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Giustizia riparativa, due giorni di conoscenza e approfondiemento promossi dalla Caritas

Prosegue l’impegno della Caritas diocesana di Prato per far conoscere e attuare l’esperienza della giustizia riparativa. Questo istituto è un modo di diverso di guardare, non solo al crimine, ma a qualunque illecito e in generale a come affrontare situazioni di conflitto, di qualsiasi tipo. Al centro della giustizia riparativa c’è il «danno», la sofferenza, le conseguenze di un torto subito. Da questa consapevolezza possono nascere percorsi che pongono l’accento sui bisogni delle vittime, sulle responsabilità degli autori nella riparazione del danno procurato. L’obiettivo è dunque costruire giustizia e di farlo attraverso un processo partecipativo.

 

Di questo si parlerà nella due giorni promossa da Caritas diocesana e Fondazione Solidarietà Caritas di Prato. Il primo appuntamento si tiene venerdì 29 novembre nel salone vescovile (ingresso da piazza Duomo, 48) e consiste in un momento di formazione rivolto alle Caritas toscane, curato dal direttore don Enzo Pacini e dalla mediatrice penale e familiare Carlotta Letizia. Nel pomeriggio prenderà la parola Tim Chapman, uno dei principali esperti di giustizia riparativa a livello internazionale, fino al 2022 presidente del forum europeo.

 

Il giorno successivo, sabato 30 novembre, si tiene il convegno «Una comunità in ripar-azione», nel salone consiliare di Palazzo comunale, a partire dalle 9,30 fino al pomeriggio. Al mattino intervengono Patrizia Patrizi e Gianluigi Lepri, dell’Università di Sassari, nel pomeriggio la parola passa a Chapman, per un intervento sulla legislazione internazionale in materia (questa seconda parte prevede la possibilità di ottenere quattro crediti per l’ordine degli avvocati).
Docente all’Università di Belfast, in Irlanda del Nord, Chapman ha avuto un ruolo fondamentale di mediazione per la cessazione del conflitto bellico tra i terroristi irlandesi dell’Ira e il governo inglese.

 

L’obiettivo della Caritas di Prato, che da tempo sta lavorando su questo tema, è quello di aprire presso la propria sede in via del Seminario, uno sportello dedicato alla giustizia riparativa. Il direttore don Pacini ci fa alcuni esempi: «possiamo essere coinvolti con uno nostro operatore per intervenire in casi di bullismo a scuola, oppure per liti di condominio. Anche se lo sportello ancora non c’è, siamo comunque stati chiamati a dare una mano in alcune realtà associative che avevano bisogno di una mediazione per superare situazioni di conflitto interno», conclude don Enzo.
Nei due appuntamenti del 29 e 30 novembre, aperti a tutti gli interessati, saranno anche presentati alcuni progetti messi in campo in città come Lecco e Verona, dove esistono esperienze di giustizia riparativa nelle scuole, tra studenti, insegnanti e genitori.

Rapporto povertà, in un anno la Caritas di Prato ha raggiunto e aiutato oltre seimila persone

A Prato ci sono 2776 famiglie che nel 2023 si sono rivolte alla Caritas diocesana per avere un aiuto, principalmente di tipo economico. Contando una media di 2,3 componenti a famiglia, possiamo dire che oltre seimila persone sono state raggiunte dai tanti servizi messi in campo dalla Chiesa pratese attraverso la Caritas. Tornando ai numeri, rispetto all’anno precedente calano i nuclei stranieri (-8,3%) e aumentano gli italiani (+7,5%), che rappresentano un terzo del totale. Questi dati emergono dal rapporto povertà presentato questo pomeriggio in Palazzo vescovile, alla presenza del vescovo di Prato monsignor Giovanni Nerbini.

 

Hanno detto. «Questo report testimonia innanzitutto una presenza, una vicinanza e un accompagnamento ininterrotto da parte di Caritas a un numero rilevante di famiglie», afferma monsignor Nerbini. Il Vescovo poi mette in luce alcuni aspetti emersi dalla ricerca: «un dato che mi ha colpito è l’aumento delle solitudini, delle persone sole che hanno sempre più bisogno non di beni materiali, ma di un accompagnamento psicologico. Altro dato è l’incidenza della precarietà del lavoro, scarso, sottopagato, che non consente a tante famiglie di avere una autonomia di vita senza dipendere da un aiuto fornito da un ente assistenziale». Per don Enzo Pacini, direttore della Caritas di Prato, questi numeri fanno emergere «una povertà multifattoriale, alcune povertà diminuiscono, altre crescono, certamente colpisce il fatto che ci sono tanti giovani che vivono in famiglie con occupazione precaria o scarsamente retribuita. Poi evidenziamo l’esistenza di una povertà relazionale, sulla quale occorre concentrare maggiormente gli sforzi, invece di dedicarsi principalmente alle misure di sostegno materiale e economico».

Alla presentazione del rapporto hanno partecipato il sindaco Matteo Biffoni, gli assessori Ilaria Santi e Flora Leoni, il presidente del Consiglio comunale Gabriele Alberti e la direttrice della Società della Salute Lorena Paganelli.

 

 

 

Il problema della cronicità. Dalla fotografia scattata dal Mirod (Messa in rete degli osservatori diocesani), composta dai centri di ascolto presenti in diciassette parrocchie pratesi, dalla San Vincenzo de Paoli, dai Gruppi di volontariato vincenziano, associazione Giorgio La Pira, Insieme per la Famiglia e dal progetto operatori di strada, emerge come l’aumento più significativo sia quello delle famiglie con le quali la Caritas è in contatto da oltre sei anni (+9,3%), un dato che simboleggia la difficoltà a uscire da situazioni di marginalità. «La carenza di lavoro, oppure una retribuzione insufficiente a garantire una dignitosa conduzione familiare, e il problema casa, con costi d’affitto molto alti, sono le due problematiche che portano a rivolgersi a noi», spiega Massimiliano Lotti, estensore del rapporto Caritas.

In generale una famiglia su sette, nonostante vi sia un componente impiegato con un lavoro, non ha reddito sufficiente a rispondere ai bisogni quotidiani. Riguardo alla povertà cronica, addirittura il 13,7%, circa 380 famiglie, da oltre otto anni sono in contatto con un centro della rete Mirod. «Questi ultimi numeri fanno pensare ai figli, in molti casi sono maggiorenni, che vivono in queste famiglie e che sono cresciuti in un contesto di bisogno cronicizzato, quasi fosse la normalità – osserva Lotti –. È un elemento che pone la questione delle possibili carriere di povertà, che rischiano di scaturire dall’esperienza di vita di questi giovani».

 

Andando a guardare meglio i numeri, c’è la conferma che i nuclei italiani in difficoltà sono caratterizzati da una composizione più bassa e da una età media più alta rispetto a quella degli immigrati. «Il 50% degli utenti provenienti da altri paesi si concentra nella fascia 35-54 anni, il più delle volte hanno un titolo di studio superiore rispetto alle persone italiane, ma qui non riescono a “spenderlo”», dice ancora Lotti. Riguardo al calo delle famiglie immigrate bisognose, la Caritas precisa che ciò si deve a più fattori: alcuni hanno lasciato il territorio nazionale dopo aver conseguito la cittadinanza italiana, altri hanno migliorato la loro condizione lavorativa e poi c’è il caso dei georgiani, calati del 44,6% rispetto al 2022. In generale le nazionalità più rappresentate nei centri d’ascolto Caritas sono quella marocchina (11,4%), nigeriana (7,6%), georgiana (6,6%), albanese (6,5%), cinese (4,5%, che frequentano in particolare il servizio di ambulatorio per stranieri temporaneamente presenti attivo al centro Giovannini), pakistana (3.9%) e peruviana (3,7%).

L’età media degli utenti stranieri è 44,6 anni e degli italiani 56. La presenza delle donne si conferma maggioritaria (53%), anche se nel tempo la forbice si sta assottigliando (erano il 62% dieci anni fa). Crescono le persone sole, «si rileva infatti un raddoppio delle situazioni di vita solitaria per i cittadini italiani, ma si registra anche un significativo balzo in avanti delle cosiddette “famiglie di fatto”», afferma Lotti.

 

La risposta alle richieste di aiuto. La prima forma di sostegno è quella dell’ascolto, intesa come presa in carico delle situazioni di marginalità e fragilità, in vista della creazione di percorsi personalizzati per cercare di uscire da situazioni di indigenza. «La parola d’ordine è accompagnare, non assistere – sottolinea don Enzo Pacini, direttore della Caritas di Prato – perché è fondamentale che le famiglie seguite dalla Caritas riescano a camminare con le proprie gambe».

Tra gli aiuti forniti c’è l’attivazione della tessera Emporio, nella quale ci sono dei punti spendili nel supermercato solidale di via del Seminario, aperto insieme a Comune, Provincia e Fondazione Cassa di Risparmio di Prato. Poi c’è la compartecipazione alle spese per il pagamento di rate di mutuo o affitti, utenze domestiche, spese mediche e materiale scolastico per i figli. Nel 2023 sono stati erogati contributi per oltre 90mila euro. A questo si aggiunge il prezioso servizio dato dall’Associazione Insieme per la Famiglia, nata in seno alla Caritas pratese per attivare specifici progetti a favore dei nuclei familiari bisognosi. Nel 2024 sono state ascoltate 145 famiglie e attivati 119 interventi per un totale di circa 54mila euro erogati. Nel 2023 le domande accolte sono state 269 e i contributi erogati 180mila euro. Questi soldi sono attinti nel fondo del Buon Samaritano, lanciato dalla Diocesi di Prato durante la pandemia e confermato come strumento di aiuto nel pagamento delle bollette dopo il forte incremento dei prezzi dell’energia avvenuto negli ultimi tempi.

 

Da sottolineare, infine, che il servizio reso dalla Caritas diocesana sul territorio pratese in gran parte è frutto dei contributi derivanti dai fondi per l’8 per mille alla Chiesa cattolica.

Quaresima di carità 2024 a sostegno di Caritas Gerusalemme per aiutare la popolazione colpita dalla guerra

Chiedere pace per la Terra Santa, sia attraverso la preghiera, ma anche con il sostegno a Caritas Gerusalemme, impegnata nel far fronte all’emergenza sanitaria che sta colpendo la popolazione palestinese. In occasione della Quaresima di Carità – che ogni anno si celebra la Domenica delle Palme, nel 2024 è il 24 marzo – la Caritas diocesana invita le parrocchie, ma anche i gruppi e i movimenti, a rivolgere il proprio sguardo verso questa tragedia umanitaria. «Caritas Gerusalemme opera nella striscia di Gaza, ma anche in Cisgiordania e nel territorio di Israele – spiega il direttore don Enzo Pacini –, purtroppo anch’essa ha pagato un pesante tributo, con la perdita di alcuni operatori coinvolti negli scontri, ma nonostante questo continua a lavorare per il sostegno ai più sofferenti, nella ricerca di una pace giusta».

Dopo il 7 ottobre, giorno dell’attacco terroristico di Hamas alla popolazione israeliana, la guerra ha causato la morte di oltre 24mila palestinesi, in gran parte donne e bambini, e quasi 1400 morti israeliani (soprattutto civili). Ma anche decine di migliaia di feriti, con due milioni di sfollati nei territori palestinesi. «È una crisi umanitaria fuori controllo – aggiunge don Enzo –, c’è un disperato bisogno di cibo, acqua, riparo, salute e protezione. Sono stati distrutti scuole, ospedali, centri sanitari, ma anche chiese e moschee». Si stima che più del 60% delle abitazioni della Striscia sia stato distrutto o seriamente danneggiato. La scarsità di cibo provoca file anche di sei ore di attesa per ricevere una razione di pane. Anche l’acqua potabile scarseggia e nelle zone settentrionali manca completamente.
Caritas Gerusalemme, organismo pastorale del Patriarcato latino e socio membro della rete Caritas Internationalis, ha avviato un piano operativo che ha visto il coinvolgimento di cento operatori per la distribuzione di generi di prima necessità e buoni acquisto per gli sfollati accolti nei due centri aperti nelle parrocchie cristiane presenti nella città di Gaza: quella cattolica della Sacra Famiglia e quella ortodossa di San Porfirio. Proprio il salone di quest’ultima parrocchia è stato colpito da un razzo, causando 17 morti. Tra le vittime c’è anche una operatrice della Caritas di 26 anni, uccisa insieme al figlio, al marito, la sorella e i suoi due figli.

 

«Nonostante i lutti e le condizioni estremamente difficili, Caritas Gerusalemme sta offrendo assistenza umanitaria – dice ancora don Enzo –; la prima fase dell’intervento si è chiusa i primi di gennaio e ha previsto l’assistenza di mille beneficiari, con la fornitura di servizi sanitari, la distribuzione di kit alimentari e igienici, ma anche di contributi economici in buoni acquisto. Ora siamo nella seconda fase, che prevede aiuti non solo a Gaza, ma anche negli altri territori palestinesi occupati, Cisgiordania e Gerusalemme est».

 

Quanto raccolto in tutte le chiese e parrocchie di Prato, sabato 23 e domenica 24 marzo, servirà a equipaggiare Caritas Gerusalemme, fornire attrezzature mediche e di laboratorio per la clinica a Taybeh in Cisgiordania, organizzare incontri individuali e di gruppo per aiutare la popolazione traumatizzata dagli eventi, aiutare economicamente 2750 famiglie seguite direttamente da Caritas Gerusalemme.

 

Il sussidio per la Quaresima di carità 2024

Raccolta offerte per l’emergenza alluvione e servizio di ascolto telefonico per rispondere alle prime necessità

Una raccolta straordinaria delle offerte in tutte le parrocchie della diocesi di Prato e un servizio di ascolto telefonico dedicato a chi ha bisogno di un aiuto immediato nel far fronte alle prime necessità. In accordo con il vescovo Giovanni Nerbini, la Caritas diocesana di Prato ha predisposto una serie di iniziative per sostenere tutte quelle persone rimaste danneggiate dalla recente alluvione che ha colpito duramente il territorio pratese.

 

Ecco come fare per dare una mano. Come detto, sabato 11 e domenica 12 novembre, tutte le offerte raccolte nel corso delle messe celebrate nelle chiese di Prato saranno devolute all’emergenza alluvione. Inoltre è possibile versare un contributo nel conto corrente della Caritas presso Banca Intesa – Prato Alberti; iban: IT62 L030 6921 5311 0000 0004 003 (causale: emergenza alluvione Prato).

 

«Il servizio di ascolto telefonico è pensato per raccogliere segnalazioni su specifici bisogni delle famiglie o singoli che abbiano subito danni dall’alluvione e abbiano urgenza di un aiuto immediato», spiega don Enzo Pacini, direttore della Caritas diocesana di Prato. Questo il numero da chiamare: 0574-32858. Risponderanno operatori Caritas appositamente dedicati all’emergenza.

 

«Inoltre abbiamo deciso di attivare una raccolta di alimenti presso l’Emporio della Solidarietà – aggiunge don Enzo Pacini – chiediamo di portare solo cibo che non necessita di cottura, non pasta quindi, ma scatolette, biscotti e prodotti a lunga conservazione. È possibile portare le donazioni in via del Seminario, 26. Ringraziamo fin d’ora chiunque vorrà rendersi disponibile in questo difficile momento».

 

L’Eritrea ci chiede un aiuto per costruire un centro anziani

Ha uno sguardo verso il mondo la prossima Quaresima di carità, la tradizionale raccolta promossa nel giorno della Domenica delle Palme in tutte le chiese di Prato. Il prossimo 2 aprile le offerte donate nel corso delle celebrazioni eucaristiche saranno devolute per finanziare e sostenere un progetto in Eritrea. La Chiesa di Prato torna dunque a collaborare con il martoriato paese del Corno d’Africa, bisognoso più che mai di un aiuto esterno per riuscire a garantire i servizi essenziali a favore della popolazione.

 

L’iniziativa prevede la creazione di un Centro anziani, un luogo di aggregazione e socializzazione per combattere il problema della solitudine causato dall’assenza dei familiari giovani; la predisposizione di percorsi di sostegno psicologico per elaborare il lutto e ovviamente un aiuto alimentare per combattere la malnutrizione.
La Caritas di Prato ha anche un quadro economico da raggiungere per far fronte al primo anno di attività del centro: 16mila euro per il restauro e l’allestimento della struttura (facente parte della parrocchia di Keren), 9mila euro di aiuti alimentari e 4mila per sostenere le varie attività.
Al progetto ha aderito anche il Comitato Città di Prato pro emergenze onlus. La Caritas inoltre si dice disponibile ad andare nelle parrocchie, nei gruppi e nelle scuole per fare momenti di formazione e conoscenza della situazione che sta vivendo l’Eritrea, attraverso la proiezione di video e le testimonianze di volontari che conoscono bene la difficile realtà del Paese africano.

 

 

 

L’Eritrea è definita una «terra amica» per Prato, con la quale da oltre vent’anni esiste un ponte di solidarietà coordinato dalla Caritas diocesana. Tra i vari progetti promossi negli anni ricordiamo quello chiamato «Acqua, speranza di vita», iniziato nel 2001 e terminato tre anni più tardi, grazie al quale è stata portata l’acqua in alcuni villaggi. Inoltre sono stati ricostruiti un dispensario e una scuola, danneggiati dai bombardamenti. Queste iniziative e l’organizzazione di campi di lavoro per giovani della nostra diocesi in Eritrea hanno permesso la fondazione dell’associazione Shaleku, ancora oggi attiva.

 

Chi volesse fare delle donazioni private per il Centro anziani può effettuare un versamento a queste coordinate bancarie: IT62 L030 6921 5311 0000 0004 003 (conto corrente Caritas presso Banca Intesa).

 

Il volantino con la spiegazione del progetto per la Quaresima di carità 2023

La Quaresima di carità per il popolo ucraino

Questo fine settimana in tutte le parrocchie della Diocesi di Prato torna la Quaresima di Carità, la tradizionale raccolta di offerte lanciata ogni anno dalla Caritas in occasione della Domenica delle Palme, che quest’anno cade il 10 aprile.

 

La Caritas diocesana ha scelto di dedicare la raccolta delle offerte per aiutare e sostenere le famiglie in fuga dall’Ucraina a causa del conflitto. «Appoggeremo il progetto di Caritas nazionale, che è in stretto e costante contatto con Caritas Ucraina, così da rispondere nel lungo periodo ai bisogni e alle necessità della popolazione», dice il direttore della Caritas diocesana di Prato don Enzo Pacini.

 

«Possa essere questo gesto, uno dei tanti modi, attraverso i quali potremo renderci vicini e alleviare, anche solo in parte, il dolore e la sofferenza», scrive il vicario generale della Diocesi don Daniele Scaccini in una lettera inviata alle parrocchie in occasione di questa iniziativa.

 

La Caritas continua inoltre la raccolta in denaro sul proprio conto corrente a sostegno della popolazione Ucraina. Le offerte possono essere versate sul conto intestato a Caritas Diocesana di Prato c/o Banca Intesa. Iban IT62 L030 6921 5311 0000 0004 003. Nella causale scrivere: Emergenza Ucraina.

 

«Le offerte raccolte verranno devolute in parte anche alla Caritas di Lublino, in Polonia, con la quale collaboriamo da tempo e alla quale abbiamo inviato già due tir carichi di prodotti donati grazie alla generosità di tanti pratesi. La Caritas ha infatti approntato lì un servizio di accoglienza profughi e con mezzi propri sta portando il materiale anche in alcune zone all’interno dell’Ucraina – conclude don Enzo Pacini -. Voglio ringraziare tutti coloro che hanno donato e a chi contribuirà alla raccolta in denaro, che servirà per far fronte a ulteriori necessità nel periodo a venire.
Un ringraziamento particolare va anche alla comunità cattolica cinese di Prato, che tramite il cappellano don Pietro Wang ha donato 3.300 euro, e ai detenuti del carcere di Prato che hanno raccolto e consegnato 600 euro».

La Caritas si mobilita per l’Ucraina e lancia una raccolta di prodotti per i profughi

La Diocesi di Prato attraverso la Caritas si mobilita a sostegno della popolazione ucraina duramente colpita dalla guerra. L’invito è quello di raccogliere prodotti alimentari e per l’igiene personale, coperte e sacchi a pelo per dare conforto e aiuto alle persone in fuga. La richiesta quella è di reperire: zucchero, pasta, riso, sale, passata di pomodoro, olio, tè, caffè, alimenti per bambini, frutta e verdura in scatola. E poi: shampoo, bagnoschiuma, dentifricio, saponi, spazzolini, assorbenti, pannolini per bambini, creme protettive, disinfettanti. Servono inoltre coperte e sacchi a pelo. I prodotti non devono essere in confezioni di vetro e non a breve scadenza.

 

Il materiale raccolto potrà essere portato al magazzino dell’Associazione Cieli Aperti in via Roma, 188 (ex cinema Controluce al Soccorso) lunedì, mercoledì e venerdì dalle 9 alle 12. Per informazioni 0574-607226. Il primo giorno disponibile è venerdì prossimo, 4 marzo. I prodotti saranno inscatolati e inviati alla Caritas di Lublino in Polonia e all’associazione rumena Donează Gura Humorului che si stanno occupando della emergenza profughi.

 

“In seguito allo scoppio del conflitto in Ucraina e come prima risposta ai problemi che questa emergenza sta sollevando la Chiesa di Prato propone alla comunità cristiana e alla società civile alcuni modi di partecipazione a sostegno delle vittime che soffrono la violenza della guerra – dice don Enzo Pacini, direttore della Caritas diocesana di Prato – siamo tutti invitati a dare un contributo in base alle nostre disponibilità”.

 

La Quaresima di Carità 2022, la tradizionale raccolta annuale di offerte nelle parrocchie di Prato nel giorno della Domenica delle Palme (il 10 aprile), sarà dedicata all’emergenza Ucraina. Inoltre è stata attivata una raccolta fondi da parte dell’Esarcato Apostolico in Italia per i fedeli cattolici ucraini di rito bizantino, in collaborazione con Caritas ucraina, su un conto intestato allo stesso Esarcato, Iban: IT74P0503410100000000044187.

 

La comunità cristiana di Prato ha deciso di proseguire nella preghiera per la pace. Dopo l’iniziativa di venerdì scorso, che ha visto la partecipazione di molti fedeli, anche venerdì prossimo, 4 marzo, alle ore 21 è stata organizzata la recita del rosario in cattedrale. L’iniziativa sarà trasmessa in diretta sul canale YouTube della parrocchia della Sacra Famiglia.

Quaresima di Carità 2021: aiutiamo i profughi in Bosnia

Domenica 28 marzo, Domenica delle Palme, nelle nostre parrocchie ci sarà la raccolta diocesana per la Quaresima di Carità: tutte le offerte verranno devolute alla Caritas diocesana per sostenere alcuni progetti di solidarietà in aiuto alle persone che vivono nei campi profughi in Bosnia ed Erzegovina.

 

Si tratta di tanti, uomini, donne, bambini, famiglie, che scappano dalle guerre, dalle insicurezze dei loro luoghi di origine, dalle discriminazioni, dalla povertà, e attraverso quella che viene definita la rotta balcanica (a piedi dai paesi d’origine) cercano speranze e una vita dignitosa in Europa. Al momento queste persone stazionano in Bosnia in quanto sono sistematicamente respinte dalla Slovenia, Croazia e anche da noi italiani, e vivono nei pochi luoghi attrezzati per accogliere i profughi; tra l’altro un grave incendio ha distrutto quasi la totalità di questi ricoveri nella città di Bihac.
Molti profughi trovano rifugio in case abbandonate, e la maggior parte di essi vive nei boschi, in ripari di fortuna, con la minaccia della Pandemia che li segue nei loro spostamenti. Le condizioni igieniche sono disastrose.

 

Il tempo quaresimale che stiamo vivendo ci chiama proprio ad aprire il nostro sguardo interiore sulla nostra vita per poter guardare anche a quella di tanti fratelli e sorelle bisognosi. Per introdurre bambini e ragazzi a questa tematica l’Ufficio catechistico diocesano ha predisposto un sussidio scaricabile qui sotto.

 

Sussidio per la Quaresima di Carità 2021

 

«La Domenica delle Palme è quest’anno la Giornata di raccolta di offerte con l’appello, a tutte le messe nelle nostre parrocchie, per aiutare i profughi della Bosnia e della Erzegovina che sono bloccati in una situazione drammatica di discriminazione e di indigenza estrema – scrive il vicario monsignor Nedo Mannucci nella sua lettera appello -.Persone e famiglie, uomini, donne, anziani e bambini esposti al freddo, in condizioni igieniche disastrose, senza alcun rifugio e senza casa e sotto la minaccia continua e incombente della pandemia che li segue nei loro spostamenti. Siamo chiamati a sostenere la Caritas che sta portando avanti dei progetti urgenti di interventi di solidarietà. A tutti noi è chiesto di non chiudere gli occhi davanti a questa emergenza umanitaria che tocca un intero popolo».

 

La lettera appello del Vicario

 

Avvento di Fraternità, l’appello della Caritas: sosteniamo i centri di ascolto parrocchiali

Anche quest’anno, e probabilmente con un bisogno maggiore rispetto al passato recente, la raccolta offerte nelle chiese pratesi per l’«Avvento di fraternità» sarà destinata ai centri d’ascolto parrocchiali. Nei giorni scorsi la direttrice della Caritas diocesana, Idalia Venco, ha inviato una lettera agli operatori della carità presenti nelle varie parrocchie per assicurare loro sostegno e vicinanza. «Sappiamo del vostro impegno e delle criticità che state incontrando», scrive Idalia Venco nel confermare una costante di questa lunga emergenza sanitaria: «sono tante le persone che ormai stanno incrociando i nostri occhi in cerca di aiuto e di conforto per tutte le difficoltà che questa pandemia ha causato e continua a produrre».

 
Il sistema Mirod di Prato – la Messa In Rete degli Osservatori Diocesani della Toscana – non ha ancora elaborato i dati che possano descrivere il fenomeno con i numeri, ma gli operatori del centro d’ascolto diocesano in via del Seminario possono attestare che nel periodo più critico hanno avuto oltre il 30% in più di contatti. Tradotto: di richieste d’aiuto. Lo stesso aumento di percentuale avuto dall’Emporio della Solidarietà che, superato il picco delle oltre 1300 tessere attive contemporaneamente nell’arco di una settimana, anche in questo ultimo mese non scende mai sotto le 1200 tessere attive. Cifre che evidenziano come Prato stia nuovamente facendo i contri con una crisi economica dura e difficile come quella del 2008.

 
Per questo motivo la quarta domenica d’Avvento, il 20 dicembre, cinque giorni prima di Natale, le offerte raccolte nelle parrocchie rimarranno nelle casse delle stesse parrocchie per le esigenze di carità. In un’altra lettera, scritta dall’assistente spirituale della Caritas, padre Matteo Pedrini, si chiede ai sacerdoti di concordare con i propri centri d’ascolto ulteriori iniziative per sostenere le attività di carità. Anche padre Matteo nella sua lettera conferma che «quest’anno più che mai le risorse necessarie ad affrontare le mancanze materiali di alimenti sono in aumento».
L’anno scorso e l’anno precedente in tutta la Diocesi furono raccolti più di ventimila euro a questo scopo. La speranza è che si possa superare quella cifra.

Raccolta emporio

Raccolta alimentare cittadina a favore dell’Emporio in nove supermercati

Torna l’appuntamento con la raccolta alimentare a favore dell’Emporio della Solidarietà. Si tratta della tradizionale mobilitazione cittadina che viene organizzata nel mese di ottobre per riempire gli scaffali del supermercato per famiglie in difficoltà gestito dalla Caritas diocesana.

 

La raccolta si terrà venerdì 16 e sabato 17 ottobre. Hanno aderito i supermercati Conad di via Catani (venerdì, dalle 14 e sabato tutto il giorno), via Kuliscioff (venerdì dalle 14 e sabato tutto il giorno), via Roma (venerdì dalle 14 e sabato tutto il giorno), via 7 Marzo (sabato tutto il giorno), via Gherardi (sabato tutto il giorno); Coop di Parco Prato «Le Pleiadi» e di Vaiano (sabato tutto il giorno); Esselunga di viale Galilei e via Leonardo da Vinci (sabato tutto il giorno).

 

Si raccolgono: carne in scatola, olio di oliva, olio di semi, biscotti, tonno, pomodoro, caffè, latte in polvere primi mesi, latte liquido neonati, biscotti primi mesi.

 

Inoltre, con 5 euro al mese o 60 euro l’anno, è possibile «Adottare una famiglia» permettendole di completare il carrello della spesa con i prodotti che l’Emporio non recupera dagli esuberi alimentari. Info sul sito web dell’Emporio.