Ultimo appuntamento con la Messa per Prato

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«Vi affido un compito: non siate timidi, né irrilevanti come presenza concreta e capace di promuovere la dignità dell’uomo e il bene comune nella città dell’uomo». Nel giorno della Pentecoste il vescovo Agostinelli si rivolge ai laici pratesi, a tutti coloro che quotidianamente si impegnano nelle parrocchie, nelle associazioni e nei movimenti per la carità e il volontariato. Questa sera in cattedrale si è celebrata la «Messa per Prato», l’ultima del ciclo mensile promosso da mons. Agostinelli per pregare, tutti insieme, per il presente e il futuro della città. La funzione, dedicata a tutti coloro che vivono in prima persona l’appartenenza alla Chiesa con un ruolo attivo, per volere del Vescovo ha coinciso con la solennità di Pentecoste, il giorno in cui si fa memoria della discesa dello Spirito Santo sui discepoli, affinché portino nel mondo il messaggio evangelico. E così in duomo era presente la Consulta delle aggregazioni laicali, l’organismo diocesano che raggruppa tutte le realtà della comunità ecclesiale, dall’Azione Cattolica all’Unitalsi, dal Cammino neocatecumenale ai movimenti scout. Solo per citarne alcuni.
«Questo è un appuntamento che mi è particolarmente caro – ha detto mons. Agostinelli all’inizio della sua omelia – la Grazia della Pentecoste ci fa riflettere sulla unità anche visibile, comunitaria e sociale che è coessenziale alla Chiesa per come Gesù l’ha voluta».

Altro tema di riflessione di questa ultima «Messa per Prato» è stato il richiamo al Convegno ecclesiale nazionale di Firenze in programma a novembre, l’evento che ha reso possibile la visita del Papa in città la mattina di martedì 10. «Invito voi operatori del volontariato – ha detto ancora il Vescovo – ad essere primaria espressione di quel nuovo umanesimo che vorremmo caratterizzasse sempre di più la nostra società, segnata da fenomeni crescenti e irreversibili: immigrazione, cambio del mondo del lavoro, nuova scala valoriale, imperversare dell’ideologia “gender” che insinua l’idea di una nuova e perversa antropologia contro l’antropologia naturale, che in Cristo, il Figlio dell’Uomo per antonomasia, ha la sua più vera conferma».

Secondo il Presule il compito dei laici deve essere quello di «raccontare l’amore, con gesti di solidarietà e di audace iniziativa che integra, e spesso precede anche, l’azione complessa degli interventi pubblici verso quelle fasce di povertà e di bisogno che diversamente sarebbero nella solitudine». E qui il riferimento va a tutte quelle realtà come la Caritas, a livello diocesano e parrocchiale, l’associazione La Pira, la famiglia vincenziana e le altre associazioni di carità che compiono sul territorio pratese una vera e propria attività di welfare dal basso, un ammortizzatore sociale che cerca di tenere viva e salda una comunità come la nostra gravata da anni di crisi. A questo proposito, prendendo a prestito una delle immagini bibliche dello Spirito Santo, quella del vento che soffia, mons. Agostinelli ha offerto una meditazione: «Il mondo è più vasto di ogni meschinità e piccineria, se è vero che “il tutto è nel frammento”, non facciamo però di ogni frammento il tutto della nostra missione, non permettiamo – ha aggiunto – che piccole cose o situazioni di difficoltà compromettano il bene di una comunità, le attese di un popolo, dei poveri soprattutto e non solo di pane».

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