Convegno pastorale diocesano, le indicazioni per la Chiesa di Prato: «le parrocchie lavorino con sinodalità»

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Martedì 27 settembre 2022, in San Domenico si è tenuto il Convegno diocesano, l’appuntamento che segna l’inizio dell’anno pastorale per la Chiesa di Prato. Dopo l’introduzione del vescovo Giovanni ha preso la parola padre Rizieri Santi, che insieme a un gruppo di lavoro ha redatto un documento nel quale sono indicate le proposte per il nuovo anno. Da quel testo e dalle indicazioni emerse dal Convegno, il vescovo Giovanni ha redatto il documento definitivo che riportiamo di seguito.

 

DIOCESI DI PRATO
PROGETTO PASTORALE PER L’ANNO 2022 – 2023

 

LA SINODALITA’ VICARIALE

 

Il Vescovo, accogliendo la proposta del Consiglio Pastorale Diocesano e i suggerimenti dell’Assemblea Diocesana del 27/09/2022, chiede che in quest’anno pastorale 2022-2023 si continui il cammino sinodale caratterizzato dall’ascolto accogliente e dal camminare insieme.

 

Quest’anno la nostra Chiesa di Prato si impegna in particolare nella sinodalità fra le parrocchie del medesimo vicariato. Il Vicariato non è un’esigenza puramente culturale o sociologica, ma spirituale. La prima testimonianza di novità che può interpellare coloro che ci circondano resta il “Guardate come si amano” (cfr. Atti 2,42). Il piano pastorale di quest’anno intende favorire la testimonianza facendo crescere la comunione fra le persone del vicariato, a tutti i livelli.

 

Gli atteggiamenti di accoglienza, ascolto, dialogo e collaborazione sono la via che ci permette di vivere un’esperienza di “Chiesa in uscita”, cioè di esprimere la nostra comunione e missione. Dobbiamo però onestamente riconoscere che noi che viviamo dentro la comunità ecclesiale spesso siamo i primi che hanno bisogno di essere evangelizzati nel vivere la comunione per divenire poi i primi “in uscita”.

 

Questo piano pastorale intende invitare tutti all’impegno per realizzare alcune scelte specifiche comuni. É evidente che quando si compiono delle scelte, queste non negano la bontà di altre, ma ci permettono di perseguire degli obiettivi onde evitare che l’azione si disperda su molti rivoli, senza portare frutti.

 

La collaborazione vicariale è una scelta pastorale primaria e irrinunciabile. La pandemia e la guerra in Ucraina sono state e sono ancora certamente un tempo di prova. Ma noi cristiani siamo chiamati a coltivare proprio ora l’ottimismo della fede: c’è un mondo che muore, è vero, ma noi sappiamo che è lo Spirito che guida anche la storia di oggi e noi abbiamo il compito di suscitare nuovi percorsi di comunione e di formazione all’umanesimo. L’impegno di collaborazione vicariale può essere una risposta che silenziosamente si impone come segno di novità. Inoltre, è uno sforzo necessario se non vogliamo lasciare indietro le realtà più piccole.

 

Questa scelta pastorale di vivere la sinodalità nel vicariato non intende sobbarcare nessuno di ulteriori impegni e fatiche, piuttosto viene compiuta per camminare meglio, insieme, con maggiore gioia e con risultati migliori.

 

Nel passato, in modi e in tempi diversi si sono già fatti molti tentativi di collaborazione pastorale, spesso con scarsi risultati. Ma non possiamo lasciarci spegnere dalla stanchezza e dal pessimismo; dobbiamo provare, perché oggi noi abbiamo la possibilità di essere profeti di una storia nuova.

 

Con la scelta della sinodalità vicariale non vogliamo neppure cancellare le qualità e le prerogative di nessuno, ma vogliamo vivere e narrare il Vangelo insieme. Le diversità, se condivise, sono una ricchezza. Nelle nostre realtà vi sono tante “buone menti” che possono essere valorizzate a vantaggio di tutti: persone con esperienze significative da condividere e che possono insegnarci cose che non sappiamo, persone con “specializzazioni” che potrebbero divenire patrimonio comune.

 

Il cammino che viene proposto può e deve coinvolgere tutti: clero, religiosi/e e laici; giovani, adulti e anziani; persone impegnate, simpatizzanti e frequentatori occasionali, ‘cercatori di Dio’…, nella certezza che sono le esperienze di scambio e di accoglienza che ci trasformano e ci rinnovano nel profondo. Ci rinnoviamo quando siamo capaci di accogliere l’altro con la novità che egli porta. Anche questo è la “Chiesa in uscita” ed è il cammino da compiere nei nostri vicariati.

 

IN PARTICOLARE, FRA LE TANTE SCELTE POSSIBILI,
VENGONO FATTE QUESTE PROPOSTE:

 

1. Per i laici delle varie parrocchie del Vicariato:
a. Nella fedeltà alle richieste del Sinodo, siamo tutti chiamati a far crescere delle relazioni interpersonali in parrocchia e fra parrocchie. Vanno create e proposte occasioni di incontro fraterno. É importante che tutti prestiamo attenzione all’accoglienza che si vive nelle nostre comunità cristiane.
L’accoglienza ci può rinnovare con linguaggi, domande e segni nuovi.
b. Un’opportunità importante può essere offerta dall’incontrarsi fra parrocchie per approfondire le schede bibliche proposte dalla Diocesi sulla Prima Lettera di Paolo ai Corinti. La Parola di Dio è il mezzo più bello ed efficace per conoscere il cuore di Dio e per fare comunione.
c. Avviare percorsi di vita nuova significa cambiare e rinnovare soprattutto noi stessi, costruire relazioni autentiche (tra preti, tra laici, tra sacerdoti e laici), nella consapevolezza che tutti siamo membra del Signore.

 

2. Per il clero del Vicariato:
a. Vivere la fraternità sacerdotale. Tutti possiamo immaginare quanto sarà bello se i sacerdoti dello stesso vicariato lungo l’anno (mensilmente?) avranno delle mattinate da trascorrere insieme per meditare e condividere la pagina del Vangelo della Domenica successiva, per proporre dei segni liturgici comuni nei tempi liturgici forti, per fare un po’ di Adorazione insieme e per concludere con un pranzo fraterno.
b. In risposta alla difficoltà lamentata da più parti di trovare un confessore disponibile o una guida spirituale, i sacerdoti del vicariato, accordandosi, possono far conoscere alcuni numeri di cellulare con date, orari e luoghi in cui sono disponibili per questi incontri.
c. Condividere la pastorale ordinaria, ad esempio, suddividendosi ambiti e competenze pastorali.

 

3. Per il Consiglio Pastorale Vicariale:
a. É evidente che va costituito in ogni vicariato.
b. Esso è chiamato a riflettere sui bisogni, le potenzialità e le priorità pastorali del Vicariato.
c. Sarà utile la pubblicazione dell’elenco e del calendario delle iniziative più significative delle varie parrocchie, così come dei vari bisogni e servizi presenti in zona (caritativi, culturali, formativi, ricreativi, spirituali…)
d. Il Consiglio Vicariale potrà anche individuale dei ‘facilitatori’ nei vari ambiti pastorali, figure di sostegno che abbiano la capacità di aiutare e stimolare i vari operatori pastorali.
e. Organizzerà la formazione di operatori pastorali a livello vicariale. Molte situazioni pastorali nuove ci interpellano (pastorale giovanile, formazione degli animatori per giovani e adulti, corsi per fidanzati, corsi di preparazione al Battesimo e alla Confermazione degli adulti, pastorale sanitaria, pastorale del lavoro, formazione alla Parola di Dio, incontri per famiglie, pastorale dei separati e divorziati, terza età, extracomunitari…). Ci sentiamo spesso inadeguati, ma non possiamo nemmeno derogare dal nostro servizio. Solo collaborando insieme potremo rispondervi.

 

4. Per la Pastorale Giovanile:
a. Viviamo la fatica di relazionarci con gli adolescenti e i giovani. É indispensabile creare nuove occasioni di contatto. Al di là della possibilità o meno di avere un gruppo giovanile parrocchiale, il Consiglio Pastorale Vicariale può impegnarsi nell’individuare gli animatori, nel proporre momenti aggregativi e formativi comuni, nel favorire l’interscambio di animatori. Anche l’Ufficio per la Pastorale Giovanile offrirà la propria collaborazione.
b. É bene che anche con la pastorale per l’infanzia ci si apra ad una realtà vicariale e non solo parrocchiale, fatta di confronto e di collaborazione.

 

5. Per gli Uffici Pastorali:
a. Anche a loro è rivolto un invito alla sinodalità. É bene che vi sia maggiore coordinamento e collaborazione fra gli Uffici stessi, ma anche che questi si propongano per incontri, dialoghi e collaborazioni con ogni vicariato.

 

Per finire: al di là del buon funzionamento delle strutture, continua ad essere importante la cura per la liturgia, la catechesi, la formazione spirituale, la Parola di Dio…

 

Una proposta trasversale per clero, laici, giovani, consiglio vicariale… : da più parti si è insistito sul valore delle ‘esperienze’ come ‘vettore’ per comunicare all’interno delle nostre comunità e anche con coloro che ne sono lontani o hanno perso i contatti.
Premesso che occorre aprire una riflessione su cosa sia un’autentica esperienza (= un’esperienza che possa gire nel profondo della persona e della comunità), è emersa l’esigenza di un uso più consapevole – e in rapporto alla crescita spirituale – del patrimonio artistico (arte pittorica, musica, ecc.). In questo senso dovremo provare a proporre iniziative, con il contributo di tutti, e soprattutto dovremo coltivare una sensibilità che ci renda più attenti a questi aspetti e possibilità.

 

Qui il documento in formato pdf

 

Padre Rizieri: «La sinodalità tra le parrocchie è una scelta pastorale primaria e irrinunciabile»

 

 

Il vescovo Giovanni: «Guardiamo al futuro con speranza»

 

 

Al Convegno pastorale saranno consegnate anche le nuove schede bibliche preparate da don Gianni Gualtieri, biblista e parroco dei Santi Martiri. Quest’anno il filo conduttore è la prima lettera di San Paolo ai Corinzi, «scelta perché offre moltissimi spunti concreti – dice ancora mons. Nerbini –, nei suoi scritti San Paolo non fa solo teologia, ma parla di situazioni reali della comunità a cui si rivolge». L’invito alle parrocchie, ma anche ai gruppi e ai movimenti, è quello di fare un percorso di formazione utilizzando questo sussidio già pronto e strutturato per essere letto, meditato e approfondito in modo comunitario.

 

le schede bibliche in formato pdf

 

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