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Fiordelli

Cento anni fa nasceva monsignor Pietro Fiordelli, primo vescovo residenziale di Prato

Il 9 gennaio di cento anni fa, nel 1916, nasceva monsignor Pietro Fiordelli. Scomparso nel dicembre del 2004, fu il primo vescovo residenziale di Prato e uno dei principali protagonisti della storia cittadina, e non solo, del secolo scorso.

La sua lunga azione pastorale ha segnato fortemente la crescita della chiesa diocesana di Prato – che insieme alla città ha attraversato gli anni del boom economico e l’inizio della crisi del distretto industriale –, lo ha visto attivo padre conciliare durante il Concilio Vaticano II e schierato, senza paura e facili compromessi, in difesa del matrimonio e della vita.

 

Nato in Umbria a Città di Castello, Pietro Fiordelli fu ordinato sacerdote nel 1938. In quel periodo fu giovanissimo promotore di opere pastorali e sociali: fondò nel 1945 il settimanale «La Voce Cattolica» e fu membro attivo dell’Azione Cattolica.

Alla giovane età di 38 anni, il 7 luglio 1954 venne nominato da Papa Pio XII Vescovo di Prato, sancendo così la definitiva e piena autonomia della Diocesi pratese da quella di Pistoia. Quando fece il suo ingresso in città fu accolto da più di 70mila persone, scese nelle strade e nelle piazze a far ala al suo passaggio.

Il suo episcopato, durato 37 anni, è stato intenso e ricco di iniziative. Tra le innumerevoli opere si ricordano l’istituzione di 25 nuove parrocchie, la costruzione di 21 chiese, l’acquisizione di Villa del Palco, la Casa per ferie la Versiliana a Marina di Pietrasanta per gli operai, la casa di Carbonin sulle Dolomiti.

 

Pietro Fiordelli viene ricordato per essere stato un antesignano della pastorale familiare. Fu sua l’intuizione, diffusasi poi nel resto d’Italia, di attivare un corso di preparazione al matrimonio per i fidanzati. Il suo amore e la strenua difesa della famiglia e del matrimonio lo portarono al centro delle cronache nazionali nel cosiddetto caso dei «Concubini di Prato»: accusato in tribunale per la ipotizzata diffamazione di due coniugi sposatisi civilmente, fu nel 1958 prima condannato (la sentenza fece il giro del mondo) e poi assolto in secondo grado.

 

Nella città del lavoro promosse una serie di iniziative pastorali per operai e imprenditori, tra le tante ricordiamola Pasqua nelle fabbriche, celebrata per molti anni a partire dal 1957.

Il 19 marzo del 1986 fu il grande organizzatore di una giornata tra le più memorabili della storia pratese: la visita di Giovanni Paolo II. Una emozione, quella dell’incontro tra la città e il Santo Padre, che è stata vissuta quasi 30 anni dopo il 10 novembre scorso, quando Prato ha accolto Papa Francesco.

 

Lasciò la guida della Diocesi nel 1992 a 75 anni, per raggiunti limiti d’età. Visse gli ultimi anni della sua vita ritirandosi in preghiera e dedicandosi alla predicazione, nella quale è sempre stato un appassionato e apprezzato oratore. Morì il 23 dicembre 2004, proprio al termine del 350° della Diocesi e del 50° del suo arrivo a Prato. Le sue spoglie riposano all’interno del duomo di Prato nel sepolcro dei vescovi realizzato dal maestro Giuseppe Spagnulo.

 

La chiesa pratese ricorderà lo speciale anniversario con una messa concelebrata dai due successori di monsignor Pietro Fiordelli: il vescovo Franco Agostinelli e l’emerito Gastone Simoni. La celebrazione è in programma domani, sabato 9 gennaio, giorno della ricorrenza, alle 18 in cattedrale. La messa sarà seguita e trasmessa in diretta da Tv Prato. Sempre domani, alle 10,30 nella chiesa del Sacro Cuore di Gesù, il parroco mons. Vittorio Aiazzi celebra una messa in suffragio nella forma straordinaria del rito romano. Il sacerdote, insieme al compagno di studi don Roberto Niccoli, fu il primo, tra i tanti preti, ad essere ordinato da Fiordelli durante il suo lungo episcopato.

Nel corso del 2016 saranno promosse altre iniziative per ricordare la vita, il ministero e l’impegno pastorale del primo vescovo residenziale di Prato.