17/10/2025

«Ministeri e cura della vita in una Chiesa sinodale», la relazione del prof. Rosito

Il teologo è intervenuto nella seconda serata del Convegno pastorale diocesano

«È una fortuna vivere in un periodo della Chiesa dove siamo chiamati a imparare cose nuove». Invitato a parlare alla seconda serata del Convegno pastorale diocesano, il teologo Vincenzo Rosito ha sottolineato con enfasi la particolarità del tempo storico che stiamo vivendo come cristiani, «nel processo sinodale siamo degli sperimentatori», e ha definito il nostro essere all’interno del cammino sinodale, del cammino della Chiesa, come un «apprendistato».

 

 

Il tema, indicato dal vescovo Giovanni era «Ministeri e cura della vita in una Chiesa sinodale» per sviluppare l’invito contenuto nel nuovo piano pastorale: «Scendi, devo fermarmi a casa tua». Una sollecitazione, quella di monsignor Nerbini, caratterizzata da un richiamo forte al valore della comunione e della fraternità nei confronti di chi è solo. Il solco è quello tracciato lo scorso anno: un’assunzione sempre più piena del Battesimo, fonte di una molteplice ministerialità, per vivere una Chiesa in uscita, un farsi prossimo, un fermarsi a casa del fratello e prendersene cura. Anche attraverso il percorso di formazione affidato all’Ufficio diocesano per i ministeri guidato ad Angela Tonini.

 

 

Rosito, direttore degli studi e membro dell’equipe di presidenza del pontificio istituto teologico Giovanni Paolo II per le scienze del matrimonio e della famiglia, ha parlato dunque di ministerialità ecclesiale e lo ha fatto riferendosi a gesti quotidiani («l’orizzonte dell’impegno deve essere la vita quotidiana»), gesti processuali («la grande eredità di papa Francesco: non occupare spazi, ma sviluppare processi») e gesti di cura, come capacità di trasformare il mondo.

 

 

Qui è possibile scaricare il testo contenente la relazione del professor Rosito tenuta lunedì 6 ottobre in San Domenico

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