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Il saluto del vescovo Giovanni agli studenti pratesi per il primo giorno di scuola

«Un giovane indiano partì alla caccia di anatre selvatiche sulla riva di un fiume, armato solo di una fionda. Raccolse alcuni ciottoli sul greto e cominciò a scagliarli con tutta la sua forza contro agli uccelli che si fermavano incautamente sulla riva.
Soltanto due ciottoli colpirono a morte due uccelli prima di finire anch’essi nella corrente.
Quando rientrò in città, il giovane aveva due anatre nella bisaccia e ancora uno dei ciottoli in mano.
Nei pressi del bazar, un gioielliere lo fermò con una esclamazione di sorpresa:
Ma è un diamante, quello che hai in mano! Vale almeno mille rupie!
Il giovane cacciatore impallidì e poi si disperò:
Ma che stupido sono stato! Ho usato tutti quei diamanti per uccidere degli uccelli…
Se li avessi guardati bene ora sarei ricco, e invece la corrente li ha portati via!».

 

 

Carissimi scolari e studenti,
il racconto che avete appena letto può apparirvi banale. Eppure descrive perfettamente una dimensione del nostro vivere: abbiamo nelle nostre mani, a nostra disposizioni doni abbondanti e preziosissimi: una esistenza agiata, comoda, opportunità quasi illimitate in molti ambiti, tempo a disposizione, possibilità di conoscere e viaggiare e molto altro. Un posto speciale tra questi doni è occupato dalla scuola. Attraverso di essa si possono concretizzare sogni, raggiungere traguardi ambiziosi. Non vi inganni la fatica che questa richiede (ma esistono cose belle ed importanti che si raggiungono senza sforzi e sofferenze?), non lasciatevi irretire neanche dalla noia che a volte si fa sentire: è davvero una opportunità unica, straordinaria. Un popolo cresce nella misura in cui il livello dell’istruzione è alto e generalizzato, come la singola esistenza è anche determinata dalla capacità di giocare bene le possibilità che ci vengono offerte . Ma proprio come nella storia il grande rischio che corriamo è quello di non essere consapevoli di questi doni e di gettarli banalmente.

 

Nella mia vita tante volte ho ascoltato lo sfogo di persone che si misurano su sterili e dolorosi rimpianti: potevo e non ho fatto, ho sprecato tempo e risorse. Ricordo un mio viaggio in Burkina Faso. Le suore di una grande città avevano offerto a ragazzine meritevoli la possibilità di studiare sottraendole ad un pesante lavoro familiare (già a sette anni molte loro coetanee, oltre ad accudire i fratelli più piccoli, compivano lunghi viaggi per andare ad attingere acqua). Ebbene per queste ragazzine la scuola era diventata non solo un impegno tra i tanti, ma una passione, uno svago, un divertimento un passatempo ed i risultati erano eccezionali.

 

Carissimi vi auguro che questo anno scolastico vi aiuti, guidati dai vostri insegnanti e dirigenti, a compiere questa straordinaria scoperta. Buon viaggio

 

 

+ Giovanni Nerbini
Vescovo di Prato

Scuola, il vescovo Nerbini scrive agli studenti: non arrendetevi di fronte agli ostacoli. E ai professori: seminate fiducia e passione

In occasione del ritorno a scuola il vescovo Giovanni ha scritto una lettera indirizzata agli studenti, ai professori e ai dirigenti scolastici per augurare loro un buon inizio in quest’anno particolarmente delicato. Mons. Nerbini conosce molto bene il mondo della scuola perché è stato molti anni insegnante alle elementari prima di entrare in seminario.

 

Carissimi ragazze e ragazzi,
all’inizio di questo nuovo anno scolastico così particolare perché caratterizzato da grandi difficoltà e incertezze vi ho ricordati nella preghiera con particolare affetto. Non arrendetevi di fronte agli ostacoli che incontrerete sul vostro percorso. Non accontentatevi di un buon voto e della promozione. Mi auguro che a partire dal vostro lavoro quotidiano voi possiate compiere il primo e più importante cammino della vostra vita: la scoperta di voi stessi, del mistero che rappresenta la vostra esistenza, dono unico, originalissimo e irripetibile che Dio vi ha fatto e che in voi ha fatto alla vostra famiglia, alla vostra città ed al mondo intero.

Tanti anni fa venne a salutarmi un ex alunno. Mi ricordò le parole che avevo rivolto a tutta la classe nel giorno del saluto alla fine del ciclo, mi disse che lui aveva cercato di metterle in pratica e così facendo si era trovato bene. Carissimi insegnanti e Dirigenti, i nostri ragazzi ci ascoltano e ci guardano soprattutto. Che lo vogliamo o no, per quello che siamo, lasciamo in essi una traccia profonda. Auguro a tutti voi pur in mezzo a problemi di ogni tipo, di poter seminare a piene mani fiducia, passione, stima ed affetto per i vostri ragazzi.

Tutti accompagno con affetto e con la mia preghiera.

Giovanni, vescovo di Prato