È la festa mariana per eccellenza, tanto che per secoli – e ancora oggi – la solennità dell’Assunzione della Madonna, che si celebra il 15 agosto, a Prato viene chiamata semplicemente «Santa Maria».
In cattedrale si rinnova il secolare appuntamento con l’ostensione del Sacro Cingolo mariano, una delle cinque «mostre» canoniche che avvengono durante l’anno. Gli orari delle messe dell’Assunta, martedì 15 agosto, sono quelli festivi; nel pomeriggio alle 17 viene recitato il rosario; alle 17,30 canto solenne dei vespri; alle 18 l’ostensione dalla loggia interna e dal Pulpito di Donatello; alle 19 segue la celebrazione della messa. I riti sono presieduti dal vescovo Giovanni Nerbini.
L’8 settembre invece, Natività di Maria, è la festa dei pratesi. Il solenne pontificale del mattino, alle ore 10, sarà presieduto dal cardinale Gualtiero Bassetti, ex presidente della Cei. Al termine della celebrazione, mostrerà la Sacra Cintola di Maria ai fedeli presenti in chiesa, rivolgendosi in particolare agli anziani e ai disabili, e poi benedirà i ceri che anche quest’anno l’Amministrazione comunale donerà alla diocesi per illuminare la cappella del Sacro Cingolo. La celebrazione verrà trasmessa in diretta su Tv Prato (sul canale 75 e in streaming).
Poi a sera torna l’appuntamento con il Corteggio storico. Chiuderà la giornata di festa il rito dell’ostensione del Sacro Cingolo officiato da mons. Nerbini.
I giovani della diocesi di Prato sono partiti per la Giornata Mondiale della Gioventù, il grande incontro con papa Francesco che si terrà a Lisbona la prima settimana di agosto.
La delegazione pratese, composta da 85 ragazzi e ragazze, è guidata dal vescovo Giovanni Nerbini, che si è messo in viaggio per vivere insieme a loro questa particolare esperienza di fede. «È la mia prima Gmg – dice monsignor Nerbini – parto con lo stesso entusiasmo di questi giovani, sono sicuro saranno dei giorni molto belli, intensi e significativi».
La partenza per il Portogallo è avvenuta ieri sera, venerdì 28 luglio, dalla parrocchia di Sant’Antonio a Reggiana, dopo la celebrazione della messa e la cena offerta dalla Pastorale giovanile diocesana a tutti i partecipanti. «Prima di arrivare a Lisbona toccheremo alcuni luoghi significativi della nostra fede: Lourdes, Santiago di Compostela e Fatima – spiega don Marco Degli Angeli, coordinatore del gruppo – abbiamo pensato di vivere il viaggio come un pellegrinaggio, poi una volta arrivati a destinazione ci lasceremo coinvolgere in questo grande evento mondiale».
Come detto, i partecipanti sono giovani dai 16 ai 30 anni e appartengono ai vari gruppi presenti nelle parrocchie pratesi. Per loro la Gmg è il momento clou di un cammino di preparazione svoltosi durante tutto l’anno. «L’entusiasmo e l’emozione di poter condividere un forte momento di fede insieme a milioni di ragazzi e ragazze provenienti da tutto il mondo è palpabile», dice ancora don Marco. La Pastorale giovanile ha voluto consegnare a ogni giovane pratese un diario di bordo, un piccolo quaderno nel quale poter appuntare pensieri e riflessioni nati durante il viaggio. «Una volta tornati a Prato chiederemo loro di raccontare e testimoniare quanto hanno vissuto», conclude don Marco Degli Angeli.
Del gruppo fanno parte anche don Alessandro Ventura, il giovane diacono don Alessandro Tacconelli, prossimo al sacerdozio, e i seminaristi pratesi. Oltre a questa delegazione diocesana, in Portogallo ci saranno altre comitive di Prato: l’oratorio di Sant’Anna, i giovani del Cammino Neocatecumenale e altri piccoli gruppi per un totale di 150 pratesi presenti alla Gmg 2023.
L’illusionista Luca Bono mette a disposizione la sua arte per sostenere il nuovo progetto della Caritas diocesana di Prato. Il celebre mago, lanciato da Arturo Brachetti, è atteso domenica 10 settembre alle ore 18 al teatro Politeama per stupire il pubblico con i suoi formidabili trucchi di magia. L’incasso dello spettacolo servirà a finanziare «Una Casa per Ricominciare», una nuova opera segno pensata per offrire un alloggio temporaneo ai detenuti arrivati a fine pena che una volta usciti dal carcere non hanno un posto dove andare, anzi dove poter ricominciare.
«Si tratta di un nuovo passo nel contrasto alla recidiva – spiega don Enzo Pacini, direttore della Caritas e cappellano del carcere della Dogaia –, perché chi esce da un periodo di detenzione si trova indubbiamente in difficoltà e se qualcuno non lo sostiene e lo accompagna in percorsi di autonomia e di ripresa della propria vita, è molto probabile che questa persona torni a delinquere».
La nuova opera sarà aperta all’interno di un terratetto lasciato in eredità alla diocesi di Prato da una signora anziana che ci ha vissuto fino al giorno della morte. Nel testamento è scritto che l’abitazione sarebbe stata donata per l’assistenza dei bisognosi e dei senzatetto. L’edificio, una tipica casa alla pratese a tre piani con piccolo stanzone annesso, si trova in via Zipoli e prima di essere messo a disposizione del progetto avrà bisogno di essere ristrutturato.
Come funziona. Il progetto «una Casa per ricominciare» prevede la realizzazione di sei stanze con bagno e angolo cottura privati, mentre al piano terra ci saranno alcuni spazi comuni e la presenza di un operatore dedicato. È prevista anche la realizzazione di un laboratorio dove svolgere attività formative o lavorative. «Vogliamo che ogni ospite sia autonomo – sottolinea Umberto Ottolina, presidente della Fondazione Solidarietà Caritas, che gestirà il servizio –, perché è dall’autonomia che inizia il cammino verso il reinserimento sociale. Sicuramente si tratta di una sfida, che riteniamo necessaria per rispondere a un bisogno concreto».
Come detto, si tratta di un alloggio dato in uso all’ex detenuto in modo temporaneo, per non più di un anno o due, «il tempo necessario per dargli modo di fare un salto di qualità nella propria vita», aggiunge don Enzo.
L’impegno per i detenuti. La Caritas diocesana di Prato da tempo è impegnata in progetti e iniziative volte ad aiutare i carcerati. Anni fa venne lanciato il progetto «non solo carcere», un insieme di attività e servizi pensati per non abbandonare i detenuti, in particolare quelli senza una rete familiare alle spalle e senza una adeguata formazione professionale. Secondo la Costituzione «le pene devono tendere alla rieducazione del condannato», ma senza reali occasioni i carcerati rischiano di non riuscire a venire fuori da una dimensione di illegalità. Per questo motivo è nata Casa Jacques Fesch in via Pistoiese a Narnali, aperta per accogliere i familiari dei carcerati che affrontano un lungo viaggio per visitare i loro cari reclusi alla Dogaia e i detenuti bisognosi di un alloggio dove poter scontare l’ultimo periodo di pena. La Caritas di Prato si è fatta inoltre promotrice dell’apertura di una cucina all’interno della Dogaia per i detenuti studenti dell’istituto alberghiero e della promozione di tirocini lavorativi per entrare nel mondo del lavoro.
Lo spettacolo di magia. Luca Bono è considerato uno degli illusionisti più talentuosi della sua generazione. Ha 31 anni e quando ne aveva soltanto 17 ha vinto il campionato italiano di magia, due anni dopo, nel 2012, si è aggiudicato il Mandrake d’Or, premio riconosciuto come l’Oscar dell’illusionismo, assegnato ogni anno ai più promettenti talenti internazionali. In ottanta minuti Luca racconta la sua storia di ex corridore di go kart che a seguito di un incidente, e incuriosito dal fratello maggiore, si avvicina al mondo magico scoprendo un universo artistico e culturale impensato.
Al suo fianco Sabrina Iannece, artista ed assistente che da cinque anni lavora al fianco del giovane illusionista e che in questo spettacolo è co-protagonista. La regia e la direzione artistica sono di Arturo Brachetti, uno dei più celebri trasformisti italiani.
Dal 2017 Luca Bono è in tournee nei teatri italiani con il suo primo one man show intitolato «L’Illusionista», che ha registrato a Torino 22 sold out consecutivi e 6500 presenze con notevoli consensi di pubblico e critica anche nelle successive repliche di Roma, Milano, Trento, Bologna, Udine, Biella, Asti, Alessandria e Aosta. Sono ad oggi oltre 18.500 gli spettatori che hanno già assistito a questo spettacolo che continua a sorprendere e incantare.
I biglietti per lo spettacolo «L’illusionista» di Luca Bono si possono acquistare sui circuiti TicketOne e Box Office, oppure alla biglietteria del Politeama in via Garibaldi. Per informazioni lucabono.com.
«Spudorata castità: com’è, come si vive, come ci guarisce», è questo il titolo del ritiro condotto da don Giuseppe Forlai, eremita della diocesi di Roma molto stimato dal Papa, che gli ha affidato da più di dieci anni la direzione spirituale del Pontificio seminario romano maggiore.
Il ritiro, che si terrà alla Villa del Palco da venerdì 28 luglio a domenica 30 luglio, offre uno sguardo forte ed originale sul difficile tema della castità, da pochi considerata ancora un valore. Ma secondo Forlai è una realtà praticabile da tutti, sia come scelta fatta per tutta la vita, sia come condizione periodica: «La tradizione plurisecolare della Chiesa ha sintetizzato nei tre consigli evangelici lo stile di vita scelto da Gesù – sostiene Forlai, e precisa -: i nostri voti sono lo scrigno da cui attingere le domande da fare al mondo, o se volete, la lanterna con cui fare luce sulla realtà ponendo al centro questioni ineludibili e stringenti. L’obbedienza rivolge a tutti gli uomini la domanda: da chi dipendi davvero? La povertà interroga chiedendo: cosa desideri? La castità chiede: di chi sei veramente? Chi si prende cura di te?». Secondo il sacerdote, infatti, l’obbedienza libera dai falsi idoli, la povertà dall’ansia di prestazioni, la castità dall’angoscia di dover piacere per forza a tutti.
Il ritiro, che fa parte del ciclo di incontri dedicati alle scuole di meditazione cristiana organizzati dall’associazione San Leonardo al Palco insieme alla Rete sulla via del Silenzio, si propone di rispondere a diversi interrogativi del perché Gesù ha scelto di essere casto per il Regno e perché ha fatto questa proposta ai suoi discepoli.
Padre Forlai è presbitero della diocesi di Roma. Dopo essere stato ordinato nel 1998, è stato vicario parrocchiale, cappellano negli istituti penitenziari e docente di religione nei licei statali. Ha conseguito il dottorato in teologia dogmatica nel 2005. Attualmente è direttore spirituale del Pontificio seminario romano maggiore e insegna presso l’Istituto di Teologia della vita consacrata Claretianum. Tra le sue principali pubblicazioni troviamo proprio «Spudorata castità. Cos’è. Come si vive. Cosa ci guarisce» (2016), da cui prende il nome il ritiro di fine luglio, oltre a molti altri scritti. Con don Forlai, durante il fine settimana, saranno presenti padre Guidalberto e la Fraternità della Villa del Palco.
Il ritiro sarà in silenzio fino alla condivisione finale ed inizierà alle 18 del venerdì per proseguire fino al primo pomeriggio della domenica. Le iscrizioni sono aperte preferenzialmente fino al 20 luglio. Per informazioni cliccare qui.
Conto alla rovescia per la partenza della delegazione pratese alla Giornata mondiale della gioventù. Il grande incontro con papa Francesco è in programma dal primo al 6 agosto a Lisbona, in Portogallo. Il gruppo diocesano di Prato partirà venerdì 28 luglio. Il ritrovo è alla parrocchia di Sant’Antonio a Reggiana.
Alle 19 la messa presieduta dal vescovo Giovanni, poi la cena offerta dalla parrocchia e al termine la partenza in pullman. Monsignor Nerbini viaggerà insieme ai ragazzi e alle ragazze pratesi e parteciperà per intero alla Gmg. Prima di arrivare a Lisbona, i pratesi faranno tappa a Lourdes in Francia, a Santiago di Compostela in Spagna e poi a Fatima in Portogallo. Sarà un vero e proprio pellegrinaggio in alcuni luoghi significativi della fede. Dalla diocesi di Prato parteciperanno alla Gmg oltre 150 persone, appartenenti a parrocchie e movimenti. Il viaggio è promosso e coordinato dalla Pastorale giovanile diocesana.
Trovare nuove strade da percorrere insieme per il bene della città. Nell’ambito del Cammino sinodale promosso dalla Chiesa di Prato, il vescovo Giovanni Nerbini ha invitato la Giunta e il Consiglio comunale a vivere un momento di confronto e dialogo. Lo stile proposto è stato quello indicato da Papa Francesco, basato sull’«ascolto profondo», un atteggiamento che ha contraddistinto il lungo percorso iniziato nell’ottobre 2021 e che ha visto il coinvolgimento di oltre duemila persone su tutto il territorio diocesano. «Questa volta abbiamo voluto incontrare gli amministratori locali, abbiamo voluto sapere anche da loro cosa chiedono gli uomini e le donne del nostro tempo alla Chiesa», spiega monsignor Nerbini.
All’iniziativa, che si è tenuta in Palazzo vescovile, hanno partecipato il sindaco Matteo Biffoni, alcuni membri di Giunta e un buon numero di consiglieri comunali della maggioranza. L’invito all’appuntamento era stato inoltrato dal presidente del Consiglio comunale Gabriele Alberti a tutti i consiglieri.
Negli interventi dei presenti è stata sottolineata l’importanza della dimensione dell’ascolto, un atteggiamento che ha dato modo di aprire una riflessione comune su come riuscire a intercettare quella fascia di popolazione, sempre più ampia, che vive ai margini della società. «Non si tratta solo di persone con fragilità di tipo economico – è stato detto in più di un intervento – ma anche cittadini che non riusciamo mai a incontrare e che non parlano con noi perché ritengono che le istituzioni non li rappresentano». Da questa riflessione è nata la proposta di «mettere nella nostra agenda politica questo punto e di farlo insieme alla Chiesa». In questo percorso si inserisce anche l’intenzione di coinvolgere sempre di più le nuove generazioni, «non dobbiamo immaginare quale città vogliamo costruire “per” i giovani, ma quale città possiamo costruire “con” i giovani, che non vanno assolutamente esclusi dal dibattito».
Un altro elemento di confronto ha riguardato la città multietnica e il rapporto con le confessioni religiose presenti all’interno della grande comunità pratese. Nel 2015, durante la sua visita in città, Papa Francesco esortò i pratesi a intessere «patti di prossimità» per costruire insieme «la casa comune», mentre Giovanni Paolo II, che visitò Prato nel 1986, sottolineò come «città e tempio crebbero insieme». «Oggi – è stata la riflessione finale – possiamo dire che “città e tempi”, al plurale, devono crescere insieme». Una indicazione che il Vescovo ha condiviso e fatto propria, «perché nessuno può essere escluso, occorre – ha concluso monsignor Nerbini – fare il grande sforzo di mettersi insieme, in ascolto profondo, per raccogliere le domande inespresse, in particolare dei giovani».
Cos’è il Cammino sinodale. Aperto solennemente nell’ottobre 2021 da Papa Francesco a Roma, il Cammino sinodale sta coinvolgendo le diocesi di tutto il mondo. Comunione, partecipazione e missione sono le tra parole d’ordine di un percorso che sta vedendo il coinvolgimento di moltissimi fedeli. A Prato il lavoro promosso dall’equipe del cammino sinodale, guidata da monsignor Basilio Petrà e Maria Laura Cheli, è stato incessante e molto proficuo, nonostante che i primi passi siano stati mossi in piena pandemia.
Oltre duecento gli incontri organizzati a livello parrocchiale e associativo e più di duemila le persone sono entrate in dialogo con sacerdoti e animatori dei vari gruppi di discussione. Tutto il materiale raccolto – e inviato a Roma in un documento di sintesi – si trova sul sito web della diocesi di Prato, nella sezione dedicata al Cammino sinodale.
La Cappella Musicale Lauretana sarà a Prato per eseguire un concerto in cattedrale. L’appuntamento è per giovedì 6 luglio alle ore 21 a ingresso libero.
L’iniziativa è promossa in occasione dei dieci anni dalla morte del cardinale Domenico Bartolucci dalla Fondazione che porta il nome del porporato. Nato a Borgo San Lorenzo nel 1917, Bartolucci è stato creato cardinale a 93 anni da papa Benedetto XVI per il generoso ed esemplare servizio alla Chiesa nel campo della promozione e diffusione della musica sacra. Direttore della Cappella Musicale Pontificia «Sistina» per oltre 40 anni, è stato un prolifico compositore e uno dei massimi interpreti della tradizione polifonica della scuola romana.
Il concerto del 6 luglio – l’ultimo di una serie eseguiti in Toscana nei giorni precedenti – è organizzato dalla Fondazione Cardinale Domenico Bartolucci con l’obiettivo di diffondere la musica sacra e promuovere l’opera dello stesso maestro e cardinale Bartolucci. La Cappella Musicale Lauretana è stata diretta per molti anni dal Cardinale ed è costituita da professionisti ma anche da bambini come pueri cantores della Sistina, svolge tutto l’anno servizio liturgico nel santuario romano di San Salvatore in Lauro ed è spesso invitata ad esibirsi in Italia e all’estero.
Nel programma musicale del concerto a Prato saranno eseguiti brani di Giovanni Pierluigi da Palestrina, lo spagnolo Tomas Luis de Victoria, il fiammingo Orlando di Lasso, Lorenzo Perosi e infine Domenico Bartolucci. L’evento ha il patrocinio della Regione Toscana e del Comune di Prato ed è promosso in collaborazione con la Diocesi di Prato.
C’è ancora tempo per iscriversi al pellegrinaggio in Turchia «sui passi di San Paolo» organizzato dall’Ufficio diocesano pellegrinaggi e guidato dal vescovo Giovanni Nerbini. È stato, infatti, prorogato il termine ultimo per poter partecipare: le prenotazioni proseguiranno anche nel mese di agosto chiamando don Giancarlo Innocenti al numero 338 8364485.
Il pellegrinaggio è in programma dal 24 al 31 ottobre, per partecipare è possibile iscriversi entro il 31 luglio. «La Turchia è una terra piena di “memorie” bibliche e patristiche, la vita e la storia della Chiesa nei primi secoli è legata ai luoghi di questa regione – scrive don Giancarlo Innocenti, direttore dell’Ufficio pellegrinaggi -. Dopo la Palestina, è qui che un cristiano può ritrovare le “radici” della propria fede, risentire l’eco della predicazione degli apostoli, rileggere anche visivamente tante pagine della Bibbia e pregare. Qui abbiamo avuto la presenza e la predicazione degli Apostoli; sono sorte, dopo Gerusalemme, le prime e più vivaci comunità, in gran parte fondate dagli Apostoli stessi; è nato San Paolo, Apostolo dei Gentili, e vi ha compiuto buona parte dei propri viaggi predicando il Vangelo e fondando numerose comunità; c’è la tomba di San Giovanni, apostolo prediletto del Signore; la casa della Madonna; qui sono stati celebrati i primi Concili che hanno posto i fondamenti della teologia cattolica; qui abbiamo avuto illustri Padri della Chiesa e un monachesimo fiorente; qui, infine, troviamo radicata la ricca tradizione liturgica orientale e la profonda spiritualità dell’ortodossia bizantina. Possiamo dire che la Turchia è la Terra Santa della Chiesa». Come spiegato da don Giarcarlo, «visitare i luoghi legati alle memorie apostoliche, ai grandi avvenimenti e ai grandi testimoni della fede cristiana, colonne e fondamento della Chiesa, insieme a Cristo, non è perciò fare del sentimentalismo e ancor meno del turismo, ma ritrovare lo spessore storico e reale di quanto crediamo e celebriamo nella liturgia».
Guardando al programma, tra i luoghi che verranno visitati, troviamo la grotta di San Pietro e il Museo Hatay; la basilica di San Paolo e l’arco romano di Cleopatra; le meraviglie della Cappadocia; Konya, Pamukkale; le cascate pietrificate e i resti dell’antica Hierapolis con la grande necropoli. E poi ancora Efeso, con la visita in una delle chiese dell’apocalisse e alle rovine della città antica; Meryemana, casa della Madonna. I pellegrini si sposteranno poi a Istanbul, dove avranno modo di ammirare la Moschea Blu, la basilica di Santa Sofia, la Cisterna Basilica, la Cattedrale dello Spirito Santo, il Palazzo Reale di Topkapi e molto altro ancora. Ogni giorno ci sarà un tempo per la messa.
La quota di partecipazione è di 1550 euro (da 30 a 40 partecipanti; 1600 da 25 a 29 partecipanti). Il supplemento per la camera singola è di 260 euro. le iscrizioni potranno essere fatte fino al 31 luglio, con acconto di 300 euro. La quota comprende volo da Bologna, hotel, bus e guida locale, ingressi ai siti archeologici e ai musei previsti da programma, assicurazione. Non sono inclusi i trasferimenti da Prato a Bologna e viceversa. Per quanto riguarda i documenti, per i cittadini italiani è sufficiente la carta d’identità valida per l’espatrio o il passaporto in corso di validità di almeno 6 mesi dalla data di fine del viaggio.
Per informazioni e prenotazioni: Ufficio pellegrinaggi, piazza Lippi 34; 0574 930630; u.pellegrinaggi@hotmail.it; visitare il sito web. L’ufficio, che resta chiuso nel mese di agosto, è aperto il mercoledì, giovedì e venerdì dalle 10 alle 12.
Ogni servizio, ogni opera messa in campo dalla Fondazione Solidarietà Caritas onlus di Prato nascono come risposta a un bisogno di chi quotidianamente si affaccia ai centri d’ascolto in via del Seminario. Alla base di tutto c’è proprio l’ascolto, poi vengono l’accompagnamento e l’aiuto concreto.
Nel 2022 sono state 1221 le famiglie seguite dagli operatori, per un totale di 3000 persone sostenute attraverso l’erogazione di un contributo in denaro – oltre 57mila euro per il pagamento di utenze, farmaci, visite mediche, ma anche abbonamenti dell’autobus – oppure la presa in carico in un uno dei molteplici servizi promossi e gestiti dalla «galassia» della Fondazione Caritas. La fotografia di questo prezioso impegno, portato avanti da 19 dipendenti e 151 volontari, emerge dal bilancio sociale 2022, recentemente pubblicato sul sito web dell’ente per essere messo a disposizione della città.
«Vogliamo mettere a conoscenza di tutti le nostre attività – spiega il presidente della Fondazione Caritas Umberto Ottolina –, perché il mio timore è che siano in larga parte solo le persone che hanno un disagio a conoscere i nostri servizi, mentre è importante coinvolgere la comunità cittadina perché sia data l’opportunità a tante persone di poter offrire il loro contributo». Lo scopo del bilancio sociale dunque è quello di rappresentare la realtà, multiforme e variegata, della Fondazione, istituita nel 2017 dall’allora vescovo di Prato Franco Agostinelli e confermata dal vescovo Giovanni Nerbini, per essere lo strumento gestionale della Caritas diocesana, che invece è il braccio operativo e pastorale della Diocesi nel sostegno alle persone in povertà. Il supermercato solidale dell’Emporio, le case di accoglienza per uomini soli o malati, la ronda per i senzatetto, i progetti per il reinserimento lavorativo di persone svantaggiate e molto altro ancora rappresentano le opere di carità che ogni giorno vengono incontro al grido di aiuto di chi ha bisogno di essere sostenuto e accompagnato.
«Tutto inizia dai centri d’ascolto – ribadisce il direttore della Fondazione Carlo Ferrari –, tuttavia il nostro ruolo non è quello di sportello automatico per i poveri, certamente cerchiamo di contribuire per quanto possiamo, ma il nostro aiuto principale risiede nella conoscenza delle situazioni di disagio, nel dialogo e nel costruire insieme alle persone assistite un percorso per uscire dalle difficoltà, economiche e non solo». Insomma non è assistenzialismo puro, ma carità, consistente in una mano tesa a chi è caduto per aiutarlo a rialzarsi.
L’ascolto al centro di tutto. Nel 2022 i quattro operatori addetti all’incontro con gli assistiti hanno effettuato 3534 colloqui. Delle 1221 famiglie seguite dalla Caritas di Prato, il 42,8% è composto da italiani, l’età media è alta (56,8 anni) e le donne rappresentano il 60% circa. «Prevalgono le situazioni di carenza di lavoro per chi potrebbe ancora essere attivo – afferma Massimiliano Lotti, responsabile dell’osservatorio sulle povertà a Prato – e di pensioni molto basse rispetto alle esigenze di vita quotidiana. Sono anche abbastanza frequenti le situazioni dove i principali tagli di spesa riguardano la salute nel tentativo di pagare utenze e affitti, che rimangono comunque i capitoli più onerosi». Per quanto riguarda gli stranieri, le nazionalità più rappresentate sono quelle marocchina (12,3%), albanese (9,6%), nigeriana (8,8%) e ucraina (4,4%). Le donne sono il 73,2%. Anche in questi casi le problematiche nascono dalla precarietà nell’occupazione. «Capitano diversi casi in cui vi sono donne con livelli di studio medio-alti che però non sono riuscite o non riescono a far riconoscere i loro titoli e, se lavorano, sono costrette a fare tutt’altro rispetto alla loro preparazione», aggiunge Lotti.
La quota dei minori è di 1138, la maggior parte vive nelle famiglie immigrate. Quasi tutti vivono con genitori privi di lavoro o con un lavoro precario o insufficiente.
Il Cda della Fondazione Solidarietà Caritas onluns
Numeri e attività. Per svolgere i propri servizi (più avanti li vedremo nel dettaglio), la Fondazione nel 2022 ha speso 960mila euro. «Una buona parte di questi soldi ci arrivano dall’8 per mille alla Chiesa cattolica – sottolinea il direttore Carlo Ferrari – poi dalle convenzioni con gli enti pubblici, dai contributi da enti e associazioni e dalle donazioni da privati, che lo scorso anno sono state di 93mila euro». Tra le tante opere gestite dalla Fondazione è l’Emporio della Solidarietà quella più importante e che ha gravato su un terzo delle spese totali.
Le iniziative della Fondazione sono suddivise in sei aree di intervento. In quella dedicata all’«attenzione alla persona» ci sono il Centro di ascolto, lo sportello per il sostegno psicologico, la ronda notturna per i senzatetto, il servizio operatori di strada, il Laboratorio Caritas e l’Emporio. Nell’area salute ci sono l’ambulatorio al centro Giovannini per stranieri temporaneamente presenti (in convenzione con l’Asl) e Casa accoglienza malati. L’area carcere comprende i progetti di reinserimento sociale dei detenuti e la Casa Jacques Fesche per i detenuti a fine pena e i loro familiari. C’è un’area casa con Casa Agar che nel corso dell’anno 2022 è stato utilizzata per il progetto di Caritas italiana «Rifugiato a casa mia – Corridoi Umanitari» per il sostegno e l’accoglienza e l’integrazione di una famiglia di rifugiati; e gli appartamenti donati dalla famiglia Guasti per le famiglie in difficoltà gestiti dall’associazione Il Casolare. Nell’area accoglienza c’è l’esperienza di Casa Betania, dedicata ad uomini soli e senza dimora. Infine c’è l’area monitoraggio della situazione sociale ed economica della città.
L’organigramma. Il presidente della Fondazione Solidarietà Caritas onlus è Umberto Ottolina, manager in pensione, con esperienze nell’industria e nella grande distribuzione, entrato in carica a maggio 2022; il vice presidente è Aurelio Risaliti, il tesoriere è Nadia Olivieri, il segretario Gabriele Agati, don Enzo Pacini è consigliere. Il direttore è Carlo Ferrari.
«Grazie al dono dei fratelli Biti mi sono laureata e sto facendo il dottorato, il mio impegno sarà quello di condividere le conoscenze acquisite, che non sono un bene privato, ma sono a servizio della comunità». Maria Rita Paratore, 26 anni, è uno dei «frutti» della Fondazione Gianni e Fiora Biti di Prato, che dal 2006 supporta gli studenti universitari meritevoli che hanno bisogno di un sostegno economico per poter proseguire nel loro percorso di studi. Come lei ci sono i gemelli Mathew e George Jose Pollayil, nati in India ma pratesi a tutti gli effetti, perché qui vivono con la famiglia e qui, al conservatorio di San Niccolò, hanno iniziato il loro percorso di formazione. Oggi sono due brillanti ingegneri biomedici specializzati nella robotica e nell’automazione, con un dottorato raggiunto con il massimo dei voti all’Istituto italiano di tecnologia a Pisa e all’Agenzia spaziale tedesca a Monaco. «Il nostro sogno? – afferma Mathew – è quello di creare un cambiamento positivo e concreto per le persone attraverso la robotica». Anche loro sono stati sostenuti e incoraggiati dalla Fondazione Biti con le borse di studio, rinnovate annualmente nel loro periodo universitario.
«Anche per il 2023-2024 confermiamo il nostro impegno a favore degli studenti pratesi con due nuove borse di studio», dice Irene Sanesi, presidente della Fondazione Scuole Cattoliche Gianni e Fiora Biti. Con un evento pubblico, l’ente, nato dopo il lascito dei due fratelli al vescovo di Prato, ha presentato l’apertura del proprio sito web e lanciato il nuovo bando, consistente in due borse di studio dal valore di 2500 euro ciascuna. «Il nuovo portale della Fondazione è pensato per far conoscere alla città il ruolo e la realtà della Fondazione – spiega Irene Sanesi –, non c’è solo la volontà di agire con trasparenza, ma il desiderio di dar voce ai nostri borsisti in modo da raggiungere i giovani e far conoscere loro questa opportunità». Nel sito web infatti c’è una apposita sezione video nella quale alcuni giovani sostenuti dalla Fondazione raccontano la loro esperienza.
«A Gianni e Fiora Biti, coppia di fratelli illuminati, va riconosciuto il merito e l’intuito di aver voluto investire nei giovani – dice il vescovo di Prato Giovanni Nerbini –, la cui intelligenza e creatività costituiranno un bene prezioso per tutta la società pratese». Insieme al Vescovo, all’evento di presentazione del bando e del nuovo sito web, erano presenti il presidente della Provincia Simone Calamai, l’assessore alla pubblica istruzione Ilaria Santi, la presidente del Pin Daniela Toccafondi, il coordinatore delle scuole cattoliche di Prato don Serafino Romeo e il primo presidente della Fondazione Biti, Roberto Faggi, che ha avuto il compito di ricordare la storia di questa preziosa iniziativa. «Le borse che abbiamo concesso – osserva Faggi – non sono per i geni, ma per gli studenti meritevoli che hanno bisogno; ascoltare le loro testimonianze ci fa capire che Gianni e Fiora Biti hanno fatto del bene vero ai figli di questa città».
Il nuovo bando. Come detto sono due le borse di studio in palio per l’anno 2023-2024. I destinatari sono studenti iscritti al primo anno e per la prima volta all’Università. Devono avere meno di 23 anni, essere residente a Prato e avere un Isee familiare non superiore a 30mila euro. Per partecipare occorre inviare la domanda entro e non oltre il 31 ottobre. Le borse sono rinnovabili annualmente e possono durare per tutto il percorso universitario a queste condizioni: lo studente deve aver assolto almeno l’80% dei crediti formativi previsti dal piano di studi e aver conseguito una media non inferiore a 24 trentesimi.
Dal 2007 a oggi sono state erogate ventiquattro borse di studio per un totale di 197mila euro. Sono quattordici gli studenti laureati grazie al sostegno costante della Fondazione. Per informazioni consultare il sito fondazionebiti.it.
Non solo studenti, ma anche scuole paritarie e corsi di formazione per docenti. Notevole e fondamentale è anche il contributo che la Fondazione Biti destina alle scuole paritarie cattoliche di Prato. In diciassette anni sono stati erogati oltre un milione e duecentomila euro a venticinque istituti. «Non sono stati contributi a pioggia, distribuiti per ripianare i debiti – tiene a precisare Roberto Faggi – ma soldi donati per investire nelle innovazioni, oppure per integrare le rette degli alunni bisognosi».
Importanti e apprezzate le opportunità formative per i docenti, non solo delle scuole cattoliche, promosse dalla Fondazione come momento di crescita professionale e scambio di esperienze educative. Queste iniziative sono state attivate attraverso una stretta collaborazione con l’Università di Firenze e con agenzie formative specializzate.