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Il vescovo Franco Agostinelli

Domenica si apre la porta santa del Giubileo della Misericordia

Con l’apertura del portone di ingresso del Duomo, che per l’occasione si fa «Porta Santa», anche a Prato avrà inizio il Giubileo Straordinario della Misericordia. In tutte le Diocesi del mondo questa domenica, 13 dicembre, comincerà l’Anno Santo indetto da Papa Francesco, un tempo dedicato alla riconciliazione e alla conversione, al quale tutti sono invitati a partecipare.

 

La processione e la messa solenne

La comunità diocesana pratese si ritroverà questa domenica alle 15,15 in piazza Santa Maria delle Carceri, di fronte alla basilica. Alle 15,30 avrà inizio una solenne processione guidata dal vescovo Franco Agostinelli, che insieme ai sacerdoti diocesani, ai diaconi e a tutti i presenti si muoverà verso la cattedrale. Il corteo passerà da via San Bonaventura, piazza San Francesco, via Ricasoli, corso Mazzoni e infine piazza Duomo. Qui, alle ore 16, con in mano il pastorale, monsignor Agostinelli aprirà la porta centrale della cattedrale, la Porta Santa giubilare, addobbata con l’immagine scelta per rappresentare l’Anno Santo: Gesù Buon Pastore che si carica sulle spalle l’uomo ferito con l’invito a essere «misericordiosi come il Padre».

Il Vescovo porterà il Vangelo all’interno della chiesa, la processione dei sacerdoti e dei fedeli attraverserà la Porta e comincerà la messa solenne.

«Per la Chiesa pratese il Giubileo avviene a un mese dalla visita di Papa Francesco – dice il vicario generale monsignor Nedo Mannucci – con l’apertura della Porta Santa avremo la possibilità di sottolineare ancora di più la bellezza di quell’incontro, sperimentabile tutti i giorni di questo anno»

Nell’occasione tutte le messe vespertine della domenica solitamente celebrate nelle chiese diocesane sono sospese per permettere la partecipazione all’inizio del Giubileo a fedeli e sacerdoti.

 

I paramenti del Vescovo Franco

papa giovanni paolo II apertura giubileo 2000Durante la processione e la celebrazione della messa monsignor Agostinelli indosserà dei paramenti sacri dall’alto valore simbolico. Sulle spalle porterà un piviale identico a quello utilizzato da Giovanni Paolo II il giorno dell’apertura del Giubileo del 2000, mentre la casula sarà uguale a quella donata a Papa Francesco il giorno della sua visita a Prato. Sono copie conformi ai doni fatti dall’Unione Industriale Pratese ai Pontefici per due occasioni speciali.

Il piviale, ampia veste liturgica simile a un mantello, usata nelle celebrazioni solenni fuori dalle chiese, fu offerta dagli imprenditori pratesi a nome della città e della diocesi a Papa Wojtyla per officiare il rito di inizio dell’ultimo Anno Santo celebrato quindici anni fa. Suggestiva la scelta e la combinazione dei colori: rosso, blu e oro segno di sacrificio, incarnazione e gloria.

La casula, la veste propria di chi celebra la messa, invece è stata donata a Francesco lo scorso 10 novembre, giorno della sua visita in città. È stata confezionata utilizzando la ricostruzione moderna di un panno del XIV secolo, secondo le indicazioni tecniche contenute nelle carte di Francesco di Marco Datini. I colori sono il rosso scarlatto e il bianco naturale della fibra di lana. L’ornamento della casula è ispirato al crocifisso di San Damiano, caro allo spiritualità francescana.

 

Il calice di Papa Francesco

calice donato da papa francesco alla cattedrale di pratoNon solo i doni di Prato al Papa, durante la celebrazione per l’apertura del Giubileo della Misericordia, verrà utilizzato un regalo che Francesco ha fatto alla cattedrale di Santo Stefano lo scorso 10 novembre. Si tratta di un calice in argento dorato, impreziosito da gemme di coloro rosso. Sia sulla base che sulla parte superiore si notano intarsi con scene di vita di Cristo. Assieme al calice, è stata donata anche una patena (il piatto dove viene posta l’ostia prima di essere consacrata). Poco prima di fermarsi in preghiera nella Cappella del Sacro Cingolo, il Santo Padre ha consegnato al vescovo Agostinelli una teca di pelle nera contenente i due oggetti sacri. Sulla parte superiore della scatola e sotto la base del calice è impresso lo stemma papale di Francesco.

Anche 29 anni fa, il 19 marzo 1986, Giovanni Paolo II donò alla nostra Chiesa un calice da messa in occasione della sua storica visita alla città di Prato.

 

La diretta di Tv Prato

 Processione e messa saranno trasmesse in diretta su Tv Prato, sia sul canale 74 del digitale terrestre, che in streaming sul sito tvprato.it. Il primo collegamento sarà da piazza Santa Maria delle Carceri per la partenza della processione. Le telecamere seguiranno ogni momento di questa speciale giornata, commentata in studio dal direttore Gianni Rossi.

 

Le altre chiese giubilari (e la Dogaia)

Oltre al duomo saranno chiese giubilari per tutto il corso dell’Anno Santo – fino al 20 novembre 2016 – anche la basilica di Santa Maria delle Carceri, intitolata a Maria Madre della Misericordia, e il santuario di Sant’Antonio Maria Pucci a Poggiole di Vernio. Quest’ultimo inizierà il Giubileo domenica 20 dicembre con una messa in programma alle ore 11,30 presieduta da monsignor Agostinelli. La celebrazione sarà preceduta da una processione con partenza dalla casa per i ritiri spirituali intitolata al «curatino di Viareggio», che si trova a Poggiole, a poca distanza dalla chiesa.

Inoltre anche gli altri santuari mariani della diocesi, nel giorno della propria festa, saranno chiese giubilari. E quindi: Santa Maria del Giglio (8 marzo), Santa Maria della Pietà (26 aprile) e Santa Maria del Soccorso (30 aprile).

Su indicazione di Papa Francesco le cappelle delle Case circondariali possono essere chiese del Giubileo, e quindi in Diocesi, in una data ancora da definirsi, la Porta Santa si aprirà anche nel carcere della Dogaia.

 

Come ottenere l’indulgenza

 Come si fa a vivere il Giubileo e a ottenere l’indulgenza? L’invito è a varcare la Porta Santa, del duomo o delle altre chiese giubilari, e una volta entrati recitare il Credo e pregare, come ha spiegato lo stesso Francesco, per le intenzioni che si portano nel cuore per il bene della Chiesa e del mondo intero. Tra le preghiere è suggerita quella scritta dal Papa per il Giubileo. Poi, per ottenere l’indulgenza, occorre seguire le solite condizioni: confessarsi e accostarsi alla celebrazione eucaristica portando nel cuore una riflessione sulla Misericordia.

vescovo agostinelli rsa narnali 1

Il vescovo Franco Agostinelli in visita agli anziani della Rsa di Narnali

Monsignor Franco Agostinelli è andato in visita alla Rsa di Narnali e al vicino centro diurno per malati di alzheimer. Invitato dal Consorzio Opere di Misericordia, l’ente che ha rilevato la gestione socio assistenziali delle due strutture, il Vescovo di Prato ha incontrato questa mattina, sabato 5 dicembre, ospiti, operatori e personale Asl.

 

Accompagnato dal parroco di Narnali don Bruno Martini, mons. Agostinelli è così tornato nella Rsa dopo i casi di maltrattamento ai degenti, per intrattenersi con gli anziani ricoverati e portare loro gli auguri di Natale.

Dopo la recita di una preghiera e la benedizione impartita a tutti i presenti riuniti nel salone della casa di riposo, il Vescovo ha voluto visitare anche i malati che per motivi di salute non possono alzarsi dal letto. Per tutti c’è stato un saluto unito a un breve colloquio personale.

Mons. Mannucci: «Siamo addolorati per questa tragedia che ci tocca da vicino»

«Siamo addolorati per questa tragedia che ci tocca da vicino». Il Vicario generale monsignor Nedo Mannucci esprime i sentimenti del vescovo Franco Agostinelli e della Diocesi per il suicidio dell’uomo che stamattina presto si è tolto la vita nel chiostro di San Francesco, in pieno centro a Prato. «Era una persona accolta e aiutata per lungo tempo dalla Diocesi – spiega il Vicario – purtroppo con lui non riuscivamo a trovare una soluzione condivisa per una nuova e diversa sistemazione alloggiativa. Nessuno, ovviamente, avrebbe immaginato un epilogo del genere».

 

Mons. Mannucci, appresa la notizia, insieme al Vescovo mons. Franco Agostinelli e all’arciprete di Santa Maria delle Carceri mons. Carlo Stancari si è subito recato nel chiostro.

«Accanto alla pietà e al dolore ora – afferma Mannucci – è il momento della preghiera».

 

L’uomo, di origini siciliane, da tempo stava attraversando un periodo difficile, ed era stato accolto alcuni anni fa dalla Diocesi. Per qualche periodo era stato impiegato presso la Villa del Palco, Casa dei ritiri della Diocesi, fino alla conclusione di quella esperienza gestionale. Successivamente fu ospitato presso i locali dell’ex convento di San Francesco, dove risiedeva negli ultimi quattro anni.

 

Da tempo la Diocesi, nell’ambito anche dei lavori di restauro del complesso di San Francesco, gli aveva chiesto di trovare una diversa sistemazione, rendendosi disponibile a dare una mano in tal senso. L’accoglienza, del resto, secondo gli accordi, sarebbe dovuta durare soltanto un anno. A fronte, però, dell’indisponibilità sia a lasciare San Francesco che a condividere una diversa soluzione, la Curia diocesana aveva provveduto, tramite un avvocato, a recapitare all’uomo una lettera di sollecito a lasciare la parrocchia. L’intento del Vescovo e di tutti gli interessati era comunque quello di non passare direttamente alle vie legali senza prima aver tentato una mediazione.

Nuovi sacerdoti

Tre ordinazioni sacerdotali domenica in Cattedrale

Si chiamano Giovanni, Everardo e Stefano. Due sono sudamericani, uno è pratesissimo di Iolo. Sono i tre diaconi che questa domenica, 22 novembre alle 16, saranno ordinati in cattedrale per le mani del vescovo Franco Agostinelli.

Con la loro ordinazione sale a cinque il numero dei nuovi sacerdoti accolti dalla Chiesa pratese nel 2015. Gli ultimi arrivi sono stati don Marco Degli Angeli e don Stefano Faggi lo scorso 19 aprile.

Presentiamo i tre candidati al sacerdozio.

Everardo De Almeida Silva, come si intuisce dal nome, è brasiliano di Fortaleza ed è arrivato in Italia nel 2004 grazie al missionario don Piero Paciscopi dell’Opera Madonnina del Grappa di Firenze. Entra nel seminario fiorentino e frequenta il quinquennio di teologia. Poi decide di terminare gli studi in vista del sacerdozio nel seminario di Prato. È laureato in economia e ha lavorato per dieci anni in una ditta di confezioni.

È colombiano di Medellin, il seminarista Giovanny Santa Colorado. Ha 36 anni ed è laureato in filosofia ed educazione religiosa; prima di iniziare il cammino sacerdotale ha insegnato nelle scuole medie del suo Paese. I primi cinque anni di studio in teologia li ha fatti in Colombia, poi nel 2010 è arrivato a Prato. Adesso presta servizio come assistente spirituale all’oratorio di Sant’Anna.

È stato tra i primi a entrare nella comunità fondata da padre Giglio Gilioli alla tenera età di 19 anni, subito dopo l’esame di maturità. Stefano Maria Coveri ha 28 anni ed è diacono dal 2012, dal 2006 fa parte dei Discepoli dell’Annunciazione, famiglia religiosa formata da sacerdoti, diaconi e religiosi non ordinati nata a Prato ed in attesa del riconoscimento come congregazione.

don vinicio dolfi

È morto a 86 anni di età il canonico Vinicio Dolfi, a lungo parroco di Vaiano

È morto all’età di 86 anni il canonico Vinicio Dolfi. Il sacerdote è scomparso questa notte nella sua abitazione di Prato per il complicarsi di una brutta malattia che lo aveva colpito negli ultimi tempi, aggravando le sue condizioni di salute.

 

Don Vinicio, come veniva chiamato in città e a Vaiano, dove è stato a lungo parroco, era nato a Prato nel dicembre del 1929. Entrato in seminario da ragazzo, quando frequentava la prima media, è stato l’ultimo sacerdote pratese a essere ordinato da un vescovo di Pistoia e Prato, precisamente da monsignor Giuseppe Debernardi, nel 1953, un anno prima dell’arrivo di monsignor Pietro Fiordelli. Due anni fa aveva festeggiato l’importante traguardo dei 60 anni di messa.

 

Originario di Chiesanuova, don Vinicio fin da piccolo ha avuto una grande passione per la musica. Ha sempre ricordato come tra le lezioni obbligatorie per diventare sacerdote, ai suoi tempi ci fosse anche lo studio del pianoforte, un’ora la settimana. E così, grazie a un ottimo insegnante di musica, Aldo Pacini, si è «innamorato delle note», come ha sempre voluto definirsi. Questo talento si è poi trasformato in un servizio: per oltre 30 anni infatti don Vinicio è stato direttore della Cappella musicale della Cattedrale. In tanti lo ricordano alla direzione del coro durante le celebrazioni solenni in duomo.

 

Il sacerdote è stato anche parroco. Prima andò cappellano a Vaiano e poi per cinque anni fu parroco a Santa Cristina a Pimonte. Dal 1960 al 1970 torna a Vaiano come parroco e poi va in centro a Prato, allo Spirito Santo, dove rimane per 25 anni. Ma è la Valle del Bisenzio il luogo al quale don Vinicio era più legato e dove ha prestato servizio anche negli ultimi anni della sua vita. Si deve a lui il passaggio della guida della parrocchia a don Carlo Bergamaschi dopo la partenza di don Mario Donadoni nel 2000. Tra gli altri incarichi ricordiamo l’insegnamento della religione alle scuole medie negli anni Sessanta.

 

La salma del sacerdote sarà esposta questo pomeriggio alle cappelle del commiato della Misericordia in via Convenevole. I funerali, che si svolgono domani, venerdì 20 novembre, alle ore 15 nella cattedrale di Prato, saranno presieduti dal vescovo Agostinelli e concelebrati dal clero diocesano.

Agostinelli e Papa Francesco

L’emozione del vescovo Franco Agostinelli in volo con Papa Francesco

«Una grande gioia del cuore». Riassume così, ancora emozionato, il vescovo di Prato Franco Agostinelli l’ora storica vissuta dalla Chiesa e dalla città di Prato questa mattina. Raggiunto da Tv Prato in diretta a Firenze, appena terminato l’incontro in Santa Maria del Fiore del Convegno ecclesiale nazionale, il presule è raggiante per l’incontro vissuto a Prato con il Santo Padre. «Un abbraccio straordinario del Papa alla nostra città – commenta – che la nostra città ha ricambiato con una partecipazione e un affetto corali».

Per Agostinelli l’emozione, se possibile, è stata ancora più grande: prima in città accanto al Pontefice sulla Papamobile, poi di nuovo vicino a lui sull’elicottero verso Firenze. «Purtroppo non c’è stato molto tempo per parlare con il Papa sull’elicottero – ha raccontato il Vescovo – dati i tempi ristretti del tragitto da Prato a Firenze. Io l’ho di nuovo ringraziato per tutto, e gli ho messo in rilievo le caratteristiche di Prato, città del lavoro. Il Pontefice mi ha detto che avrebbe voluto spendere più parole sulla tematica del lavoro, durante il suo discorso, ma non ha potuto a causa delle tempistiche ristrette. Sì, davvero una grande emozione».
Proprio per la partecipazione al Convegno ecclesiale nazionale – che questa mattina con la visita del Papa ha vissuto il suo momento culminante – mons. Agostinelli non si è potuto soffermare a Prato per commentare a caldo con i giornalisti. Anzi, il Santo Padre gli ha dato un… passaggio a bordo dell’elicottero dell’Aeronautica Militare Italiana e così in otto minuti è volato sul capoluogo toscano.

«Adesso sta a noi – ha spiegato il Vescovo – sviluppare quanto ci ha detto il Papa, sta a noi iniziare un vero e proprio percorso a partire dalle riflessioni svolte da Francesco su quelle che sono le tematiche essenziali di tutta la proposta cristiana. Abbiamo vissuto una bella mattinata, ma è nostro compito fare sì che tutto questo non rimanga a livello di una mera emozione».
Infine i ringraziamenti: «Se questa bellissima ora ha visto una straordinaria partecipazione di popolo e una ottima organizzazione, è merito del lavoro di squadra che la Diocesi, il Comune con in testa il sindaco Biffoni e l’assessore delegato Faltoni, tutte le istituzioni, la Questura e le altre Forze dell’Ordine, i volontari hanno saputo realizzare. A tutti va il mio grazie più sincero. Continuiamo a lavorare insieme. Quello che abbiamo realizzato è un “modello” di vita comunitaria che non va abbandonato».

Papa Francesco, la Radio Vaticana intervista il vescovo Franco Agostinelli

Sulla visita di Papa Francesco a Prato, la Radio Vaticana ha intervistato nei giorni scorsi il vescovo Franco Agostinelli. I problemi della città e della Diocesi ma anche le opportunità offerte da una realtà nata e cresciuta grazie al lavoro sono uno dei punti toccati da monsignor Agostinelli. Il vescovo si è inoltre soffermato sulla presenza massiccia di cittadini di differenti nazionalità, ben oltre 100, e sulla grande comunità cinese. Numeri a parte, il vescovo ha definito Prato un vero laboratorio.

Ascoltiamo, dal link sottostante, l’intervista rilasciata da monsignor Agostinelli ad Alessandro Gisotti di Radio Vaticana.

> Clic qui per leggere e ascoltare l’intervista

Il vescovo Franco Agostinelli

Anziani maltrattati all’Rsa di Narnali; l’intervento del Vescovo Agostinelli

«Sono sconcertato e addolorato per questi episodi che sono deprecabili fino all’inverosimile». Il Vescovo di Prato Franco Agostinelli esprime ai microfoni di TV Prato costernazione per i maltrattamenti agli anziani ospiti della Rsa di Narnali oggi emersi dalle indagini degli inquirenti in tutta la loro gravità.
Chiaro il pensiero del Pastore della Diocesi laniera: «La persona è tale sempre, dal concepimento fino alla morte e come tale va rispettata in ogni momento. C’è una dignità che deve essere salvaguardata soprattutto quando la persona è più fragile». Una convinzione però: «Sono convinto che si tratta di un caso isolato. Vorrei infatti guardare alla professionalità e alla generosità di tante persone, operatori e volontari, che ogni giorno guardano al sofferente e al malato come una persona da rispettare, aiutare, come ad un fratello».