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Premio Santo Stefano, il vescovo Giovanni ha annunciato i nomi delle aziende vincitrici

Signo srl, Pecci Filati, Rifinizione Penny e Linsieme Filati. Sono i nomi delle quattro aziende vincitrici della quattordicesima edizione del Premio Santo Stefano. La proclamazione è avvenuta questa mattina, 26 dicembre, nella cattedrale di Prato al termine del solenne pontificale della festa del patrono della città.

 

Come da tradizione l’annuncio è stato dato dal vescovo Giovanni Nerbini a nome del comitato promotore del premio, formato da Diocesi, Comune e Provincia di Prato, Comune di Montemurlo, Fondazione Cassa di Risparmio e Camera di Commercio. Il riconoscimento, chiamato anche Stefanino d’oro, è stato voluto dalle istituzioni cittadine per rendere onore a quelle realtà imprenditoriali del distretto pratese capaci di avere successo nel pieno rispetto dei diritti dei lavoratori e delle regole della concorrenza.

 

«Questo è stato un anno particolare – ha osservato monsignor Nerbini – segnato dai tristi eventi alluvionali che hanno sconvolto anche il tessuto produttivo del nostro distretto. Per questo motivo è stato deciso, in modo straordinario, di proclamare quattro aziende meritevoli, derogando alla consuetudine della terna vincitrice come nelle scorse edizioni. È nostro auspicio che questa apertura possa essere di conforto e speranza di ripartenza per tutte le aziende del nostro territorio che vivono gravi momenti di difficoltà».

 

Ecco le brevi motivazioni formulate dal Comitato promotore e espresse dal Vescovo al momento della proclamazione delle aziende vincitrici:

 

SIGNO SRL. Azienda leader nel settore del commercio nella grande distribuzione, che da piccolo negozio di vicinato ha saputo replicare modelli economici positivi, riuscendo nel presente a garantire grandi possibilità occupazionali privilegiando scelte di valorizzazione di piccoli produttori di eccellenze enogastronomiche locali.

 

PECCI FILATI SPA. Storica azienda manifatturiera che ha saputo rappresentare l’essenza del lavoro pratese per oltre un secolo di attività. Oggi a servizio della moda contemporanea, ha integrato i saperi dell’artigianato con la semplicità delle materie prime, creando filati unici esportati in tutto il mondo.

 

RIFINIZIONE PENNY SRL –SB. Società benefit operante nella rifinizione tessuti che grazie a scelte aziendali positive garantisce un alto benessere aziendale privilegiando investimenti nell’ecosostenibilità dei cicli produttivi interni e esterni a favore dell’intera collettività. Da menzionare la disponibilità di dipendenti e titolari nella recente alluvione che ha colpito il nostro territorio.

 

LINSIEME FILATI SRL. Attraverso dedizione, passione e impegno di ogni componente aziendale, Linsieme filati ha generato idee innovative sostenibili per la realizzazione di prodotti di alta qualità, garantendo crescita e occupazione duratura nel tempo.

Le parole del Vescovo per Santo Stefano: «Una impennata di creatività per superare le crisi»

Una «impennata di creatività e fantasia per inventare risposte e soluzioni innovative che rappresentino una crescita per tutto il sistema. Risposte tampone sono illusorie ed in generale dannose». È il primo suggerimento che il vescovo di Prato Giovanni Nerbini dà alla città per governare le crisi, economiche e sociali, che stiamo vivendo in questo tempo difficile segnato prima dalla pandemia e adesso dalla guerra alle porte dell’Europa. Il secondo è un invito alla «partecipazione ampia» della comunità per affrontare le difficoltà a livello civile ed ecclesiale, ma soprattutto: «non si può delegare a una autorità la totale responsabilità del processo, né aspettarsi da un solo soggetto ricette risolutive».

 

Le riflessioni del Vescovo sono state condivise con i pratesi nel giorno del patrono Santo Stefano, nel corso dell’omelia pronunciata durante la celebrazione in cattedrale del solenne pontificale della festa. La messa è stata concelebrata da sessanta sacerdoti diocesani e animata dalla Cappella musicale della cattedrale e dalla corale San Francesco. In duomo erano presenti il sindaco Matteo Biffoni, il presidente della Provincia Simone Calamai, i rappresentanti dei Comuni del territorio pratese e le altre autorità cittadine. Presenti anche la parlamentare Erica Mazzetti e la consigliera regionale Ilaria Bugetti. Nutrita la partecipazione dei pratesi, che come da tradizione, non sono mancati alla festa del patrono della città. La celebrazione è stata trasmessa in diretta su Tv Prato.

 

Dopo aver introdotto la figura di Santo Stefano, «che sempre ci invita a guardare a questa nostra città adottando uno sguardo attento e premuroso», monsignor Nerbini ha invitato la comunità civile ed ecclesiale a fare «una seria riflessione per una adeguata comprensione del problema e l’adozione delle accorte e tempestive decisioni necessarie», perché a causa delle crisi «il meccanismo che conoscevamo si è inceppato». Da qui i due suggerimenti sopra riportati: «una impennata di creatività» nel cercare risposte, e una «ampia partecipazione» a questo impegno, affinché possa crescere «tutto il sistema». Monsignor Nerbini ha poi annunciato che in qualità di vescovo delegato per la pastorale sociale e del lavoro della Conferenza episcopale toscana, sta studiando insieme alla sua commissione «il problema delle oltre cinquanta aziende che in Toscana rischiano la chiusura e per le quali si stentano a trovare soluzioni soddisfacenti. Per alcune siamo fermi allo scontro e alla paralisi. Torna spontaneamente alla memoria la vicenda della Pignone a metà degli anni Cinquanta e del suo felice esito per il concorso di tanti differenti soggetti che portarono il loro contributo», ha detto il Vescovo ricordando l’impegno del sindaco santo Giorgio La Pira in quella storica vicenda.

 

Nell’invitare chi esercita una autorità legittima in ambiti diversi ad avere «una grande trasparenza e una grande libertà dall’uso del potere, dall’avidità e dal denaro», il Vescovo ha commentato i recenti fatti d’attualità: «Scandali come quello appena portato alla luce a livello europeo, che vedono uomini delle istituzioni intascare mazzette indeboliscono la fiducia nelle istituzioni, gettano discredito, scoraggiano l’impegno personale e tolgono forza al valore che ogni incarico pubblico ha in se stesso. Dovremmo ripetere per noi ed insegnare alle giovani generazioni – ha affermato il Presule – il valore della parola “servizio” così come lo vediamo in tanti volontari che sono impegnati nella nostra città». E a questo proposito, il Vescovo ha voluto rendere omaggio «alle migliaia di persone che quotidianamente si fanno carico dei bisogni e delle sofferenze altrui, portando il loro silenzioso contributo al corpo sociale nel suo insieme. Non c’è ambito di disabilità, bisogno ove qualcuno non si sia rimboccato le maniche per incoraggiare, sostenere, aiutare».

 

Monsignor Nerbini ha accennato anche al suo viaggio in Ecuador e in Salvador compiuto la scorsa estate per visitare le missioni diocesane e per sostare in preghiera sulla tomba del vescovo santo Oscar Romero e di quanti «hanno dato la vita per difendere la verità, la libertà e i diritti dei più piccoli e poveri». Il Vescovo ha affermato che «il loro esempio ci invita a non dimenticare i tanti luoghi nel mondo dove queste situazioni non sono storia ma attualità e non succeda mai che un evento sportivo rappresenti un telo che copre misfatti di alcun genere di qualsiasi regime e che ci faccia mettere tra parentesi, le grandi questioni in gioco».

 

Infine un invito alla preghiera, che deve essere «non una prerogativa ma un dovere», e un’ultima raccomandazione: «Per un cristiano, che pure ha i suoi orientamenti politici, non esistono nemici da criticare ed amici da difendere ma soltanto persone che hanno bisogno della sua opera spirituale. Santo Stefano sostenga tutti noi in questo nostro quotidiano impegno e  Maria ci conduca in questo nostro cammino».

 

Al termine della solenne concelebrazione il vescovo Giovanni Nerbini ha proclamato i vincitori della tredicesima edizione del Premio Santo Stefano per la tenuta e il rilancio del lavoro a Prato. Il riconoscimento è andato a Azeta Filati, Pinori Filati e Unitech, tre aziende del comparto tessile pratese. La cerimonia di premiazione è stata annunciata per il mese di febbraio.

 

L’omelia integrale del vescovo Giovanni

 

8 settembre, Cattedrale piena di fedeli al solenne pontificale della festa

«Il Sacro Cingolo costituisce il segno di un legame con l’umanità che la Vergione, al momento di lasciare questa terra per il cielo, non intende troncare con gli uomini. Ci sentiamo a lei legati dal suo amore e dalla sua protezione». Il cardinale Giuseppe Betori ricorda il senso della «Madonna della Fiera», il nome con il quale i pratesi festeggiano la ricorrenza dell’8 settembre, Natività di Maria. Questa mattina in una cattedrale piena di persone, come avviene per le grandi occasioni, si è tenuto il pontificale presieduto dall’Arcivescovo di Firenze Betori, invitato dal vescovo di Prato Franco Agostinelli come ospite d’onore della solenne celebrazione. Presenti anche il vescovo emerito Gastone Simoni e una cinquantina di sacerdoti diocesani. In prima fila le autorità cittadine, con il Comune rappresentato dal vice sindaco Simone Faggi, accanto a lui il prefetto Maria Laura Simonetti e il questore Paolo Rossi.

 

Tanta gente, abbiamo detto, in un duomo colmo di pratesi venuti per assistere alla messa ma anche per rendere omaggio alla Sacra Cintola, la preziosa reliquia mariana simbolo della città, esposta da ieri pomeriggio nella Cappella a lei dedicata. Una processione ininterrotta che si è protratta fino al termine del pontificale, quanto il Cingolo è stato riposto nella teca in attesa dell’ostensione di questa sera.

 

pontificale 8 settembre 2016

 

In questo giorno di festa monsignor Agostinelli a inizio celebrazione e il cardinale Betori durante l’omelia hanno voluto mandare un pensiero alle popolazioni duramente colpite dal terremoto. «La nostra preghiera va alle vittime e a quanti soffrono per esse – ha affermato l’arcivescovo di Firenze –, io sono umbro e ho sofferto a mia volta quando il sisma colpì il folignate e le Marche. Capisco il momento che stanno vivendo queste persone. Una storia, quella di ieri come di oggi – ha osservato il Cardinale –, in cui il disegno di Dio si intreccia con la fragilità della condizione umana e con le responsabilità degli uni verso gli altri. Da essa emergono i risvolti negativi della disattenzione verso la cura della nostra casa comune, come pure i gesti eroici di quanti si fanno vicini ai fratelli nel bisogno. Gli uni – ha concluso Betori – sono richiami alle coscienze, gli altri motivo di gratitudine per la testimonianza offerta; tutti i sofferenti siano abbracciati dalla nostra carità».

 

Al termine del pontificale il cardinale Betori ha benedetto i presenti con la Sacra Cintola, in particolare i malati e i disabili posti nelle prime file dell’assemblea. Poi la mattinata di festa si è conclusa con un altro gesto tradizionale, il dono dei ceri per illuminare la Cappella del Sacro Cingolo, offerti al Vescovo e al Capitolo della Cattedrale dall’Amministrazione comunale.