
«Ministeri e cura della vita in una chiesa sinodale». È il titolo della seconda serata del Convegno pastorale diocesano, in programma lunedì 6 ottobre alle ore 21 in San Domenico. Il tema sarà sviluppato da Vincenzo Rosito, direttore degli studi e membro dell’equipe di presidenza del pontificio istituto teologico Giovanni Paolo II per le scienze del matrimonio e della famiglia.
La relazione di Rosito fa seguito all’intervento del vescovo Giovanni, «Scendi, devo fermarmi a casa tua», pronunciato alla prima serata del Convegno, e caratterizzato da un richiamo forte al valore della comunione e della fraternità nei confronti di chi è solo. Questa indicazione si inserisce nell’obiettivo più ampio lanciato lo scorso anno: una assunzione sempre più piena del battesimo, fonte di una molteplice ministerialità, per vivere una Chiesa in uscita, un farsi prossimo, un fermarsi a casa del fratello e prendersene cura.
«È in continuità con quanto proposto dal Vescovo che si pone l’apporto del professor Rosito, all’insegna, appunto, della ministerialità, della cura della vita, in una Chiesa sinodale, condividendo con noi riflessioni che il relatore va sviluppando da tempo», dice Angela Tonini, direttrice dell’Ufficio diocesano per i ministeri.
«Fra le principali aree di ricerca del docente – prosegue Tonini – troviamo una attenzione alle trasformazioni sociali, ai processi sinodali in atto nella Chiesa, con particolare riferimento al discernimento comunitario, alle forme del “noi”, ad una “prossimità in cammino”. Alle comunità cristiane spetta ancora un compito fedele: non cedere a rivendicazioni possessive ed escludenti, ma assumere il calore dei compagni di umanità e la forma della prossimità in cammino».
Un’altra area di ricerca che caratterizza il professor Rosito è un approccio interdisciplinare alla famiglia come luogo di apprendimento, in una prospettiva di «apprendimento con le famiglie», come attesta una recente pubblicazione: Famiglia e apprendimento sociale, Studium 2025.