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Nerbini in Consiglio comunale: «Il Vescovo è l’uomo di tutti e per tutti. Sono pronto ad accogliere e ad ascoltare tutti»

Le parole del vescovo Giovanni Nerbini pronunciate questo pomeriggio, giovedì 26 settembre, nel Consiglio comunale di Prato, dove era stato invitato per un momento di scambio e reciproca conoscenza.

 

Signor Sindaco, Presidente del Consiglio, signori assessori, consiglieri tutti,

è per me un onore oltre che un piacere, essere qui vostro ospite, in questa sala che rappresenta il cuore pulsante di questa nostra città, e nella quale, attraverso il confronto delle idee, a volte anche duro, nella democratica dialettica tra maggioranza e opposizione, si prendono le decisioni che plasmano il volto presente e futuro di Prato e si determina la qualità della vita di tutti i cittadini e dei singoli gruppi e categorie. Ed è grazie al vostro lavoro che di volta in volta affronta e risolve problemi vecchi e nuovi, in qualche raro caso vere emergenze che la trasformazione delal società italiana e mondiale ci presenta,, che si può pensare ad una crescita non solo economica e sociale ma anche umana e spirituale di tutti i cittadini e dell’intera comunità. la Pira diceva: Le città sono vive. “Esse hanno un volto caratteristico e, per così dire una loro anima, un loro destino: esse non sono occasionali mucchi di pietre, ma sono le misteriose abitazioni degli uomini e, vorrei dire di più, in un certo modo le misterose abitazioni di Dio”. Il profondo rispetto che nutro per questa istituzione e che viene da lontano diventa sincero apprezzamento e stima quando il lavoro è svolto, come di fatto lo è, con passione e competenza – certo non esente da errori – non per opportunità di parte o convenienza personale, ma per un amore per la propria città non sempre riconosciuto ed apprezzato da quanti beneficiano dei suoi frutti.

 

 

 

Oso chiedervi una attenzione e lo faccio con tutta umiltà e sempre nell’interesse superiore di questa comunità, così come ero abituato a fare e facevo con il mio vecchio sindaco. All’indomani della sua rielezione, dopo una campagna elettorale piuttosto accesa, gli avevo rivolto un messaggio chiedendo che “il nostro primo cittadino, nonché medico potesse curare le ferite della campagna elettorale piuttosto aspra”. Questa sensibilità ed esigenza mi viene in parte dalla mia lontana militanza politica mai sfociata in un impegno formale cme il vostro, e dall’altra da un episodio della nostra storia politica conosciuto tanti anni fa e che ha lasciato in me una forte impressione. Nel 1945 Nenni leader socialista, non aveva avuto più notizie di sua figlia minore Vittoria deportata ad Auschwitz. la comunicazione che riguardava la sua morte arrivò da Parigi il 20 maggio e fu De Gasperi stesso, democristiano, che la consegnò di persona a Pietro Nenni. Quando Nenni lo vide arrivare nel suo ufficio capì immediatamente e i due leader, politicamente avversari, si abbracciarono. Sarebbe bello in una stagione nella quale avvengonof atti che sconcertano e inquietano per la loro ferocia e i social possono diventare facilmente una sorta di gogna mediatica per ingenui fruitori mantenere vivo in tutti noi il rispetto assoluto, oserei dire religioso, per l’altro. per aprte mia desidero impegnarmi per favorire ogni collaborazione che abbia a cuore la crescita dell’intera comunità civile. So la Chiesa pratese già imepgnata in collaborazioni importanti anche con Comuni limitrofi in ambito sociale e caritativo. Sono pronto a fare la mia parte nella distinzione dei ruoli e delle competenze ma nella comune passione che ci fa guardare con ottimismo al futuro mentre lavoriamo insieme alacremente alla risoluzione delle sfide che incontriamo nel presente.

 

Il vescovo è l’uomo di tutti e per tutti. Sono pronto ad accogliere e ad ascoltare tutti. Ho pregato in questi giorni per voi perché nel vostro lavoro siate illuminati dallo spirito di benevolenza”.

Grazie vescovo Franco! Messa di saluto in cattedrale

Domenica primo settembre alle 17, la Chiesa di Prato si riunisce in cattedrale per salutare e ringraziare monsignor Franco Agostinelli per i sette anni di episcopato a servizio della nostra diocesi. È stato il terzo vescovo residenziale dopo Fiordelli e Simoni ed è arrivato il 25 novembre 2013 dopo essere stato nominato vescovo di Prato da papa Benedetto XVI il 29 settembre dello stesso anno.

 
La messa di saluto sarà concelebrata dal clero diocesano e anche da alcuni vescovi toscani amici di monsignor Agostinelli. Anima il coro interparrocchiale diretto dal seminarista Giacomo Aiazzi. Saranno presenti le autorità cittadine e dei comuni del territorio diocesano. La celebrazione viene trasmessa in diretta da Tv Prato sul canale 74 del digitale terrestre e in streaming sul sito web della televisione.
Al termine tutti i fedeli sono invitati a partecipare al momento conviviale organizzato nel chiostro di San Domenico. Sarà l’occasione per salutare personalmente il vescovo Franco.

 

 

Per l’occasione il settimanale diocesano Toscana Oggi ha realizzato una speciale pubblicazione dedicata all’episcopato di Agostinelli a Prato. Il fascicolo si può trovare e prendere gratuitamente nelle parrocchie e verrà nuovamente distribuito il primo settembre.

Il Vescovo ha telefonato a Giovanni Nuti per sincersarsi delle condizioni di Francesco

Questa mattina il vescovo Franco Agostinelli ha telefonato a Giovanni Nuti per sincerarsi sulle condizioni del fratello Francesco. «Esprimo la mia vicinanza alla vostra famiglia – ha detto monsignor Agostinelli a Giovanni – non solo perché Francesco Nuti è molto conosciuto e amato dalla città, ma perché è importante stare vicino a chi affronta pagine difficili delle propria vita».

 

Giovanni ha ringraziato il Vescovo e lo ha aggiornato sullo stato salute del fratello Cecco, ricoverato da martedì al Cto di Firenze a seguito di una emorragia cerebrale che si è verificata dopo una caduta. «Stiamo vivendo un momento di cauto ottimismo – ha detto Giovanni a monsignor Agostinelli –, l’operazione è andata bene e il personale ospedaliero è davvero eccezionale».

 

Il Vescovo ha assicurato la vicinanza nella preghiera al Cecco di Narnali e ha promesso di telefonare di nuovo nei prossimi giorni per sapere se ci sono dei miglioramenti.

 

Monsignor Agostinelli ha rivelato di seguire la carriera artistica di Nuti fin dagli esordi. «Tanti anni fa, erano i primi anni Ottanta, sono andato al teatro Politeama di Arezzo con alcuni amici a vedere uno spettacolo di Francesco quando era con i Giancattivi. La loro comicità surreale e intelligente mi è sempre piaciuta», conclude il Vescovo.

San Francesco

Mercoledì 21 in San Francesco la presentazione del piano pastorale

Chiesa pratese pronta con il piano pastorale. Sarà il vescovo Franco Agostinelli a presentarlo nel corso della seconda serata, mercoledì 21 settembre alle 21, del Convegno pastorale in programma nella chiesa di San Francesco.

Alla presentazione le linee guida da seguire a livello diocesano e parrocchiale sono invitati, in particolare, tutti i sacerdoti con i loro consigli pastorali, i collaboratori parrocchiali e pastorali, gli appartenenti ai movimenti e alle associazioni, le comunità religiose.

L’invito è naturalmente rivolto anche a tutti i fedeli.

La serata, come lo scorso anno, sarà conclusa da una rappresentazione artistica che narrerà il rapporto tra l’uomo e l’infinito.

profughi

Il vescovo Agostinelli ha ricevuto in episcopio sei richiedenti asilo ospiti nelle strutture pratesi

Parlano a voce bassa, sono emozionati ma desiderosi di raccontare le loro storie, fatte di sofferenza e di speranza. Questa mattina, sabato 25 giugno, sei richiedenti asilo ospiti di due strutture gestite dalla Coop 22 dell’Opera Santa Rita, sono stati ricevuti dal vescovo di Prato Franco Agostinelli in episcopio. Sono stati invitati in rappresentanza dei 540 profughi presenti ad oggi sul territorio pratese.

Ad accompagnarli c’erano il presidente e la segretaria generale del Santa Rita, Roberto Macrì e Renza Sanesi; con loro anche una mediatrice culturale per la traduzione. Ma non ce n’è stato bisogno, i sei giovani, tutti tra i 20 e i 25 anni, hanno voluto parlare in italiano per far vedere quanto hanno imparato nei mesi di permanenza a Prato. Stanno tutti aspettando che la commissione ministeriale si esprima sulla richiesta del conferimento dello status di rifugiato, il documento che aprirebbe loro le porte di una quotidianità negata in patria e qui, nel nostro paese. Senza il riconoscimento infatti non possono cercare né una casa, né un lavoro.

 

Monsignor Agostinelli ha accolto i sei profughi nel suo studio, li ha messi a sedere in cerchio e ha chiesto ad uno ad uno il nome, la provenienza e come sono arrivati in Italia. C’è Ibrahim Sane, arrivato otto mesi fa dal Senegal. È ancora provato dalla prigionia subita in Libia prima mettersi in viaggio per mare su un barcone. «Eravamo in 117 – racconta il senegalese – alcuni dei miei compagni non ce l’hanno fatta. Abbiamo navigato quattro giorni senza acqua né cibo, è stata durissima ma alla fine sono riuscito a salvarmi. Ringrazio di cuore l’Italia per avermi accolto». Anche gli altri ripetono quasi ossessivamente, dopo ogni frase, la parola «grazie Italia». Tutti avevano un lavoro in patria, come Destiny, nigeriano di 23 anni, che ha fatto l’operaio e il benzinaio. «Io sono qui per la libertà», ha detto con un filo di voce. C’è chi non ha scelto la via del mare ma è arrivato passando dai Balcani, come Bakar, giunto dal Pakistan dopo un viaggio di fortuna durato due mesi. Gli altri sono Ducansy dal Mali, Youssuf dalla Costa d’Avorio e Sylla dal Senegal. Tutti hanno voluto raccontare al Vescovo quello che hanno vissuto, e lo hanno fatto rivolgendo sempre un pensiero ai propri familiari rimasti a casa.

 

«Incontrarvi significa confermare una doverosa attenzione nei vostri confronti – ha affermato il Vescovo durante l’incontro – vi ho chiamati per condividere attese, speranze e desideri legittimi che portate nel cuore. Ho ascoltato le vostre storie, piene di sofferenze e problemi, avete voglia di riscatto e di un futuro. Sappiamo benissimo che se vi mettete in viaggio – ha detto monsignor Agostinelli rivolgendosi ai sei giovani – siete consapevoli di dover affrontare incertezze e soprusi, vuol dire che siete spinti da una reale necessità».

Dopo aver ringraziato l’Opera Santa Rita per il lavoro che sta svolgendo, «con professionalità e umanità», il Vescovo ha voluto ribadire «la disponibilità della Chiesa a fare la propria parte: è un dovere come cristiani e come cittadini – ha osservato – ma è importante che tutte le istituzioni facciano la loro parte per far fronte a questa emergenza umanitaria che non possiamo ignorare. E mi pare che a Prato i sindaci lo stiano facendo con coraggio». Monsignor Agostinelli è il delegato regionale della Conferenza episcopale toscana per i migranti, conosce benissimo le problematiche e le dinamiche del fenomeno migratorio per essere stato personalmente sulle coste siciliane dove avvengono gli sbarchi. «Auspico che l’Europa apra maggiormente gli occhi e si faccia carico di questa situazione, altrimenti mostrerà il suo limite compromettendo il suo futuro», ha concluso il Vescovo.

giubileo dei giornalisti 2016 omelia vescovo agostinelli

Le indicazioni del Papa e le sfide della Chiesa: intervista al vescovo Franco Agostinelli

Con un’intervista di Giacomo Cocchi su Toscana Oggi – La Voce di Prato, il vescovo Franco Agostinelli ha tracciato il punto della situazione e, al tempo stesso, punto d’inizio della prossima attività della Chiesa italiana e della Chiesa Pratese, all’indomani dell’Assemblea generale della Conferenza Episcopale Italiana.

 

Il rapporto tra il Papa, i preti e i vescovi non è fatto solo di «richiami», ma anche di riconoscenza e stima profonda per quanto fa la Chiesa a livello locale. «Purtroppo i media nazionali puntano sempre i loro obiettivi su singoli aspetti, spesso solo su quelli dove emergono critiche da parte di Francesco oppure su certe sottolineature fatte da Bagnasco. E questo provoca profondo rammarico nei vescovi italiani». Dal 16 al 19 maggio monsignor Agostinelli ha partecipato a Roma, assieme ad altri 242 confratelli, all’Assemblea permanente della Cei. Sono stati quattro giorni di confronto e riflessione per i vescovi italiani, che hanno avuto (e si sono dati) numerose indicazioni per il loro ministero. «È stata una conferenza episcopale ordinata, serena e collaborativa – sottolinea il Vescovo – le parole del Santo Padre ci hanno fatto riflettere molto».

 

> Leggi l’intera intervista su www.toscanaoggi.it/Edizioni-locali/Prato/Le-indicazioni-del-Papa-e-le-sfide-della-Chiesa

Copertina pellegrinaggio a Roma

«Mi ricordo di Prato, del vostro bellissimo pulpito e di quella piazza piena di gente», il saluto di Francesco a Prato

Prefetto, sindaco e vescovo salutano Papa Francesco
Prefetto, sindaco e vescovo salutano Papa Francesco

Prato in pellegrinaggio a Roma per ringraziare Francesco della visita del 10 novembre scorso. Sei mesi dopo lo storico abbraccio tra la città laniera e Papa Bergoglio, i pratesi erano in piazza San Pietro per ricambiare, con affetto, la cortesia. Cinquecento i pellegrini partiti nella notte tra martedì 17 e mercoledì 18 maggio con una decina di pullman per partecipare all’udienza con il Santo Padre. Con loro il vescovo Franco Agostinelli, il vicario generale mons. Nedo Mannucci, il sindaco Matteo Biffoni, insieme agli assessori Daniela Toccafondi e Mariagrazia Ciambellotti, il prefetto Maria Laura Simonetti e alcuni rappresentanti delle categorie economiche e sindacali: Alfredo Dolfi di Confesercenti, Veronica Scopelliti del Comitato imprenditoria femminile della Camera di Commercio, Stefano Bellandi della Cisl e Alessandro Fabbrizzi della Cgil.

 

Dolfi Fabbrizzi Ciambellotti e Toccafondi
Dolfi Fabbrizzi Ciambellotti e Toccafondi

La città del lavoro, «la comunità-laboratorio di convivenza, di laboriosità, di intraprendenza, di solidarietà e di spiritualità», come fu descritta da monsignor Agostinelli nel suo saluto al Papa in visita a Prato, si è presentata di nuovo davanti al Pontefice. Con il Vescovo, il Sindaco, il Prefetto, Bellandi (Cisl) e Scopelliti (Camera di Commercio) che hanno avuto modo di avvicinare personalmente il Santo Padre partecipando al baciamano. Il Presule ha portato in dono a Francesco il libro fotografico realizzato dalla Diocesi in occasone della storica mattinata del 10 novembre. «Mi ricordo bene di Prato, del vostro bellissimo pulpito e della piazza piena di persone venute a salutarmi», ha detto Francesco a mons. Agostinelli e a Biffoni quando si è avvicinato a loro al termine dell’udienza.

 

«Si è ripetuta l’emozione del 10 novembre – dice il Vescovo – oggi abbiamo vissuto la stessa intensità di quello storico giorno. Per i pratesi, presenti in piazza San Pietro con un buon numero, si è trattato di un nuovo affettuoso abbraccio con il Papa. Per loro è stata è una bellissima esperienza».

«Da cittadino e da sindaco sono estremamente felice di sapere che Francesco ricordi con affetto Prato, il pulpito e la piazza del Duomo gremita – afferma Matteo Biffoni –, le parole del Santo Padre, pronunciate questa mattina, confermano che la visita è stata da lui fortemente sentita. Si è trattato di un bellissimo gesto di attenzione verso Prato».

 

Il Vescovo Agostinelli saluta i pratesi
Il Vescovo Agostinelli saluta i pratesi

I cinquecento pratesi, divisi per parrocchia di appartenenza, hanno assistito all’udienza mischiandosi alle migliaia di fedeli provenienti da tutto il mondo. E come avviene nelle udienze del mercoledì, sorrisi, foto e cori da stadio hanno salutato il passaggio di Francesco a bordo della papamobile in mezzo alla piazza. Quando il Pontefice, prima della benedizione finale, ha citato Prato – «Sono lieto di accogliere i fedeli della Diocesi di Prato, accompagnati dal loro vescovo Agostinelli. Auspico che il vostro pellegrinaggio giubilare susciti in voi il desiderio di diventare missionari di Misericordia» – in piazza si sono sentiti distintamente moltissimi applausi.

 

Nel suo discorso Francesco ha commentato l’episodio di Lazzaro e del ricco Epulone, contenuto nel Vangelo di Luca. «Quello di Lazzaro – ha detto il Papa – rappresenta il grido dei poveri di tutti i tempi e le contraddizioni di un mondo dove le risorse e le ricchezze sono nelle mani di pochi». Con queste parole il Pontefice ha voluto ricordare a tutti che «la salvezza è legata alla Misericordia verso il prossimo. Nessun messaggero e nessun messaggio può sostituire i poveri che incontriamo nel cammino, è Gesù stesso che ci viene incontro».

 

«Facciamo nostro l’invito del Papa ad essere uomini e donne di fede missionari di Misericordia e di giustizia – commenta mons. Agostinelli – e non dimentichiamo il bellissimo discorso che ci rivolse dal pulpito di Donatello. Sono parole importanti che riportiamo a casa. Mi auguro che la nostra città continui il dibattito e il confronto su queste esortazioni, c’è bisogno di riflettere e crescere insieme per il bene di Prato».

 

Nel pomeriggio il pellegrinaggio pratese prosegue con la celebrazione della messa nella basilica di San Paolo fuori le Mura. Il cambiamento di programma, inizialmente la funzione era prevista all’altare della cattedra, si è reso necessario per lo svolgimento dei funerali del cardinale Giovanni Coppa, celebrati in San Pietro. Gli autobus riaccompagneranno a casa i pellegrini al termine della messa presieduta dal vescovo Agostinelli e concelebrata da dodici sacerdoti diocesani.

Cresimandi pratesi

Cresimandi in pellegrinaggio a Roma con il Vescovo Franco

Quattrocentocinquanta persone in pullman verso Roma, cresimandi con le loro famiglie in viaggio nell’anno giubilare della Misericordia. Un momento di raccoglimento ma anche di condivisione, per stare insieme e riflettere su un passaggio tra i più importanti nella vita di un cristiano: appunto, la Cresima.

È il senso con cui, ormai da qualche anno, l’Ufficio catechistico diocesano di Prato organizza il pellegrinaggio rivolto ai giovani che, nell’anno in corso, hanno ricevuto o si preparano a ricevere il sacramento della confermazione. L’appuntamento è per sabato 16 aprile.

 

Lo scorso anno la meta fu Assisi, con oltre 300 presenze; quest’anno, complice la coincidenza del Giubileo straordinario, l’obiettivo non poteva non essere Roma, e a Roma, San Pietro e la Porta Santa. Questa volta la partecipazione registra il proprio record, corrispondente ai 2/3 dei ragazzi cresimati in diocesi nel 2016.

 

«È un momento particolare, e che vediamo sta raccogliendo sempre più consensi e presenze – racconta don Gianni Gualtieri, il direttore dell’Ufficio catechistico che organizza il pellegrinaggio – tra i ragazzi è un appuntamento che si sta diffondendo, è un modo per stare insieme con tutte le parrocchie, anche perché non tutti i gruppi parrocchiali hanno momenti specifici in cui si ritrovano insieme e questa invece è una bella occasione».

 

Il programma prevede la partenza di buon mattino alle 5,30; l’arrivo a Roma con un passaggio alla Porta di San Paolo fuori le mura; poi a San Pietro, dove il gruppo seguirà le indicazioni giubilari di un tragitto a piedi da Castel Sant’Angelo alla Porta Santa. Poi, la partecipazione alla messa. Del gruppo faranno parte giovani cresimati o cresimandi che riceveranno il sacramento entro l’anno; insieme con loro anche le famiglie e i catechisti.

 

In partenza ci saranno nove autobus, sui quali saliranno le seguenti parrocchie: Figline, Narnali, San Giovanni Bosco, Chiesanuova, Coiano, Tobbiana, Resurrezione, San Paolo, Pietà, Sant’Agostino, San pietro a Iolo, Castellina, Schignano, San Giusto, Santi Martiri e i ragazzi dell’oratorio di Sant’Anna.

Il vescovo Franco Agostinelli

Gli auguri di Pasqua del Vescovo Franco ai pratesi: «Prato prenda il largo con il contributo di tutti»

Carissime donne e uomini di Prato buona Pasqua di Resurrezione. È un augurio che rivolgo a voi, uno per uno, dal profondo del cuore.
Vorrei avere la forza e trovare le parole giuste per condividere con ciascuno la grande Speranza che ci consegna questo Dio che si fa uomo, muore in croce e risorge. È un Dio che ci cerca, che vuol parlare alla nostra faticosa quotidianità, che ci abbraccia nella sofferenza di tutti i giorni. Anche quando non ce ne accorgiamo.

 

Sento ancora le parole che, nel suo incontro pieno di tenerezza, ci ha ripetuto Papa Francesco: non dobbiamo cedere al pessimismo e alla rassegnazione. Siamo in buone mani, siamo nelle mani di Maria, ci ha ricordato Francesco. E Maria è colei che, con la preghiera e con l’amore, «ha trasformato il sabato della delusione nell’alba della Resurrezione».

 

La nostra comunità, ormai da tempo alla ricerca di una sua nuova identità, ha oggi più che mai bisogno di passare dal sabato della delusione alla domenica della Resurrezione. Di trovare fiducia in se stessa e nelle sue potenzialità che sono ancora tante. Di affrontare il cambiamento, a volte provocatorio, smettendo di guardare indietro, con un pessimismo che spesso paralizza. C’è da scoprire e dare forza al nuovo e al bello che nasce e cresce mentre quasi non ce ne accorgiamo.
Dobbiamo trovare, insieme, il coraggio di «cercare la rotta». Sì, ce lo ha detto anche papa Francesco: di fronte alle trasformazioni spesso vorticose di questi ultimi anni, c’è il pericolo di subire il turbine degli eventi, perdendo il coraggio di cercare la rotta. Si preferisce allora il rifugio di qualche porto sicuro e si rinuncia a prendere il largo sulla parola di Gesù. Sono convinto che Prato deve tornare «a prendere il largo» con il contributo di tutti, di credenti e non credenti, di uomini e donne che portano la ricchezza di culture diverse tra loro. La Chiesa pratese è pronta a mettersi in gioco, a collaborare con tutti, a fare squadra.

 

Dobbiamo ribellarci alla malattia del pessimismo, all’egoismo che ci rende sempre più soli e tristi. Allora non abbiamo alternative: dobbiamo uscire, accettando il rischio del mare aperto. Ancora una volta, in occasione della visita di papa Francesco a Prato, ho sperimentato la generosità e la capacità dei pratesi di lavorare insieme per un fine comune. Ecco dobbiamo cercare un fine comune e lavorare insieme per raggiungerlo, senza temere il confronto, senza stancarci mai di dialogare. Prato allora potrà essere davvero il «modello di un nuovo cammino». Proprio come Giovanni Paolo II, il papa santo, ci ha augurato nel suo saluto profetico del 19 marzo 1986, in piazza de Comune.

 

+ Franco Agostinelli, Vescovo di Prato

Festa dei popoli

Epifania: una festa dei popoli che celebra il Giubileo degli immigrati

Ormai è diventata una tradizione molto sentita perché suggestiva e coinvolgente. È la Festa dei popoli che quest’anno, in occasione dell’Anno Santo, diventa il Giubileo degli immigrati. L’appuntamento è per il giorno dell’Epifania, mercoledì 6 gennaio. L’organizzatore è monsignor Santino Brunetti, vicario episcopale per i migranti, che ha invitato a partecipare tutte le comunità cattoliche straniere presenti in Diocesi. Hanno confermato la propria presenza cinesi, pakistani, nigeriani, romeni, polacchi, cingalesi e filippini. Tutti, con i rispettivi cappellani, parteciperanno alla messa presieduta dal vescovo Franco Agostinelli in cattedrale alle 15,30. Canti e preghiere saranno recitati nelle varie lingue delle nazionalità presenti.

La celebrazione sarà presieduta da una solenne processione con partenza alle 15,15 da piazza San Domenico verso il Duomo con i partecipanti vestiti con i costumi e gli abiti tipici dei loro paesi.

 

«Da molti anni a Prato anticipiamo la giornata mondiale del migrante e del rifugiato festeggiandola il 6 gennaio, per l’Epifania – spiega monsignor Santino Brunetti – ci sembra il momento più adatto, perché quello è il giorno della manifestazione di Dio a tutti i popoli, di ogni razza e di ogni cultura. In lui – aggiunge il sacerdote – tutti possono riconoscersi figli dello stesso padre».

 

Poi il momento più atteso da grandi e piccini. Al termine della messa tutti si ritroveranno in piazza Duomo per vivere insieme la rappresentazione dell’Epifania: i Magi a cavallo arriveranno a rendere omaggio alla Sacra Famiglia nella capannuccia sistemata sul sagrato della cattedrale.

Come negli anni scorsi non mancheranno i figuranti vestiti da pastori con tanto di animali come capre, pecore, mucche e asini al seguito. Una scena folkloristica molto suggestiva che attira sempre la curiosità dei pratesi. In piazza ci sarà anche il vescovo Franco Agostinelli per un’altra tradizione: la benedizione di tutti i bimbi con la statuina di Gesù Bambino, alla quale seguirà il bacio all’immagine sacra tipica dei nostri presepi.