«Al Convegno Ecclesiale ho visto una Chiesa bella e diversa da quella che conoscevo. Forse è quella che sognavo da ragazzo». Don Luciano Pelagatti ripensa ancora alla carica, all’energia positiva che ha vissuto come delegato pratese lo scorso novembre a Firenze, al grande raduno convocato dai Vescovi italiani per tracciare nuove strade di cammino per la comunità ecclesiale. Più o meno nello stesso momento, il 10 novembre, Papa Francesco prima di raggiungere i convegnisti riuniti nel capoluogo toscano, è passato da Prato. Da noi c’è stato circa un’ora e mezzo, parlando dal pulpito per non più di 10 minuti, ma le sue parole sono arrivate dritte dritte al cuore della città e della nostra Chiesa.
Da questi due eventi, ma soprattutto dalle esortazioni di Francesco, intende ripartire la nostra Diocesi, impegnata nella riscrittura del piano pastorale triennale. Lunedì scorso, 22 febbraio, si è riunito il Consiglio pastorale diocesano con l’intento di mettere sul piatto idee, proposte o anche solo suggestioni scaturite da frasi come: «Non c’è fede senza rischio», dall’invito a «piantare tende di speranza» e a «suggellare patti di prossimità».
L’esperienza di Firenze non ha portato solo suggerimenti e nuova linfa, ma anche, in particolare, un metodo di lavoro nel segno della sinodalità. E allora anche i prossimi incontri programmati per individuare obiettivi e scegliere conseguenti e adeguati strumenti pastorali, saranno improntati secondo lo stile della divisione in piccoli gruppi di discussione, divisi per argomenti e formati da sacerdoti, religiosi e laici. «Abbiamo bisogno delle vostre osservazioni – ha sottolineato più volte il Vescovo – e non importa essere presenti o facenti parte del Consiglio per esprimersi. Aspetto da tutti i laici impegnati e desiderosi di dare il proprio contributo, suggerimenti e idee». Nel mese di gennaio monsignor Agostinelli ha inviato una lettera a tutte le realtà ecclesiali, chiedendo di poter ascoltare la voce di chi intende partecipare al cambiamento e all’adeguamento della nostra Chiesa alle sfide di oggi. «C’è tempo fino al 30 aprile – ha ricordato il Vescovo -, coraggio, fatevi avanti».
Uscire per andare incontro alle persone, ai lontani che hanno bisogno di noi, ma anche valorizzare quanto di buono facciamo nelle nostre comunità. Saper ascoltare gli altri, testimoniare gioia e speranza di chi crede nel cambiamento positivo. Formazione del clero e dei laici per riuscire a percorrere strade nuove. Avere il coraggio di superare forme e strumenti pastorali forse non più adeguati alla società di oggi. Osare per rinnovare il nostro stile missionario. Sono alcune tra le tante riflessioni emerse nei quattro gruppi di lavoro formati lunedì scorso durante il Consiglio pastorale.
Il prossimo appuntamento è per il 30 maggio, per un incontro strutturato e prolungato, dal tardo pomeriggio fino alla sera dopo cena. Ma un’ultima indicazione è quanto mai importante per monsignor Agostinelli: «La Chiesa non è del vescovo e dei preti, ma è formata da tutti».
G.C.
Da Toscana Oggi – La Voce di Prato di domenica 28 febbraio 2016