IL VESCOVO

S.E. MONS. Giovanni Nerbini

Biografia

LA SACRA CINTOLA

Percorsi di
Preparazione al matrimonio

Diocesi Prato

Diocesi Prato
Giovani in preghiera, primo incontro al Soccorso
«Essere vicini alla gente», bussare alla casa di chi è solo, di chi soffre la solitudine, per portare ascolto e conforto. Il vescovo Giovanni Nerbini chiede ai sacerdoti, ai religiosi e ai laici impegnati nelle parrocchie di Prato di farsi «portatori dell’acqua di speranza» e di comunicare «una esperienza di vita che illumini il quotidiano con tutte le sue fatiche – e a volte tragedie – con la presenza stessa di Cristo». Ieri sera nella chiesa di San Domenico, in centro storico, si è tenuto il Convegno pastorale diocesano, l’appuntamento che segna la ripartenza delle attività della Chiesa pratese dopo la pausa estiva. All’ordine del giorno c’erano le indicazioni di monsignor Nerbini per vivere a livello parrocchiale, ma anche nelle associazioni e nei gruppi della comunità ecclesiale, il nuovo anno pastorale appena iniziato.
Il Vescovo: andate nelle case dove si soffre
Papa Francesco era «una figura forte, vicina, piena di risorse, un punto di riferimento nei momenti di difficoltà». Il vescovo di Prato Giovanni Nerbini condivide un ricordo personale di Bergoglio: l’incontro con lui avvenuto lo scorso anno in occasione della visita ad limina dei vescovi toscani in Vaticano. «Entrammo nella sala dove era già seduto e prima di cominciare ha detto: per chi ha bisogno il bagno è in fondo a destra, l’acqua è là in fondo, esattamente come si fa in casa quando si accoglie un ospite, un amico, quando gli si dicono le cose fondamentali per le quali si possa trovare a suo agio, lui era così, con i grandi e con i piccoli». Mons. Nerbini riprende anche le parole pronunciate da papa Francesco a Prato, il 10 novembre 2015, quando in occasione della sua visita in città invitò i pratesi a «combattere fino in fondo il cancro della corruzione, il cancro dello sfruttamento umano e lavorativo e il veleno dell’illegalità». «Sembrano parole scritte ieri – osserva il Vescovo – e ci chiedono di essere riprese in mano per essere rilette. La realtà pratese ci dice quanto il problema sia grosso e urgente, quelle parole ci restituiscono nuove energie per ricominciare a camminare in maniera nuova rispetto al passato».
Papa Francesco, il ricordo del vescovo Giovanni
La Chiesa di Prato si mobilita per aiutare la popolazione del Myanmar dopo il terribile terremoto che ha colpito e distrutto gran parte del Paese asiatico. Domenica 6 aprile si rinnova l’appuntamento con la Quaresima di Carità, la tradizionale raccolta di offerte nelle parrocchie pratesi per sostenere progetti di solidarietà. Il ricavato sarà utilizzato per far fronte all’emergenza umanitaria in corso attraverso i primi soccorsi a feriti e sfollati coordinati da Caritas Italiana insieme alla rete internazionale della Caritas. «Come credenti vogliamo rispondere alla richiesta d’aiuto che ci arriva dal Myanmar – dice don Enzo Pacini, direttore della Caritas diocesana di Prato – perché ci sentiamo appartenenti a una stessa umanità. Chi lo desidera può partecipare con una offerta raccolta durante le messe celebrate nelle chiese di Prato domenica prossima, oppure può effettuare una donazione tramite bonifico bancario per sostenere quest’opera che certamente richiederà uno sforzo prolungato e comune». Intanto la Cei ha deciso un primo stanziamento di 500mila euro dai fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica. Queste le coordinate bancarie per fare una donazione: IT62 L030 6921 5311 0000 0004 003, intestato a Caritas diocesana Prato, causale: Emergenza Myanmar.
Quaresima di Carità - Appello per il Myanmar
Don Didaco Bessi, per quarant’anni pievano di San Pietro a Iolo e fondatore delle Domenicane di Santa Maria del Rosario, è stato dichiarato venerabile da Papa Francesco. Si tratta di un nuovo passo verso il processo di beatificazione, iniziato con l’inchiesta diocesana aperta nel 2012 e conclusa nel 2016. Il decreto del 24 febbraio 2025 del dicastero per le Cause dei Santi riconosce le virtù eroiche di don Didaco e dunque è venerabile per tutta la Chiesa. Ma cosa significa? Chi era don Didaco? Ne parliamo con suor Marinella Bini delle Domenicane di Iolo, notaio dell’inchiesta diocesana dedicata al fondatore della sua congregazione. Le spoglie mortali di don Didaco riposano nella casa madre in via Saffi a Iolo. Il servizio di Tv Prato.
Don Didaco Bessi dichiarato venerabile
«Ho portato davanti alla Madonna, così come ho fatto la settimana scorsa davanti alla Cappella del Sacro Cingolo, la nostra chiesa diocesana, la nostra città di Prato e tutta la provincia, ho pregato per quelli che sono nella sofferenza, i malati, i carcerati, per quanti si affacciano alla vita con tanti sogni speranze, ma anche con tanti problemi, i nostri sacerdoti, le nostre famiglie e quanti cercano lavoro. Per tutti ho chiesto la stessa fede granitica di Maria, la stessa speranza incrollabile che ha avuto lei, lo stesso amore di Maria per Dio e per tutti i fratelli. Tutti voi, tutti insieme e singolarmente vi ricordo e vi presento alla Madre celeste e vi saluto e vi benedico con grande affetto». monsignor Giovanni Nerbini, vescovo di Prato
A piedi a Boccadirio, il pellegrinaggio del vescovo Giovanni
Carica altro... Subscribe