20/03/2025

«Il cielo dentro di noi», tre serate con il teatro di Massimo Luconi

Una iniziativa promossa dalla Diocesi di Prato in occasione del Giubileo

La Passione, la croce e la pace. Tre tematiche in preparazione alla Pasqua 2025, anno giubilare nel quale «speranza» è la parola d’ordine. A proporle, in accordo con la Diocesi di Prato, è il regista teatrale Massimo Luconi attraverso il ciclo «Il cielo dentro di noi», composto tra tre spettacoli evento in altrettante chiese cittadine. Luconi presenta così l’iniziativa: «Il progetto “Il cielo dentro di noi” nasce all’interno di un mio personale lavoro sul rapporto fra teatro, poesia e spiritualità, in un percorso di ricerca fra poesia e musica, tra spettacolo dal vivo e riflessione profonda sui grandi temi del nostro contemporaneo. Dopo quasi 50 anni di teatro – prosegue il regista – mi piace, quando è possibile, riservarmi uno spazio al di là dei grandi allestimenti e dei teatri, per il silenzio della parola e la riflessione profonda attraverso l’emozione del flusso poetico. Insieme ad alcuni interpreti, con cui ho lavorato spesso negli ultimi anni, svilupperemo un percorso di ricerca sulla vocalità, tra musicalità pura e attenzione alla drammaturgia».
Quello che viene proposto è un ritorno, in chiave artistica, alla sacralità, in una religione, dove l’uomo è di nuovo al centro, sacerdote e iniziato, spettatore e protagonista, in uno spazio dove ognuno coltiva la propria libertà. Luconi fa propria la massima di Peter Brook, uno dei grandi maestri del teatro contemporaneo: «Il teatro è un alleato esterno del cammino spirituale ed esiste per offrire bagliori, inevitabilmente brevi, di un mondo invisibile che permea quello di tutti i giorni ed è normalmente ignorato dai nostri sensi». Tutte le serate sono a ingresso libero.

 

Sabato 22 marzo, ore 21, chiesa di San Fabiano in Seminario. La Passione di Charles Peguy, partitura per voce e musica con Laura Cravedi (voce recitante), Maria Elena Romanazzi (canto); musiche originali live di Mirio Cosottini.
Charles Péguy (1873-1914), scrittore originale e prolifico è uno dei più innovativi pensatori cristiani tra Ottocento e Novecento. Si è schierato apertamente contro le falsità della politica, la presunzione della scienza, contro il vuoto del «mondo moderno». Ha speso la vita nel mettere al centro l’uomo, con i suoi dolori, miserie e speranze, donando così una linfa nuova tanto al socialismo della giovinezza quanto alla fede della maturità; per questo, è stato spesso isolato come un diverso dal contesto intellettuale francese del primo novecento. La passione è componimento poetico dove tutta l’arte e la teologia di Péguy sfocia in preghiera. La sua è una poesia che diventa una forma di mantra spirituale che richiama le preghiere del primo cristianesimo e con la sua forma avvolgente entra nella profonda dimensione dell’uomo moderno.

 

Sabato 29 marzo, ore 21, chiesa di Santa Maria della Pietà. Poema della croce di Alda Merini, drammaturgia sonora con musiche originali dal vivo di Mirio Cosottini. Con Fernando Maraghini e Vincenza Pastore (voci) e Flo al canto.
La poesia di Alda Merini, nelle parole di Maria, riesce a far coesistere lo smarrimento presente, il ricordo dell’innocenza passata e la dolorosa consapevolezza dell’avvenire. Maria è, nel medesimo tempo, se stessa, la ragazzina che era e la madre di Dio che sarà. Alda Merini è una delle voci più intense e più amate della poesia italiana contemporanea, in questo poemetto fra prosa e poesia, fa parlare una Madonna umanissima e semplice, una donna giovane e madre, stupita e umanamente colpita di fronte alla grandezza del suo ruolo e al dramma della crocifissione.

 

Sabato 5 aprile, ore 21, chiesa di San Bartolomeo in piazza Mercatale. Preghiera per la pace, concerto recital dall’opera di Leopold Sedar Senghor, con Mirio Cosottini (piano, tromba), Dialy Mady Cissoko (kora) e Papi Thiam (percussioni, canto); Fernando Maraghini (voce recitante).
Attraverso la musica e con la parola poetica di Senghor ed altri poeti africani di lingua francese, si entra nel mondo della negritudine, delle tradizioni ancestrali, ma anche nei fermenti e nelle speranze deluse del grande continente africano. Un’Africa poetica e forte, colta e raffinata, diversa da quella stereotipata del folklore o dei drammi a cui è abituato il nostro immaginario occidentale.
Un percorso narrativo che è un incontro di culture musicali, con alcuni dei migliori musicisti jazz e africani presenti sulla scena italiana, che fondendo insieme strumenti normalmente non abituati a convivere, unisce la profonda tradizione africana e gli influssi moderni della cultura jazz europea.

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