«Sulla stessa barca», una veglia per riflettere sui migranti

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I morti del Mediterraneo chiedono di riflettere e di pregare. È quello che farà la pastorale missionaria diocesana, con Caritas e Migrantes, invitando la comunità cristiana ai piedi di un altare e di una barca posta sotto l’altare stesso. L’appuntamento è fissato, alle 21,15 di giovedì 20 ottobre, nella chiesa di Galcetello. Sarà l’ultimo dei tre atti dal forte carattere simbolico, e oltre, dell’Ottobre Missionario. L’organizzazione è dell’Ufficio per la pastorale missionaria, di Migrantes e Carits. Tutti insieme, come nell’intero ottobre e per altre occasioni a venire.

«La serata, presente il vescovo Franco Agostinelli, s’intitolerà “Sulla stessa barca” e sarà dedicata a tutte le vittime dell’immigrazione», dice Eleonora Fracasso, direttrice dell’Ufficio missionario insieme ai coniugi Claudia Pieraccioni e Luciano Grifasi. La barca sarà un segno, un modo per ricordare l’imponderabile quantità di persone che hanno perso la vita nel Mediterraneo. E non varranno, durante le riflessioni tratte da frasi di Papa Francesco e durante la celebrazione presieduta dal Vescovo, le frasi fatte. Quelle frasi alle quali siamo abituati, del tipo «aiutiamoli a casa loro». Chi parla di missione, del resto, aiuta a casa loro e aiuta qui. Senza distinzioni. Perché «occorre prendere coscienza che siamo di fronte a un problema dalle origini socio-economiche più grandi di noi – prosegue Eleonora Fracasso – Non servono le parole di chi dice “accogliamoli tutti”, senza riflettere a fondo, né quelle di chi dice no alle migrazioni. D’altra parte – conclude – aiutare là e aiutare qua sono impegni che procedono di pari passo». E non può essere altrimenti.

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