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Biglietteria unica per il Museo dell’Opera del Duomo e per gli affreschi di Lippi

Una biglietteria unica e completamente rinnovata per il Museo dell’Opera del Duomo e per la visita degli affreschi di Filippo Lippi nella cattedrale di Prato.

Il nuovo punto vendita, che si trova sotto il campanile del duomo, si inaugura domani lunedì 16 novembre 2016 alle ore 17.
Si tratta della prima novità dopo l’accordo tra l’Ufficio diocesano per i beni culturali e la Fondazione Museo del Tessuto che prevede da parte di quest’ultima la gestione del Museo dell’Opera del Duomo e la visita del ciclo pittorico del Lippi.

Un libro sulla Sacra Cintola, tra teologia e devozione scritto da Petrà, Pratesi e Santi

Giovedì 5 novembre alle ore 17.30, presso la Biblioteca Roncioniana (piazza S. Francesco 27, Prato) sarà presentato il libro edito in occasione della visita a Prato di Papa Francesco: “Una cintura tra Gerusalemme e Prato. Storia, teologia e devozione in tre narrazioni del Medioevo latino” (Edizioni Libreria Cattolica, Prato 2015), di Basilio Petrà, Francesco Santi, Marco Pratesi. Modera Giacomo Cocchi, giornalista di Toscana Oggi e TV Prato.
Il volume raccoglie tre contributi, che presentano fonti medievali latine variamente riguardanti la reliquia mariana del S. Cingolo che dal XII sec. si conserva a Prato, aprendone l’accesso a un più vasto pubblico.
Il primo intervento, del can. Basilio Petrà, professore di teologia morale alla Facoltà teologica dell’Italia centrale (Firenze) e di morale ortodossa presso il Pontificio Istituto Orientale (Roma), riguarda il Transito di Maria dello ps. Giuseppe di Arimatea, ove si racconta del dono della cintura all’apostolo Tommaso.
Il secondo intervento, di Francesco Santi, professore di Letteratura medievale presso l’Università di Cassino e del Lazio meridionale, si occupa dell’assunzione di Maria nella Legenda Aurea, uno dei testi più letti nel Medioevo.
Il terzo, del can. Marco Pratesi, bibliotecario della Biblioteca Roncioniana di Prato, presenta la storia della Cintola che si legge in un codice della Roncioniana (Nerucci), testo che sintetizza le notizie che in merito circolavano a Prato nel XIII secolo.
Gli autori non si sono posti l’obiettivo di rispondere alla fatidica e immancabile domanda: “ma si tratta veramente della cintura della Madonna?”, questione alla quale, almeno con gli attuali strumenti, non è possibile rispondere (e presumibilmente mai lo sarà). Hanno voluto ugualmente evitare posizioni riduzioniste, in base alle quali il discorso si limita unicamente all’aspetto sociale e politico (pur ovviamente presente). Intento di Petrà, Santi e Pratesi è stato di promuovere una riflessione che tenga conto del vasto spettro di questioni implicate, in vista di una maggiore e migliore conoscenza della storia del S. Cingolo e delle tematiche ad esso connesse. Il libro potrà contribuire a illuminare un tratto fondamentale della storia di Prato.

Il volume è stato pensato come omaggio per Papa Francesco che sarà in visita a Prato martedi 10 novembre e venererà la reliquia mariana.
La realizzazione del volume è stata possibile grazie al sostegno della Diocesi di Prato, del Capitolo della Cattedrale e della Biblioteca Roncioniana.

Coro Santa Maria a Colonica

Domenica in musica con «Tre cori, tre generi»

Una domenica pomeriggio all’insegna del canto per tutti i gusti. La chiesa di Santa Maria a Colonica  propone per il ventunesimo anno consecutivo la rassegna corale «Tre cori, Tre generi», dando appuntamento a tutti gli appassionati per domenica 4 ottobre alle 16,15. La particolarità dell’iniziativa risiede nel fatto che ognuno dei tre cori partecipanti proporrà un genere musicale diverso: quello di Santa Maria a Colonica eseguirà dei canti popolari a cappella, mentre quello della Immacolata di Pozzale, proveniente da Empoli, si occuperà di musica sacra con accompagnamento di organo. L’esibizione del terzo coro, la Corale Don Giunti di Galciana guidata da Leonardo Gabuzzini, sarà arricchita dalla presenza di strumenti: si tratta, infatti, nel loro caso, di eseguire brani di musica sacra con sostegno di un sestetto d’archi. Al termine delle esibizioni, nella Cappella dei Caduti interna alla chiesa, i tre cori riuniti eseguiranno insieme pezzi musicali in ricordo degli abitanti di Santa Maria a Colonica caduti durante la Grande Guerra. In seguito a quella che vuole essere la commemorazione del centenario della Grande Guerra, i partecipanti saranno attesi in piazza della Pieve per un rinfresco. Il regista della rassegna «Tre cori, Tre generi» è  il parroco di Santa Maria a Colonica don Romano Faldi, che ha fondato l’omonimo coro nel 1973. All’attivo del Coro di Santa Maria a Colonica si registra la vittoria al Gran Premio Corale della Toscana avvenuta lo scorso 16 marzo, oltre alla partecipazione a numerosi concorsi, rassegne, scambi culturali e gemellaggi.

I turisti premiano la Cattedrale di Santo Stefano

Per il secondo anno consecutivo il Duomo di Prato si aggiudica il certificato di eccellenza rilasciato da Tripadvisor. Il celebre portale web dedicato al turismo ha premiato la Cattedrale di Santo Stefano per aver raggiunto il punteggio medio di quattro punti e mezzo su cinque. L’attestato, firmato da Marc Charron – presidente di TripAdvisor for Business – è stato ottenuto grazie a 180 recensioni positive, di queste 111 hanno dato il punteggio massimo.

I commenti sono stati scritti da turisti italiani e stranieri. I primi hanno apprezzato le bellezze artistiche contenute in Cattedrale, in particolare il ciclo pittorico di Filippo Lippi dipinto nella Cappella maggiore, i secondi invece hanno lodato l’ottima organizzazione del servizio, l’orario continuato e la possibilità di avere informazioni in inglese, francese e tedesco.

Grande soddisfazione per questo risultato è stata espressa dal parroco della Cattedrale di Santo Stefano, il canonico Emilio Riva, che sottolinea «il riconoscimento riservato al nostro personale, sempre disponibile e accogliente». Anche don Renzo Fantappiè, direttore dell’Ufficio beni culturali della Diocesi di Prato, ha accolto molto positivamente il riconoscimento: «Il Duomo di Prato non ha niente da invidiare alle bellezze che rendono famosa la Toscana nel mondo, è uno scrigno di tesori che possono essere apprezzati sia dal turista culturale che dall’appassionato d’arte. Ringrazio – aggiunge – coloro che si impegnano con sacrificio e dedizione nel servizio di accoglienza, spesso sono loro che danno le informazioni turistiche necessarie per il soggiorno a Prato, fanno un lavoro encomiabile».

L’ottimo gradimento certificato da Tripadvisor è confermato anche dal numero di biglietti staccati dall’inizio del 2015, che sono stati oltre 8mila. In totale lo scorso anno sono state 15mila le persone che sono andate a vedere da vicino le storie di Santo Stefano e San Giovanni Battista affrescate da Lippi e dalla sua bottega. Mentre dal 7 maggio 2007, giorno della presentazione della fine dei lavori di restauro, le presenze in cattedrale, quindi la somma dei biglietti venduti più i semplici ingressi turistici, sono state oltre 245mila. Tantissimi gli stranieri, con turisti di 45 nazionalità diverse giunti a Prato per ammirare le nostre bellezze.

Ricordiamo infine gli orari di visita per la Cappella maggiore, dove si trovano gli affreschi di Filippo Lippi: da lunedì al sabato 10-17, la domenica 13-17. Il biglietto costa 3 euro, la visita guidata ha un costo di 5 euro e l’audioguida 50 centesimi. Per info 345-5380186 (numero attivo negli orari della biglietteria da lunedì a venerdì).

Il “Cristo deposto” della Cattedrale si sposta in Francia

Cristo deposto, cappella Vinaccesi, Cattedrale di Prato
Cristo deposto, cappella Vinaccesi, Cattedrale di Prato
Il “Cristo deposto” della Cattedrale di Prato si sposta temporaneamente in Francia per essere ammirato in una mostra dedicata all’arte toscana del XIII secolo: in questa settimana la straordinaria opera verrà spostata in camion Oltralpe per partecipare a “Gold and ivory. Paris, Pisa, Florence, Siena. 1250-1320”. L’opera in legno di noce, della fine del 1200, si trova nella cappella Vinaccesi, detta anche «Cappella del Crocifisso», e in settimana sarà trasportata al Museo Louvre-Lens (un’ottantina di chilometri a nord di Parigi, sede distaccata del famoso museo) dove dal 27 maggio fino al 28 settembre 2015 è in programma un allestimento con pezzi provenienti da tutto il mondo ma realizzati tra il 1250 e il 1320 a Firenze, Pisa, Siena e appunto Prato.
Nella mostra francese il Deposto verrà esposto con a fianco i due “dolenti” (la Vergine e San Giovanni evangelista) conservati presso il Musée de Cluny, che per alcuni storici dell’arte sono i probabili “compagni” della scultura pratese (altri confutano invece questa ipotesi, la mostra offrirà quindi un’importante occasione di confronto e dibattito su questo tema).
Il crocifisso era stata restaurato dalla Soprintendenza coi fondi ministeriali nel 1989 (restauratrice Nicoletta Marcolongo, diplomata all’OPD); uno degli interventi più rilevanti era stato lo smontaggio del braccio destro (all’epoca fortemente pericolante), rimontato con nuove calettature lignee nell’incastro ma sfruttando il vecchio pernio, inoltre erano state risarcite le numerose fenditure e consolidata la policromia. Interessante la scoperta di una “toppa” di legno di diversa datazione proprio sopra il perizoma: probabilmente – come ha fatto sapere la restauratrice – rappresenta la copertura di un foro che serviva per collocare il crocifisso su un apposito sostegno.
La riapertura della teca dopo 25 anni ha mostrato una situazione fortunatamente stabile e una buona conservazione della scultura, “comunque – chiarisce Cristina Gnoni Mavarelli della Soprintendenza – data la delicatezza dell’opera e la sua grandezza, prima di valutare la possibilità di esporla l’abbiamo sottoposta a un intervento di revisione conservativa, il cui costo è stato sostenuto dal museo francese. Consolidamento, pulitura e indagini di diagnostica, per individuare quella che poteva essere la cromia originaria, perché quella che vediamo attualmente è una cromia posteriore, probabilmente cinquecentesca”.
“La mostra a cui parteciperà quest’opera – sottolinea il direttore dei Musei Diocesani Claudio Cerretelli – è molto importante. Avevano chiesto anche altre opere pratesi, in particolare il Crocifisso di Giovanni Pisano e il rilievo di Giroldo da Como che viene da Montepiano, molto delicato. Ma molte erano le difficoltà, di vario tipo, per poter prestare anche queste due opere”.

Nuovi interventi di restauro al Pulpito di Donatello

Nuovi lavori di restauro per il pulpito di Donatello della cattedrale di Santo Stefano. Ieri mattina sono stati sistemati i ponteggi che gli operai utilizzeranno per effettuare gli interventi di ristrutturazione di uno dei principali tesori artistici di Prato. In particolare sono previsti lavori alle parti marmoree della struttura, dalla balausta al consolidamento delle mensole, e all’ombrello superiore, la cui parte interna, in legno dipinto, sarà completamente restaurata. La cura degli elementi in marmo è stata affidata ad Alberto Casciani mentre la parte lignea dell’ombrello sarà risistemata da Daniele Piacenti. I ponteggi sono stati montati dalla ditta Lucca Saccenti.

I lavori, commissionati dell’Ufficio diocesano per i beni culturali e dall’Opera del Duomo, seguono i primi interventi al pulpito iniziati esattamente due anni fa, nel maggio del 2013. Allora ci si occupò della cimasa, il bordo superiore del parapetto e delle formelle decorate, copie conformi di quelle originali (che invece si trovano all’interno del Museo dell’Opera del Duomo) realizzate nel 1970. Interventi ancora precedenti risalgono addirittura alla fine del ‘700.
Il costo complessivo delle attività di restauro è di 75mila euro, una cifra sostenuta in gran parte dal contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Prato, dall’associazione Amici della Diocesi, dall’Opera del Duomo e da altre realtà cittadine sensibili alla salvaguardia del patrimonio artistico, non soltanto diocesano.

La conclusione dell’intervento è prevista entro la fine di luglio, così da permette la tradizionale ostensione del Sacro Cingolo mariano del 15 agosto, festa dell’Assunta.

Più di mille presenze per la mostra su Jiri Kolar

A poco più di due settimane dall’inaugurazione, la mostra «L’officina immaginifica di Jiri Kolar» sfonda quota mille presente, attestandosi a 1047 ingressi alla giornata di ieri: dopo i numeri più che soddisfacenti della retrospettiva “The spectrum of light” su Paul Jenkins (nelle sale del museo dal 27 settembre al 21 dicembre scorsi), il complesso di San Domenico si riconferma polo d’interesse per l’arte contemporanea con i primi dati della mostra sull’artista ceco scomparso nel 2002, curata dalla galleria Open Art. Visitatori anche dalla Svizzera, dalla Francia, dall’Inghilterra, dalla Repubblica Ceca (luogo in cui è nato e vissuto l’artista) e addirittura dalla Russia si sono avvicinati a questa mostra, che presenta oltre cento opere realizzate con il tipico collage di Kolar.
Anche per questo motivo, sono in programma alcune visite guidate e laboratori per bambini e famiglie: domenica 24 maggio alle 15 e alle 17, sabato 13 giugno alle 15,30 e domenica 14 giugno alle 17 verranno organizzato specifici momenti per i ragazzi e i loro genitori alla scoperta dei processi che danno origine ad alcune delle opere esposte. I laboratori durano un’ora e mezzo e costano 10 a coppia (un bambino e un adulto). Prenotazione obbligatoria chiamando Stefania al 329/3233936. In programma anche visite guidate a cura dell’associazione Artemìa, sabato 16 maggio alle 15,30 e domenica 17 maggio alle 17; sabato 27 giugno alle 15,30 e domenica 28 giugno alle 17. Durata della visita un’ora al costo di 8 euro a persona. Prenotazione obbligatoria contattando Elisa al 333/5822683.
Gli orari di apertura della mostra sono i seguenti: al museo di pittura murale le opere sono visibili dal lunedì alla domenica (chiuso il martedì) dalle 14 alle 20, mentre alla galleria Open Art di viale della Repubblica – dove sono presenti una quarantina di opere – dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 19,30 e il sabato dalle 10,30 alle 12,30 e dalle 15 alle 19,30. Sempre ingresso libero. La mostra ha il Patrocinio del Comune di Prato. La mostra resterà aperta fino al prossimo 28 giugno.

Torna l’arte contemporanea al Museo di pittura murale

Il museo di pittura murale di San Domenico apre ancora una volta le sue porte all’arte contemporanea: dopo il successo della retrospettiva su Paul Jenkins, da sabato 18 aprile (inaugurazione alle ore 17) al 28 giugno spazio a «L’officina immaginifica di Jiri Kolar», la personale del grande artista contemporaneo ceco scomparso nel 2002. Oltre cento opere saranno esposte nelle sale del museo del complesso di San Domenico, più circa quaranta alla galleria Open Art di viale della Repubblica 24, alla scoperta dell’intellettuale cosmopolita e profondamente innestato in una storia di tradizione alle radici dell’Europa contemporanea, interprete altissimo di quell’inquietudine culturale che ha connotato il XX secolo.
L’esposizione rappresenta la prima ampia retrospettiva dedicata a Kolar in Italia dalla sua morte: «All’inaugurazione sarà presente il console della Repubblica ceca, è una mostra di altissimo livello – sottolinea Mauro Stefanini, direttore della Galleria Open Art, che ha curato l’esposizione assieme a Francesca Pola – per capire quanto sia importante basta riferire che Jiri Kolar da vivente ha fatto tre mostre al Guggenheim di New York. Un’arte elevata a livello culturale, rappresenta uno dei massimi artisti sulla lavorazione del collage: riesce a trasformare tutto e raccoglie a piene mani la cultura legata all’arte». Tra le opere, materiali inediti esposti anche al Museum Haus Lange di Krefeld e al Solomon Guggenheim di New York. Tanto appare criptico il suo collage da venire addirittura incarcerato, perché il regime comunista credeva che, con le sue opere, inviasse messaggi criptati all’Occidente. Un altro nome di primo piano che si inserisce all’interno delle sale del museo di pittura murale. «Ci è piaciuto ritentare questa esperienza con l’arte contemporanea – evidenzia Claudio Cerretelli, direttore dei musei diocesani – con un artista amatissimo in Francia, in America ed esposto in tutta Europa. L’inserimento di opere come queste nel museo, ancora in fase di ristrutturazione, appare positivo perché Kolar basa la sua filosofia proprio sulla conoscenza dell’arte, della poesia e della cultura antica, quindi la commistione tra le sue opere modernissime e il contesto medievale dei nostri spazi appare veramente significativa». «Un artista colto – sono le parole di don Giuseppe Billi della Commissione di arte sacra della diocesi – che per me ha un significato particolare. Un nome che ha teso la mano all’antico, con un occhio anche alla religiosità».
Come detto, l’inaugurazione è sabato 18 aprile alle 17; gli orari di apertura sono i seguenti: al museo di pittura murale le opere sono visibili dal lunedì alla domenica (chiuso il martedì) dalle 14 alle 20, mentre alla galleria Open Art dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 19,30 e il sabato dalle 10,30 alle 12,30 e dalle 15 alle 19,30. Sempre ingresso libero. La mostra ha il Patrocinio del Comune di Prato.

Il duomo apre le sue porte segrete

Pochi a Prato sanno che il duomo ha una doppia facciata: la prima risale al 1200 e la seconda fu realizzata alla fine del Trecento per creare un corridoio che portasse fino al pulpito esterno creato dal genio di Donatello e Michelozzo per le ostensioni del Sacro Cingolo. Si tratta di un ambiente affascinante quanto poco conosciuto perché solitamente non aperto al pubblico. Questo e molti altri luoghi del complesso della cattedrale saranno per la prima volta aperti alle visite guidate.
Potremmo chiamare l’iniziativa semplicemente «Duomo aperto», perché questo è il suo obiettivo: aprire le porte di bellezze non accessibili per essere conosciute e apprezzate per il loro alto valore storico e religioso. Sarà così possibile visitare la Cappella del Sacro Cingolo e vedere da vicino la loggia del Ghirlandaio, entrare nella sacrestia della cattedrale e nella sala del Capitolo, ma anche conoscere le stanze del Vescovo, come la sua cappellina privata.

L’idea nasce dalla stessa Diocesi, in accordo con il Capitolo dei canonici e l’Opera del Duomo, e sarà a cura dell’associazione culturale Artemia che avrà il compito di accompagnare i partecipanti alla scoperta di questi ambienti. I destinatari di queste visite sono innanzitutto i pratesi, che così potranno apprezzare per intero la bellezza della loro cattedrale, e dei turisti, che sempre di più stanno scoprendo Prato come città d’arte che poco ha da invidiare alle tradizionali mete toscane.

Tre gli itinerari proposti: la Sacra Cintola e la doppia facciata, con visita fino all’altezza dell’orologio della cattedrale, il Palazzo vescovile, le sacrestie e la sala capitolare. Si comincia sabato 11 aprile con due turni, alle ore 11 e alle 15, con il primo percorso dedicato alla preziosa reliquia mariana custodita da secoli all’interno del duomo. Guidati da Veronica Bartoletti, presidente di Artemia, il viaggio dei visitatori partirà dalla cappella e dal ciclo pittorico di Agnolo Gaddi.
«Daremo la possibilità di entrare e di potersi avvicinare alla reliquia – spiega Claudio Cerretelli, vice direttore dell’ufficio beni culturali della diocesi di Prato – scoprendo il complesso rituale che presiede alle cinque ostensioni, poter accedere alle scale che portano alla loggia del Ghirlandaio, salire ancora di un piano, fino ad arrivare allo spazio dove si vede la facciata romanica di Guidetto, e ammirare il meccanismo dell’orologio». Sarà una visita dalla durata di un’ora e mezzo rivolta a un gruppo composto al massimo da dodici persone adulte. Occorre quindi la prenotazione. Le successive sono in programma, sempre a doppio turno, il 9 e 30 maggio, il 6 e 20 giugno.
«Sono luoghi molto affascinanti e rappresentano un patrimonio cittadino – dice mons. Nedo Mannucci, vicario generale della diocesi – l’idea nasce dall’esperienza, le persone che occasionalmente hanno avuto la possibilità di ammirare questi ambienti sono rimaste felicemente colpite e così abbiamo deciso di creare queste visite qualificate aperte a tutti». Dello stesso parere anche Raffaele Tanzarella, presidente dell’Opera del Duomo che ha annunciato la partenza imminente dei lavori di restauro al pulpito di Donatello, resi possibili grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Prato e di altri sponsor.

Il secondo itinerario riguarda le «stanze del Vescovo», con esse si intendono il salone vescovile, la sala rossa, la segreteria e l’ufficio di mons. Agostinelli ma anche la piccola e personale cappella affrescata, mai aperta al pubblico prima d’ora, che ha diretto affaccio alla cappella del Sacro Cingolo. La visita è in programma il 16 maggio.
Il terzo percorso, che si terrà il 13 giugno, riguarda come detto le sacrestie del duomo, luoghi ricchi di numerosi e pregiati capolavori che raccontano la storia della cattedrale, come la sala dei canonici dove si trovano i ritratti di tutti i vescovi di origine pratese.
A questi si aggiunge un’altra possibilità, fuori dagli ambienti della cattedrale ed è la visita ai monasteri di clausura: quello domenicano di San Vincenzo (26 aprile) e quello benedettino di San Clemente (10 maggio). Il costo della visita servirà a finanziare i lavori di restauro dei due conventi bisognosi di un intervento dopo i danni causati dal forte vento del 5 marzo.

Per informazioni e prenotazioni si può contattare Artemia 340-5101749; artemia6@alice.it. Il costo delle visite è di 15 euro per il primo percorso e di 10 per gli altri.

Festa degli artisti all’insegna dell’amore

L’incontro tra la cultura e l’amore nella memoria del Beato Angelico. Torna il consueto appuntamento con la Festa degli artisti, organizzata dalla Commissione Arte Sacra della diocesi di Prato con la partecipazione delle donne e degli uomini di cultura non soltanto del nostro territorio.

Eccezionalmente l’appuntamento è anticipato a sabato 14 febbraio, a causa della concomitanza del mercoledì delle Ceneri con la memoria del Beato Angelico: alle ore 16 inizio del programma, con la presentazione degli artisti nel salone vescovile (ingresso da piazza duomo, 48). All’interno del pomeriggio performance e interventi culturali, tra cui l’inaugurazione – nella cripta affrescata all’interno del museo dell’Opera del Duomo, alle ore 17 – della mostra «Il Sacro al femminile», con le opere di Alessia Porfiri, Rachele Biaggi e Stefania Orrù, nomi conosciuti a livello nazionale per la loro capacità di coniugare linguaggio figurativo contemporaneo a tematiche sacre. L’esposizione resterà visitabile, con entrata dal museo dell’opera del Duomo, fino al 10 aprile; nel giorno della festa, le artiste e le suggestioni delle multiformi opere installate saranno presentate da Laura Monaldi.

Sempre nel pomeriggio, il gruppo teatrale «Pellegrino del’Assoluto» diretto da Mila Giannoni reciterà parti del Cantico delle Creature e saranno presenti, tra gli altri, Massimo Luconi, Valentina Banci, Andrea Vannicola, Franco Casaglieri – che parlerà del suo libro «Cos’è l’amore» – e Roberto Visconti. Parteciperà con il suo repertorio anche il coro Corte Bardi.
Alle ore 18 è prevista la messa per tutti i partecipanti, celebrata dal vescovo Franco Agostinelli nella cattedrale di Santo Stefano; seguirà un rinfresco.

«La nostra Chiesa pratese – sono le parole di don Giuseppe Billi, organizzatore della Festa degli Artisti e presidente della commissione arte sacra – ha fatto da apripista, oltre vent’anni fa, perché è stata una delle prime a organizzare le messe per gli artisti nel giorno della memoria del Beato Angelico. Abbiamo avuto sempre ospiti di primissimo piano e una grande partecipazione: tra i tanti ricordo Bruno Ceccobelli, Liu Morin, Carlo Chenis e il cardinale Gianfranco Ravasi».