A fianco di chi sta scioperando per affermare il diritto ad un lavoro degno

È da settimane che a Prato si sta assistendo a una lotta di lavoratori pachistani, dipendenti di un’impresa cinese, per vedersi riconosciuto il diritto a un lavoro degno, non sfruttato e soprattutto umano.
Non è ammissibile far lavorare i dipendenti, chiunque essi siano, 12 ore al giorno. È inammissibile non rispettare le paghe contrattuali, frutti di accordi tra sindacati e imprenditori che sono costati sacrifici a tutti e che stabiliscono delle regole comuni di convivenza. Non è concepibile nella Prato moderna uno sfruttamento ottocentesco che si è superato con tanti sacrifici da parte dei nostri padri.
Le differenze culturali che possono esistere e che possono produrre modelli di organizzazione dell’impresa e del lavoro non possono prescindere dal rispetto dei contratti, della legalità come sentimento comune per vivere in armonia nel nostro territorio.