Il santuario della Madonna del Giglio è in festa. Nella chiesa retta da don Renzo Francalanci ricorrono i 353 anni dall’evento prodigioso, avvenuto nel 1664, quando un giglio secco posto davanti a un dipinto raffigurante la Vergine, rifiorì inaspettatamente.
Ma quello non fu l’unico miracolo. Lo stesso giorno di tre secoli fa, non appena saputo del prodigio, una mamma raggiunse la chiesa portando con sé la figlia sordomuta. In quel momento c’erano molti fedeli, accorsi in gran numero, la donna si fece largo, poggiò la bimba sotto l’immagine della Madonna e la figlia iniziò a parlare: «La Signora mi ha chiamata con il mio nome: Maddalena!».
Il miracolo del giglio avvenne in quella che allora era l’antica chiesa dello Spedale, fondata nel ‘200 da Dolce de’ Mazzamuti, in seguito trasformata nel santuario che oggi vediamo in via San Silvestro, strada che collega piazza Mercatale a piazza San Marco. Da allora il miracolo ha richiamato molti fedeli.
Nella chiesa, poi intitolata alla Madonna del Giglio, furono trasportati il fiore miracolosamente rifiorito e l’immagine di Maria, un affresco del XIV secolo che originariamente era collocato sul muro della chiesa sopra un pozzo lungo la strada. La traslazione avvenne nel 1680. Ancora oggi la chiesa mantiene l’impianto seicentesco e nella pala sopra l’altare, opera di Pier Dandini, è incorniciata l’immagine della Madonna del Giglio, a fianco una teca contiene il fiore miracoloso.
Il programma. Per fare memoria di questi due prodigi, all’origine del santuario, il 26 agosto si tiene un ricco programma di celebrazioni. Alle ore 8, 9, 10 e 11 si celebrano le messe. Nel pomeriggio, alle 16,30, recita del rosario e alle 17 messa solenne di chiusura della festa.
Dopo ogni funzione verranno benedetti e distribuiti i «gigliucci d’oro», caratteristici biscottini preparati e sfornati in occasione della ricorrenza. Una apprezzata tradizione voluta dal rettore don Francalanci 35 anni fa.