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Padre Ermes Ronchi

Padre Ermes Ronchi al Convegno pastorale diocesano

La Chiesa di Prato è pronta a cominciare un nuovo anno pastorale. Come da tradizione, le linee guida da seguire a livello diocesano e parrocchiale saranno illustrate nel corso del Convegno pastorale, in programma nella chiesa di San Francesco. Due serate per riflettere e programmare l’impegno di sacerdoti, religiosi e laici impegnati a vario titolo nella comunità ecclesiale.

Il primo appuntamento è per martedì 20 settembre, alle 21. Protagonista della serata sarà padre Ermes Ronchi, teologo di fama nazionale molto conosciuto per essere il conduttore della rubrica «Le ragioni della speranza» all’interno della trasmissione «A sua Immagine» su Rai 1. Originario del Friuli, padre Ronchi appartiene all’ordine dei Servi di Maria ed ha pubblicato numerosi libri dedicati alla figura di Maria, alla preghiera, alla conversione e alla speranza. Il religioso è stato invitato per parlare de «Lo scandalo della Misericordia».

Il giorno seguente, mercoledì 21, sempre alla stessa ora, il vescovo Franco presenterà il piano pastorale di quest’anno.

giubileo dei giornalisti 2016 omelia vescovo agostinelli

Le indicazioni del Papa e le sfide della Chiesa: intervista al vescovo Franco Agostinelli

Con un’intervista di Giacomo Cocchi su Toscana Oggi – La Voce di Prato, il vescovo Franco Agostinelli ha tracciato il punto della situazione e, al tempo stesso, punto d’inizio della prossima attività della Chiesa italiana e della Chiesa Pratese, all’indomani dell’Assemblea generale della Conferenza Episcopale Italiana.

 

Il rapporto tra il Papa, i preti e i vescovi non è fatto solo di «richiami», ma anche di riconoscenza e stima profonda per quanto fa la Chiesa a livello locale. «Purtroppo i media nazionali puntano sempre i loro obiettivi su singoli aspetti, spesso solo su quelli dove emergono critiche da parte di Francesco oppure su certe sottolineature fatte da Bagnasco. E questo provoca profondo rammarico nei vescovi italiani». Dal 16 al 19 maggio monsignor Agostinelli ha partecipato a Roma, assieme ad altri 242 confratelli, all’Assemblea permanente della Cei. Sono stati quattro giorni di confronto e riflessione per i vescovi italiani, che hanno avuto (e si sono dati) numerose indicazioni per il loro ministero. «È stata una conferenza episcopale ordinata, serena e collaborativa – sottolinea il Vescovo – le parole del Santo Padre ci hanno fatto riflettere molto».

 

> Leggi l’intera intervista su www.toscanaoggi.it/Edizioni-locali/Prato/Le-indicazioni-del-Papa-e-le-sfide-della-Chiesa

Il vescovo Franco Agostinelli

Gli auguri di Pasqua del Vescovo Franco ai pratesi: «Prato prenda il largo con il contributo di tutti»

Carissime donne e uomini di Prato buona Pasqua di Resurrezione. È un augurio che rivolgo a voi, uno per uno, dal profondo del cuore.
Vorrei avere la forza e trovare le parole giuste per condividere con ciascuno la grande Speranza che ci consegna questo Dio che si fa uomo, muore in croce e risorge. È un Dio che ci cerca, che vuol parlare alla nostra faticosa quotidianità, che ci abbraccia nella sofferenza di tutti i giorni. Anche quando non ce ne accorgiamo.

 

Sento ancora le parole che, nel suo incontro pieno di tenerezza, ci ha ripetuto Papa Francesco: non dobbiamo cedere al pessimismo e alla rassegnazione. Siamo in buone mani, siamo nelle mani di Maria, ci ha ricordato Francesco. E Maria è colei che, con la preghiera e con l’amore, «ha trasformato il sabato della delusione nell’alba della Resurrezione».

 

La nostra comunità, ormai da tempo alla ricerca di una sua nuova identità, ha oggi più che mai bisogno di passare dal sabato della delusione alla domenica della Resurrezione. Di trovare fiducia in se stessa e nelle sue potenzialità che sono ancora tante. Di affrontare il cambiamento, a volte provocatorio, smettendo di guardare indietro, con un pessimismo che spesso paralizza. C’è da scoprire e dare forza al nuovo e al bello che nasce e cresce mentre quasi non ce ne accorgiamo.
Dobbiamo trovare, insieme, il coraggio di «cercare la rotta». Sì, ce lo ha detto anche papa Francesco: di fronte alle trasformazioni spesso vorticose di questi ultimi anni, c’è il pericolo di subire il turbine degli eventi, perdendo il coraggio di cercare la rotta. Si preferisce allora il rifugio di qualche porto sicuro e si rinuncia a prendere il largo sulla parola di Gesù. Sono convinto che Prato deve tornare «a prendere il largo» con il contributo di tutti, di credenti e non credenti, di uomini e donne che portano la ricchezza di culture diverse tra loro. La Chiesa pratese è pronta a mettersi in gioco, a collaborare con tutti, a fare squadra.

 

Dobbiamo ribellarci alla malattia del pessimismo, all’egoismo che ci rende sempre più soli e tristi. Allora non abbiamo alternative: dobbiamo uscire, accettando il rischio del mare aperto. Ancora una volta, in occasione della visita di papa Francesco a Prato, ho sperimentato la generosità e la capacità dei pratesi di lavorare insieme per un fine comune. Ecco dobbiamo cercare un fine comune e lavorare insieme per raggiungerlo, senza temere il confronto, senza stancarci mai di dialogare. Prato allora potrà essere davvero il «modello di un nuovo cammino». Proprio come Giovanni Paolo II, il papa santo, ci ha augurato nel suo saluto profetico del 19 marzo 1986, in piazza de Comune.

 

+ Franco Agostinelli, Vescovo di Prato

Il Premio Santo Santo Stefano consegnato a tre eccellenze del distretto

«Siamo spietati nella critica a noi stessi, e lo facciamo da sempre, ma allo stesso tempo noi pratesi siamo capaci di rimboccarci le maniche insieme per andare avanti». Lo ha sottolineato il Sottosegretario allo sviluppo economico Antonello Giacomelli intervenendo questa mattina, sabato 6 febbraio, alla cerimonia di consegna del Premio Santo Stefano 2015-2016.
L’onorevole Giacomelli era l’ospite d’onore della sesta edizione del riconoscimento che la città di Prato dedica alle aziende che sanno eccellere nel rispetto delle regole e della concorrenza. «Il Governo che io qui rappresento – ha detto il Sottosegretario – è presente per portare l’incoraggiamento del Premier e del Consiglio dei Ministri. A Roma non ci siamo dimenticati gli impegni espressi dal “tavolo per Prato” nel contrasto all’illegalità che rilanciamo insieme alla riduzione degli oneri dell’energia per internazionalizzare ancora di più le nostre aziende». Giacomelli ha voluto rassicurare la platea, davvero numerosa, dell’auditorium della Camera di Commercio composta da tutte le autorità civili e militari della città, dai rappresentanti delle categorie economiche e sindacali, e naturalmente dai tre vincitori dello «Stefanino»: Filati Be.Mi.Va., Fratelli Bacciottini e Tenuta di Capezzana.

Le Aziende premiate

fratelli bacciottinivincitori sesta edizione premio santo stefano 2015 2016tenuta di capezzanaFilati Bemiva

Tanta emozione per i titolari e i dipendenti delle aziende che si sono aggiudicate il Premio, un’opera in bronzo, sasso, plexiglass e oro realizzata dall’artista pratese Gabriella Furlani.
Sorpresa per questo riconoscimento la ditta tessile Be.Mi.Va., il cui nome è composto dai cognomi dei soci: Benesperi, Miliotti e Vannini, con quest’ultimo, il fondatore dell’impresa, il novantunenne Sergio presente alla cerimonia. «Siamo orgogliosi per questo Premio e ci spinge ad andare avanti, oggi che siamo giunti alla terza generazione», ha detto Marco Benesperi, e poi ha sottolineato: «siamo legati al nostro territorio, mai ci siamo fatti attirare dalle sirene della delocalizzazione».
Sul palco per ritirare lo Stefanino sono saliti i fratelli Silvano e Aldemaro Bacciottini insieme ai propri figli. «Per noi, dopo 43 anni di attività e di duro lavoro, è un onore essere additati come esempio di imprenditori che hanno voglia di rischiare continuamente. Se siamo arrivati a questo risultato dobbiamo ringraziare dipendenti e collaboratori».
Emozionato Vittorio Contini Bonacossi, figlio del Conte Ugo e titolare insieme ai fratelli della Tenuta di Capezzana, la prima azienda del settore vincolo-oleario a ricevere il Premio Santo Stefano. «Spesso – ha detto Vittorio – siamo stati lodati per il vino e l’olio ma è la prima volta che veniamo premiati per la nostra idea di lavoro, per il nostro team. Sono cose ti colpiscono al cuore. Ringraziamo i nostri genitori, scomparsi non molto tempo fa, per il segreto che ci hanno trasmesso: la nostra tradizione deve essere in continua evoluzione». Inoltre lo Stefanino arriva sul Montealbano – Capezzana si trova a Seano – in un periodo particolare: i 300 anni del riconoscimento della denominazione di origine del vino di Carmignano, voluta dai Medici nel 1716.

Le parole del Comitato promotore

autorita premio santo stefano 2015 2016

I membri del Comitato promotore del Premio, intervenuti ad inizio cerimonia, hanno ricordato quanto sia importante ricordarsi di Prato, della città e del suo distretto, anche per le eccellenze, che vanno indicate ad esempio per tutti. «I veri protagonisti siete voi – ha detto il presidente della Camera di Commercio Luca Giusti, che ha parlato per primo come “padrone di casa” –, voi dimostrate il volto vero di Prato, che non è soltanto il piccolo spaccato che distorce la nostra immagine e non rappresenta l’insieme».
«Non ci nascondiamo di fronte ai problemi, mai lo abbiamo fatto e mai lo faremo – ha detto il sindaco e presidente della Provincia Matteo Biffoni – li vogliamo superare, ma oggi siamo qui per dimostrare che la città è soprattutto questo – ha affermato indicando le aziende presenti – imprese che continuano a investire e innovare, generazioni che si susseguono portando il nome di Prato, e la sua qualità, nel mondo. Il lavoro – ha concluso il Sindaco – è lo scheletro sul quale Prato ha saputo e saprà cercare il proprio percorso virtuoso».
Il vescovo Franco Agostinelli ha ricordato le parole del Papa in occasione della sua visita in città lo scorso 10 novembre: «Quello che viene premiato è il “lavoro degno” che ci portava ad esempio Francesco dal pulpito di Donatello, fondato sul rispetto e sull’accoglienza dell’altro. Non ci dimentichiamo mai che il lavoro è determinante per la vita delle persone, ne va della loro serenità. Io sto compiendo la visita pastorale e questo mi permette di incontrare molte aziende pratesi: non posso che plaudire alla grande capacità di intraprendenza e alla determinazione del vostro agire».
La presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Prato Fabia Romagnoli ha osservato come «Il Premio Santo Stefano sia diventato ormai un appuntamento importate per tutta la città, ci dà occasione di ritrovarci per riflettere sulla realtà del nostro territorio. Quello che stiamo vivendo – ha aggiunto – è un cambiamento di epoca, ce lo ricorda Papa Francesco, noi non dimentichiamoci di portare sempre avanti, nonostante tutto, i valori che fondano la nostra società civile. Lo Stefanino, ogni anno, ce lo ricorda».

L’intervento del Sottosegretario Antonello Giacomelli

antonello giacomelli al premio santo stefano 2015 2016

«Per me è una forte emozione, da pratese, essere qui con voi da membro del Governo – ha detto l’onorevole Antonello Giacomelli – questa mattina stiamo premiando l’idea del lavoro e dello sviluppo contenute nella nostra Carta costituzionale. Quando in essa ci si riferisce alla “funzione sociale dell’impresa”, parliamo di questo. L’idea di non dimenticare il rapporto con il territorio e con la propria comunità è fondamentale, è il contrario del concetto di “economia che uccide”, come denuncia Papa Francesco». Poi un nuovo accenno alla crisi e alla delicata situazione che ha portato Prato agli onori della cronaca nazionale nel campo della criminalità. «Prato può uscire dalle difficoltà se non dimentica il suo significato profondo. Per quanto riguarda il Governo, lo dico io che sono pratese ma potrebbero confermarlo tutti i miei colleghi, vi assicuro che non lasceremo mai sole le nostre città nella gestione dei flussi migratori che tanto ne hanno stravolto il volto. Sono qui per attestare il primato che il territorio pratese ha nell’affrontare difficoltà e crisi. Altre città – afferma il Sottosegretario – hanno gli stessi vostri problemi, se non di più, ma ci sono diversi modi per affrontarli. Qui c’è una Chiesa che non ha mai fatto mancare la sua voce nelle questioni sociali, e non è una ingerenza. L’Amministrazione comunale da par suo non si è mai tirata indietro, nemmeno su temi che non sono di sua stretta competenza. Questo dimostra volontà di collaborazione. Insieme alle forze dell’ordine, sul versante illegalità, come Governo siamo pronti a intervenire. Se voi ci siete – ha concluso Giacomelli guardando i presenti – Prato costruirà una nuova stagione di sviluppo e progresso».

giubileo dei giornalisti 2016 omelia vescovo agostinelli

A Prato il Giubileo dei giornalisti in occasione del patrono San Francesco di Sales

«Nel vostro lavoro ricercare la verità non è facile, ma è una decisione vitale, che deve segnare profondamente l’esistenza di ciascuno e anche della società, perché sia più giusta, perché sia più onesta». È l’invito che il vescovo Franco Agostinelli ha rivolto questa mattina, sabato 23 gennaio, ai giornalisti pratesi in occasione della festa di San Francesco di Sales, patrono degli operatori della comunicazione. Nel suo messaggio mons. Agostinelli ha ripreso un passaggio del discorso pronunciato da Papa Francesco a Prato, in occasione della visita del pontefice in città lo scorso 10 novembre.

«Le parole del Santo Padre erano rivolte a tutti – ha detto il Vescovo durante la messa – ma certamente possono riguardare da vicino il mestiere del giornalista, che quotidianamente ha il compito di raccontare il presente. Il mio augurio è che possiate sempre coniugare la verità con la bontà e la bellezza. Solo così una comunicazione può essere completa».

 

Quest’anno la ricorrenza, promossa dall’Ufficio diocesano per le Comunicazioni sociali, ha coinciso con l’Anno Santo della Misericordia e così è stato lo stesso monsignor Agostinelli a definire il tradizionale appuntamento con la stampa come il «Giubileo dei giornalisti». La mattinata di festa è iniziata con una messa celebrata nella Cattedrale di Prato ed è proseguita con il pranzo al Seminario vescovile.

 

Giubileo dei giornalisti 2016

 

Nella sua omelia il Vescovo ha voluto ringraziare i giornalisti per il grande lavoro svolto durante la visita del Papa in città: «Se le parole di Francesco hanno avuto risonanza nazionale e internazionale è stato grazie anche alla vostra opera, siete stati eco del suo bellissimo messaggio di incoraggiamento e di speranza. Un discorso che Prato deve ancora assimilare e che sarà al centro delle nostre riflessioni nei tempi a venire».

 

Infine monsignor Agostinelli ha voluto sottolineare un aspetto riguardante la comunicazione degli eventi ecclesiali da parte dei media. «Raccontare i fatti della Chiesa non è certamente più complicato che scrivere di politica o di cronaca – ha osservato il Vescovo – però i primi hanno un aspetto particolare che non dovreste mai dimenticare: quello della fede. Ricordatevi che la Chiesa, pur se una istituzione umana, ha una natura spirituale e il suo vissuto concreto, al di là delle gioie e degli errori che può commettere, va letto ponendosi sempre in quest’ottica».

 

A tutti i giornalisti presenti è stata regalata una copia dell’enciclica «Laudato Sì’» di Papa Francesco.

Prega

Una serata di preghiera per l’unità dei cristiani

Una preghiera per l’unità dei cristiani, nel mondo e,  nel nostro piccolo, a Prato. Gennaio è il mese tradizionalmente dedicato al dialogo interreligioso e con questo spirito è stata organizzata una veglia ecumenica alla quale parteciperanno il vescovo Franco Agostinelli, il pastore Mario Affuso della Chiesa evangelica e il sacerdote ortodosso rumeno Ioan Saghin. Ci saranno anche alcuni pastori di nazionalità nigeriana in rappresentanza delle numerose comunità cristiane protestanti presenti sul territorio pratese.

 

L’incontro di preghiera si tiene venerdì 22 gennaio alle 21,15 nel salone della Camera di Commercio, in via del Romito, un luogo laico «comune» a tutti. Principale organizzatore dell’appuntamento è la commissione diocesana per l’ecumenismo guidata da don Petre Tames, parroco di San Pio X. La meditazione della serata è affidata a mons. Basilio Petrà, uno dei massimi esperti del mondo ortodosso. Animeranno la veglia i cori delle parrocchie delle Fontanelle e di Vergaio. Nel corso della celebrazione le offerte raccolte saranno devolute ai progetti di Save the Children.

 

Il giorno successivo, sabato 23 gennaio, alle 19 si terrà un altro momento di preghiera, questa volta nella chiesa ortodossa rumena di Prato in via delle Ripalte, 26. Cristiano cattolici e ortodossi reciteranno insieme i vespri cantati in lingua italiana e al termine verrà offerto a tutti i presenti un piccolo rinfresco. Partecipa monsignor Franco Agostinelli. Entrambi gli appuntamenti sono aperti a tutti gli interessati.

santo stefano 2015 vescovo con sasso di santo stefano e sindaco biffoni

Santo Stefano, il vescovo Franco Agostinelli esorta i pratesi a un doppio impegno

«Coraggio fratelli e sorelle: questa è l’ora dell’impegno coerente e competente con quello spirito di servizio che Papa Francesco ci ha ricordato nella sua recente visita». Con questa esortazione il vescovo Franco Agostinelli ha concluso la sua omelia pronunciata questa mattina, sabato 26 dicembre, nella cattedrale di Prato nel giorno del patrono Santo Stefano. E poi ha aggiunto: «Non lasciamoci rubare la speranza di un mondo migliore!». Doppio l’impegno richiesto da monsignor Agostinelli ai fedeli pratesi: uno interno alla comunità ecclesiale, adoperarsi per migliorare – «riformare se necessario» – la Chiesa pratese e l’altro nella società civile.

 

Il solenne pontificale della festa patronale è stato presieduto da monsignor Agostinelli e concelebrato dal vescovo emerito Gastone Simoni insieme a sessanta sacerdoti diocesani. Presente alla messa l’Amministrazione comunale rappresentata dal sindaco Matteo Biffoni, accanto a lui il sottosegretario Antonello Giacomelli. In chiesa anche il sindaco di Vaiano Primo Bosi, i rappresentanti delle forze dell’ordine e delle categorie sociali ed economiche di Prato. Il Vescovo ha celebrato con indosso la casula bianca sormontata da una croce rossa, identica a quella regalata dagli industriali pratesi a Papa Francesco il giorno della sua visita in città lo scorso 10 novembre.

 

santo stefano 2015 omelia

 

È stato un Santo Stefano nel segno del Giubileo, ricordato dal Vescovo all’inizio della sua omelia: «Siamo passati per quella Porta Santa – ha detto indicando l’ingresso della cattedrale – abbiamo bussato al cuore del Signore trovando il senso della nostra vita personale e comunitaria. Lasciamoci guarire dalla Misericordia del Signore!».

Poi monsignor Agostinelli ha citato l’invito di Papa Francesco «alla riforma di se stessi e delle istituzioni comunitarie, sia ecclesiali che civili». Partendo da questa «missione», indicata dal Santo Padre, il Presule ha chiesto un aiuto per un «rinnovamento» della vita diocesana: «quello che stiamo vivendo è il terzo anno del nostro Piano Pastorale Diocesano che mira proprio a questo cammino di cambiamento e, se necessario, di riforma». Monsignor Agostinelli lo ha chiamato «un processo da ricominciare sempre per recuperare ciò che eventualmente si è perduto, ma soprattutto di fedeltà alla vocazione che il Signore chiede a ciascuno e alla comunità nel suo insieme». L’aiuto, i suggerimenti per indicare nuove strade, devono provenire da tutti: preti, diaconi, consacrati e consacrate, famiglie e consigli pastorali, singole persone. A loro il Vescovo ha chiesto «suggerimenti per le necessarie “conversioni pastorali” sia per il mio ministero episcopale che per gli organismi della Curia diocesana». Ma con una attenzione: «senza dare giudizi sulle persone e tantomeno sulle intenzioni che hanno animato e animano coloro che in un modo o in un altro hanno portato e stanno portando il peso e le responsabilità del discernimento vigile per presiedere nella carità». Quella espressa viene definita una richiesta «in linea con la sinodalità», invocata spesso da Papa Francesco.

 

santo stefano 2015 autorita

 

Nell’omelia il Vescovo ha affermato che tra le necessità più urgenti per la città c’è n’è una in particolare: «oggi più che mai c’è bisogno di cristiani che vivano a fondo l’esigenza evangelica, in modo aperto e gioioso, mentre si inseriscono in pieno nei compiti umani». Per far questo è necessario che «il popolo di Dio si faccia vedere». Tutti, dalle parrocchie ai gruppi, dalle associazioni ai singoli laici, «nel rispetto degli ambiti di competenze distinte e sensibilità diverse, non abbiano timore ad impegnarsi nei vasti mondi del sociale, dell’amministrazione della cosa pubblica, nell’animazione della cultura, nella proposta forte e credibile dei progetti educativi», ha auspicato monsignor Agostinelli. E ancora: «Se abbiamo avuto ed abbiamo nella città dell’uomo una grande funzione samaritana, sempre migliorabile, ma tuttavia davvero encomiabile e reale, bisogna che i laici cristiani, da soli o in forme associate, occupino lo spazio loro proprio, come primo ambito missionario che mira al bene comune».

 

L’ultima indicazione riguarda l’organizzazione di momenti di confronto e dialogo sulle varie tematiche ed emergenze «che domandano una sapiente lettura e proposta nelle prospettiva cristiana», sul modello di esperienze promosse lo scorso anno. Il Vescovo si è riferito ai «Forum di idee per Prato», ciclo di incontri per parlare del presente e del futuro della città, e il documento «Un’agenda di speranza per Prato», redatto dall’Ufficio diocesano di pastorale sociale e del lavoro.

Il vescovo Franco Agostinelli

Domenica si apre la porta santa del Giubileo della Misericordia

Con l’apertura del portone di ingresso del Duomo, che per l’occasione si fa «Porta Santa», anche a Prato avrà inizio il Giubileo Straordinario della Misericordia. In tutte le Diocesi del mondo questa domenica, 13 dicembre, comincerà l’Anno Santo indetto da Papa Francesco, un tempo dedicato alla riconciliazione e alla conversione, al quale tutti sono invitati a partecipare.

 

La processione e la messa solenne

La comunità diocesana pratese si ritroverà questa domenica alle 15,15 in piazza Santa Maria delle Carceri, di fronte alla basilica. Alle 15,30 avrà inizio una solenne processione guidata dal vescovo Franco Agostinelli, che insieme ai sacerdoti diocesani, ai diaconi e a tutti i presenti si muoverà verso la cattedrale. Il corteo passerà da via San Bonaventura, piazza San Francesco, via Ricasoli, corso Mazzoni e infine piazza Duomo. Qui, alle ore 16, con in mano il pastorale, monsignor Agostinelli aprirà la porta centrale della cattedrale, la Porta Santa giubilare, addobbata con l’immagine scelta per rappresentare l’Anno Santo: Gesù Buon Pastore che si carica sulle spalle l’uomo ferito con l’invito a essere «misericordiosi come il Padre».

Il Vescovo porterà il Vangelo all’interno della chiesa, la processione dei sacerdoti e dei fedeli attraverserà la Porta e comincerà la messa solenne.

«Per la Chiesa pratese il Giubileo avviene a un mese dalla visita di Papa Francesco – dice il vicario generale monsignor Nedo Mannucci – con l’apertura della Porta Santa avremo la possibilità di sottolineare ancora di più la bellezza di quell’incontro, sperimentabile tutti i giorni di questo anno»

Nell’occasione tutte le messe vespertine della domenica solitamente celebrate nelle chiese diocesane sono sospese per permettere la partecipazione all’inizio del Giubileo a fedeli e sacerdoti.

 

I paramenti del Vescovo Franco

papa giovanni paolo II apertura giubileo 2000Durante la processione e la celebrazione della messa monsignor Agostinelli indosserà dei paramenti sacri dall’alto valore simbolico. Sulle spalle porterà un piviale identico a quello utilizzato da Giovanni Paolo II il giorno dell’apertura del Giubileo del 2000, mentre la casula sarà uguale a quella donata a Papa Francesco il giorno della sua visita a Prato. Sono copie conformi ai doni fatti dall’Unione Industriale Pratese ai Pontefici per due occasioni speciali.

Il piviale, ampia veste liturgica simile a un mantello, usata nelle celebrazioni solenni fuori dalle chiese, fu offerta dagli imprenditori pratesi a nome della città e della diocesi a Papa Wojtyla per officiare il rito di inizio dell’ultimo Anno Santo celebrato quindici anni fa. Suggestiva la scelta e la combinazione dei colori: rosso, blu e oro segno di sacrificio, incarnazione e gloria.

La casula, la veste propria di chi celebra la messa, invece è stata donata a Francesco lo scorso 10 novembre, giorno della sua visita in città. È stata confezionata utilizzando la ricostruzione moderna di un panno del XIV secolo, secondo le indicazioni tecniche contenute nelle carte di Francesco di Marco Datini. I colori sono il rosso scarlatto e il bianco naturale della fibra di lana. L’ornamento della casula è ispirato al crocifisso di San Damiano, caro allo spiritualità francescana.

 

Il calice di Papa Francesco

calice donato da papa francesco alla cattedrale di pratoNon solo i doni di Prato al Papa, durante la celebrazione per l’apertura del Giubileo della Misericordia, verrà utilizzato un regalo che Francesco ha fatto alla cattedrale di Santo Stefano lo scorso 10 novembre. Si tratta di un calice in argento dorato, impreziosito da gemme di coloro rosso. Sia sulla base che sulla parte superiore si notano intarsi con scene di vita di Cristo. Assieme al calice, è stata donata anche una patena (il piatto dove viene posta l’ostia prima di essere consacrata). Poco prima di fermarsi in preghiera nella Cappella del Sacro Cingolo, il Santo Padre ha consegnato al vescovo Agostinelli una teca di pelle nera contenente i due oggetti sacri. Sulla parte superiore della scatola e sotto la base del calice è impresso lo stemma papale di Francesco.

Anche 29 anni fa, il 19 marzo 1986, Giovanni Paolo II donò alla nostra Chiesa un calice da messa in occasione della sua storica visita alla città di Prato.

 

La diretta di Tv Prato

 Processione e messa saranno trasmesse in diretta su Tv Prato, sia sul canale 74 del digitale terrestre, che in streaming sul sito tvprato.it. Il primo collegamento sarà da piazza Santa Maria delle Carceri per la partenza della processione. Le telecamere seguiranno ogni momento di questa speciale giornata, commentata in studio dal direttore Gianni Rossi.

 

Le altre chiese giubilari (e la Dogaia)

Oltre al duomo saranno chiese giubilari per tutto il corso dell’Anno Santo – fino al 20 novembre 2016 – anche la basilica di Santa Maria delle Carceri, intitolata a Maria Madre della Misericordia, e il santuario di Sant’Antonio Maria Pucci a Poggiole di Vernio. Quest’ultimo inizierà il Giubileo domenica 20 dicembre con una messa in programma alle ore 11,30 presieduta da monsignor Agostinelli. La celebrazione sarà preceduta da una processione con partenza dalla casa per i ritiri spirituali intitolata al «curatino di Viareggio», che si trova a Poggiole, a poca distanza dalla chiesa.

Inoltre anche gli altri santuari mariani della diocesi, nel giorno della propria festa, saranno chiese giubilari. E quindi: Santa Maria del Giglio (8 marzo), Santa Maria della Pietà (26 aprile) e Santa Maria del Soccorso (30 aprile).

Su indicazione di Papa Francesco le cappelle delle Case circondariali possono essere chiese del Giubileo, e quindi in Diocesi, in una data ancora da definirsi, la Porta Santa si aprirà anche nel carcere della Dogaia.

 

Come ottenere l’indulgenza

 Come si fa a vivere il Giubileo e a ottenere l’indulgenza? L’invito è a varcare la Porta Santa, del duomo o delle altre chiese giubilari, e una volta entrati recitare il Credo e pregare, come ha spiegato lo stesso Francesco, per le intenzioni che si portano nel cuore per il bene della Chiesa e del mondo intero. Tra le preghiere è suggerita quella scritta dal Papa per il Giubileo. Poi, per ottenere l’indulgenza, occorre seguire le solite condizioni: confessarsi e accostarsi alla celebrazione eucaristica portando nel cuore una riflessione sulla Misericordia.

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Il vescovo Franco Agostinelli in visita agli anziani della Rsa di Narnali

Monsignor Franco Agostinelli è andato in visita alla Rsa di Narnali e al vicino centro diurno per malati di alzheimer. Invitato dal Consorzio Opere di Misericordia, l’ente che ha rilevato la gestione socio assistenziali delle due strutture, il Vescovo di Prato ha incontrato questa mattina, sabato 5 dicembre, ospiti, operatori e personale Asl.

 

Accompagnato dal parroco di Narnali don Bruno Martini, mons. Agostinelli è così tornato nella Rsa dopo i casi di maltrattamento ai degenti, per intrattenersi con gli anziani ricoverati e portare loro gli auguri di Natale.

Dopo la recita di una preghiera e la benedizione impartita a tutti i presenti riuniti nel salone della casa di riposo, il Vescovo ha voluto visitare anche i malati che per motivi di salute non possono alzarsi dal letto. Per tutti c’è stato un saluto unito a un breve colloquio personale.

Papa Francesco risale sull'elicottero

Il Papa ha dato un… passaggio in elicottero al vescovo Franco Agostinelli

«Una grande gioia del cuore». Riassume così, ancora emozionato, il vescovo di Prato Franco Agostinelli l’ora storica vissuta dalla Chiesa e dalla città di Prato questa mattina. Raggiunto da Tv Prato in diretta a Firenze, appena terminato l’incontro in Santa Maria del Fiore del Convegno ecclesiale nazionale, il presule è raggiante per l’incontro vissuto a Prato con il Santo Padre. «Un abbraccio straordinario del Papa alla nostra città – commenta – che la nostra città ha ricambiato con una partecipazione e un affetto corali».

Per Agostinelli l’emozione, se possibile, è stata ancora più grande: prima in città accanto al Pontefice sulla Papamobile, poi di nuovo vicino a lui sull’elicottero verso Firenze. «Purtroppo non c’è stato molto tempo per parlare con il Papa sull’elicottero – ha raccontato il Vescovo – dati i tempi ristretti del tragitto da Prato a Firenze. Io l’ho di nuovo ringraziato per tutto, e gli ho messo in rilievo le caratteristiche di Prato, città del lavoro. Il Pontefice mi ha detto che avrebbe voluto spendere più parole sulla tematica del lavoro, durante il suo discorso, ma non ha potuto a causa delle tempistiche ristrette. Sì, davvero una grande emozione».
Proprio per la partecipazione al Convegno ecclesiale nazionale – che questa mattina con la visita del Papa ha vissuto il suo momento culminante – mons. Agostinelli non si è potuto soffermare a Prato per commentare a caldo con i giornalisti. Anzi, il Santo Padre gli ha dato un… passaggio a bordo dell’elicottero dell’Aeronautica Militare Italiana e così in otto minuti è volato sul capoluogo toscano.

«Adesso sta a noi – ha spiegato il Vescovo – sviluppare quanto ci ha detto il Papa, sta a noi iniziare un vero e proprio percorso a partire dalle riflessioni svolte da Francesco su quelle che sono le tematiche essenziali di tutta la proposta cristiana. Abbiamo vissuto una bella mattinata, ma è nostro compito fare sì che tutto questo non rimanga a livello di una mera emozione».
Infine i ringraziamenti: «Se questa bellissima ora ha visto una straordinaria partecipazione di popolo e una ottima organizzazione, è merito del lavoro di squadra che la Diocesi, il Comune con in testa il sindaco Biffoni e l’assessore delegato Faltoni, tutte le istituzioni, la Questura e le altre Forze dell’Ordine, i volontari hanno saputo realizzare. A tutti va il mio grazie più sincero. Continuiamo a lavorare insieme. Quello che abbiamo realizzato è un “modello” di vita comunitaria che non va abbandonato».