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comitato promotore 2016

Premio Santo Stefano, i cittadini possono segnalare via web una azienda meritevole

Ormai è diventato un appuntamento atteso e un riconoscimento ambito. Il Premio Santo Stefano inizia a guardare alla sua settima edizione e presenta alcune, importanti, novità. Da quest’anno lo «Stefanino» potrà essere assegnato ad aziende meritevoli del distretto pratese segnalate direttamente da singoli lavoratori o semplici cittadini. Attraverso un’apposita sezione dedicata al Premio Santo Stefano che si trova nel sito web della diocesi di Prato (diocesiprato.it/premio-santo-stefano) chiunque potrà portare all’attenzione del Comitato di valutazione una impresa considerata degna del riconoscimento che la città di Prato conferisce a chi è capace di produrre e dare lavoro in modo etico e nel rispetto delle regole. In sei edizioni, dal 2010, sono state premiate 26 aziende del territorio pratese. Di queste, 17 sono del comparto tessile, mentre le altre sono impegnate in diversi settori: alimentare, edile, elettronica e hi-tech, cosmetico e meccanico. Segno di una vitalità e di una multidisciplinarità del nostro distretto industriale.

 

Il Premio, lo ricordiamo, è nato da un’idea del cenciaiolo di Vergaio Giovanni Masi e poi è stato promosso congiuntamente da Diocesi, Comune, Provincia, Camera di Commercio e Fondazione Cassa di Risparmio di Prato.

 

Per fare la segnalazione basta compilare l’apposito form indicando il nome (o la ragione sociale) dell’azienda e inserendo una descrizione della attività economica e il tipo di produzione in cui opera. Occorre inoltre scrivere, anche brevemente, quali sono i principali punti di eccellenza, tenendo conto delle motivazioni del Premio, fondate sul motto scienza-coscienza-innovazione. Se si è in grado di farlo, è importante esplicitare i motivi che rendono l’azienda meritevole del riconoscimento rispetto all’etica, ai diritti del lavoro e riguardo al tema della concorrenza, della ricerca e della formazione. Fondamentale è che l’impresa segnalata sia iscritta alla Camera di Commercio di Prato. La segnalazione potrà essere fatta a partire da oggi fino al 20 novembre.

 

Non si tratta di un concorso che tiene conto del numero delle segnalazioni ricevute, il Comitato ha deciso di lanciare questa modalità per avere un quadro, il più possibile completo, di tutte le realtà produttive d’eccellenza esistenti nel pratese. Fino a oggi le aziende vincitrici venivano scelte da una rosa di nomi presentati al Comitato dalle associazioni di categoria, «ma ci si è resi conto – spiega il segretario del Comitato di valutazione Gabriele Bresci – che esistono molte imprese non appartenenti a nessuna organizzazione che altrimenti non riuscirebbero a emergere».

 

Altra novità riguarda una speciale menzione per una azienda nata e condotta da giovani. Oltre ai tre Stefanini che si assegnano ogni anno, uno speciale riconoscimento sarà destinato a una nuova impresa portata avanti da giovani imprenditori. Non solo tradizione dunque ma anche spazio al riconoscimento delle nuove leve in campo imprenditoriale.

 

«Permettere a tutti i cittadini di indicare una azienda come possibile vincitrice dello Stefanino significa aprire il Premio alla città», afferma il presidente della Camera di Commercio Luca Giusti. L’assessore comunale Daniela Toccafondi vuole ribadire come questa scelta non sia stata dettata dalla mancanza di segnalazioni, «tutt’altro – tiene a precisare – abbiamo sempre avuto moltissimi candidati al riconoscimento. Le associazioni di categoria ci hanno sempre fornito dei nomi ma sappiamo che la realtà industriale pratese è ben più ampia e vogliamo che tutti siano rappresentati». «Lo Stefanino è nato per premiare il merito – ricorda l’ideatore Giovanni Masi – e da quest’anno sono molto felice di poter dare risalto anche ai giovani e non solo ad aziende importanti e consolidate. Il Premio Santo Stefano deve dare visibilità al futuro». «Adesso – conclude Toccafondi – ci aspettiamo segnalazioni da parte dei lavoratori, loro sono lo specchio vero di una buona situazione all’interno di una azienda».

 

Il Comitato di valutazione è composto da monsignor Nedo Mannucci per la Diocesi, Daniela Toccafondi per il Comune, Luca Giusti per la Camera di Commercio, Paola Spadoni per la Fondazione e da un rappresentante della Provincia. Poi ci sono alcuni tecnici: Silvia Bocci, Gabriella Melighetti, Foresto Guarducci e Giovanni Masi. Il segretario è Gabriele Bresci.

raduno solidaerita avis verag

Al via il Raduno della Solidarietà, corsa cicloturistica a favore dell’Emporio

Una pedalata per l’Emporio. Avis Verag e Uisp presentano la settima edizione del Raduno della Solidarietà, la manifestazione cicloturistica non competitiva promossa a favore del supermercato per famiglie in difficoltà. L’appuntamento per tutti gli appassionati della bicicletta è per domenica 9 ottobre davanti alla sede dell’Emporio in via del Seminario, 26.

 

Tre i percorsi proposti: uno corto, da 55 chilometri e un dislivello di 550 metri; uno medio da 90 chilometri per 1.125 metri di dislivello e uno lungo da 121 km con 1.650 metri di sali e scendi. Le zone attraversate dalla corsa sono Campi Bisenzio, Signa, Malmantile, Vinci, San Baronto, Quarrata, Poggetto e di nuovo Prato. La partenza, dopo il ritrovo all’Emporio, è per tutti da piazza Duomo alle 8.

La gara, con partenza alla francese, è valevole per il Toscana Challenge 2016 e per il Campionato provinciale per società Uisp di Prato. Inoltre la squadra con maggior numero di partecipanti si aggiudicherà il V Memorial Enzo Coppini «Il morino di Prato», mentre quella con più donne vincerà il terzo trofeo «Pedalando in rosa» Roberta Matteucci.

 

Madrina della manifestazione sarà la ciclista Edita Pucinskaite, l’unica donna al mondo ad aver indossato la maglia gialla del Tour de France dalla prima all’ultima tappa e l’unica atleta ad avinto Tour, Giro d’Italia e Campionato del Mondo. Anche quest’anno il Raduno della Solidarietà mette in palio bellissimi premi con una speciale lotteria. Il costo di iscrizione alla corsa è di dieci euro. L’incasso sarà interamente devoluto all’Emporio.

 

«Grazie alla generosità dei partecipanti – dicono gli organizzatori – lo scorso anno siamo stati in grado di donare più di 5mila euro. Speriamo di fare altrettanto in questa settimana edizione».

 

Al termine della gara saranno premiate le prime dieci società classificate, con coppa e spumante. Mentre a partire dalle 12, presso l’Emporio, sarà servito a tutti i ciclisti un piatto di pasta.

 

Per informazioni: info@avis-verag.it; 339-3419148.

Bambini delle scuole cattoliche

Alunni, famiglie e docenti in piazza Duomo per il Giubileo delle scuole cattoliche

Gli alunni, i genitori, i docenti ed il personale delle scuole paritarie cattoliche della Diocesi vivranno il loro giubileo. L’appuntamento è per sabato primo ottobre. Sarà una mattinata di gioia e di festa, ma soprattutto un’occasione per mettere in pratica un’opera di Misericordia.

 

Organizzato dal Coordinamento delle Scuole Cattoliche, dalla Fism e dall’Ufficio diocesano per l’educazione e la scuola, il Giubileo avrà come momento centrale un gesto di solidarietà con i bambini della missione diocesana in Ecuador.

 

Lo hanno chiamato «Piazza …la Misericordia» e si svolgerà questo sabato dalle 9,30 alle 12, con bambini, ragazzi, giovani, insegnanti e famiglie delle scuole cattoliche di ogni ordine e grado che inizieranno la mattinata con un «pellegrinaggio», ovvero una camminata per le strade e le piazze della città per ritrovarsi in piazza Duomo e varcare la Porta Santa. Sin dai primi giorni di scuola, i docenti hanno preparato questo evento. Ad ogni bambino o ragazzo è stato consegnato un «pass», nel quale devono essere apposti due timbri: uno della parrocchia a cui appartiene o che frequenta, l’altro sarà invece apposto in piazza Duomo.

 

Sul sagrato della Cattedrale, alcuni operatori dell’Associazione «Anima Giovane» cureranno l’accoglienza con due attività: la raccolta di materiale di cancelleria da donare ai coetanei in Ecuador; uno spettacolo che aiuti a riflettere attraverso il gioco. Al termine, accolti da mons. Agostinelli, i pellegrini varcheranno la Porta Santa ed entreranno in Duomo.

 

Il programma è così scandito: ore 9, partenza dalle quattro piazze; ore 9,30 arrivo in piazza del Duomo incontro con il vescovo Franco Agostinelli; seguono le attività di accoglienza e lo spettacolo «Piazza… la Misericordia». Alle 11, ingresso in Duomo attraverso la Porta Santa, segue una breve celebrazione, con la lettura di un passo del Vangelo, la riflessione di monsignor Agostinelli, alcune preghiere degli studenti, il Padre Nostro, la benedizione ed un canto finale. Alle 12 si conclude la mattinata.

Il Vescovo ha telefonato a Giovanni Nuti per sincersarsi delle condizioni di Francesco

Questa mattina il vescovo Franco Agostinelli ha telefonato a Giovanni Nuti per sincerarsi sulle condizioni del fratello Francesco. «Esprimo la mia vicinanza alla vostra famiglia – ha detto monsignor Agostinelli a Giovanni – non solo perché Francesco Nuti è molto conosciuto e amato dalla città, ma perché è importante stare vicino a chi affronta pagine difficili delle propria vita».

 

Giovanni ha ringraziato il Vescovo e lo ha aggiornato sullo stato salute del fratello Cecco, ricoverato da martedì al Cto di Firenze a seguito di una emorragia cerebrale che si è verificata dopo una caduta. «Stiamo vivendo un momento di cauto ottimismo – ha detto Giovanni a monsignor Agostinelli –, l’operazione è andata bene e il personale ospedaliero è davvero eccezionale».

 

Il Vescovo ha assicurato la vicinanza nella preghiera al Cecco di Narnali e ha promesso di telefonare di nuovo nei prossimi giorni per sapere se ci sono dei miglioramenti.

 

Monsignor Agostinelli ha rivelato di seguire la carriera artistica di Nuti fin dagli esordi. «Tanti anni fa, erano i primi anni Ottanta, sono andato al teatro Politeama di Arezzo con alcuni amici a vedere uno spettacolo di Francesco quando era con i Giancattivi. La loro comicità surreale e intelligente mi è sempre piaciuta», conclude il Vescovo.

Renzo Buricchi

Un convegno sulla spiritualità di Renzo Buricchi

Un profeta, un santo laico, ma anche un «mezzo matto». Per oltre quarant’anni Renzo Buricchi ha servito caffè e venduto sigarette nel suo bar in piazza del Comune a Prato. Era un tipo alquanto singolare, questo lo sapevano i tanti clienti che lo sentivano parlare dietro il bancone mentre era intento a eseguire le ordinazioni. Lui, cugino dei fratelli Buricchi, i partigiani morti a Poggio alla Malva, appartenente al partito comunista, parlava sempre di Cristo e del suo amore per l’uomo. In pochi si sarebbero aspettati che il tabaccaio di piazza del Comune sarebbe stato ricordato dalla Diocesi di Prato con un convegno per approfondire il suo pensiero e la sua spiritualità.

 

Sabato 8 ottobre, in Palazzo vescovile, è in programma una giornata dedicata a Renzo Buricchi, all’uomo che in modo semplice ma allo stesso tempo diretto e coinvolgente, aveva stupito tutti coloro che si trovavano a passare dal suo bar. Il tabaccaio, scomparso nel 1983, di origine contadina e semi analfabeta, ha nutrito un amore profondo per l’uomo e per il mistero che lo lega a Dio e a Cristo. A far scoprire la sua storia è stato Marcello Pierucci, amico e testimone di quel periodo, attraverso il libro «Renzo Buricchi. Il mistero eterno, la natura e i piccoli cerchi sul cammino del tabaccaio di Prato». Oggi quel volume, uscito ai tempi per le edizioni della Libreria Cattolica, è stato ristampato dalla Lef, casa editrice fiorentina che ha da poco pubblicato la tesi di dottorato del sacerdote africano don Gildas Vigan, dedicata proprio a Buricchi (Fede e natura. Renzo Buricchi e la strada dell’estrema semplicità). E un’altra opera, «Un cipresso per maestro», sempre a firma di Pierucci, sta viaggiando grazie al passaparola verso la quinta edizione.

 

«Questi libri hanno iniziato un cammino molto simile a quello di Renzo – dice Marcello Pierucci – quasi silenzioso ma allo stesso tempo contagioso. La vita, le catechesi e il suo esempio sono un tesoro nascosto, chiunque conosce questa storia ne rimane incuriosito e affascinato». Sono stati mons. Gastone Simoni, vescovo di Prato fino al 2012, e don Giuseppe Billi, assistente ecclesiastico del «Cenacolo», l’esperienza che intende proseguire il cammino spirituale di Buricchi, a contribuire maggiormente alla diffusione del pensiero del tabaccaio profeta. Il vescovo Agostinelli e il vicario generale Mannucci, complice la tesi di don Gildas discussa nel giugno dello scorso anno alla facoltà teologica dell’Italia centrale, hanno voluto rinnovare l’attenzione della Chiesa pratese verso questo autentico testimone di fede. Il convegno dell’8 ottobre si intitola «Renzo Buricchi, “il tabaccaio di Prato”: dono e sorpresa per la nostra città».

 

«Il nostro intento – spiega mons. Nedo Mannucci – è quello di rendere visibile ciò che è vivo e che ancora sta portando e confermando nella fede moltissime persone». Infatti nel nome di Buricchi sono nati tanti «piccoli cerchi», i gruppi di preghiera che si rifanno alla sua spiritualità, in tutta Italia e oltre. «Anche Benigni – aggiunge Pierucci – veniva nel suo bar per sentirlo parlare e ne rimaneva affascinato». Don Giuseppe Billi lo descrive così: «quell’uomo era un mistero di autentica grazia, perché ha anticipato moltissime riflessioni che sarebbero nate negli a venire. Come ad esempio il pensiero e l’attenzione all’ambiente che ha oggi papa Francesco – dice il sacerdote – per lui la creazione era impregnata di spiritualità divina».

 

La giornata dedicata a Buricchi, in programma sabato 8 ottobre, inizierà alle ore 11 con una preghiera e una benedizione alla sua tomba nel cimitero della Misericordia. Il convegno si tiene in Palazzo vescovile a partire dalle ore 15. Dopo i saluti iniziali di monsignor Franco Agostinelli e del sindaco Matteo Biffoni, prenderanno la parola: mons. Basilio Petrà («Uscire dall’ombra e sperimentare il Vangelo alla luce…»: il buon annuncio di Renzo Buricchi: il tabaccaio di Prato), don Gildas Vegan (spiritualità di Renzo Buricchi: l’incontro, la tesi di dottorato, la missione), fratel Sergio Scardigli (due carismi, un solo spirito: Renzo Buricchi e Divo Barsotti), Marcello Pierucci (Renzo Buricchi: l’amico, il maestro, l’avventura).

Alle 18, nella cattedrale di Prato, celebrazione della messa presieduta dal vescovo Agostinelli, animata dal coro di San Michele Arcangelo di Pontorme.

don waldemaro e le suore di carmignanello

Dopo 77 anni le suore lasciano Carmignanello

Dopo 77 anni la suore Mantellate Serve di Maria lasciano Carmignanello nell’alta Valle del Bisenzio. Attualmente la comunità è composta da tre religiose, suor Nicodema Macchi, suor Fedele Maragno e suor Fedele Spironello. Con la loro partenza si chiude anche un altro capitolo importante per il paese e la zona: la scuola d’infanzia paritaria Santa Maria Assunta cessa le sue attività.

 

Domani, sabato 24 settembre, saranno salutate e ringraziate per il loro lungo servizio reso alla comunità della parrocchia di Santa Caterina d’Alessandria, dal vescovo Franco Agostinelli al termine della messa prefestiva da lui presieduta alle 17. Mentre domenica 25, dopo la messa delle ore 10, le suore saranno salutate dalla popolazione.

 

«Per noi si tratta di una brutta notizia – commenta il parroco don Waldemaro Kowalczuk – anche se anziane, le suore sono sempre state un punto di riferimento. Con loro chiude anche l’asilo, altra realtà fondamentale per la parrocchia. Anche se – precisa il sacerdote – devo ammettere che saremmo comunque stati costretti a chiudere prima o poi per lo scarso numero di bambini iscritti. Quest’anno sarebbero stati soltanto otto. Quella di domenica non possiamo chiamarla festa, non possiamo festeggiare, sarà un grande abbraccio alle tre religiose».

 

Le Mantellate sono nate 155 anni fa a Treppio di Pistoia, nella valle della Limentra. Nel 1939 sono arrivate a Carmignanello, dove hanno aperto una comunità e fin da subito si sono occupate della scuola. Un impegno proseguito con passione insieme alla parrocchia, allora di Gricigliana, fino a oggi. I motivi della partenza sono gli stessi che da tempo riguardano molte congregazioni religiose, ovvero l’anzianità e il mancato ricambio. Le suore di Carmignanello hanno più di 280 anni in tre, sono state attive tra i banchi di scuola fino allo scorso anno, riuscendo a far terminare il ciclo all’ultima mandata di bambini, ma questo settembre la campanella non suonato e le porte sono rimaste chiuse. I piccoli alunni della zona andranno all’asilo a Migliana.

 

Suor Fedele Maragno, classe 1938, è già partita da una quindicina di giorni, e si trova a Correggio. Suor Nicodema, che di anni ne ha 94 e si trova in Val Bisenzio da oltre 20, andrà a Milano, mentre l’altra suor Fedele, 88 anni, rimarrà in Toscana e andrà a Casalguidi.

sanitari

Ciclo di lezioni aperto a tutti con la Pastorale sanitaria (il programma)

Di seguito, al link che pubblichiamo in calce a questo articolo, il programma del corso per operatori di pastorale della salute, organizzato dall’Ufficio diocesano per la pastorale sanitaria per l’anno pastorale 2016 – 2017.

 

La formazione specifica di laici disponibili ad “uscire e ad annunciare” il Vangelo rientra nella prospettiva missionaria che il Santo Padre Francesco ha indicato in occasione delle visite che ha compiuto a Prato ed a Firenze per il 5° Convegno Ecclesiale dello scorso anno.

 

L’iniziativa è rivolta a tutte quelle persone che prestano servizio in favore delle persone sofferenti, non solo e non necessariamente medici e infermieri, ma tutti i volontari delle associazioni, i collaboratori della cappellanie ospedaliere, le singole persone che assistono anziani e malati.

 

Anche le Cappellanie ospedaliere di Firenze e di Pistoia parteciperanno.

 

Al termine degli incontri è previsto che S.E. Mons. Franco Agostinelli conferirà il mandato di operatore di pastorale della salute, ai frequentatori che avranno integrato la loro formazione con un periodo di accompagnamento nel servizio di assistenza religiosa in ospedale e nelle case di riposo.

> Il programma del corso promosso dalla Pastorale sanitaria

famiglia

Il programma della Pastorale familiare (testo e link al documento)

Tra le indicazioni del piano pastorale lavoreranno sulla «formazione», tra quelle contenute nell’esortazione Amoris Laetitia di papa Francesco invece punteranno su «l’accompagnamento». Sono le due parole chiave del programma stilato dalla Pastorale familiare diocesana guidata da don Helmut Szeliga per il 2016-2017. Accanto ai tradizionali corsi per fidanzati in preparazione al matrimonio, decentrati nelle parrocchie, in calendario ci sono incontri mensili, anche questi si terranno ogni volta in una parrocchia diversa, ritiri spirituali e incontri dedicati ai formatori. Per lo svolgimento delle attività, don Helmut si avvale di una equipe formata da coppie ma anche, ed è una delle novità di quest’anno, da due persone separate. «Vogliamo accompagnare tutte le situazioni nelle quali si trovano oggi le famiglie, – spiega don Szeliga – dal sostegno a coloro che sono serene nel proprio cammino, a quelle che si trovano in difficoltà, dove quel primo vincolo si è spezzato. Per questo – aggiunge – abbiamo voluto inserire dei separati nella nostra equipe, penso sia importante ascoltare meglio, da dentro, le situazioni difficili della vita matrimoniale».

 

Gli appuntamenti sono molti, per una visione completa vi rimandiamo al seguente link : https://www.diocesiprato.it/wp-content/uploads/2016/09/Programma-PF-2016-2017-rev5.pdf

 

Gli incontri aperti alle famiglie iniziano domenica 9 ottobre alle 15,30 alla parrocchia di Maliseti. Relatore sarà mons. Carlo Rocchetta, sacerdote pratese da tempo responsabile del Centro familiare «Casa della tenerezza» a Perugia. Il sacerdote parlerà de «La tenerezza in Amoris Laetitia». Poi gli appuntamenti proseguiranno ogni seconda domenica del mese, da novembre a giugno. Filo conduttore del percorso, intitolato «Famiglia diventa ciò che sei», avrà come testi di riferimento «Il sacramento delle nozze fonte di spiritualità» di don Renzo Bonetti, per un approfondimento teologico, e «Il matrimonio perfetto» di padre Serafino Tognetti, per un approfondimento di tipo esperienziale. Tutti gli incontri saranno tenuti a turno da una coppia dell’equipe di pastorale familiare termineranno con un momento di adorazione eucaristica.

Il chiesino di sant'Andrea a Tontoli

Riapre al culto il chiesino di Sant’Andrea a Tontoli

Dopo sette anni riapre al culto la piccola chiesa di Sant’Andrea a Tontoli. L’antico oratorio, le cui origini risalgono addirittura all’anno mille, si trova a Mezzana, a due passi dal Centro Pecci, ed è «incastonato» tra due abitazioni private.

Domani, venerdì 23 settembre, alle 18 è in programma una messa presieduta dal vescovo Franco Agostinelli e concelebrata dal parroco di San Pietro a Mezzana don Massimo Malinconi, amministratore del chiesino. Al termine ci sarà l’inaugurazione e la presentazione dei lavori di restauro curati dall’Ufficio diocesano per i beni culturali.

A partire dal 25 settembre, tutte le domeniche, a Sant’Andrea sarà celebrata la messa festiva alle ore 9.

 

«L’idea di ristrutturare finalmente Sant’Andrea a Tontoli dopo anni di attesa – dice don Massimo Malinconi – è nata da un mio personale desiderio. Sono nato e cresciuto a Mezzana e mi sento legato al chiesino di Tontoli: non mi piaceva vederlo inutilizzato. In più, credo che sia molto utile alla popolazione, soprattutto per le persone anziane che non hanno grande possibilità di spostamento e hanno difficoltà a venire nella chiesa parrocchiale».

 

Il toponimo Tontoli è di derivazione Longobarda e la piccola chiesa in stile romanico è segnalata dal XII secolo. L’edificio conserva la struttura medievale in filaretto di alberese, con absidiola a ferro di cavallo e campanile a vela. L’interno è coperto a capriate e conserva decorazioni sei/settecentesche.

 

«Le origini dell’oratorio di Sant’Andrea – spiega don Renzo Fantappiè, direttore dell’Ufficio diocesano dei beni culturali – risalgono al 1066, anno in cui si ha la prima attestazione certa della presenza della chiesa a Prato. Intorno al 1320, dopo le incursioni di Castruccio Castracani, condottiero ghibellino, il contado di Prato, specialmente Tobbiana, Tavola, Paperino e Mezzana, subì enormi distruzioni. Fu così – prosegue don Renzo – che dal 1420 si decise di aggregare Sant’Andrea a Tontoli alla chiesa di Santa Maria a Colonica, svolgendo la funzione di oratorio fino a tutto il 1700. Successivamente, il chiesino rientrò sotto la giurisdizione di Mezzana, dove è rimasto fino ad oggi. I recenti lavori di restauro – conclude il sacerdote – hanno riguardato la facciata, che era piena di crepe e fessurazioni, il tetto, la capriata e l’abside, che era distaccato dal resto della chiesa di 6-7 centimetri. Negli ultimi mesi è stata anche condotta un’indagine geologica del terreno su cui sorge il chiesino».

Rut Band 2016

La Rut Band torna al Politeama con un concerto a favore di Casa Agar

L’attesa per il loro ritorno sulle scene è tanta, le prenotazioni sono già arrivate a quota seicento e si prevede il tutto esaurito. Sabato 24 settembre al teatro Politeama tornerà ad esibirsi dopo quattro anni di inattività la Rut Band, il gruppo pop-rock pratese formato da ben dodici elementi. L’iniziativa è pensata per uno scopo benefico: sostenere l’apertura di Casa Agar a Tobbiana, il progetto della Caritas diocesana pensato per dare un riparo notturno alle donne senzatetto.

 

In questi giorni la Rut Band è impegnata in una serie di prove in studio per essere in forma smagliante al grande evento. La serata del 24, con inizio alle 21, si intitola #BracciaAperte, oltre mille bandiere oltre i colori e sarà uno spettacolo aperto alle contaminazioni. Sul palco ci saranno anche il Saint Paul Gospel Choir, la cantante marocchina Nadia Khoujib e l’artista cinese Franco Lin.

 

Nata nel 1991, la band prende il nome da Rut, la spigolatrice della Bibbia, e si inserisce nella migliore tradizione della musica pop-rock di ispirazione religiosa, come quella dei Gen Rosso, il celebre gruppo dei focolarini di Loppiano, autore di numerose canzoni che animano le celebrazioni e gli incontri di ambito diocesano e parrocchiale. Fino alla fine degli anni Novanta la Rut Band è stata protagonista di moltissimi concerti, praticamente ha partecipato con successo a quasi tutti gli eventi più importanti promossi dalla diocesi, a partire dall’accoglienza del vescovo Gastone Simoni il giorno del suo arrivo a Prato.

 

Questa la line up della Rut Band: Maurizio Martini, Manrico Boretti, Alberto Toccafondi, Cristiano Cinotti, Consuelo Mancini e Errica Mascelli sono i cantanti, Tiziano Bettazzi e Roberto Belli i tastieristi, Sergio Bocchicchio e Paolo Desii alla chitarra, Massimiliano Stacchini al basso e Gianluca Paolino alla batteria.

 

Ci sono ancora posti disponibili per partecipare alla serata del 24 settembre. L’ingresso è gratuito ma è necessaria la prenotazione (questi i contatti: 380-8978513 o info@bracciaperte.org). Al termine dello spettacolo sarà possibile lasciare offerte destinate a Casa Agar.