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Diocesi riceve artigiani e commercianti

Diocesi di Prato con le associazioni degli artigiani e dei commercianti per la costruzione dei «patti di prossimità»

La Diocesi di Prato ancora a lavoro per realizzare i «patti di prossimità» tra istituzioni, enti e cittadini, auspicati da papa Francesco il giorno della sua storica visita a Prato. Ieri pomeriggio, mercoledì 13 luglio, nella sala rossa di palazzo vescovile sono stati ricevuti i rappresentanti pratesi degli artigiani e dei commercianti. Al tavolo si sono seduti il vicario generale monsignor Nedo Mannucci, il direttore dell’ufficio diocesano di pastorale sociale e del lavoro Michele Del Campo, Luca Galli di Confartigianato, Cinzia Grassi di Cna, Tiziano Tempestini per Confcommercio e Gianna Rafanelli di Confesercenti.

 

Il primo ambito di discussione è stato l’invito a rinnovare l’adesione a quel cammino di confronto e di partecipazione iniziato con la stesura e la sottoscrizione della lettera inviata a papa Bergoglio da parte delle categorie sociali ed economiche della città. «Il Santo Padre ci ha chiesto espressamente di ritrovarci per costruire una società “più giusta e più onesta” – ha detto mons. Mannucci – non possiamo lasciar cadere le esortazioni del Papa. Lavorando assieme – ha osservato il Vicario – è possibile trovare la strada giusta per affrontare le problematiche cittadine e realizzare questa spinta ideale».

 

Le quattro associazioni hanno apprezzato il lavoro di «collante» operato dall’ufficio diretto da Michele Del Campo. «Riscopriamo il valore della concertazione, una parola che a Prato non è finta o priva di significato – hanno osservato artigiani e commercianti – l’abbiamo sempre fatta, ognuno secondo il proprio ruolo e nelle rispettive responsabilità».

Tra gli ambiti prioritari di impegno, individuati nel corso dell’incontro, c’è la questione riguardante la dignità del lavoro. «Il Papa su questo punto è stato molto chiaro – hanno sottolineato i presenti – facciamo nostre le sue parole impegnandoci ancora di più nel portare avanti i principi di legalità».

 

Il prossimo appuntamento di incontro e ascolto della città sarà a fine luglio, quando in palazzo vescovile sono attesi i rappresentanti delle cooperative. Entro settembre sarà il turno degli industriali. Poi a novembre, a un anno dalla visita di Francesco a Prato, è convocata una grande assemblea, un incontro pubblico dove riportare tutte le considerazioni emerse in questi appuntamenti. Riflessioni che si tradurranno in proposte e impegni concreti.

Galciana Agostinelli e Piovanelli

Il cordoglio del vescovo Agostinelli e dell’emerito Simoni per la morte del cardinale Silvano Piovanelli

«La morte del cardinale Silvano Piovanelli rattrista la Chiesa di Prato, siamo vicini all’arcidiocesi di Firenze ed esprimiamo al cardinale arcivescovo Giuseppe Betori il nostro cordoglio». Sono le parole del vescovo di Prato Franco Agostinelli alla notizia della scomparsa di Piovanelli, 92 anni, arcivescovo di Firenze dal 1983 al 2001.

 

«Tra noi c’era un legame fraterno e amichevole – aggiunge monsignor Agostinelli – lo ricordo come un uomo dotato di grande umanità e rara intelligenza. Quando sono entrato a far parte della Conferenza episcopale toscana lui aveva già lasciato la guida dell’arcidiocesi di Firenze ma la sua impronta e la sua saggezza hanno costituito una eredità feconda per tutti tutti i vescovi delle diocesi toscane». Il Vescovo di Prato, che in questi giorni si trova fuori diocesi per qualche giorno di riposo, ha assicurato la sua vicinanza nella preghiera.

 

Anche il vescovo emerito di Prato, mons. Gastone Simoni, vuole ricordare la figura del cardinale Piovanelli. «Esprimo i miei profondi sentimenti di condoglianza, di stima e venerazione per lui e di unione nella fede e nella preghiera. Solo pochi giorni fa – dice mons. Simoni – ho avuto la grazia di visitarlo in un tranquillo pomeriggio alla casa del clero dove si trovava: è stato un incontro commosso nel quale ci siamo dati a vicenda la benedizione». Già questa mattina mons. Simoni ha celebrato una messa in suffragio.

 

Il legame tra Prato e il cardinale Piovanelli è stretto e si intreccia con i momenti più importanti della storia recente della città. Fu lui, insieme all’allora vescovo Pietro Fiordelli, ad accompagnare Giovanni Paolo II durante la storica visita del 19 marzo 1986. Dopo aver lasciato la guida dell’arcidiocesi fiorentina per limiti d’età, il cardinale Piovanelli è stato più volte ospite della nostra diocesi, officiando l’ostensione del Sacro Cingolo in occasione della Madonna della Fiera l’8 settembre e presenziando a numerose feste parrocchiali, come quella di San Pio a Iolo e quella promossa per i 50 anni della dedicazione della nuova chiesa di San Pietro a Galciana.

profughi

Il vescovo Agostinelli ha ricevuto in episcopio sei richiedenti asilo ospiti nelle strutture pratesi

Parlano a voce bassa, sono emozionati ma desiderosi di raccontare le loro storie, fatte di sofferenza e di speranza. Questa mattina, sabato 25 giugno, sei richiedenti asilo ospiti di due strutture gestite dalla Coop 22 dell’Opera Santa Rita, sono stati ricevuti dal vescovo di Prato Franco Agostinelli in episcopio. Sono stati invitati in rappresentanza dei 540 profughi presenti ad oggi sul territorio pratese.

Ad accompagnarli c’erano il presidente e la segretaria generale del Santa Rita, Roberto Macrì e Renza Sanesi; con loro anche una mediatrice culturale per la traduzione. Ma non ce n’è stato bisogno, i sei giovani, tutti tra i 20 e i 25 anni, hanno voluto parlare in italiano per far vedere quanto hanno imparato nei mesi di permanenza a Prato. Stanno tutti aspettando che la commissione ministeriale si esprima sulla richiesta del conferimento dello status di rifugiato, il documento che aprirebbe loro le porte di una quotidianità negata in patria e qui, nel nostro paese. Senza il riconoscimento infatti non possono cercare né una casa, né un lavoro.

 

Monsignor Agostinelli ha accolto i sei profughi nel suo studio, li ha messi a sedere in cerchio e ha chiesto ad uno ad uno il nome, la provenienza e come sono arrivati in Italia. C’è Ibrahim Sane, arrivato otto mesi fa dal Senegal. È ancora provato dalla prigionia subita in Libia prima mettersi in viaggio per mare su un barcone. «Eravamo in 117 – racconta il senegalese – alcuni dei miei compagni non ce l’hanno fatta. Abbiamo navigato quattro giorni senza acqua né cibo, è stata durissima ma alla fine sono riuscito a salvarmi. Ringrazio di cuore l’Italia per avermi accolto». Anche gli altri ripetono quasi ossessivamente, dopo ogni frase, la parola «grazie Italia». Tutti avevano un lavoro in patria, come Destiny, nigeriano di 23 anni, che ha fatto l’operaio e il benzinaio. «Io sono qui per la libertà», ha detto con un filo di voce. C’è chi non ha scelto la via del mare ma è arrivato passando dai Balcani, come Bakar, giunto dal Pakistan dopo un viaggio di fortuna durato due mesi. Gli altri sono Ducansy dal Mali, Youssuf dalla Costa d’Avorio e Sylla dal Senegal. Tutti hanno voluto raccontare al Vescovo quello che hanno vissuto, e lo hanno fatto rivolgendo sempre un pensiero ai propri familiari rimasti a casa.

 

«Incontrarvi significa confermare una doverosa attenzione nei vostri confronti – ha affermato il Vescovo durante l’incontro – vi ho chiamati per condividere attese, speranze e desideri legittimi che portate nel cuore. Ho ascoltato le vostre storie, piene di sofferenze e problemi, avete voglia di riscatto e di un futuro. Sappiamo benissimo che se vi mettete in viaggio – ha detto monsignor Agostinelli rivolgendosi ai sei giovani – siete consapevoli di dover affrontare incertezze e soprusi, vuol dire che siete spinti da una reale necessità».

Dopo aver ringraziato l’Opera Santa Rita per il lavoro che sta svolgendo, «con professionalità e umanità», il Vescovo ha voluto ribadire «la disponibilità della Chiesa a fare la propria parte: è un dovere come cristiani e come cittadini – ha osservato – ma è importante che tutte le istituzioni facciano la loro parte per far fronte a questa emergenza umanitaria che non possiamo ignorare. E mi pare che a Prato i sindaci lo stiano facendo con coraggio». Monsignor Agostinelli è il delegato regionale della Conferenza episcopale toscana per i migranti, conosce benissimo le problematiche e le dinamiche del fenomeno migratorio per essere stato personalmente sulle coste siciliane dove avvengono gli sbarchi. «Auspico che l’Europa apra maggiormente gli occhi e si faccia carico di questa situazione, altrimenti mostrerà il suo limite compromettendo il suo futuro», ha concluso il Vescovo.

giuseppe de rita al forum idee prato

Coesione, relazione e investimento su stessi. I consigli di Giuseppe De Rita alla città

«Dov’è è finita la vitalità primordiale, quasi violenta della società pratese che mischiava spontaneismo industriale a impegno collettivo?». A chiederlo è Giuseppe De Rita, fondatore e storico presidente del Censis, tra i primi ricercatori a studiare il fenomeno Prato e la sua realtà imprenditoriale «molecolare», che fu il segreto di un successo con pochi precedenti in Italia e in Europa.

 

De Rita è stato il protagonista dell’ultimo incontro dei «Forum di idee per Prato», gli appuntamenti proposti alla città dal vescovo Franco Agostinelli per riflettere, tutti insieme, sul futuro della nostra comunità.

Ieri sera, giovedì 23 giugno, la conversazione dibattito, condotta dal capo redattore centrale della Nazione Piero Ceccatelli, è andata in scena alla Camera di Commercio, alla presenza di buona rappresentanza della città, formata da esponenti delle istituzioni e delle categorie sociali ed economiche.

 

Alla fine degli anni Sessanta l’Unione industriale pratese chiese a De Rita di fare una ricerca per capire la realtà di un distretto che in quel periodo voleva prendere per la prima volta coscienza di sé. E da allora il presidente del Censis non ha mai smesso di seguire le vicende della nostra città. Ed è tra i pochi non pratesi capaci di dare indicazioni e suggerimenti ad una comunità in cerca di nuova identità. «Ricordate – ha detto De Rita ai presenti – l’identità non è nel soggetto, ma nella capacità di relazione. E i pratesi sono stati grandi in questo, se guardate le statistiche della produttività vedrete che da voi l’export cresce sempre, siete i più relazionali». E oggi? «Il primato delle relazioni non c’è più, siete chiusi in una identità fantasmatica che si guarda allo specchio. Per sapere chi siamo non dobbiamo guardarci allo specchio, noi siamo la persona che incontriamo appena usciti di casa». A questa considerazione si lega un giudizio sulla forte presenza di immigrati, che ha caratterizzato la città a partire dalla fine degli anni Cinquanta, prima con l’ondata dal sud Italia e poi con gli stranieri, in particolare i cinesi. «È indubbio che la comunità cinese abbia rappresentato un elemento di crisi – afferma De Rita – ma non perché hanno occupato i macrolotti o via Pistoiese ma perché hanno creato una enclave. Nella altre città invece gli stranieri si sono dispersi, non esistono simili concentrazioni come da voi. Prato non ha avuto i polmoni per respirare aria diversa».

Ad impressionare il presidente del Censis è il fatto che «la grande capacità dei pratesi di fare inclusione abbia creato nuclei separati. E lo sappiamo – sottolinea – i ghetti creano sempre problemi. Pensiamo alle banlieue francesi».

 

A chi osserva come la comunità cinese abbia comunque portato ricchezza e in un certo senso si è ripetuta una nuova stagione dell’economia sommersa – definizione coniata dal Censis dopo aver analizzato quarant’anni fa il «caso Prato» – De Rita risponde così: «ho sempre sostenuto che l’economia sommersa sia una grande ricchezza, perché libera energie e crea finanza, ma a una condizione: che non sia regressiva. Il vostro sommerso di un tempo era fatto sì di gente che non pagava le tasse ma allo stesso tempo aveva una azienda nel sottoscala, c’era in nuce una impresa che cresceva, tanto è vero che la maggior parte di quei lavoratori sommersi sono diventati piccoli imprenditori. Oggi mi pare che il processo sia inverso – dice ancora il presidente del Censis – si parte da una realtà formalizzata ed esplicita (gli affitti a nero N.d.R.) per andare nel sommerso. La fortuna di Prato è stata una economia sommersa che ha spinto per emergere».

 

Quale può essere il futuro di Prato? è stato chiesto infine. «Dovete mantenere la capacità di coesione che avete sempre avuto – conclude De Rita – per farlo occorre intessere relazioni e investire su se stessi. Se una società non fa questo sforzo parole come “comunità” si svuotano di significato». In chiusura una citazione di papa Francesco: «le opinioni non radunano, la realtà sì. Io – aggiunge – sono dalla parte della realtà. Il futuro non è qualcosa di nuovo rispetto all’esistente, solo la realtà crea nuova realtà».

biffoni agostinelli con papa francesco

Il vescovo Agostinelli e il sindaco Biffoni insieme per la costruzione dei «patti di prossimità»

Prosegue il cammino della Diocesi di Prato nell’incontro, ma soprattutto nell’ascolto, della città. Ieri pomeriggio nella sala rossa di Palazzo vescovile, si sono dati appuntamento il sindaco Matteo Biffoni e il vescovo Franco Agostinelli, presente anche il direttore dell’ufficio di pastorale sociale e del lavoro Michele Del Campo, per parlare di Prato e dei pratesi, per condividere idee e mettere in comune riflessioni e disponibilità di aiuto reciproco nel rispetto dei diversi ambiti di competenza.

 

L’obiettivo della Diocesi, è quello di lavorare insieme a tutte le componenti pratesi, istituzionali e di rappresentanza sociale ed economica, per costruire «patti di prossimità». L’iniziativa nasce dalle parole del Papa pronunciate lo scorso 10 novembre nel corso della sua storica visita in città. Dal pulpito di Donatello Francesco invitò i pratesi a «stabilire dei veri e propri “patti di prossimità”». Ma non solo, il Santo Padre indicò anche una modalità di lavoro: «avvicinatevi per realizzare questo», chiese papa Bergoglio.

 

«Questi incontri che facciamo intendono alzare il nostro sguardo sulla città – spiega monsignor Agostinelli – per capire quello che sta avvenendo in vista di una fattiva collaborazione per la costruzione del futuro». Educazione e formazione, lavoro e sviluppo, welfare e immigrazione, gli ambiti di confronto e discussione nell’incontro tra Sindaco e Vescovo.

«Dopo la visita del Papa ci siamo “persi” nel quotidiano e non abbiamo dato seguito alle sue parole – ammette Biffoni – ringrazio la Diocesi per aver messo in moto questo cammino di ascolto reciproco. Il Comune si rende disponibile a partecipare a questo percorso di avvicinamento utile per unire e coinvolgere soggetti diversi per il bene di Prato».

 

Nelle due ore di discussione sono emerse preoccupazioni – la principale ha riguardato la tenuta del lavoro e la necessità di un suo sviluppo – e la volontà di valorizzare l’ottima rete sociale già esistente sul territorio aumentando la sinergia. Biffoni e monsignor Agostinelli hanno condiviso inoltre l’importanza strategica della scuola e l’impegno nella formazione delle nuove generazioni: «una persona strutturata può uscire con maggiore facilità da eventuali situazioni di disagio». L’attenzione alle fragilità, diverse e diffuse, che portano povertà ed esclusione, è stato un punto di riflessione approfondito e inserito tra gli obiettivi prioritari del «patto di prossimità».

 

Quello con l’Amministrazione comunale è stato il secondo incontro in vista della costruzione dei «patti di prossimità». Lo scorso 2 aprile furono le rappresentanze sindacali pratesi a iniziare questo percorso, che proseguirà nel mese di luglio con le associazioni dei commercianti e poi con gli artigiani. Nelle prossime settimane sono attesi in Palazzo vescovile anche gli industriali. A settembre riprenderanno i colloqui con altre realtà cittadine e a novembre, un anno dopo la visita di Papa Francesco, si terrà una assemblea pubblica per presentare il lavoro svolto in questi mesi e tradurre l’analisi della città in impegni concreti ed operativi.

Torna la Festa diocesana degli oratori estivi. A Prato sono promossi in 40 parrocchie

Torna l’appuntamento con la Festa diocesana degli oratori estivi. Domani, giovedì 23 giugno, in piazza Santa Maria delle Carceri sono attesi i bambini e ragazzi partecipanti ai Grest (Gruppo Estivo) promossi nelle parrocchie pratesi.

 

Alle 9 è prevista l’accoglienza e la registrazione dei presenti, poi fino alle 11 spazio ai giochi proposti dalla equipe di Pastorale giovanile. I bimbi delle elementari rimarranno in piazza e gi altri saranno impegnati in una caccia al tesoro per le strade e le piazze del centro. I giochi proposti avranno come ambientazione «Pediqua!», il tema sul libro biblico dell’Esodo scelto da quasi tutti gli oratori parrocchiali per l’estate 2016.

 

Dopo le premiazioni – ci sarà dunque un vincitore delle sfide proposte – si terrà un momento di preghiera guidato dal vescovo Franco Agostinelli. Ovviamente, dopo essere passati attraverso la Porta Santa della basilica, una delle chiese giubilari presenti in diocesi. La festa si concluderà alle ore 12.

 

Anche quest’anno l’esperienza dell’oratorio rappresenta un punto di riferimento per centinaia di famiglie pratesi. A dirlo sono i numeri, con un colorato «esercito» di oltre 3mila tra bambini e ragazzi guidati da circa 800 animatori. In aumento le parrocchie che propongono questo tipo di esperienza: quest’anno sono 40. Le new entry sono Migliana e Reggiana.

 

«Non solo il Grest regge, ma rappresenta un “investimento” per le nostre parrocchie», commenta don Alessio Santini, responsabile della Pastorale giovanile. «L’oratorio è una risposta alle esigenze delle famiglie, che così hanno un ambiente sicuro al quale affidare i figli dopo il periodo scolastico, – aggiunge il sacerdote – il pericolo è che stiano tutto il tempo davanti alla tv o con il telefonino, e poi c’è l’aspetto più importante: quello formativo. Da noi si fanno esperienze di aggregazione tra coetanei e si impara a crescere accompagnati da giovani che offrono una bella testimonianza di servizio».

giuseppe de rita

Giuseppe De Rita ai Forum di idee per Prato

Nuovo e ultimo appuntamento con i Forum di idee per Prato. L’incontro è in programma giovedì 23 giugno alle 18 alla Camera di Commercio e vedrà come relatore Giuseppe De Rita, fondatore e storico presidente del Censis.

 

Quando tre anni fa, durante l’omelia di Santo Stefano, il vescovo Franco Agostinelli chiese agli intellettuali che conoscono la realtà di Prato una riflessione sul futuro della città, De Rita fu tra i primi a rispondere all’appello inviando un personale e interessantissimo contributo, che sarà il punto di partenza per la discussione del Forum. Il presidente del Censis, 84 anni a luglio, conosce molto bene le dinamiche della città e del suo distretto per averle studiate in modo approfondito negli ultimi quarant’anni.

 

Quello con De Rita è il quarto appuntamento del ciclo che ha visto come relatori Antonella Mansi, Massimo Cacciari e Francesco Gurrieri. L’incontro avrà anche questa volta il taglio della conversazione – dibattito ed è aperto a tutta la città.

giubileo dei giornalisti 2016 omelia vescovo agostinelli

Le indicazioni del Papa e le sfide della Chiesa: intervista al vescovo Franco Agostinelli

Con un’intervista di Giacomo Cocchi su Toscana Oggi – La Voce di Prato, il vescovo Franco Agostinelli ha tracciato il punto della situazione e, al tempo stesso, punto d’inizio della prossima attività della Chiesa italiana e della Chiesa Pratese, all’indomani dell’Assemblea generale della Conferenza Episcopale Italiana.

 

Il rapporto tra il Papa, i preti e i vescovi non è fatto solo di «richiami», ma anche di riconoscenza e stima profonda per quanto fa la Chiesa a livello locale. «Purtroppo i media nazionali puntano sempre i loro obiettivi su singoli aspetti, spesso solo su quelli dove emergono critiche da parte di Francesco oppure su certe sottolineature fatte da Bagnasco. E questo provoca profondo rammarico nei vescovi italiani». Dal 16 al 19 maggio monsignor Agostinelli ha partecipato a Roma, assieme ad altri 242 confratelli, all’Assemblea permanente della Cei. Sono stati quattro giorni di confronto e riflessione per i vescovi italiani, che hanno avuto (e si sono dati) numerose indicazioni per il loro ministero. «È stata una conferenza episcopale ordinata, serena e collaborativa – sottolinea il Vescovo – le parole del Santo Padre ci hanno fatto riflettere molto».

 

> Leggi l’intera intervista su www.toscanaoggi.it/Edizioni-locali/Prato/Le-indicazioni-del-Papa-e-le-sfide-della-Chiesa

Il Museo dell’Opera del Duomo a portata di bambino

Il museo non è un posto noioso e polveroso ma un grande spazio gioco dove poter imparare divertendosi. Ne sono convinti al Museo dell’Opera del Duomo di Prato che domani, 21 maggio, dalle 15 alle 17 apre le sue porte a tutti i bambini curiosi di conoscere, giocando, la storia della città e della sua cattedrale. Insieme alle guide dell’associazione Artemia, i piccoli visitatori potranno scoprire come si divertivano i bambini nel passato dando uno sguardo ai preziosi dipinti custoditi nel Museo.

 

L’iniziativa è rivolta ai bambini dai 6 anni in su. Il costo del biglietto, comprensivo dell’attività, è di 4 euro a persona. Per informazioni 0574-29339; musei.diocesani@diocesiprato.it. L’ingresso del Museo si trova sotto il campanile del duomo.

Copertina pellegrinaggio a Roma

«Mi ricordo di Prato, del vostro bellissimo pulpito e di quella piazza piena di gente», il saluto di Francesco a Prato

Prefetto, sindaco e vescovo salutano Papa Francesco
Prefetto, sindaco e vescovo salutano Papa Francesco

Prato in pellegrinaggio a Roma per ringraziare Francesco della visita del 10 novembre scorso. Sei mesi dopo lo storico abbraccio tra la città laniera e Papa Bergoglio, i pratesi erano in piazza San Pietro per ricambiare, con affetto, la cortesia. Cinquecento i pellegrini partiti nella notte tra martedì 17 e mercoledì 18 maggio con una decina di pullman per partecipare all’udienza con il Santo Padre. Con loro il vescovo Franco Agostinelli, il vicario generale mons. Nedo Mannucci, il sindaco Matteo Biffoni, insieme agli assessori Daniela Toccafondi e Mariagrazia Ciambellotti, il prefetto Maria Laura Simonetti e alcuni rappresentanti delle categorie economiche e sindacali: Alfredo Dolfi di Confesercenti, Veronica Scopelliti del Comitato imprenditoria femminile della Camera di Commercio, Stefano Bellandi della Cisl e Alessandro Fabbrizzi della Cgil.

 

Dolfi Fabbrizzi Ciambellotti e Toccafondi
Dolfi Fabbrizzi Ciambellotti e Toccafondi

La città del lavoro, «la comunità-laboratorio di convivenza, di laboriosità, di intraprendenza, di solidarietà e di spiritualità», come fu descritta da monsignor Agostinelli nel suo saluto al Papa in visita a Prato, si è presentata di nuovo davanti al Pontefice. Con il Vescovo, il Sindaco, il Prefetto, Bellandi (Cisl) e Scopelliti (Camera di Commercio) che hanno avuto modo di avvicinare personalmente il Santo Padre partecipando al baciamano. Il Presule ha portato in dono a Francesco il libro fotografico realizzato dalla Diocesi in occasone della storica mattinata del 10 novembre. «Mi ricordo bene di Prato, del vostro bellissimo pulpito e della piazza piena di persone venute a salutarmi», ha detto Francesco a mons. Agostinelli e a Biffoni quando si è avvicinato a loro al termine dell’udienza.

 

«Si è ripetuta l’emozione del 10 novembre – dice il Vescovo – oggi abbiamo vissuto la stessa intensità di quello storico giorno. Per i pratesi, presenti in piazza San Pietro con un buon numero, si è trattato di un nuovo affettuoso abbraccio con il Papa. Per loro è stata è una bellissima esperienza».

«Da cittadino e da sindaco sono estremamente felice di sapere che Francesco ricordi con affetto Prato, il pulpito e la piazza del Duomo gremita – afferma Matteo Biffoni –, le parole del Santo Padre, pronunciate questa mattina, confermano che la visita è stata da lui fortemente sentita. Si è trattato di un bellissimo gesto di attenzione verso Prato».

 

Il Vescovo Agostinelli saluta i pratesi
Il Vescovo Agostinelli saluta i pratesi

I cinquecento pratesi, divisi per parrocchia di appartenenza, hanno assistito all’udienza mischiandosi alle migliaia di fedeli provenienti da tutto il mondo. E come avviene nelle udienze del mercoledì, sorrisi, foto e cori da stadio hanno salutato il passaggio di Francesco a bordo della papamobile in mezzo alla piazza. Quando il Pontefice, prima della benedizione finale, ha citato Prato – «Sono lieto di accogliere i fedeli della Diocesi di Prato, accompagnati dal loro vescovo Agostinelli. Auspico che il vostro pellegrinaggio giubilare susciti in voi il desiderio di diventare missionari di Misericordia» – in piazza si sono sentiti distintamente moltissimi applausi.

 

Nel suo discorso Francesco ha commentato l’episodio di Lazzaro e del ricco Epulone, contenuto nel Vangelo di Luca. «Quello di Lazzaro – ha detto il Papa – rappresenta il grido dei poveri di tutti i tempi e le contraddizioni di un mondo dove le risorse e le ricchezze sono nelle mani di pochi». Con queste parole il Pontefice ha voluto ricordare a tutti che «la salvezza è legata alla Misericordia verso il prossimo. Nessun messaggero e nessun messaggio può sostituire i poveri che incontriamo nel cammino, è Gesù stesso che ci viene incontro».

 

«Facciamo nostro l’invito del Papa ad essere uomini e donne di fede missionari di Misericordia e di giustizia – commenta mons. Agostinelli – e non dimentichiamo il bellissimo discorso che ci rivolse dal pulpito di Donatello. Sono parole importanti che riportiamo a casa. Mi auguro che la nostra città continui il dibattito e il confronto su queste esortazioni, c’è bisogno di riflettere e crescere insieme per il bene di Prato».

 

Nel pomeriggio il pellegrinaggio pratese prosegue con la celebrazione della messa nella basilica di San Paolo fuori le Mura. Il cambiamento di programma, inizialmente la funzione era prevista all’altare della cattedra, si è reso necessario per lo svolgimento dei funerali del cardinale Giovanni Coppa, celebrati in San Pietro. Gli autobus riaccompagneranno a casa i pellegrini al termine della messa presieduta dal vescovo Agostinelli e concelebrata da dodici sacerdoti diocesani.