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Il Vescovo Giovanni agli anziani e ai malati: «Non siete soli, fidatevi del Signore!»

Con l’approssimarsi della Settimana Santa il vescovo di Prato Giovanni Nerbini ha scritto un messaggio di saluto e vicinanza rivolto agli anziani e ai malati. Oltre al testo che riportiamo di seguito sotto c’è anche la versione video.

 
Carissimi fratelli e sorelle, mi rivolgo a voi che raccomando quotidianamente al Signore nella celebrazione della Santa Messa e nelle mie preghiere personali, in questo momento difficile nel quale, le pesanti limitazioni imposteci dalla pandemia provocata dal coronavirus, rendono ancora più gravosa la vostra condizione privandovi spesso dei già ridotti contatti umani necessari ed accrescendo non poco i disagi. Quello che spesso rappresentava in molti casi l’unico elemento di consolazione e di conforto, cioè la visita del parroco o del ministro straordinario della comunione con i sacramenti della Riconciliazione e della SS. Eucarestia, è venuto a mancare non per pigrizia e neanche per paura dei sacerdoti i quali avrebbero desiderato continuare il loro servizio abituale presso le vostre case (non pochi avevano deciso di continuare anche la benedizione delle famiglie), ma a causa del pressante appello prima, e del divieto assoluto da parte dell’autorità civile poi, a muoversi e frequentare le case delle persone più fragili o malate onde evitare contagi che potevano rivelarsi fatali.

 

Carissimi, in occasione delle prossime feste della Santa Pasqua vi auguro ogni bene materiale e spirituale, per tutta la vostra persona. Non avrete la possibilità di prendere parte alle celebrazioni dal vivo per i motivi che abbiamo detto ma troverete alla Tv molte offerte che vi aiuteranno a sentirvi uniti a tutta la Chiesa universale partecipi del mistero pasquale di Cristo e Lui presente nella vostra vita e nelle vostre prove. Fidatevi di Lui ed a Lui affidatevi.

 

Nello scrivere ai sacerdoti raccoglievo la sofferenza dei fedeli privati della via Crucis la sera del venerdì Santo e citavo una esperienza della mia vita che offro anche a voi. In un pellegrinaggio fatto in Polonia qualche anno fa, ho avuto modo di visitare la cella dove il cardinale Wyszynski, arcivescovo di Varsavia, fu segregato dal partito comunista polacco dal 1953 al 1956. Sull’intonaco della parete della stanza c’erano scalfite delle piccole croci. Si legge nel suo diario: «Oggi ho ’fatto’ la Via Crucis, scrivendo con una matita i nomi delle stazioni della Passione del Signore sul muro e segnandole con una croce». Pensate a che modo semplice, povero, artigianale di pregare, ma certamente straordinario e di grande intensità che Dio avrà accolto ed ascoltato forse più di preghiere rivoltegli in condizioni molto più favorevoli.

 

Carissimi, vi saluto con affetto, vi benedico e affido alle cure materne di Maria che abbiamo festeggiato nel ricordo dell’Annunciazione. Buona Pasqua.

 

 

+ Giovanni Nerbini
Vescovo di Prato

Il sacro cingolo (foto Anita Scianò)

Coronavirus, Ostensione straordinaria e a porte chiuse del Sacro Cingolo alla sera della festa di San Giuseppe in diretta TV

La Chiesa di Prato affiderà tutta la città alla protezione del Sacro Cingolo della Madonna, la reliquia simbolo religioso e civile della comunità. Giovedì 19 marzo, solennità di San Giuseppe – custode della Sacra Famiglia e della Chiesa universale – il Vescovo Giovanni Nerbini officerà una Ostensione straordinaria della Sacra Cintola. Per la prima volta – almeno a memoria d’uomo – il rito avverrà a porte chiuse, all’interno della basilica cattedrale di Santo Stefano, in ottemperanza alle direttive governative per il contenimento della diffusione del Coronavirus. La diretta di Tv Prato (canale 74 digitale e in streaming tvprato.it), permetterà a tutti, seppur a distanza, di seguire questa straordinaria supplica alla Madonna cara ai pratesi, che da sempre la invocano sotto il titolo “del Sacro Cingolo”.

 

Accanto al Vescovo, tra le poche persone ammesse in duomo, ci sarà il sindaco di Prato Matteo Biffoni: la reliquia, infatti, a partire dalla fine del XIV secolo, è proprietà condivisa della Chiesa e della Città.

 

L’Ostensione straordinaria avverrà in concomitanza con la “Preghiera per il Paese”, indetta proprio per la festa di San Giuseppe dalla Cei. Tutti gli italiani sono invitati, alle ore 21 di quel giorno, ad esporre una candela alla finestra o un drappo bianco e a unirsi in preghiera con la recita del Rosario.

 

Sarà l’occasione per tornare a recitare un’antica preghiera, tanto cara alle persone più anziane, scritta da Papa Leone XIII: «A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio, insieme con quello della tua santissima Sposa».

L’Ostensione del Sacro Cingolo avverrà al termine della recita del Rosario, guidato anch’esso dal Vescovo mons. Nerbini.

 

Il presule, celebrando la Messa in cattedrale nei giorni scorsi, aveva ancora una volta invocato la protezione della Madonna su Prato che da secoli si definisce «Città di Maria». Ieri, poi, Nerbini aveva inviato un video-messaggio ai sacerdoti e ai diaconi pratesi per esprimere la sua vicinanza di padre e pastore e per invitarli a fare ricorso alle nuove tecnologie e anche al telefono per star vicino alla gente, particolarmente agli anziani e ai malati. Nell’occasione il Vescovo invita i sacerdoti a favorire le confessioni – nelle forme consentite dalla normativa in vigore, quindi in ambienti adatti – affiggendo fuori dalle chiese gli orari in cui si rendono disponibili a ricevere i fedeli.

 

I sacerdoti, intanto, continuano a celebrare le Messe quotidiani senza il popolo. Le chiese restano aperte per la preghiera personale. In cattedrale, ogni mattina, dalle 8 alle 12, viene esposto il Santissimo Sacramento.

 

I pratesi possono comunque unirsi in preghiera, ogni giorno, grazie all’iniziativa voluta dalla Diocesi in collaborazione con Tv Prato: alle 8, ogni mattina, sul canale 74, va in onda la Messa che Papa Francesco celebra a Casa Santa Marta in Vaticano; alle 17,30 la recita del Rosario e la Messa in diretta dal Duomo di Prato. Nei giorni scorsi è stato don Gino Calamai, viceparroco della cattedrale, a celebrare; la prossima settimana si avvicenderanno mons. Carlo Stancari, arciprete della Basilica di Santa Maria delle Carceri e don Luca Rosati, parroco di San Pietro e della Visitazione a Galciana.

Un messaggio dal vescovo Nerbini a tutti i sacerdoti: “Usate le nuove tecnologie e il telefono per stare vicino ai malati e agli anziani”

Nel terzo venerdì di Quaresima, il primo da quando sono entrate in vigore le drastiche disposizioni del Governo per contrastare la diffusione del Coronavirus in tutta Italia, il vescovo Giovanni ha voluto rivolgere a tutti i sacerdoti pratesi un video-messaggio attraverso il quale li esorta a non far mancare la loro vicinanza ai malati e agli anziani. “Fate ricorso alle nuove tecnologie e anche al telefono per star loro vicino” dice monsignor Nerbini, che invita i sacerdoti a favorire le confessioni – nelle forme consentite dalla normativa in vigore, quindi in ambienti adatti – affiggendo fuori dalle chiese gli orari in cui si rendono disponibili a ricevere i fedeli. Il presule ha invitato, infine, a pregare in questo momento difficile per Papa Francesco, che proprio oggi festeggia il settimo anniversario al soglio di Pietro.

 

I sacerdoti celebrano ogni giorno la messa senza il popolo. Le nuove disposizioni della diocesi di Prato

«L’aggravarsi della situazione sanitaria nel nostro paese ci impone nuove restrizioni che tutti avete sentito in diretta ieri sera. Queste novità impongono ad ogni cristiano e in modo del tutto particolare a noi pastori di essere vicini ad ogni fratello soprattutto con la nostra preghiera e con la celebrazione dell’Eucarestia, seppur senza popolo». Lo scrive il Vescovo di Prato mons. Giovanni Nerbini inviando ai sacerdoti diocesani le nuove disposizioni, che fanno seguito alle decisioni che la Conferenza Episcopale Toscana ha ieri assunto e al Decreto del Presidente del Consiglio entrato stamattina in vigore.

Come scrive mons. Nerbini, le Messe continuano ad essere sospese con la partecipazione della gente, ma ogni sacerdote celebra quotidianamente l’Eucaristia per il popolo, pregando anche per la salute di tutti, i malati, le autorità civili e gli operatori sanitari e quanti sono gravati da maggiori responsabilità collettive.

 

 

Di seguito alcune determinazioni che in parte modificano quanto comunicato in data 8 marzo 2020:

 

I vescovi ricordano che i sacerdoti sono invitati a celebrare l’Eucarestia senza la partecipazione del popolo: ad essa tutti i fedeli posso unirsi spiritualmente. Per questo il suono delle campane ricorderà a tutti il momento della celebrazione e della preghiera.

 

La situazione che si è determinata richiede anche alle comunità cristiane il ricorso alla fantasia pastorale, ad esempio attraverso l’uso dei nuovi mezzi di comunicazione con i quali si può continuare la cura della vita spirituale dei nostri fedeli tramite l’invio di preghiere, Via crucis, commenti spirituali e quant’altro.

A tal proposito si ricorda che ogni giorno alle ore 17.30 è teletrasmessa su Tv Prato la recita del S. Rosario e alle ore 18.00 la S. Messa dalla basilica cattedrale, come ogni venerdì la Via Crucis (ore 21,20).

 

Per quanto riguarda le esequie, contrariamente a quanto comunicato, sono vietate le celebrazioni con l’Eucaristia in Chiesa: ci si limiti alla benedizione della salma  seguendo il «rito dell’ultima  raccomandazione e commiato» o presso l’abitazione del defunto, o presso le cappelle del Commiato o direttamente al cimitero.

 

Sono definitivamente annullate tutte le benedizioni delle famiglie previste in questo periodo, anche a seguito di reclami presentati presso le autorità civili.

Coronavirus: l’impegno della Diocesi per promuovere la partecipazione spirituale alla liturgia tramite Messa, Rosario e Via Crucis in diretta su Tv Prato

Una serie di dirette per consentire a tutti i telespettatori di coltivare la fede e partecipare a distanza alle celebrazioni liturgiche in questo tempo di Quaresima: è il nuovo programma messo in campo dalla Diocesi di Prato in collaborazione con Tv Prato, per venire incontro alle esigenze dei fedeli, in settimane di forti restrizioni stabilite dal Governo per fronteggiare il contagio da Coronavirus.

Come le altre diocesi in Italia, anche la Chiesa di Prato ha sospeso la celebrazione pubblica delle messe: le chiese restano, al momento, aperte per consentire la preghiera ma i sacerdoti continueranno a celebrare messa a porte chiuse, senza la partecipazione diretta dei cittadini. La Diocesi, in collaborazione con l’emittente televisiva cittadina, ha così approntato un servizio pensato per stare vicino alla gente in un momento di difficoltà e di smarrimento.

Questo il calendario delle dirette, che saranno visibili sul canale 74 del digitale terrestre o in streaming su tvprato.it:

  • tutti i pomeriggi, alle 17,30, recita del rosario e messa, in diretta dal Duomo;
  • tutti i venerdì, alle 21,20, Via Crucis da una delle chiese della Diocesi pratese;
  • tutti i sabati, come di consueto, alle 18, messa prefestiva in diretta dal Duomo di Prato;
  • tutte le domeniche, alle 10,30, messa domenicale trasmessa da una delle parrocchie della Diocesi di Prato.

A queste dirette si aggiunge, ogni giorno alle 7, la Messa celebrata da Papa Francesco, che Tv Prato trasmette, da questa mattina, in diretta da Casa Santa Marta in Vaticano.

Le dirette resteranno valide fino a diversa comunicazione.

Proprio nella giornata di ieri, il vescovo di Prato, monsignor Giovanni Nerbini, ha celebrato la messa in Duomo a porte chiuse: l’intera cerimonia è stata trasmessa in diretta da Tv Prato. Monsignor Nerbini ha esortato tutti ad avere fiducia nel Signore: «La parola di Dio sia in nostro farmaco contro lo sconforto, la paura e la solitudine», ha detto Nerbini.

Coronavirus, il vescovo Giovanni: «la Parola di Dio sia il nostro farmaco contro paure e solitudine»

 

In cattedrale vuota e a porte chiuse il vescovo Giovanni Nerbini ha celebrato la messa domenicale davanti alle telecamere di Tv Prato per poter entrare nelle case dei pratesi in questo momento così difficile legato all’emergenza del coronavirus. «La Parola di Dio sia il nostro farmaco contro lo sconforto, la paura e la solitudine» ha detto monsignor Nerbini nell’omelia.

 

«Nessuno iniziando questa Quaresima 2020 – ha osservato il Vescovo – avrebbe immaginato come in pochi giorni l’intero nostro mondo avrebbe subìto uno stravolgimento tanto rilevante da costringerci a rinunciare ai nostri incontri eucaristici domenicali». Questa mattina infatti la Chiesa di Prato, come le altre diocesi in Italia, ha sospeso la celebrazione delle messe con effetto immediato in ottemperanza a quanto stabilito dal decreto emanato dal Governo nel corso della notte. E così monsignor Nerbini ha voluto presiedere la celebrazione dell’Eucarestia «in maniera del tutto singolare per mezzo di Tv Prato perché del tutto eccezionale è il momento che stiamo vivendo». E poi ha aggiunto: «In un attimo sono crollate tutte le sicurezze e illusioni che reggevano le nostre esistenze. Ciò che non abbiamo assolutamente perso è la presenza, l’amicizia, il sostegno, la vita del Signore nostro Gesù Cristo che è e rimane in mezzo a noi». La voce del Vescovo è risuonata anche in piazza Duomo attraverso gli altoparlanti della cattedrale. Non pochi si sono radunati davanti alla portone chiuso di Santo Stefano per ascoltare in silenzio la celebrazione della messa.

 

Monsignor Nerbini ha suggerito di cogliere «questa forzata penitenza» come momento propizio per «riscoprire il cammino che Dio ci mostra, lasciando così tutte le false, illusorie sicurezze». Da qui l’invito a «intensificare la preghiera». Il Vescovo ha anche sottolineato come in questo tempo, pur non essendoci celebrazioni, «le chiese rimarranno aperte più del solito» e per questo è possibile «fermarci in adorazione silenziosa davanti all’Eucarestia». Poi ha chiesto «riprendere la recita del rosario in famiglia» per ritrovare «la pace perduta». Ma soprattutto monsignor Nerbini ha chiesto ai fedeli di riprendere «costantemente in mano» la Parola di Dio: «meditiamola attentamente e vi troveremo tutto quello di cui abbiamo bisogno, non solo per i momenti di crisi come questo, ma per ogni evenienza della vita».

Nella preghiera dei fedeli monsignor Nerbini ha voluto dedicare una intenzione ai governanti, «perché sappiano scegliere con responsabilità», e una al personale ospedaliero, medici e sanitari affinché «sappiano spendersi generosamente e sentano il sostegno di tutti».

All’inizio e alla fine della celebrazione il vescovo Nerbini ha voluto abbracciare idealmente tutti i fedeli ma in particolare gli anziani e gli ammalati chiedendo per loro, la città e il mondo intero: «sicurezza, salute, fede e amore».

 

Monsignor Nerbini si è fatto anche interprete delle raccomandazioni prescritte dalla autorità civile «per gli anziani e le persone di salute cagionevole a non frequentare luoghi pubblici e a rimanere, per quanto è possibile, nelle loro abitazioni e a non affollare in maniera ingiustificata gli ospedali che già portano il peso di questa situazione».

Coronavirus: La Diocesi di Prato sospende il catechismo dei ragazzi. Le disposizioni dei Vescovi toscani

Anche la Diocesi di Prato interrompe, per lo stesso periodo di sospensione delle attività scolastiche, il catechismo dei ragazzi. Lo stabilisce la Conferenza Episcopale Toscana in un comunicato che diramiamo a livello locale.


Di seguito il testo integrale.


I Vescovi delle Diocesi della Toscana invitano a ottemperare a quanto la Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana ha indicato in data odierna circa la vita liturgica e pastorale delle comunità, a seguito delle misure contenute nel nuovo decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri per arginare il rischio del contagio del coronavirus, le cui norme vanno accolte come contributo al bene comune e alla serena convivenza sociale.

Alle luce delle norme governative e delle indicazioni della CEI, mentre prendono atto della “possibilità di celebrare la Santa Messa, come di promuovere gli appuntamenti di preghiera che caratterizzano il tempo della Quaresima”, i Vescovi della Toscana – in una prospettiva prudenziale, in quanto nella regione al momento la situazione sanitaria non sembra presentare quei caratteri di gravità che si riscontrano in altri territori – dispongono, fino a quando rimarrà in vigore il decreto governativo, le seguenti specifiche misure precauzionali, che si aggiungono a quelle indicate nei giorni scorsi, che parroci, operatori pastorali e fedeli sono invitati a rispettare scrupolosamente:


–        i riti liturgici siano celebrati attenendosi a quanto specificano le disposizioni governative circa la distanza tra le persone presenti, al fine di evitare l’affollamento, prendendo gli opportuni provvedimenti perché questo sia possibile;

–        si ricorda anche che dal precetto di partecipare alla Messa festiva sono dispensati quanti ne siano impediti per grave causa, quale è la malattia e, nella presente circostanza, la condizione degli anziani che possono più facilmente subire la diffusione del virus;

–        si sospendano gli incontri di catechesi fin quando rimanga in vigore quanto disposto dal decreto governativo circa la sospensione dell’attività scolastica;

–        nelle attività formative, pastorali, caritative o di natura sociale, che si svolgono nelle parrocchie, negli oratori, negli istituti e nelle aggregazioni, si seguano fedelmente le disposizioni del decreto governativo circa le situazioni in cui si verifica il convenire di più persone, evitando gli affollamenti che annullano le dovute distanze tra le persone;

–        si invita a sospendere la benedizione delle famiglie fino alla cessazione dell’emergenza sanitaria;

–        si raccomanda la massima attenzione al rispetto della distanza tra le persone e in genere delle misure igienico-sanitarie descritte nell’allegato al decreto governativo, in particolare in occasione delle Confessioni e della Comunione ai malati;

–        anche negli ambienti delle attività pastorali è bene mettere a disposizione le soluzioni idroalcoliche per la pulizia delle mani;

–        si invitano le parrocchie, gli istituiti religiosi e le aggregazioni laicali a limitarsi alle attività liturgiche e pastorali ordinarie, rinviando ad altri tempi quelle straordinarie; in ogni caso si ribadisce che dovranno essere attentamente osservate le disposizioni circa le distanze da mantenere fra le persone; in questo contesto si reputa doveroso sospendere anche i pellegrinaggi.


Queste disposizioni si aggiungono a quelle date giorni fa ai parroci delle chiese toscane:


–        tenere vuote le acquasantiere;

–        omettere il gesto dello scambio della pace nelle celebrazioni liturgiche;

–        distribuire la Santa Comunione esclusivamente sulla mano;

–        prendere precauzioni durante le Confessioni auricolari e in contesti di contatti personali.

I Vescovi rinnovano la vicinanza a quanti, malati e persone loro prossime, soffrono a causa dell’epidemia, come pure a quanti sono impegnati a contrastarla a livello sanitario o a prendere decisioni per affrontare la situazione nella vita sociale. Smarrimento e paura non devono spingere a una sterile chiusura; questo è il tempo in cui ritrovare motivi di realismo, di fiducia e di speranza, che consentano di affrontare insieme la difficile situazione. I Vescovi rinnovano l’invito alla preghiera, per invocare dalla Misericordia divina il conforto del cuore e la liberazione dal male: «Dio onnipotente e misericordioso, guarda la nostra dolorosa condizione: conforta i tuoi figli e apri i nostri cuori alla speranza, perché sentiamo in mezzo a noi la tua presenza di Padre» (Messale Romano).


5 marzo 2020

I Vescovi delle Diocesi della Toscana


15.2020

Presunti abusi sessuali nella ex comunità dei Discepoli dell’Annunciazione, il dolore del vescovo Nerbini: «piena fiducia nella magistratura»

Il Vescovo di Prato mons. Giovanni Nerbini, di fronte alla diffusione della notizia di avvisi di garanzia che la Procura di Prato ha inviato ad alcuni membri – attuali e passati, sacerdoti e non – dell’ex Associazione pubblica di fedeli «Discepoli dell’Annunciazione», esprime piena fiducia nella Magistratura e continua a offre agli Inquirenti la fattiva collaborazione della Diocesi.

 

Le ipotesi di reato sono gravissime e addolorano l’intera comunità diocesana pratese. «Non nascondo il mio dolore e la mia viva preoccupazione e vorrei sperare che gli addebiti mossi non risultino veri, ma voglio chiaramente dire – afferma mons. Nerbini – che il primo interesse che la Chiesa di Prato ha è quello della ricerca della verità. Per questo auspico che la Magistratura, nell’interesse di tutti, possa portare quanto prima a termine le indagini».

 

La vicenda aveva avuto inizio nel giugno dello scorso anno quando all’allora vescovo di Prato Franco Agostinelli era stata presentata una denuncia da parte di un giovane il quale raccontava che diversi anni prima – all’epoca lui era minorenne – aveva subìto abusi sessuali e psicologici all’interno della comunità in questione. Della notizia il Vescovo aveva dato immediatamente comunicazione alla Congregazione per la Dottrina della Fede, la quale nel settembre scorso aveva disposto la celebrazione di un processo amministrativo penale.

 

Il Vescovo attuale aveva così immediatamente provveduto all’apertura di tale procedimento – tuttora in corso – secondo le norme del Diritto canonico. Senza attenderne le conclusioni, il Vescovo diocesano si era recato lo scorso dicembre, di propria spontanea iniziativa presso la Procura della Repubblica di Prato.

 

Fin da subito il Vescovo aveva accolto e ascoltato il denunciante.

 

Poche settimane fa la Diocesi aveva dato notizia della soppressione, voluta dalla Santa Sede, dell’associazione di fedeli «Discepoli dell’Annunciazione»: questo provvedimento, assunto dalla Congregazione vaticana per la vita religiosa prima e indipendentemente dell’avvio del procedimento penale canonico e delle indagini da parte della Procura pratese, è basato – come già reso noto – su gravi mancanze riguardanti il carisma e lo svolgimento della vita religiosa all’interno della comunità, oltre che dal venir meno degli aderenti.

 

 

 

 

Il vescovo Giovanni Nerbini chiede a tutto il presbiterio diocesano e alle comunità religiose che le messe di oggi pomeriggio, mercoledì 29 gennaio, di domani, giovedì 30 gennaio, e di venerdì 31 gennaio possano essere applicate, oltre che al suffragio dei defunti, per la nostra chiesa Diocesana in questo momento di particolare difficoltà.

La Santa Sede scioglie i Discepoli dell’Annunciazione, comunità religiosa con sede nella Diocesi di Prato

La Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata della Santa Sede ha comunicato lunedì 16 dicembre, con una lettera inviata al Vescovo mons. Giovanni Nerbini, di aver soppresso l’Associazione pubblica di fedeli «Discepoli dell’Annunciazione», che ha la propria sede principale a Prato.

 

Si tratta di una comunità religiosa, fondata dieci anni fa da don Giglio Gilioli, sacerdote veronese trasferitosi nella nostra diocesi qualche anno prima. Particolarmente dedita alla spiritualità mariana – da qui la denominazione – la comunità aveva raccolto diversi giovani, provenienti da varie parti del mondo, intenzionati a diventare sacerdoti religiosi. Riconosciuta, dal punto di vista del Diritto canonico, come «associazione pubblica di fedeli» nel 2010, aveva mostrato diverse criticità, non riuscendo a radicarsi né per quanto riguarda la messa a punto del carisma originario né per la struttura comunitaria né per il numero degli aderenti: infatti, in questi anni, molti membri dell’associazione sono usciti: alcuni hanno abbandonato la vita religiosa, altri hanno chiesto di diventare sacerdoti della Diocesi di Prato. Per questi motivi già nel 2013 la Diocesi di Prato aveva disposto una verifica ufficiale – si chiama «Visita canonica» – a cui ne era seguita un’altra nel 2018, voluta direttamente dalla Santa Sede.

 

Così, al fronte del perdurare delle inadempienze suddette e del numero ormai esiguo di aderenti, la Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata ha disposto lo scioglimento dell’associazione. In particolare la detta Congregazione elenca nelle motivazioni: limiti nel reclutamento e nella formazione dei membri, la non adeguata distinzione tra foro interno e foro esterno – vale a dire la separazione tra l’ambito della coscienza, spettante al confessore, e quello della disciplina, di pertinenza del superiore religioso – e deficienze nell’esercizio dell’autorità. Il documento spiega: «Persistendo le medesime criticità acuite da un ulteriore riduzione numerica, da atteggiamenti di diffidenza e di distacco nei confronti dell’autorità diocesana e da forti perplessità sullo stile di governo del fondatore e sulla sua idoneità nel ricoprire tale ruolo», decreta, con effetto immediato, lo scioglimento dell’associazione pubblica di fedeli «Discepoli dell’Annunciazione».

Ostensione e patrono: le tradizioni pratesi per Natale e Santo Stefano

Primo Natale e primo Santo Stefano per il vescovo Giovanni a Prato. Col Natale torna il rito dell’Ostensione: mercoledì 25 dicembre dopo il canto dei vespri la Sacra Cintola sarà mostrata alla venerazione dei fedeli. Un’altra tradizione, più recente ma dal grande significato, è la celebrazione della prima messa del giorno nel carcere della Dogaia per i detenuti da parte del Vescovo. Il 26 dicembre invece è il giorno del patrono della città e della diocesi e in duomo si celebra il solenne pontificale con l’annuncio dei vincitori della decima edizione del Premio Santo Stefano. Ma andiamo con ordine. Di seguito segnaliamo i vari appuntamenti in cattedrale nei prossimi giorni.

 
Martedì 24 dicembre. Vigilia di Natale

Ore 18,30: messa della vigilia di Natale; ore 22: Ufficio delle Letture a cui seguirà la messa della Natività. Celebra il vescovo, mons. Giovanni Nerbini.

 
Mercoledì 25 dicembre. S. Natale e Ostensione

Al mattino, alle 8,30, mons. Nerbini sarà al carcere della Dogaia per celebrare la messa di Natale per tutti i detenuti.
In cattedrale messe alle ore 7,30 – 9 – 10,30 – 12 – 19; ore 10,30, Solenne Pontificale celebrato dal Vescovo; ore 16, musiche d’organo, esegue il canonico Marco Pratesi. Alle 17 mons. Nerbini guiderà il canto dei Vespri e al termine officerà l’Ostensione del Sacro Cingolo, all’interno del duomo e dal pulpito di Donatello, per tutti i fedeli della città. A seguire l’Esposizione del «sasso» di Santo Stefano. In processione sarà portato, dalla Cappella del Sacro Cingolo all’altare maggiore, il reliquiario contenente il sasso che la tradizione vuole sia stato uno di quelli con cui fu lapidato il Santo patrono di Prato.

 

Il «sasso» di Santo Stefano

Giovedì 26 dicembre. S. Stefano, Patrono di Prato

Il 26 dicembre la città e la diocesi di Prato festeggiano il patrono Santo Stefano. Alle 10 in cattedrale si tiene il solenne pontificale presieduto dal Vescovo e concelebrato dai sacerdoti diocesani. Partecipano le autorità cittadine e i rappresentanti dei Comuni facenti parte del territorio diocesano e le forze dell’ordine. Presta servizio la Cappella musicale della cattedrale. La celebrazione sarà teletrasmessa in diretta da Tv Prato.
Al termine della messa monsignor Nerbini, a nome del Comitato promotore formato da Diocesi, Comune e Provincia di Prato, Fondazione Cassa di Risparmio e Camera di Commercio, annuncerà i nomi delle aziende vincitrici della decima edizione del premio Santo Stefano per la tenuta del lavoro a Prato. Il riconoscimento, chiamato anche «Stefanino d’oro», viene consegnato a quelle aziende, non solo del comparto tessile, che si sono contraddistinte per «la cultura e l’operosità, capaci di fare impresa in modo etico e rispettoso dei valori del lavoro e della concorrenza», come si legge nello statuto del premio.
Nel pomeriggio, alle 16, musiche d’organo e alle 17 recita dei Vespri Solenni e Reposizione della reliquia di Santo Stefano.

 
Martedì 31 dicembre. Ringraziamento di fine anno

L’ultimo giorno dell’anno è in programma la messa di ringraziamento, al termine della quale è previsto il canto del «Te Deum» e la benedizione eucaristica. La celebrazione, preceduta dal canto dei vespri, è alle 18 in cattedrale presieduta dal Vescovo, tiene l’omelia il canonico teologo mons. Basilio Petrà.

 
Mercoledì 1° gennaio 2020. Maria Madre di Dio. Giornata mondiale della pace

Il primo giorno dell’anno è festa di precetto, in duomo le messe sono alle ore 7,30 – 9 – 10,30 – 12 – 19. Alle ore 17: musiche d’organo sullo strumento antico della Cappella del Sacro Cingolo, esegue il canonico Marco Pratesi. Alle ore 18,30 Vespri solenni e alle 19 messa presieduta da mons. Nerbini con omelia del canonico teologo mons. Basilio Petrà; gli auguri del Vescovo alla città e alla diocesi.