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Birra, biscotti, il tuccuino e un gioco da tavolo made in Prato per sostenere il Duomo

Un Natale tutto pratese. Torna per il terzo anno «Cose belle di Prato», la campagna promossa dalla cooperativa PratoCultura, in collaborazione con la Diocesi e l’associazione ArteMìa, che consentirà anche per questo Natale di regalare prodotti che parlano della città e, allo stesso tempo, contribuire a restaurare la Cattedrale. Tra gli oggetti proposti non mancano delle novità curiose e divertenti, come i biscotti «Baci da Prato», ricetta esclusiva dello chef stellato Alberto Sparacino; il gioco da tavolo «Mercante in fiera a Prato», un taccuino pratese e altro ancora. Oggetti diversi la cui vendita contribuirà ai lavori di restauro del Duomo. La cattedrale di Santo Stefano è attualmente interessata da un complesso intervento di restauro. In tempo per le ostensioni del 15 agosto e dell’8 settembre sono terminati i lavori di ripulitura e consolidamento della facciata del Duomo, interventi che ora si sono spostati sul fianco destro della Cattedrale e andranno avanti ancora per qualche mese. L’obiettivo è quello ripulire e consolidare le superfici lapidee esterne anche del campanile e del transetto. Per raggiungere questo traguardo nel minor tempo possibile ecco che torna la campagna «Cose belle di Prato».

 

«La proposta di quest’anno è all’insegna della convivialità – spiega il presidente di PratoCultura Gabriele Bresci –, il prossimo Natale avremo meno limitazioni rispetto agli anni passati per questo abbiamo pensato a prodotti da condividere in famiglia o con gli amici, come la birra, i biscotti, un gioco in scatola e il taccuino con i detti pratesi». Il parroco della Cattedrale, don Luciano Pelagatti, ha espresso riconoscenza per questa iniziativa che riguarda «il gioiello assoluto della città. E mi piace che questo avvenga attraverso il recupero della pratesità – sottolinea il sacerdote –, il Duomo ha bisogno del sostegno di tutti, anche per la gestione ordinaria, e ogni aiuto è importante».
Alla presentazione della campagna, avvenuta questa mattina in Palazzo vescovile, erano presenti anche la presidente di ArteMìa Veronica Bartoletti, Giulio Santanni del birrificio La Foresta e Urano Corsi del gruppo Maledetti Pratesi.

 

Queste le proposte per il Natale 2022

 

 

Birra artigianale «Evergreen» (Blonde Ale) due litri edizione speciale «Cose belle di Prato» dell’azienda pratese La Foresta. Costo 25 euro. Si tratta di una birra chiara fresca e dissetante, prodotta con una buona percentuale di frumento, che le dona una tipica dolcezza maltata. Dolcezza ben bilanciata dall’utilizzo di luppoli nobili che le donano un finale secco che pulisce la bocca. Perfetta per momenti conviviali. Il birrificio La Foresta di Giulio Santanni si trova nella zona tra San Martino e Coiano, all’interno di un vecchio capannone artigianale che è stato completamente ristrutturato e adattato a quelle che sono le esigenze per un microbirrificio.

 

 

Biscotti «Baci da Prato», realizzati secondo la ricetta dello chef stellato Alberto Sparacino. Confezione da 15 biscotti, costo 10 euro. Ispirato dai classici «Baci di Dama», Sparacino ha voluto omaggiare Prato reinventando la ricetta dei biscotti piemontesi e utilizzando gli ingredienti tipici del territorio. In ogni confezione ci sono cinque gusti: partendo dal classico cioccolato, a questo si aggiungeranno la marmellata di fichi, le castagne, lo zafferano e il Vermouth Bianco di Prato. Sparacino ha già collaborato nel 2020 con «Cose Belle di Prato» realizzando il panettone artigianale classico.

 

 

Taccuino pratese in collaborazione col gruppo «Maledetti Pratesi». Costo 15 euro. Un quaderno per gli appunti a fogli bianchi senza righe o quadretti, con detti e proverbi pratesi in ogni pagina. Il gruppo «Maledetti Pratesi» è nato nel 2014 su Facebook con una pagina che è ancora oggi molto attiva: un luogo dove condividere foto e scritti che riguardano Prato. Il nome della pagina, ovviamente, è un omaggio a Curzio Malaparte e al suo libro «Maledetti Toscani».

 

 

Gioco da tavolo «Mercante in fiera a Prato». Costo 20 euro. Una versione del gioco dedicata al Duomo di Prato e al suo museo, il Museo dell’Opera del Duomo. Opere d’arte famose e altre meno note della cattedrale e del museo diventano le protagoniste delle carte da gioco. Sarà allora possibile battere all’asta «L’altare della Sacra Cintola» o «Il pulpito»: grandi e piccoli potranno divertirsi con questo intramontabile gioco, ideato nel 1522 da Geronimo Bambarara.

 

Visite guidate PratoCultura 2023. Costo di ogni visita 15 euro. Un mondo tutto da scoprire fatto di arte, storia, cultura, tradizioni e curiosità, consigliato per chi vuole scoprire il lato meno noto dei luoghi più famosi, o conoscerne di nuovi mai esplorati prima. Il coupon con le visite guidate sarà valido fino al 31 dicembre 2023. Ogni cinque visite guidate, una sarà in omaggio.

 

Come acquistare gli oggetti

I prodotti possono essere acquistati su prenotazione scrivendo a pratocultura@gmail.com oppure chiamando il 340 5101749 (dal martedì al venerdì ore 10-16,30). Gli oggetti potranno essere ritirati dal 13 al 23 dicembre nella sede di ArteMìa di piazza Lippi 34 (dal martedì al venerdì ore 9-13, il giovedì ore 9-18; il 17 dicembre ore 9-13).

Duomo, la facciata è pronta per le ostensioni. Il 9 settembre concerto sul sagrato per finanziare i restauri

Ci sono voluti circa otto mesi, ma ora la facciata del duomo di Prato, tolte le impalcature, potrà mostrarsi in tutto il proprio splendore. Sono infatti terminati i lavori di restauro alla facciata iniziati a dicembre scorso, che si erano resi necessari per la caduta di frammenti lapidei. Adesso tutto è pronto per le prossime ostensioni del Sacro Cingolo in programma lunedì 15 agosto, per l’Assunta, e per giovedì 8 settembre, in occasione della Natività di Maria, a Prato nota come Madonna della Fiera, la festa più importante della città.

 

L’intervento di restauro alle parti esterne della cattedrale è stato affidato alla ditta pratese Piacenti spa e oltre al consolidamento ha previsto anche una ripulitura generale. Il progetto è stato realizzato dallo Studio Comes, con la supervisione della Soprintendenza. Il committente è il Capitolo della Cattedrale in collaborazione con l’Ufficio Beni culturali della Diocesi di Prato.

 

Era dal 1984 che non veniva eseguito un lavoro così accurato. Gli interventi, nello specifico, hanno riguardato il restauro di tutte le superfici lapidee, con attenzione al marmo verde di Prato e alla pietra serena, che presentavano i maggiori degradi, con diffusi distacchi e caduta di materiale. Per questi elementi decorativi sono stati previsti interventi di pre-consolidamento, pulitura, consolidamento ed integrazione delle parti mancanti. Anche l’alberese bianco, presente pure nella variante palombino con la caratteristica colorazione ruggine, è stato restaurato e consolidato per recuperarne l’antico splendore.
Sono state inoltre restaurate le statue presenti sulla sommità della facciata, che rappresentano Sant’Anna con la Madonna bambina, San Gioacchino, la Vergine Maria e Santo Stefano.

 

«Si è trattato di un intervento complesso; la facciata è la parte che aveva i problemi maggiori. È stata fatta una ripulitura generale di tutte le parti lapidee – ha spiegato il direttore tecnico dei lavori, l’architetto Francesco Risaliti – che sono cinque: alberese, palombino, verde di Prato, arenaria e il marmo bianco. Oltre alla pulizia sono state effettuate opere di consolidamento e sono stati sostituiti i peducci degli archetti pensili della facciata, che erano quelli con i problemi strutturali maggiori. Si rischiava che potessero cadere pezzi anche grandi di pietra mettendo a rischio l’incolumità di chi si trovava sul sagrato».

 

Il restauro sta già interessando anche la facciata laterale. Nei prossimi giorni saranno smontate le impalcature per consentire di lasciare libero il duomo per le iniziative di settembre. Successivamente saranno terminati i lavori sulla facciata laterale e prenderanno avvio quelli all’abside, al transetto e al campanile, con l’obiettivo di terminare tutti i lavori per dicembre.

Un concerto sul sagrato per la fine dei lavori

 

Una serata in musica per festeggiare la fine della prima parte dei lavori alla facciata della cattedrale e per raccogliere fondi in modo da finanziare le nuove fasi del progetto di ristrutturazione. Con questo doppio intento l’Opera del Duomo ha organizzato un concerto la sera di venerdì 9 settembre alle ore 21. Sul sagrato della cattedrale, libero dai ponteggi, si esibiranno l’orchestra giovanile toscana diretta dal talentuoso maestro Lorenzo Biagi, il soprano Francesca Mazzara e il mezzosoprano Magdalena Urbanowicz. La direzione artistica dell’evento è dell’Associazione Mettiamoci all’Opera di Prato, presieduta da Marco Sizzi. Il programma prevede una prima parte del concerto dedicata alla musica sacra con lo Stabat Mater di Pergolesi, mentre la seconda parte sarà operistica con arie, duetti e ouverture tratte dai brani celebri della musica lirica.

 

«Con questa serata avremo modo non solo di ascoltare, ma anche di vedere da vicino la facciata del nuovo completamente restaurata – dice il presidente dell’Opera del Duomo di Prato Francesco Giambattista Nardone –, l’iniziativa è stata organizzata in breve tempo, ma ci auguriamo che la cittadinanza risponda, dando prova della propria generosità. Come Opera abbiamo bisogno della vicinanza dei pratesi per poter custodire e proteggere al meglio il monumento più importante della città».

 

L’ingresso al concerto è libero fino a esaurimento posti, ma è consigliata la prenotazione. Per farlo si può scrivere una email alla Curia diocesana (curia@diocesiprato.it) o all’Associazione Mettiamoci all’Opera (presidente@mettiamociallopera.it). Come detto, durante la serata ci sarà una raccolta fondi a offerta libera per sostenere il progetto di restauro della cattedrale.

Tempo di Quaresima: per «le Ceneri» cena povera e messa del Vescovo in cattedrale

La tradizione si ripete, puntuale come ogni anno. Alla mezzanotte del martedì grasso il campanone del Duomo di Prato suonerà a distesa per annunciare la fine del Carnevale e l’inizio della Quaresima, tempo forte della liturgia che porterà fino alla Pasqua: quest’anno la grande festa cade domenica 16 aprile.
Con questi rintocchi si aprirà il mercoledì delle Ceneri, il primo marzo: giorno di astinenza dalle carni e di digiuno. In tutte le chiese viene celebrata la messa con il rito dell’imposizione delle ceneri.

 

In cattedrale alle 20 si terrà, come da tradizione, una cena povera, a base di pane e acqua e, a seguire, verrà letto il messaggio di Papa Francesco per la Quaresima. La cena è aperta a tutti, per partecipare basta presentarsi. Poi, alle 21,15, il vescovo Franco Agostinelli presiederà la messa, con l’imposizione delle ceneri. Concelebrano i sacerdoti e i parroci del centro storico.

Giubileo delle parrocchie

Più di mille fedeli al Giubileo delle parrocchie celebrato in Duomo

Anche se la pioggia ha annullato le quattro processioni in programma, che avrebbero dovuto convergere in piazza Duomo da altrettante chiese del centro storico, in cattedrale c’erano oltre un migliaio di persone. Si è celebrato nel pomeriggio di oggi, domenica 6 marzo, il Giubileo delle parrocchie pratesi, pensato per vivere a livello diocesano l’Anno Santo della Misericordia indetto da Papa Francesco.

 

In duomo si è tenuta una messa solenne presieduta dal vescovo Franco Agostinelli e concelebrata da una sessantina di parroci accompagnati da tantissimi chierichetti. In chiesa era presente una nutrita rappresentanza delle parrocchie della diocesi di Prato.

 

«Facciamo delle nostre parrocchie delle “oasi di Misericordia” – ha affermato monsignor Agostinelli rivolgendosi ai presenti nel corso dell’omelia – sia per lo stile dell’accoglienza, sia per il linguaggio e i gesti che trasmettono la sollecitudine di Dio verso tutti coloro che bussano, o che incontriamo per una necessità materiale e spirituale».

 

Il tema dell’accoglienza è stato al centro della riflessione del Vescovo, che ha ricordato l’importanza delle opere di misericordia, intese come «apertura al dono di sé», e considerate via necessaria alla «piena realizzazione umana e cristiana». Ma la prima apertura, il primo segno di misericordia, per monsignor Agostinelli deve partire dall’interno, dai fedeli e tra i fedeli, in tutta la comunità ecclesiale. «Non rassegniamoci alle lontananze, alle divisioni, alle gelosie, agli individualismi – ha sottolineato – e, senza giudicarci gli uni gli altri, con la misericordia “che tutto vince, che riempie il cuore pieno di amore e che consola con il perdono” facciamo festa di fraternità, di vita condivisa, di cammino comune, di famiglia di Dio che incessantemente viene ricostituita dal Padre».

 

Secondo monsignor Agostinelli per una parrocchia, essere «oasi di misericordia», significa compiere opere di carità, «questo è il modo che abbiamo per sintonizzarci con il magistero di Papa Francesco». L’attenzione dei cristiani impegnati deve essere rivolta verso le persone, che «innanzitutto devono sentirsi accolte e considerate in quanto persone, senza alcuna distinzione di sorta». E poi occorre avere «attenzione alle istituzioni, cercando di essere per stimolo perché rispondano ai veri bisogni della comunità, al bene comune, alle attese degli scartati e degli impoveriti della società».

 

Questo aiuto deve valere nei confronti di tutti, anche dei lontani, «anche di chi, pur non facendo scelte apparentemente dirompenti, in realtà sta in casa ma non ha il cuore libero. La divina compassione ci dice che l’accoglienza conosce solo gesti e parole di festa, di tenerezza, di verità che non offende, che convince ed attende. Non avvenga mai – ha concluso il Vescovo – che la presunzione di una maggiore dirittura morale ci faccia giudici gli uni degli altri per giungere perfino alla non accettazione del fratello».