Scoperta in San Domenico: ritrovati affreschi nella ex palestra Etruria

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Chiesa, refettorio, dormitorio, granaio, teatro parrocchiale e palestra. Tutto questo è stato nei secoli l’ambiente annesso al complesso monumentale di San Domenico che sta per essere restituito alla città di Prato in tutto il suo splendore. Si tratta di un vasto locale molto alto suddiviso su due livelli nel Quattrocento. La parte superiore, accessibile dal chiostro, è stata usata per anni da generazioni di ragazzi come teatrino, la parte inferiore, con ingresso da corso Savonarola, ha ospitato la mitica palestra Etruria fino agli anni ’70 e poi è stata usata dagli alunni delle scuole Cesare Guasti per fare ginnastica. Adesso, dopo l’acquisizione completa dell’edificio da parte della Diocesi di Prato, nel piano terra, attualmente in via di ristrutturazione, stanno emergendo delle importanti scoperte. Le restauratrici Daniela e Stefania Valentini sono riuscite a ritrovare degli affreschi perduti rimasti nascosti per secoli.

Gli affreschi sono stati presentati questa mattina in anteprima alla stampa alla presenza del direttore dei Musei diocesani Claudio Cerretelli, di Veronica Bartoletti dell’associazione Artemìa, del segretario di Curia Gabriele Bresci, del presidente dell’Azione Cattolica diocesana Lorenzo Leo e del presidente del Gruppo Storico San Domenico Vincenzo Marcucci.

 

La ex palestra Etruria

 

Dove c’era il canestro per il gioco del basket, e nella parete dove sono state attaccate le sbarre per la ginnastica, stanno affiorando delle bellissime decorazioni risalenti al 1300 (le più antiche), mentre interventi successivi si datano intorno agli anni ’20 del 1400: una specie di finto tendaggio dipinto sul muro con sopra il disegno di cassettoni in marmo colorato con suggestive ripetizioni geometriche. Non solo, con molta probabilità sotto l’intonaco di un’altra parete c’è l’affresco di una «cena di San Domenico», una rappresentazione simile a quella che si trova nel refettorio delle educande nel vicino convento di San Niccolò, anch’esso Domenicano. Nel disegno è rappresentato l’episodio del miracolo dei pani recati dagli angeli alla mensa del Santo. Purtroppo quel dipinto murale fu parzialmente «cancellato» nel Settecento e ne rimane ben poco. Nell’antirefettorio, invece, compatibilmente con l’innalzamento dell’attuale soffitto, si trovano dipinti risalenti alle fine del 1500.

 

 

Già nel 1995, nel libro «Prato e la sua Provincia», Claudio Cerretelli aveva ipotizzato la presenza di affreschi in questo ambiente ma non ve ne era certezza. «Gli indizi erano due – spiega Cerretelli, vice direttore dell’ufficio diocesano per i beni culturali -, nella parte superiore, dietro il palcoscenico dell’ex teatro c’erano delle tracce di colore sotto l’intonaco, mentre nel piano sottostante, l’ingresso è sormontato da una lunetta affrescata: per questo si supponeva che anche nel locale interno ci fossero dei dipinti».

 

 

Un po’ di storia fino ai nostri giorni

Il piano di sopra è stato restaurato e riaperto nel 2008, da allora ha già ospitato alcune mostre d’arte e continuerà ad essere uno spazio espositivo. Il piano terra invece diventerà una sala polifunzionale adatta per convegni, assemblee e conferenze. Il costo dell’intervento di restauro, esclusa dunque la trasformazione successiva dell’ambiente in una sala a disposizione della cittadinanza, si aggira intorno ai 100mila euro. Per il momento è stata reperita solo una parte dei fondi necessari ai lavori grazie al contributo di Cassa di Risparmio e della Cei.
Insomma alla mutazione di questi ambienti avvenuta nel tempo si sta per aggiungere un nuovo capitolo. Non c’è certezza ma con molta probabilità questo altissimo locale doveva essere l’oratorio di San Marco. Poi i Domenicani, presenti nella omonima piazza dal 1281, suddivisero quella chiesa su due livelli. Si ha notizia di un dormitorio nel piano alto e sotto di un refettorio. A fine Cinquecento fu realizzata la volta e i frati lasciarono quel luogo perché nel frattempo si trasferirono in celle personali. Negli anni quella grande stanza divenne soffitta e anche granaio. Furono i francescani, arrivati nel ’700, a dar vita in tempi recenti a un oratorio per ragazzi e a creare il teatrino. L’Etruria, gloriosa società pratese, nella quale è cresciuto il campione olimpico Jury Chechi, lasciò lo spazio di corso Savonarola negli anni ’70 per trasferirsi lì vicino in via Santa Caterina.

 

 

Le visite gratuite in anteprima

La prima occasione per ammirare gli affreschi ritrovati in San Domenico è questo sabato, 8 dicembre, in occasione della festa «La Stella nel Chiostro». Dalle 15 alle 17 si terranno delle visite guidate gratuite curate dell’associazione Artemia. L’ingresso è dal chiostro. Gli appuntamenti successivi sono domenica 20 gennaio (con visita all’oratorio di San Sebastiano), domenica 17 febbraio (con visita alla chiesa di San Domenico) e domenica 24 marzo (con visita al chiostro). Queste iniziative sono su prenotazione e hanno un costo di 10 euro. Per informazioni: www.artemiaprato.it.

 

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