, interventi appropriati ed efficaci per rafforzare la presenza dello Stato in questo comprensorio.

Mi scusi, Signor Presidente, se mi sono permesso di esprimere il mio pensiero e la mia preoccupazione, che però, Le assicuro, è condivisa dalla grande maggioranza della popolazione.
Mi auguro che il Governo, a cui sta a cuore il benessere dei cittadini e sa accogliere le loro preoccupazioni, possa prendere in considerazione le attese di questa Città e sostenerla con la sua presenza nel suo non facile cammino verso un futuro migliore.

La ringrazio per l’accoglienza che Ella vorrà riservare a questa mia e colgo di buon grado l’occasione per porgere a Lei e al Signor Ministro Alfano i più cordiali saluti.

Franco Agostinelli
Vescovo di Prato

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