Il chiesino di sant'Andrea a Tontoli

Riapre al culto il chiesino di Sant’Andrea a Tontoli

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Dopo sette anni riapre al culto la piccola chiesa di Sant’Andrea a Tontoli. L’antico oratorio, le cui origini risalgono addirittura all’anno mille, si trova a Mezzana, a due passi dal Centro Pecci, ed è «incastonato» tra due abitazioni private.

Domani, venerdì 23 settembre, alle 18 è in programma una messa presieduta dal vescovo Franco Agostinelli e concelebrata dal parroco di San Pietro a Mezzana don Massimo Malinconi, amministratore del chiesino. Al termine ci sarà l’inaugurazione e la presentazione dei lavori di restauro curati dall’Ufficio diocesano per i beni culturali.

A partire dal 25 settembre, tutte le domeniche, a Sant’Andrea sarà celebrata la messa festiva alle ore 9.

 

«L’idea di ristrutturare finalmente Sant’Andrea a Tontoli dopo anni di attesa – dice don Massimo Malinconi – è nata da un mio personale desiderio. Sono nato e cresciuto a Mezzana e mi sento legato al chiesino di Tontoli: non mi piaceva vederlo inutilizzato. In più, credo che sia molto utile alla popolazione, soprattutto per le persone anziane che non hanno grande possibilità di spostamento e hanno difficoltà a venire nella chiesa parrocchiale».

 

Il toponimo Tontoli è di derivazione Longobarda e la piccola chiesa in stile romanico è segnalata dal XII secolo. L’edificio conserva la struttura medievale in filaretto di alberese, con absidiola a ferro di cavallo e campanile a vela. L’interno è coperto a capriate e conserva decorazioni sei/settecentesche.

 

«Le origini dell’oratorio di Sant’Andrea – spiega don Renzo Fantappiè, direttore dell’Ufficio diocesano dei beni culturali – risalgono al 1066, anno in cui si ha la prima attestazione certa della presenza della chiesa a Prato. Intorno al 1320, dopo le incursioni di Castruccio Castracani, condottiero ghibellino, il contado di Prato, specialmente Tobbiana, Tavola, Paperino e Mezzana, subì enormi distruzioni. Fu così – prosegue don Renzo – che dal 1420 si decise di aggregare Sant’Andrea a Tontoli alla chiesa di Santa Maria a Colonica, svolgendo la funzione di oratorio fino a tutto il 1700. Successivamente, il chiesino rientrò sotto la giurisdizione di Mezzana, dove è rimasto fino ad oggi. I recenti lavori di restauro – conclude il sacerdote – hanno riguardato la facciata, che era piena di crepe e fessurazioni, il tetto, la capriata e l’abside, che era distaccato dal resto della chiesa di 6-7 centimetri. Negli ultimi mesi è stata anche condotta un’indagine geologica del terreno su cui sorge il chiesino».

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