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8 settembre, una giornata dedicata alla Madonna della Sacra Cintola

Sarà il cardinale Gualtiero Bassetti a presiedere il solenne pontificale dell’8 settembre nella cattedrale di Prato, in occasione della solennità della Natività di Maria. L’arcivescovo emerito di Perugia-Città della Pieve, già presidente della Conferenza episcopale italiana, torna in città in occasione della festa più cara ai pratesi. Alle ore 10,30 il Cardinale presiede la messa concelebrata dal vescovo Giovanni Nerbini e dal clero diocesano e al termine mostrerà il Sacro Cingolo mariano ai fedeli presenti in chiesa.

 

Quella dell’8 settembre è la quarta delle cinque ostensioni canoniche che si tengono ogni anno a Prato in onore del Sacro Cingolo di Maria, la preziosa reliquia custodita in città da oltre otto secoli, ma è certamente la più sentita e amata dai pratesi. È in questa occasione che i fedeli hanno la possibilità di vedere e venerare la Sacra Cintola della Madonna, solitamente riposta nello scrigno posto sotto l’altare della Cappella della cattedrale, detta appunto «del Sacro Cingolo».

 

In preparazione alla festa venerdì primo settembre iniziano i pellegrinaggi delle parrocchie nella Cappella del Sacro Cingolo per rendere omaggio alla Madonna.
Nei giorni feriali, fino a venerdì 8 settembre, si tiene la recita del rosario alle ore 17 e alle 17,30 è in programma la celebrazione della messa presieduta dal parroco della cattedrale, il canonico Luciano Pelagatti.

 

Il giorno della vigilia della festa, giovedì 7 settembre, il Sacro Cingolo sarà esposto alla venerazione dei fedeli a partire dalle 15,30. Quel giorno gli orari sono i seguenti: 16,30 recita del rosario, alle 17 canto dei primi vespri e alle 17,30 celebrazione della messa.

 

Venerdì 8 settembre, solennità della Natività di Maria, la Sacra Cintola sarà esposta a partire dalle ore 7. Come da tradizione, la mattina della festa sono attesi due pellegrinaggi in onore della Vergine: alle 7,30 messa celebrata dalla parrocchia di San Lorenzo a Campi Bisenzio (diocesi di Firenze) e alle 8,30 messa celebrata dalle parrocchie di San Pietro e della Visitazione a Galciana. Queste comunità arriveranno in cattedrale dopo un pellegrinaggio compiuto a piedi, con partenza dalle rispettive parrocchie.
Il giorno dell’8 alle ore 12, reposizione del Sacro Cingolo nella teca e alle 15,30 la reliquia sarà nuovamente esposta nella Cappella fino alla messa della solennità, celebrata alle ore 18.
A sera, intorno alle 22,30, al termine del Corteggio storico organizzato dal Comune di Prato per le strade del centro storico, è in programma la solenne ostensione della festa officiata dal vescovo di Prato mons. Giovanni Nerbini.

 

Tv Prato trasmetterà in diretta il solenne pontificale dell’8 settembre e racconterà, sempre in diretta, il Corteggio storico e la solenne ostensione della sera.

 

Un anno fa la morte di monsignor Gastone Simoni. Messa e serata nel suo ricordo

Il 28 agosto sarà passato un anno dalla morte di monsignor Gastone Simoni. Il vescovo emerito di Prato morì quel giorno del 2022, alle 20,20 nella Casa di Cura Villa Torregiani a Fiesole, dove era ricoverato per l’aggravarsi delle sue condizioni di salute. Poco tempo prima era stato colpito da un ictus che aveva peggiorato un quadro clinico già molto precario. Il 9 aprile aveva compiuto 85 anni e dal 2012 aveva lasciato la guida della diocesi.

 

La Chiesa di Prato lo ricorderà il 28 agosto, questo lunedì, con la celebrazione di una messa in suffragio alle ore 9,30 in cattedrale.

 

La sua morte, ma anche i difficili giorni della malattia, furono accompagnati dalla preghiera e dall’affetto di tantissimi pratesi. Mons. Simoni, figura popolarissima e molto amata, è stato un Pastore stimato trasversalmente da credenti e non, perché considerato un riferimento morale autorevole. Il suo mandato episcopale ha coinciso con due decenni di profondi e cruciali cambiamenti sociali per la città. Non a caso il Comune di Prato, poco prima del passaggio di consegne con il successore mons. Franco Agostinelli, volle insignirlo della cittadinanza onoraria.

 

Mons. Simoni è ricordato, a livello regionale e anche nazionale, in particolare per la sua profonda conoscenza della dottrina sociale della Chiesa e per la sua decennale animazione nella pastorale sociale e del lavoro.
Lungo e appassionato è stato l’accompagnamento morale dei cattolici impegnati in politica. Negli anni Settanta fondò la rivista e il movimento «Supplemento d’anima», poi il Collegamento Sociale Cristiano, per unire i credenti nella ricerca del bene comune locale e universale.

 

A un anno dalla sua morte, queste due realtà hanno promosso una serata per ricordare il vescovo promotore di un rinnovato impegno pubblico dei cattolici italiani. L’appuntamento è a Prato, giovedì 14 settembre ore 21,15, nel chiostro di San Domenico (in caso di pioggia dentro la chiesa). Dopo i saluti di Angelo Passaleva e Giuseppe Sangiorgi, presidente onorario e presidente effettivo della associazione organizzatrice, interverranno il vescovo di Prato Giovanni Nerbini e il sindaco Matteo Biffoni, con il direttore di Toscana Oggi Domenico Mugnaini. Relatore sarà Marco Tarquinio, già direttore di Avvenire e oggi editorialista di quella testata. L’incontro ha il patrocinio di Diocesi e Comune pratesi e si svolge in collaborazione con Toscana Oggi e Tv Prato. A moderare è chiamato il direttore di Tv Prato Gianni Rossi.

 

Verrà presentata, in anteprima, una pubblicazione edita proprio da Toscana Oggi, con una trentina di brevi testimonianze scritte da uomini e donne aderenti all’associazione fondata da mons. Simoni. «Nel mondo, da cristiani», questo il titolo del volume che dopo la presentazione pratese – fondamentale a poco più di un anno dalla morte di mons. Simoni – inizierà un tour nelle aree italiane di maggiore presenza di «CSC Amici di Supplemento d’Anima».

 

Sono previste anche alcune testimonianze programmate su alcuni aspetti, ecclesiali e sociali, della presenza pratese di mons. Simoni.

Gli acquerelli de «Il soldato che dipingeva la pace» in mostra al Museo dell’Opera del Duomo

«L’arte più forte della guerra». È il titolo del viaggio che il Museo dell’Opera del Duomo di Prato intende intraprendere ospitando due mostre, più un ricco programma di attività collaterali, dedicate alla ricerca della pace durante la seconda guerra mondiale.

 

La prima si intitola «Il soldato che dipingeva la pace» e sarà inaugurata sabato 9 settembre, alle ore 17,30, nei giorni della festa della città e dell’anniversario dell’Armistizio; l’altra, in programma a partire dal mese di marzo 2024, è dedicata al racconto della messa in sicurezza e della distruzione di chiese e del patrimonio artistico di Prato durante i bombardamenti sulla città.

«In questo anno il Museo dell’Opera del Duomo vuole creare un dialogo tra le opere della collezione permanente e testimonianze visive, in gran parte inedite, che possano raccontare storie portatrici del valore universale della pace», spiega Veronica Bartoletti, direttrice dei Musei diocesani di Prato.

 

James Donald Orr

 

 

La storia. Quando arrivò in Italia come soldato volontario, James Donald Orr era un giovane pittore sudafricano. Era il 1944, decise di arruolarsi nell’esercito e fu inviato a prendere parte alla liberazione del nostro Paese. Attraversò la penisola da sud a nord, da Taranto al Lago Maggiore, passando per la Toscana e sostò per ben otto mesi a Prato, dove strinse amicizia con molte famiglie, tra queste si ricordano i Rindi, i Bardazzi e i Bacci. Con sé aveva un diario, nel quale fissava pensieri e avvenimenti della giornata appena trascorsa, e dei cartoncini, formato tascabile, sui quali ha dipinto con la tecnica dell’acquerello paesaggi e momenti di vita.

«Al contrario di quanto si possa pensare – afferma la direttrice Bartoletti – le testimonianze lasciate da questo soldato, non descrivono le atrocità di guerra, ma spaziano su scenari legati alla quotidianità e alla bellezza dei luoghi da lui visitati. Tra questi c’è anche Prato. Nei suoi dipinti si percepisce l’amore per una terra nuova, la scoperta meravigliosa di colori e orizzonti mai visti fino a quel momento».

 

 

 

Il diario e i dipinti, circa duecento (una trentina quelli in esposizione), fanno parte della collezione del Museo Storico della Linea Gotica di Montemurlo e sono stati messi a disposizione del Museo dell’Opera del Duomo per la realizzazione della mostra. «Le testimonianze visive spaziano dalla rocca di Cerbaia alla villa del Palco – dice Giuseppe Aucello, direttore del Museo Storico della Linea Gotica di Montemurlo –, poi ci sono la chiesa di santa Maria della Pietà, il borgo di Filettole, le ville delle famiglie Rindi, Bardazzi e Bacci, il tabernacolo del Podere Murato e anche il ritratto di alcuni partigiani della zona. Il viaggio prosegue poi fino al nord Italia toccando la rocca di Angera, Lecco, Cremona, Milano e il Lago Maggiore. Un percorso umano significante e pieno di dettagli che traspaiono sia dal diario che dalle pitture».

 

 

 

 

La mostra, curata da Veronica Bartoletti e Giuseppe Aucello, è promossa da Esposizione Storica Permanente – Linea Gotica di Montemurlo e Musei Diocesani, con il patrocinio di Comune di Prato, Comune di Montemurlo, Provincia di Prato e Regione Toscana. Il giorno dell’inaugurazione saranno presenti anche le figlie di Orr, Mandi Campbell e Nerine Read.

 

Il Museo dell’Opera di Duomo di Prato si trova nella centralissima piazza Duomo ed è aperto dal martedì al sabato (ore 10-17) e la domenica (ore 13-17). Presso la biglietteria, posta sotto il campanile della Cattedrale, è possibile acquistare il biglietto che consente la visita al complesso della Cattedrale, comprendente gli affreschi di Filippo Lippi, il transetto e il Museo dell’Opera del Duomo. L’ingresso è gratuito per tutti i bambini sotto i 7 anni.

 

Le ostensioni del 15 agosto e dell’8 settembre

È la festa mariana per eccellenza, tanto che per secoli – e ancora oggi – la solennità dell’Assunzione della Madonna, che si celebra il 15 agosto, a Prato viene chiamata semplicemente «Santa Maria».

 

In cattedrale si rinnova il secolare appuntamento con l’ostensione del Sacro Cingolo mariano, una delle cinque «mostre» canoniche che avvengono durante l’anno. Gli orari delle messe dell’Assunta, martedì 15 agosto, sono quelli festivi; nel pomeriggio alle 17 viene recitato il rosario; alle 17,30 canto solenne dei vespri; alle 18 l’ostensione dalla loggia interna e dal Pulpito di Donatello; alle 19 segue la celebrazione della messa. I riti sono presieduti dal vescovo Giovanni Nerbini.

 

L’8 settembre invece, Natività di Maria, è la festa dei pratesi. Il solenne pontificale del mattino, alle ore 10, sarà presieduto dal cardinale Gualtiero Bassetti, ex presidente della Cei. Al termine della celebrazione, mostrerà la Sacra Cintola di Maria ai fedeli presenti in chiesa, rivolgendosi in particolare agli anziani e ai disabili, e poi benedirà i ceri che anche quest’anno l’Amministrazione comunale donerà alla diocesi per illuminare la cappella del Sacro Cingolo. La celebrazione verrà trasmessa in diretta su Tv Prato (sul canale 75 e in streaming).

 

Poi a sera torna l’appuntamento con il Corteggio storico. Chiuderà la giornata di festa il rito dell’ostensione del Sacro Cingolo officiato da mons. Nerbini.

Partiti! Inizia l’avventura dei giovani di Prato alla Gmg di Lisbona

I giovani della diocesi di Prato sono partiti per la Giornata Mondiale della Gioventù, il grande incontro con papa Francesco che si terrà a Lisbona la prima settimana di agosto.
La delegazione pratese, composta da 85 ragazzi e ragazze, è guidata dal vescovo Giovanni Nerbini, che si è messo in viaggio per vivere insieme a loro questa particolare esperienza di fede. «È la mia prima Gmg – dice monsignor Nerbini – parto con lo stesso entusiasmo di questi giovani, sono sicuro saranno dei giorni molto belli, intensi e significativi».

 

 

 

La partenza per il Portogallo è avvenuta ieri sera, venerdì 28 luglio, dalla parrocchia di Sant’Antonio a Reggiana, dopo la celebrazione della messa e la cena offerta dalla Pastorale giovanile diocesana a tutti i partecipanti. «Prima di arrivare a Lisbona toccheremo alcuni luoghi significativi della nostra fede: Lourdes, Santiago di Compostela e Fatima – spiega don Marco Degli Angeli, coordinatore del gruppo – abbiamo pensato di vivere il viaggio come un pellegrinaggio, poi una volta arrivati a destinazione ci lasceremo coinvolgere in questo grande evento mondiale».

 

 

Come detto, i partecipanti sono giovani dai 16 ai 30 anni e appartengono ai vari gruppi presenti nelle parrocchie pratesi. Per loro la Gmg è il momento clou di un cammino di preparazione svoltosi durante tutto l’anno. «L’entusiasmo e l’emozione di poter condividere un forte momento di fede insieme a milioni di ragazzi e ragazze provenienti da tutto il mondo è palpabile», dice ancora don Marco. La Pastorale giovanile ha voluto consegnare a ogni giovane pratese un diario di bordo, un piccolo quaderno nel quale poter appuntare pensieri e riflessioni nati durante il viaggio. «Una volta tornati a Prato chiederemo loro di raccontare e testimoniare quanto hanno vissuto», conclude don Marco Degli Angeli.

 

Del gruppo fanno parte anche don Alessandro Ventura, il giovane diacono don Alessandro Tacconelli, prossimo al sacerdozio, e i seminaristi pratesi. Oltre a questa delegazione diocesana, in Portogallo ci saranno altre comitive di Prato: l’oratorio di Sant’Anna, i giovani del Cammino Neocatecumenale e altri piccoli gruppi per un totale di 150 pratesi presenti alla Gmg 2023.

 

Spettacolo dell’illusionista Luca Bono per sostenere il nuovo progetto della Caritas

L’illusionista Luca Bono mette a disposizione la sua arte per sostenere il nuovo progetto della Caritas diocesana di Prato. Il celebre mago, lanciato da Arturo Brachetti, è atteso domenica 10 settembre alle ore 18 al teatro Politeama per stupire il pubblico con i suoi formidabili trucchi di magia. L’incasso dello spettacolo servirà a finanziare «Una Casa per Ricominciare», una nuova opera segno pensata per offrire un alloggio temporaneo ai detenuti arrivati a fine pena che una volta usciti dal carcere non hanno un posto dove andare, anzi dove poter ricominciare.

 

«Si tratta di un nuovo passo nel contrasto alla recidiva – spiega don Enzo Pacini, direttore della Caritas e cappellano del carcere della Dogaia –, perché chi esce da un periodo di detenzione si trova indubbiamente in difficoltà e se qualcuno non lo sostiene e lo accompagna in percorsi di autonomia e di ripresa della propria vita, è molto probabile che questa persona torni a delinquere».

La nuova opera sarà aperta all’interno di un terratetto lasciato in eredità alla diocesi di Prato da una signora anziana che ci ha vissuto fino al giorno della morte. Nel testamento è scritto che l’abitazione sarebbe stata donata per l’assistenza dei bisognosi e dei senzatetto. L’edificio, una tipica casa alla pratese a tre piani con piccolo stanzone annesso, si trova in via Zipoli e prima di essere messo a disposizione del progetto avrà bisogno di essere ristrutturato.

 

Come funziona. Il progetto «una Casa per ricominciare» prevede la realizzazione di sei stanze con bagno e angolo cottura privati, mentre al piano terra ci saranno alcuni spazi comuni e la presenza di un operatore dedicato. È prevista anche la realizzazione di un laboratorio dove svolgere attività formative o lavorative. «Vogliamo che ogni ospite sia autonomo – sottolinea Umberto Ottolina, presidente della Fondazione Solidarietà Caritas, che gestirà il servizio –, perché è dall’autonomia che inizia il cammino verso il reinserimento sociale. Sicuramente si tratta di una sfida, che riteniamo necessaria per rispondere a un bisogno concreto».

Come detto, si tratta di un alloggio dato in uso all’ex detenuto in modo temporaneo, per non più di un anno o due, «il tempo necessario per dargli modo di fare un salto di qualità nella propria vita», aggiunge don Enzo.

 

L’impegno per i detenuti. La Caritas diocesana di Prato da tempo è impegnata in progetti e iniziative volte ad aiutare i carcerati. Anni fa venne lanciato il progetto «non solo carcere», un insieme di attività e servizi pensati per non abbandonare i detenuti, in particolare quelli senza una rete familiare alle spalle e senza una adeguata formazione professionale. Secondo la Costituzione «le pene devono tendere alla rieducazione del condannato», ma senza reali occasioni i carcerati rischiano di non riuscire a venire fuori da una dimensione di illegalità. Per questo motivo è nata Casa Jacques Fesch in via Pistoiese a Narnali, aperta per accogliere i familiari dei carcerati che affrontano un lungo viaggio per visitare i loro cari reclusi alla Dogaia e i detenuti bisognosi di un alloggio dove poter scontare l’ultimo periodo di pena. La Caritas di Prato si è fatta inoltre promotrice dell’apertura di una cucina all’interno della Dogaia per i detenuti studenti dell’istituto alberghiero e della promozione di tirocini lavorativi per entrare nel mondo del lavoro.

 

 

 

 

Lo spettacolo di magia. Luca Bono è considerato uno degli illusionisti più talentuosi della sua generazione. Ha 31 anni e quando ne aveva soltanto 17 ha vinto il campionato italiano di magia, due anni dopo, nel 2012, si è aggiudicato il Mandrake d’Or, premio riconosciuto come l’Oscar dell’illusionismo, assegnato ogni anno ai più promettenti talenti internazionali. In ottanta minuti Luca racconta la sua storia di ex corridore di go kart che a seguito di un incidente, e incuriosito dal fratello maggiore, si avvicina al mondo magico scoprendo un universo artistico e culturale impensato.

Al suo fianco Sabrina Iannece, artista ed assistente che da cinque anni lavora al fianco del giovane illusionista e che in questo spettacolo è co-protagonista. La regia e la direzione artistica sono di Arturo Brachetti, uno dei più celebri trasformisti italiani.

Dal 2017 Luca Bono è in tournee nei teatri italiani con il suo primo one man show intitolato «L’Illusionista», che ha registrato a Torino 22 sold out consecutivi e 6500 presenze con notevoli consensi di pubblico e critica anche nelle successive repliche di Roma, Milano, Trento, Bologna, Udine, Biella, Asti, Alessandria e Aosta. Sono ad oggi oltre 18.500 gli spettatori che hanno già assistito a questo spettacolo che continua a sorprendere e incantare.

 

I biglietti per lo spettacolo «L’illusionista» di Luca Bono si possono acquistare sui circuiti TicketOne e Box Office, oppure alla biglietteria del Politeama in via Garibaldi. Per informazioni lucabono.com.

Cammino sinodale, il vescovo Giovanni in ascolto della Giunta e del Consiglio comunale

Trovare nuove strade da percorrere insieme per il bene della città. Nell’ambito del Cammino sinodale promosso dalla Chiesa di Prato, il vescovo Giovanni Nerbini ha invitato la Giunta e il Consiglio comunale a vivere un momento di confronto e dialogo. Lo stile proposto è stato quello indicato da Papa Francesco, basato sull’«ascolto profondo», un atteggiamento che ha contraddistinto il lungo percorso iniziato nell’ottobre 2021 e che ha visto il coinvolgimento di oltre duemila persone su tutto il territorio diocesano. «Questa volta abbiamo voluto incontrare gli amministratori locali, abbiamo voluto sapere anche da loro cosa chiedono gli uomini e le donne del nostro tempo alla Chiesa», spiega monsignor Nerbini.

 

All’iniziativa, che si è tenuta in Palazzo vescovile, hanno partecipato il sindaco Matteo Biffoni, alcuni membri di Giunta e un buon numero di consiglieri comunali della maggioranza. L’invito all’appuntamento era stato inoltrato dal presidente del Consiglio comunale Gabriele Alberti a tutti i consiglieri.

 

Negli interventi dei presenti è stata sottolineata l’importanza della dimensione dell’ascolto, un atteggiamento che ha dato modo di aprire una riflessione comune su come riuscire a intercettare quella fascia di popolazione, sempre più ampia, che vive ai margini della società. «Non si tratta solo di persone con fragilità di tipo economico – è stato detto in più di un intervento – ma anche cittadini che non riusciamo mai a incontrare e che non parlano con noi perché ritengono che le istituzioni non li rappresentano». Da questa riflessione è nata la proposta di «mettere nella nostra agenda politica questo punto e di farlo insieme alla Chiesa». In questo percorso si inserisce anche l’intenzione di coinvolgere sempre di più le nuove generazioni, «non dobbiamo immaginare quale città vogliamo costruire “per” i giovani, ma quale città possiamo costruire “con” i giovani, che non vanno assolutamente esclusi dal dibattito».

 

Un altro elemento di confronto ha riguardato la città multietnica e il rapporto con le confessioni religiose presenti all’interno della grande comunità pratese. Nel 2015, durante la sua visita in città, Papa Francesco esortò i pratesi a intessere «patti di prossimità» per costruire insieme «la casa comune», mentre Giovanni Paolo II, che visitò Prato nel 1986, sottolineò come «città e tempio crebbero insieme». «Oggi – è stata la riflessione finale – possiamo dire che “città e tempi”, al plurale, devono crescere insieme». Una indicazione che il Vescovo ha condiviso e fatto propria, «perché nessuno può essere escluso, occorre – ha concluso monsignor Nerbini – fare il grande sforzo di mettersi insieme, in ascolto profondo, per raccogliere le domande inespresse, in particolare dei giovani».

 

Cos’è il Cammino sinodale. Aperto solennemente nell’ottobre 2021 da Papa Francesco a Roma, il Cammino sinodale sta coinvolgendo le diocesi di tutto il mondo. Comunione, partecipazione e missione sono le tra parole d’ordine di un percorso che sta vedendo il coinvolgimento di moltissimi fedeli. A Prato il lavoro promosso dall’equipe del cammino sinodale, guidata da monsignor Basilio Petrà e Maria Laura Cheli, è stato incessante e molto proficuo, nonostante che i primi passi siano stati mossi in piena pandemia.
Oltre duecento gli incontri organizzati a livello parrocchiale e associativo e più di duemila le persone sono entrate in dialogo con sacerdoti e animatori dei vari gruppi di discussione. Tutto il materiale raccolto – e inviato a Roma in un documento di sintesi – si trova sul sito web della diocesi di Prato, nella sezione dedicata al Cammino sinodale.

In cattedrale il concerto della Cappella Musicale Lauretana di Roma

La Cappella Musicale Lauretana sarà a Prato per eseguire un concerto in cattedrale. L’appuntamento è per giovedì 6 luglio alle ore 21 a ingresso libero.

 

L’iniziativa è promossa in occasione dei dieci anni dalla morte del cardinale Domenico Bartolucci dalla Fondazione che porta il nome del porporato. Nato a Borgo San Lorenzo nel 1917, Bartolucci è stato creato cardinale a 93 anni da papa Benedetto XVI per il generoso ed esemplare servizio alla Chiesa nel campo della promozione e diffusione della musica sacra. Direttore della Cappella Musicale Pontificia «Sistina» per oltre 40 anni, è stato un prolifico compositore e uno dei massimi interpreti della tradizione polifonica della scuola romana.

 

Il concerto del 6 luglio – l’ultimo di una serie eseguiti in Toscana nei giorni precedenti – è organizzato dalla Fondazione Cardinale Domenico Bartolucci con l’obiettivo di diffondere la musica sacra e promuovere l’opera dello stesso maestro e cardinale Bartolucci. La Cappella Musicale Lauretana è stata diretta per molti anni dal Cardinale ed è costituita da professionisti ma anche da bambini come pueri cantores della Sistina, svolge tutto l’anno servizio liturgico nel santuario romano di San Salvatore in Lauro ed è spesso invitata ad esibirsi in Italia e all’estero.

 

Nel programma musicale del concerto a Prato saranno eseguiti brani di Giovanni Pierluigi da Palestrina, lo spagnolo Tomas Luis de Victoria, il fiammingo Orlando di Lasso, Lorenzo Perosi e infine Domenico Bartolucci. L’evento ha il patrocinio della Regione Toscana e del Comune di Prato ed è promosso in collaborazione con la Diocesi di Prato.

Il bilancio della Fondazione Caritas: Partire dall’ascolto per una cura integrale della persona

Ogni servizio, ogni opera messa in campo dalla Fondazione Solidarietà Caritas onlus di Prato nascono come risposta a un bisogno di chi quotidianamente si affaccia ai centri d’ascolto in via del Seminario. Alla base di tutto c’è proprio l’ascolto, poi vengono l’accompagnamento e l’aiuto concreto.

Nel 2022 sono state 1221 le famiglie seguite dagli operatori, per un totale di 3000 persone sostenute attraverso l’erogazione di un contributo in denaro – oltre 57mila euro per il pagamento di utenze, farmaci, visite mediche, ma anche abbonamenti dell’autobus – oppure la presa in carico in un uno dei molteplici servizi promossi e gestiti dalla «galassia» della Fondazione Caritas. La fotografia di questo prezioso impegno, portato avanti da 19 dipendenti e 151 volontari, emerge dal bilancio sociale 2022, recentemente pubblicato sul sito web dell’ente per essere messo a disposizione della città.

 

«Vogliamo mettere a conoscenza di tutti le nostre attività – spiega il presidente della Fondazione Caritas Umberto Ottolina –, perché il mio timore è che siano in larga parte solo le persone che hanno un disagio a conoscere i nostri servizi, mentre è importante coinvolgere la comunità cittadina perché sia data l’opportunità a tante persone di poter offrire il loro contributo». Lo scopo del bilancio sociale dunque è quello di rappresentare la realtà, multiforme e variegata, della Fondazione, istituita nel 2017 dall’allora vescovo di Prato Franco Agostinelli e confermata dal vescovo Giovanni Nerbini, per essere lo strumento gestionale della Caritas diocesana, che invece è il braccio operativo e pastorale della Diocesi nel sostegno alle persone in povertà. Il supermercato solidale dell’Emporio, le case di accoglienza per uomini soli o malati, la ronda per i senzatetto, i progetti per il reinserimento lavorativo di persone svantaggiate e molto altro ancora rappresentano le opere di carità che ogni giorno vengono incontro al grido di aiuto di chi ha bisogno di essere sostenuto e accompagnato.

«Tutto inizia dai centri d’ascolto – ribadisce il direttore della Fondazione Carlo Ferrari –, tuttavia il nostro ruolo non è quello di sportello automatico per i poveri, certamente cerchiamo di contribuire per quanto possiamo, ma il nostro aiuto principale risiede nella conoscenza delle situazioni di disagio, nel dialogo e nel costruire insieme alle persone assistite un percorso per uscire dalle difficoltà, economiche e non solo». Insomma non è assistenzialismo puro, ma carità, consistente in una mano tesa a chi è caduto per aiutarlo a rialzarsi.

 

L’ascolto al centro di tutto. Nel 2022 i quattro operatori addetti all’incontro con gli assistiti hanno effettuato 3534 colloqui. Delle 1221 famiglie seguite dalla Caritas di Prato, il 42,8% è composto da italiani, l’età media è alta (56,8 anni) e le donne rappresentano il 60% circa. «Prevalgono le situazioni di carenza di lavoro per chi potrebbe ancora essere attivo – afferma Massimiliano Lotti, responsabile dell’osservatorio sulle povertà a Prato – e di pensioni molto basse rispetto alle esigenze di vita quotidiana. Sono anche abbastanza frequenti le situazioni dove i principali tagli di spesa riguardano la salute nel tentativo di pagare utenze e affitti, che rimangono comunque i capitoli più onerosi». Per quanto riguarda gli stranieri, le nazionalità più rappresentate sono quelle marocchina (12,3%), albanese (9,6%), nigeriana (8,8%) e ucraina (4,4%). Le donne sono il 73,2%. Anche in questi casi le problematiche nascono dalla precarietà nell’occupazione. «Capitano diversi casi in cui vi sono donne con livelli di studio medio-alti che però non sono riuscite o non riescono a far riconoscere i loro titoli e, se lavorano, sono costrette a fare tutt’altro rispetto alla loro preparazione», aggiunge Lotti.

La quota dei minori è di 1138, la maggior parte vive nelle famiglie immigrate. Quasi tutti vivono con genitori privi di lavoro o con un lavoro precario o insufficiente.

 

Il Cda della Fondazione Solidarietà Caritas onluns

 

 

Numeri e attività. Per svolgere i propri servizi (più avanti li vedremo nel dettaglio), la Fondazione nel 2022 ha speso 960mila euro. «Una buona parte di questi soldi ci arrivano dall’8 per mille alla Chiesa cattolica – sottolinea il direttore Carlo Ferrari – poi dalle convenzioni con gli enti pubblici, dai contributi da enti e associazioni e dalle donazioni da privati, che lo scorso anno sono state di 93mila euro». Tra le tante opere gestite dalla Fondazione è l’Emporio della Solidarietà quella più importante e che ha gravato su un terzo delle spese totali.

Le iniziative della Fondazione sono suddivise in sei aree di intervento. In quella dedicata all’«attenzione alla persona» ci sono il Centro di ascolto, lo sportello per il sostegno psicologico, la ronda notturna per i senzatetto, il servizio operatori di strada, il Laboratorio Caritas e l’Emporio. Nell’area salute ci sono l’ambulatorio al centro Giovannini per stranieri temporaneamente presenti (in convenzione con l’Asl) e Casa accoglienza malati. L’area carcere comprende i progetti di reinserimento sociale dei detenuti e la Casa Jacques Fesche per i detenuti a fine pena e i loro familiari. C’è un’area casa con Casa Agar che nel corso dell’anno 2022 è stato utilizzata per il progetto di Caritas italiana «Rifugiato a casa mia – Corridoi Umanitari» per il sostegno e l’accoglienza e l’integrazione di una famiglia di rifugiati; e gli appartamenti donati dalla famiglia Guasti per le famiglie in difficoltà gestiti dall’associazione Il Casolare. Nell’area accoglienza c’è l’esperienza di Casa Betania, dedicata ad uomini soli e senza dimora. Infine c’è l’area monitoraggio della situazione sociale ed economica della città.

 

L’organigramma. Il presidente della Fondazione Solidarietà Caritas onlus è Umberto Ottolina, manager in pensione, con esperienze nell’industria e nella grande distribuzione, entrato in carica a maggio 2022; il vice presidente è Aurelio Risaliti, il tesoriere è Nadia Olivieri, il segretario Gabriele Agati, don Enzo Pacini è consigliere. Il direttore è Carlo Ferrari.

Musei Diocesani, Claudio Cerretelli lascia la direzione dopo 30 anni. Al suo posto Veronica Bartoletti

Dopo trent’anni Claudio Cerretelli lascia la direzione dei Musei Diocesani di Prato, al suo posto è stata nominata Veronica Bartoletti. L’incarico di Cerretelli, tra i massimi esperti della storia pratese, inizia nel 1992 e con lui il Museo dell’Opera del Duomo cresce e amplia i propri spazi espositivi fino a diventare uno dei centri culturali più importanti della città.

«È stata una esperienza molto bella – dice Claudio Cerretelli – ma soprattutto è stata una esperienza di collaborazione con tanti enti e istituzioni cittadine che hanno contribuito insieme a noi non solo al miglioramento del Museo, ma anche alla diffusione della conoscenza in città e fuori città del nostro patrimonio artistico».
A fine maggio Claudio Cerretelli, 67 anni appena compiuti, andrà in pensione e per i prossimi due mesi affiancherà la neo direttrice in modo da compiere un graduale passaggio di testimone.

 

Veronica Bartoletti, 42 anni, è laureata in storia dell’arte all’università di Siena e ha un dottorato in conservazione dei beni culturali, è vice presidente di Prato Cultura, la cooperativa che dal mese di gennaio si occupa della gestione del Museo, ed è madre di due figli. «Mi appresto a iniziare questo incarico con grande emozione e con grande senso di responsabilità – dichiara Veronica Bartoletti – sono molto onorata perché i Musei diocesani, in particolare il Museo dell’Opera del Duomo, sono delle istituzioni importanti per la città». La nuova direttrice annuncia subito il primo impegno del suo mandato: «questo Museo non ha niente da invidiare agli altri musei, qui ci sono nomi importanti della storia dell’arte in tutti i periodi, da Donatello a Filippo Lippi, quindi lavoreremo ancora di più sulla comunicazione perché vogliamo far capire a pratesi e turisti che qui ci sono dei capolavori che gli aspettano».

 

La nomina della direzione ai Musei Diocesani è stata decisa dal vescovo Giovanni Nerbini. «Ringraziamo Claudio Cerretelli per il grande lavoro svolto in tutti questi anni con competenza e intelligenza – afferma monsignor Nerbini – e auguriamo buon lavoro alla nuova direttrice Veronica Bartoletti, che ringraziamo per aver accettato l’incarico».

 

I Museo Diocesani di Prato sono composti da quattro istituzioni: il Museo dell’Opera del Duomo, il Museo di San Domenico, il Museo della Badia di Vaiano e il Museo della pieve di San Pietro a Figline. In queste quattro realtà sono custodite le principali bellezze artistiche di Prato. In particolare nel Museo del Duomo si trova il pulpito di Donatello originale e tutte le opere collegate al secolare culto della Sacra Cintola. Inaugurato nel 1967 e ampliato in più tempi, il Museo è stato ristrutturato tra il 1996 e il 2006, con l’aggiunta di nuovi ambienti e con il collegamento delle diverse sezioni in un unico, suggestivo percorso intorno all’armonioso chiostro romanico.