26/09/2025

Migranti missionari di speranza, in San Domenico la festa dei popoli

Domenica 5 ottobre Messa internazionale presieduta dal vescovo Giovanni

«Migranti, missionari di speranza». Papa Leone ha intitolato così la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato. «In un mondo oscurato da guerre e ingiustizie, anche lì dove tutto sembra perduto, i migranti e i rifugiati si ergono a messaggeri di speranza. Il loro coraggio e la loro tenacia è testimonianza eroica di una fede che vede oltre quello che i nostri occhi possono vedere e che dona loro la forza di sfidare la morte nelle diverse rotte migratorie contemporanee», scrive il Pontefice nel suo messaggio.
Il predecessore di Leone, papa Francesco, aveva stabilito che il Giubileo dei migranti fosse celebrato insieme a quello del mondo missionario. L’evento si terrà a Roma sabato 4 e domenica 5 ottobre, due giorni di incontri, festa e spiritualità, alla presenza del Santo Padre.

 

La Chiesa pratese, da sempre impegnata nella pastorale dei migranti, ha deciso di celebrare la ricorrenza con una messa internazionale in programma domenica 5 ottobre nella chiesa di San Domenico alle ore 9,30. Poi un rinfresco etnico organizzato nel chiostro creerà un momento di conoscenza reciproca e di scambio fraterno.
«Accogliendo l’invito di papa Leone di essere ponti e non muri per quelli che si rifugiano in diversi paesi pregheremo per tutti I migranti e rifugiati che hanno lasciato la loro terra con una Speranza per un future Migliore», spiega don Gabriele Bejenaru, direttore dell’Ufficio diocesano migrantes. «Quella dei migranti e dei rifugiati è dunque una presenza che, come si legge nel Messaggio del Santo Padre, va riconosciuta e apprezzata “come una vera benedizione divina, un’occasione per aprirsi alla grazia di Dio che dona nuova energia e speranza alla sua Chiesa”», aggiunge don Gabriele.

 

Alla messa di domenica 5 ottobre partecipano le comunità cattoliche straniere con i loro cappellani. Hanno confermato la presenza: rumeni, cinesi, nigeriani, ucraini, pakistani, filippini, albanesi, cingalesi. A presiedere la celebrazione è il vescovo Giovanni Nerbini. L’invito a partecipare è esteso a tutte le persone interessate. «Nessuno nasce rifugiato, ogni uomo merita dei nuovi orizzonti e non delle frontiere», conclude don Gabriele Bejenaru.

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